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Risoluzione: La questione della Palestina, Organizzazione dell'Unità Africana (1975)

The Black Agenda Review | blackagendareport.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/05/2024

OAU flag

Guardando al tempo in cui gli Stati africani riconoscevano la loro lotta anticoloniale condivisa con la Palestina e rimproveravano il sionismo per l'ideologia e la pratica genocida di suprematismo bianco.

Nel febbraio 2024, l'entità sionista ha salutato una vittoria sul continente africano, poiché l'Unione Africana (UA) non è riuscita ad annullare il suo status di osservatore - status ottenuto nel 2021 grazie alla mossa unilaterale dell'allora Segretario generale Moussa Faki Mahamat. Questo nonostante gli sionisti fossero impegnati nel brutale genocidio del popolo palestinese dall'ottobre 2023 (anzi, da molto prima di quel momento) e dopo che il governo sudafricano aveva portato il regime suprematista bianco davanti alla Corte internazionale di giustizia per genocidio. Questa vergognosa posizione dell'Unione Africana non sorprende, poiché la maggior parte dei suoi membri sono Stati neocoloniali con dei padroni occidentali a dettarne le azioni.

In questo contesto, ci viene in mente il periodo in cui l'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA), il predecessore dell'UA, aveva preso una posizione importante contro il sionismo e il razzismo. Le prime relazioni dell'OUA con l'entità sionista furono cordiali - soprattutto perché molti di questi Stati divennero indipendenti dopo la creazione imperialista dello Stato di Israele - ma cambiarono rapidamente dopo la guerra di aggressione del 1967 contro gli Stati arabi, quando l'entità rivelò la sua vera natura di brutale regime di apartheid ed espansionista. Nel 1973, quando il sionismo fu condannato come razzismo e collegato alla politica di apartheid del Sudafrica (oltre che al colonialismo razzista portoghese) dagli Stati membri delle Nazioni Unite, i Paesi africani iniziarono a interrompere le loro relazioni con il regime canaglia.

In una "Risoluzione sulla questione della Palestina" del 1975, l'OUA condannò i crimini del regime sionista, ma sostenne anche il popolo palestinese nella sua "lotta contro il colonialismo razzista sionista". La risoluzione dell'OUA chiedeva inoltre agli Stati membri dell'ONU di porre fine al "sostegno militare, economico e umano" e di "interrompere le relazioni politiche, culturali ed economiche" con l'entità sionista. Mentre Ghana, Sierra Leone, Senegal e Liberia esprimevano delle riserve, solo lo Zaire di Mobutu Sese Seko si oppose alla risoluzione.

Di fronte alla tiepida, o addirittura assente, risposta dell'UA al genocidio sionista (con le eccezioni principali di Algeria, Namibia e Sudafrica), guardiamo indietro a tempi migliori, quando la maggior parte degli Stati africani riconosceva la lotta anticoloniale condivisa con la Palestina e rimproverava il sionismo per l'ideologia e la pratica genocida suprematista bianca.

La "Risoluzione sulla questione della Palestina" dell'Organizzazione dell'Unità Africana del 1975 è riprodotta di seguito.

Risoluzione sulla questione della Palestina

Assemblea dei Capi di Stato e di Governo dell'Organizzazione dell'Unità Africana

L'Assemblea dei Capi di Stato e di Governo dell'Organizzazione dell'Unità Africana, riunita nella sua Dodicesima Sessione Ordinaria dal 28 luglio al 1° agosto 1975 a Kampala,

Ricordando la risoluzione adottata dal Consiglio dei Ministri dell'OUA in occasione della sua ventiquattresima sessione ordinaria tenutasi ad Addis Abeba dal 13 al 21 febbraio 1975,

Guidati dai principi e dalle disposizioni della Carta dell'OUA e delle Nazioni Unite, e prendendo atto con apprezzamento degli eroici sacrifici del popolo palestinese di fronte all'aggressione sionista per la liberazione della Palestina,                                

Dopo aver esaminato gli sviluppi della causa palestinese e la grave situazione derivante dalla continua occupazione dei territori arabi da parte di Israele, la sua usurpazione dei diritti legittimi del popolo palestinese, il suo rifiuto di rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite a questo riguardo, in particolare la Risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite N. 3236 adottata nella sua 29esima sessione, la negazione dei diritti nazionali del popolo palestinese in Palestina, compreso il suo ritorno in patria, il suo diritto al recupero delle proprietà e all'autodeterminazione senza alcun intervento straniero, e avendo parimenti condannato la continua usurpazione israeliana della Palestina e la dispersione del suo popolo,

Considerando che questa situazione costituisce una flagrante violazione della Carta e delle Risoluzioni delle Nazioni Unite, nonché della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e che la sua continuazione rappresenta una grave minaccia per la pace e la sicurezza internazionale,         

Considerando che la questione palestinese è la causa principale della lotta contro il nemico sionista,

