www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 17-06-24 - n. 904

Pionieri del comunismo: Sforzatevi di essere come il Che

Carlos L. Garrido e Edward Liger Smith | midwesternmarx.com/
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/14/2024

Il filosofo francese Jean-Paul Sartre definì Ernesto 'Che' Guevara "l'essere umano più completo della nostra epoca". Oggi, a 96 anni dalla sua nascita, è ancora difficile trovare un esempio migliore di essere umano socialista. Basta ricordare le sue indimenticabili ultime parole: "Spara, codardo! Ucciderai solo un uomo!". Il Che era per Fidel Castro "il più straordinario dei compagni rivoluzionari"; un uomo dal carattere contagioso che elevava intimamente coloro che lo circondavano, pronti a emulare le sue virtù rivoluzionarie di "altruismo", "disinteresse" e "immediata disponibilità" nel "portare a termine le missioni più difficili" per la lotta socialista. Sebbene dotato di un coraggio erculeo e un atteggiamento spartano di fronte alle difficoltà, nel discorso che Fidel pronuncia in memoria del Che emerge che è: "Nel campo delle idee, nel campo dei sentimenti, nel campo delle virtù rivoluzionarie, nel campo dell'intelligenza, a parte le sue abilità militari, dove sentiamo la tremenda perdita che la sua morte ha significato per il movimento rivoluzionario".

Gli ideologi borghesi che fungono da portavoce teorico e retorico della classe dominante capitalista ammassano rifiuti sulla reputazione di qualsiasi figura storica che avanza con successo nella lotta per il socialismo, e Che Guevara non fa eccezione. Come aveva già notato eloquentemente in un discorso del 1961 a Santa Clara, "è la natura dell'imperialismo che abbruttisce gli uomini, trasformandoli in bestie selvagge assetate di sangue disposte a decapitare, a uccidere, a distruggere l'ultima immagine di un rivoluzionario, di un partigiano, di un governo caduto sotto il suo stivale o che lotta ancora per la libertà". Tuttavia, il modo in cui il Che condusse la sua vita, lo rese estremamente difficile da criticare per i media imperialisti borghesi. Come si può, dopo tutto, criticare qualcuno che è caduto difendendo "la causa dei poveri e degli umili di questa terra" e che, come ha notato Fidel, lo ha fatto in un modo così "esemplare e disinteressato" che "nemmeno i suoi più acerrimi nemici osano contestare"?

Il Che riteneva che una componente necessaria nella costruzione di una società socialista fosse la creazione di un "uomo nuovo socialista", libero dai tratti egoistici e individualistici comuni agli individui che vivono all'interno dei rapporti di produzione capitalistici. Per il Che, ogni rivoluzionario dovrebbe sforzarsi di incarnare il nuovo uomo socialista nelle sue azioni, essendo onesto, laborioso, studioso e disposto a lavorare per il bene della società collettiva. Questo segna una transizione radicale dalla nozione capitalista di crescita incentrata sull'accumulo di capitale e di beni da parte dell'individuo, a una nozione socialista di crescita incentrata sulla prosperità umana, dove l'essere umano è espressione dell'insieme di relazioni in cui è inserito, dialetticamente interconnesso al sociale.

Come il Che disse all'Unione dei Giovani Comunisti (UJC) in un discorso del 1962, "il giovane comunista deve sforzarsi di essere il primo in tutto... di essere l'esempio vivente e lo specchio attraverso il quale i nostri compagni che non appartengono ai giovani comunisti vedono se stessi". Questo significa che i giovani comunisti devono "essere essenzialmente umani. Per essere umani occorre tendere sempre di più a perfezionare le migliori qualità dell'essere umano. Purificare i migliori attributi dell'uomo attraverso il lavoro, gli studi e l'esercizio di una continua solidarietà con il nostro popolo e con tutti i popoli del mondo. Sviluppare al massimo la propria sensibilità, al punto da provare angoscia quando un uomo viene assassinato in un altro angolo del mondo, ed entusiasmo quando in qualche angolo del mondo viene innalzata una nuova bandiera di libertà".

Il Che stesso divenne sempre più disciplinato con l'avanzare dell'età e rappresenta un esempio lampante della virtù etica socialista che sperava avrebbe formato le successive generazioni di comunisti cubani. Dalla sua morte, generazioni di giovani cubani si sono impegnati nel processo di costruzione del nuovo essere umano socialista attraverso la massima: "pionieri del comunismo; saremo come il Che".

Per il Che, la transizione al socialismo non poteva ridursi solo a cambiamenti nell'economia politica, ma era necessaria una trasformazione fondamentale dell'essere umano attraverso lo sviluppo della cultura socialista. Come nota Michael Löwy, il Che aveva "la convinzione che il socialismo non ha senso e di conseguenza non può trionfare se non offre una civiltà, un'etica sociale, un modello di società totalmente antagonista ai valori del meschino individualismo, dell'egoismo sfrenato, della competizione [borghese], [e] della guerra di tutti contro tutti che è caratteristica della civiltà capitalista [e] di questo mondo in cui l'uomo mangia l'uomo". Non solo era necessario elevare la vita intellettuale e culturale della massa dei lavoratori sviluppando "una coscienza in cui vi sia una nuova scala di valori", ma questa trasformazione non doveva limitarsi alla sovrastruttura ideologico-politica; doveva anche radicarsi nelle fondamenta economiche della società attraverso ciò che egli prescriveva come la necessità di "una completa rinascita spirituale nell'atteggiamento verso il proprio lavoro". Come osserva Vijay Prashad, "fu questo nuovo quadro morale a motivare il programma di Guevara di costruire il socialismo... se una nuova società doveva essere creata, doveva essere creata attraverso una nuova fibra morale".

