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Novantanove anni dalla Rivoluzione d'Ottobre. Gli insegnamenti di oggi per il PCPE

Alexis Dorta | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

07/11/2016

La Rivoluzione russa dell'Ottobre 1917 è stato un evento epocale nella storia del genere umano. Ha inaugurato una nuova fase storica: quella che ha posto la lotta per il potere politico del proletariato come elemento principale che deriva dalla contraddizione fondamentale della società borghese. La maturazione delle condizioni sociali, politiche ed economiche che hanno permesso il trionfo del proletariato, in unione con i contadini, e l'inizio del processo storico di abbattimento del potere politico e sociale della borghesia e del capitale.

L'importanza dell'analisi concreta

Questo processo storico fu governato con grande intelligenza politica dal Partito bolscevico, che, consapevole dei suoi compiti storici e strategici immediati, seppe eseguire una autentica analisi dialettica delle condizioni concrete della formazione economico-sociale della Russia in quel dato momento. Lo sviluppo del processo rivoluzionario in una lotta di classe continua, assegnava al proletariato due grandi compiti storici: il completamento dei doveri democratici lasciati incompiuti dalla rivoluzione borghese in Russia (soprattutto la riforma agraria, che avrebbe permesso la distribuzione della terra ai contadini, a partire dall'esproprio della proprietà fondiaria) e in secondo luogo, la creazione delle basi per avviare il processo rivoluzionario verso il socialismo.

Per adempiere a questi compiti, il Partito bolscevico seguì una politica di alleanze che si concretizzò in un blocco rivoluzionario tra il proletariato e i contadini, in cui l'interesse sociale e la necessità storica determinarono che il potere divenisse l'espressione di questa alleanza sociale. L'obiettivo strategico fu l'annientamento del potere borghese e della sua alleanza con la classe dei latifondisti, contenuto di classe dello zarismo come potere politico. Era questo di conseguenza il primo obiettivo dei bolscevichi, sin dal termine della rivoluzione di febbraio del 1917.

In quel momento, la mancanza di maturità del proletariato russo aveva impedito la comprensione dei propri compiti strategici. Credendo che questi compiti ed esigenze fossero fondamentalmente raggiunti con l'annientamento dello Zar, lasciarono il processo e la rappresentanza (quella del proletariato e dei contadini) nelle mani dei partiti riformisti e della piccola borghesia. Questi miravano a un accordo con la borghesia, un patto sociale per stabilire la democrazia borghese e realizzare, partendo da queste condizioni, una lotta legale all'interno del capitalismo in difesa degli interessi dei lavoratori.

I bolscevichi, però, fecero comprendere le esigenze strategiche del proletariato e degli strati poveri dei contadini. Essi analizzarono le contraddizioni specifiche del momento e, basandosi sulle forme organizzative create dalle masse, i soviet, forzarono la maturazione organizzativa e ideologica delle masse operaie e contadine, per porre al primo posto la questione del potere.

Appoggiandosi sulle masse, lanciando parole d'ordine, in ogni momento espressione delle condizioni politiche, per far avanzare la loro maturazione ideologica, combattendo risolutamente l'opportunismo e il riformismo, compiendo l'enorme sforzo scientifico di plasmare la conoscenza dialettica nella loro realtà, riuscirono ad essere delle avanguardie storiche e a portare a termine il secondo compito strategico: la creazione delle basi politiche, sociali ed economiche per marciare verso il socialismo.

Ciò richiedeva, come elemento fondamentale, il trionfo e l'avanzamento del proletariato più organizzato e con la migliore esperienza d'Europa: il proletariato tedesco e in una certa misura, quello francese. E richiedeva il coordinamento dei Partiti comunisti e rivoluzionari d'Europa e del mondo come espressione concreta dell'internazionalismo proletario. A questo si impegnò con fermezza, disciplina e determinazione il Partito bolscevico, creando la III Internazionale.

Agire oggi come i bolscevichi

La migliore lezione che possiamo trarre dallo studio e dall'analisi della Rivoluzione d'Ottobre è di focalizzare la nostra attenzione sulle azioni del Partito bolscevico, come espressione storica e concreta dell'avanguardia rivoluzionaria in quel processo. Non trarre conclusioni generali decontestualizzate dall'analisi concreta; non ricavare categorie generali dalle condizioni attuali, estrapolandole dal contesto storico ed elevandole a categorie universali.

Non hanno mai agito così i rivoluzionari bolscevichi che organizzarono il primo trionfale assalto al potere borghese. La vera lezione da trarre da quell'esperienza storica è quella di cercare di agire oggi come bolscevichi. Attraverso l'intervento diretto con le masse, attraverso l'analisi dialettica della realtà, che ci permette di rilevare i veri interessi della classe operaia e di saperli esprimere attraverso parole d'ordine che agevolino il progresso e la maturazione delle masse e la loro esperienza rivoluzionaria pratica.

Attraverso una lotta politica e teorica contro il riformismo e l'opportunismo, contendendo a questi la direzione e l'egemonia delle masse. Attraverso l'analisi delle classi e degli strati sociali che ci permetta di realizzare una politica di alleanze e un blocco di potere che sia espressione di questa alleanza popolare e nella pratica, l'esercito sociale che avanza verso la creazione di un Potere politico rivoluzionario. E costruendo lo strumento organizzativo dell'avanguardia, con capacità scientifica, con disciplina cosciente, con l'unità basata sullo sviluppo del potenziale della militanza rivoluzionaria, nella convinzione razionale e scientifica della necessità storica della distruzione della capitale.


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