Riaffermando la legalità della lotta del popolo palestinese per il ripristino dei suoi pieni diritti nazionali,

Considerando che il regime razzista della Palestina occupata e i regimi razzisti dello Zimbabwe e del Sudafrica hanno un'origine imperialista comune, formano un tutt'uno e hanno la stessa struttura razzista e sono organicamente collegati nella loro politica volta alla repressione della dignità e dell'integrità dell'essere umano,                                                 

Esprimendo la convinzione che il sostegno militare, economico, politico e morale di Israele da parte di un gruppo di Stati, in particolare gli Stati Uniti, gli consente di persistere nella sua politica di aggressione e di rafforzare ulteriormente la sua usurpazione della Palestina e la sua occupazione dei territori arabi,

Considerando che il mantenimento di relazioni con Israele in ambito politico, economico, commerciale, di comunicazione e di altro tipo, lo aiuta a rafforzare la sua usurpazione della Palestina e a persistere nella sua politica espansionistica di aggressione,

Considerando che la continuazione dell'appartenenza di Israele alle Nazioni Unite contraddice i principi e la Carta delle Nazioni Unite e incoraggia Israele a ignorare le risoluzioni delle Nazioni Unite e a colludere con vari regimi razzisti, espansionisti e aggressivi,                              

1. DECIDE:

a) di fornire un sostegno pieno ed efficace al popolo palestinese nella sua legittima lotta per il ripristino dei suoi diritti nazionali, tra cui:

- Il loro diritto di ritornare nella loro patria, la Palestina, e di recuperare le loro proprietà,
- Il loro diritto all'autodeterminazione senza alcun intervento straniero,
- Il loro diritto alla sovranità sul loro territorio,
- Il loro diritto di stabilire un'autorità nazionale indipendente.

b) di lavorare in tutti i settori per concretizzare il riconoscimento di questi diritti e garantirne il rispetto, Gli Stati membri dell'OUA si impegnano inoltre ad adottare tutte le misure appropriate a tal fine;

c) che il Comitato di Liberazione dell'OUA e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina definiscano congiuntamente una strategia volta a liberare la Palestina, considerando che la causa della Palestina è una causa africana;          

2. INVITA tutti gli Stati membri a sostenere con ogni mezzo il popolo palestinese nella sua lotta contro il colonialismo razzista sionista, per ripristinare i suoi pieni diritti nazionali. Gli Stati membri, inoltre, affermano che la restituzione dei loro diritti è una condizione essenziale per l'instaurazione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente;

3. INVITA le Nazioni Unite a lavorare per l'applicazione della Risoluzione 3236 adottata dall'Assemblea Generale nella sua 29esima sessione;

4. RIBADISCE che l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina è l'unico rappresentante legale del popolo palestinese e della sua lotta legittima;

5. CHIEDE agli Stati membri di attuare al più presto le risoluzioni pertinenti dei precedenti Vertici dell'OUA e delle Conferenze dei Ministri degli Esteri sulla causa palestinese;

6. RIBADISCE che è auspicabile, al fine di garantire il successo dell'OLP nella sua lotta per concretizzare il futuro dello Stato del Popolo palestinese, fornirle tutte le strutture e le opportunità per intensificare i suoi contatti con i governi degli Stati membri;

7. CONDANNA la violazione dei diritti umani da parte di Israele nei territori arabi occupati e il suo rifiuto di applicare la Convenzione di Ginevra del 1949 sulla protezione dei civili in tempo di guerra, la sua politica di ebreicizzazione aspetti fisici e culturali dei territori occupati e ritiene che tali atti e comportamenti siano crimini di guerra e una sfida all'umanità in generale;

8. RITIENE che tutte le misure adottate da Israele nei Territori arabi occupati e volte ad alterarne gli aspetti demografici, geografici, sociali, culturali ed economici - comprese quelle volte a ebraicizzare la Città Santa di Gerusalemme - siano nulle e non valide e che in nessun caso tali misure o le loro conseguenze possano essere riconosciute;

9. CONDANNA tutti gli Stati che forniscono sostegno militare, economico e umano a Israele e li invita a desistere immediatamente;

10. CHIEDE a tutti i Paesi che non l'hanno ancora fatto, di interrompere le relazioni politiche, culturali ed economiche con Israele;

11. INVITA tutti gli Stati membri dell'OUA a prendere tutte le misure appropriate per intensificare le pressioni contro Israele presso le Nazioni Unite e le altre Agenzie, compresa la possibilità di privare Israele del suo status di Membro di queste Agenzie;

12. DECIDE di iscrivere il punto della "Questione della Palestina" all'ordine del giorno della 26esima Sessione del Consiglio;

13. CHIEDE al Segretario Generale di presentare un rapporto sugli sviluppi della questione della Palestina alla prossima Sessione.

Riserve:
Ghana - Sierra-Leone - Senegal - Liberia

Contrari: Zaire

Organizzazione dell'Unità Africana, Risoluzione della questione della Palestina (1975).


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