Come ogni rivoluzionario storico di successo, il Che sottolineava l'importanza della lettura e dello studio intensivo. Lo stesso Guevara era noto per aver letto incessantemente per tutto il corso della sua vita. Da ragazzo, quando giocava a calcio in Argentina, leggeva la teoria marxista mentre aspettava di giocare in panchina, soprattutto quando terribili attacchi d'asma lo allontanavano dalle partite. Mentre i guerriglieri cubani conducevano la loro lotta rivoluzionaria nella Sierra Maestra, il Che teneva lezioni di economia e filosofia marxista ai rivoluzionari che sarebbero stati incaricati di gestire la società cubana dopo la caduta del dittatore gangster Batista. Quando era in Africa, in prima linea nelle lotte anticoloniali, leggeva nientemeno che G.W. F. Hegel. In questo modo, nell'embrione del processo rivoluzionario cubano il Che aveva già piantato i semi per la creazione dell'uomo nuovo socialista e per l'elevazione della vita intellettuale e morale del popolo. Il progetto del Che in Il socialismo e l'uomo a Cuba,di "trasformare l'intera società... in una gigantesca scuola", si stava già realizzando anche nelle circostanze straordinariamente difficili che la guerriglia comportava.

Il Che capì che l'educazione delle masse cubane aveva implicazioni molto pratiche per il successo a lungo termine della rivoluzione cubana. Quando era giovane, pensava che l'impero statunitense fosse controllato da maghi malvagi e principi oscuri che volevano dominare il mondo e non si curavano di chi massacravano per farlo. Fu dopo aver letto libri come Imperialism, The Highest Stage of Capitalism di Lenin, che il Che capì che era il capitalismo a perpetrare il violento imperialismo che vedeva intorno a sé in America Latina, e non una diabolica cabala di maghi malvagi. Fu il sistema capitalista a dettare le azioni omicide del governo americano in Guatemala, da cui il Che scampò per un pelo. Se si riuscisse a far capire questo ai popoli dell'America Latina, sarebbe molto più difficile per gli imperialisti statunitensi convincerli che è a loro vantaggio ripristinare i rapporti di produzione capitalistici - cosa che gli Stati Uniti cercano spesso di fare attraverso la propaganda e altre tecniche per fomentare le rivoluzioni colorate.

Dopo sei decenni di sanzioni denunciate a livello internazionale e di guerra ibrida contro Cuba, le mani sporche di sangue dell'impero americano non sono riuscite a rovesciare la costruzione del socialismo nel Paese. Anche nei periodi in cui la guerra degli Stati Uniti contro Cuba ha prodotto le sfide più formidabili impedendo all'isola di ottenere i materiali necessari a garantire la sussistenza del popolo cubano, la massa dei cubani ha continuato caparbiamente il processo rivoluzionario, con lo slogan del loro Titano inciso sul petto: "Chiunque cerchi di impadronirsi di Cuba raccoglierà solo la polvere del suo suolo intriso di sangue, se non perirà nella lotta".

Il popolo cubano, di fronte alla battaglia contro Golia, ha compreso il proclama che il paladino della rivoluzione José Martí aveva fatto in Nuestra America: "Le barricate di idee valgono più delle barricate di pietra", perché gli ideali rivoluzionari per i quali il socialismo cubano si batte sono infinitamente preferibili alle difficoltà che la guerra di Golia potrebbe causare. Sono in parte questi ideali rivoluzionari e l'etica radicata nella cultura e nella coscienza cubana che hanno permesso a una nazione socialista con risorse limitate di sopravvivere proprio sotto il naso dell'impero statunitense, mentre altri progetti con risorse e potenzialità materiali di gran lunga superiori hanno imboccato la strada della restaurazione capitalista, facendo sprofondare milioni di persone nella povertà e in condizioni mai viste da prima della rivoluzione d'ottobre. È in gran parte grazie all'enfasi che il Che pose nella costruzione di un uomo nuovo, di una nuova cultura e di un insieme di ideali e pratiche, che la rivoluzione cubana continua a essere un faro di speranza per i rivoluzionari di tutto il mondo e una spina nel fianco per gli imperialisti che non vorrebbero altro che saccheggiare le risorse cubane, sovrasfruttare i lavoratori cubani e usare L'Avana come la città delle vacanze immorali del passato.

Studiando l'attenzione che il Che pose sullo sviluppo del nuovo essere umano socialista e della nuova cultura socialista, ci diamo la possibilità di comprendere più concretamente il successo del socialismo cubano. Inoltre, per coloro che si trovano nei Paesi che attualmente lottano per la conquista del potere da parte delle masse lavoratrici, lo studio della vita e dell'opera del Che ci ricorda il ruolo necessario che la leadership intellettuale e morale dell'avanguardia rivoluzionaria svolge nell'affrancare i lavoratori dall'egemonia borghese e sospingendoli verso il nuovo insieme di ideali, passioni, desideri e vita etica socialisti necessari per il raggiungimento di una società libera dall'alienazione, dall'oppressione, dallo sfruttamento e dalla guerra.


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