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Il Partito Comunista di Turchia sulla Rivoluzione d'Ottobre

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/07/2017

Sulla via della rivoluzione

Sul 100° Anniversario della Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre - Documento adottato al 12° Congresso del TKP

La Rivoluzione ha dimostrato che l'obiettivo di una società senza classi e senza sfruttamento è realistico

Il 7 novembre 1917 (25 ottobre secondo l'ex calendario russo), la classe operaia e il suo alleato, la classe dei contadini poveri, hanno preso il potere. In altre parole, le forze lavoratrici hanno raccolto le sorti di un grande paese in lotta contro la povertà endemica, un'economia distrutta e l'analfabetismo di massa durante la Prima guerra mondiale quando gli stati imperialisti portavano alla catastrofe i popoli del mondo. Quello che la classe operaia raccoglieva dopo la Rivoluzione era letteralmente un relitto. Ultimo ma non meno importante, le potenze imperialiste e le forze reazionarie della Russia hanno immediatamente reagito per soffocare il nascente stato dei lavoratori nella Russia sovietica.

Dopo i primi anni di formidabile lotta, negli anni Trenta, l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche diventava un paese che compiva grandi passi verso l'industrializzazione, che trasformava profondamente istruzione, sanità, cultura e, soprattutto, che faceva tutto questo su basi egualitarie mentre veniva abolito lo sfruttamento. Nonostante tutte le sue carenze, l'esperienza sovietica del 1917-1991 ha compiuto notevoli progressi nel nome dell'umanità, a cui nemmeno i paesi capitalisti avanzati potevano avvicinarsi, risolvendo molte delle ingiustizie subite dall'uomo. La Rivoluzione d'Ottobre e la formazione sociale che aveva creato hanno dimostrato che l'umanità non è condannata al capitalismo.

Il 1917 verifica la validità dell'opera di Marx

Karl Marx e Friedrich Engels scrissero nel Manifesto del Partito Comunista nel 1848 che la teoria dei comunisti potrebbe essere riassunta in una frase: abolizione della proprietà privata! La classe capitalista che si era appropriata delle fabbriche, delle risorse naturali e della terra, era diventata ricca sfruttando i lavoratori che non avevano altra scelta che vendere la loro forza lavoro per sopravvivere. La rivoluzione socialista non fa altro che "risolvere i conti" tra borghesia e proletariato, le due classi tra cui è impossibile stabilire relazioni "eque".

Né le differenze socioeconomiche che Marx ha evidenziato tra i paesi capitalisti avanzati e la Russia, né il fatto che l'imperialismo si sia sviluppato nella fase suprema del capitalismo e tanto meno le significative trasformazioni che avvennero all'inizio del ventesimo secolo riguardo la logica della lotta di classe e le fasi su cui si verifica: nessuno di questi fatti ha spezzato il legame indissolubile tra l'obiettivo espresso in quella frase del Manifesto comunista e l'attualità della Rivoluzione d'Ottobre. La prima rivoluzione socialista fu anche la prima sfida politica di successo dell'umanità contro la proprietà privata sui mezzi di produzione. Svelare le leggi della lotta di classe e affrettare le trasformazioni sociali che aprirono la strada per una società senza classi furono fondamentali per la teoria e la prassi marxista. I bolscevichi marciarono lungo questo cammino.

L'idea del partito di avanguardia è l'elemento cruciale nella lotta per il socialismo

Non sono i partiti che fanno le rivoluzioni. Le rivoluzioni sono frutto delle conquiste delle classi sociali e delle masse. Eppure è una necessità assoluta che il partito di avanguardia metta in gioco la sua iniziativa per fare della rivoluzione una vittoria permanente per i lavoratori. Fino alla Rivoluzione d'Ottobre, il termine "partito della classe operaia" aveva significato, più o meno, un partito istituzionalizzato di massa che riuscisse ad entrare nel parlamento e che mirasse a ottenere cambiamenti graduali. La Rivoluzione d'Ottobre ha dimostrato che la necessità fondamentale della classe operaia era un partito "agile" con quadri solidi, preparati per le condizioni caotiche dei periodi di crisi; e soprattutto, un partito con la prospettiva della rivoluzione socialista. Anche se il passaggio dal marxismo al marxismo-leninismo era il prodotto di un processo olistico, sappiamo che l'elemento più importante di questa trasformazione era l'idea di partito di avanguardia. Il capitalismo prolunga la sua esistenza scaricando il peso delle sue crisi sulle spalle delle masse lavoratrici in assenza di un partito rivoluzionario del proletariato che riesca a raggiungere una posizione e un potere sufficiente per adempiere alla sua missione di avanguardia. Il partito leninista è un agente soggettivo univoco, che non può essere sostituito dagli atti spontanei della classe operaia, dalle iniziative che prende o da qualsiasi altra forma organizzativa.

La teoria dell'imperialismo di Lenin aprì le porte della Rivoluzione d'Ottobre del 1917

La Rivoluzione si è svolta in condizioni di profonda crisi politica, economica e ideologica innescata dalla Prima guerra mondiale, una lotta all'ultimo sangue tra imperialisti che implicava una catastrofe totale per i popoli del mondo. Non fu Lenin a coniare il concetto di imperialismo. Non c'è dubbio che esistessero diverse opere preziose che avevano posto le basi per la teoria dell'Imperialismo di Lenin. Ma ciò che rende quest'ultima singolare è che ha fornito risoluzione alla questione strategica che l'imperialismo sia fase necessaria per la lotta per il socialismo. Con l'analisi dell'imperialismo, Lenin ha messo a nudo come i socialdemocratici tradivano la classe operaia nei paesi capitalisti avanzati e, più importante, ha risposto alla domanda su come e attraverso quali interventi politici e ideologici i partiti della classe operaia potrebbero evitare soluzioni che perpetuano le istituzioni. La Rivoluzione d'Ottobre era il grande evento storico attraverso cui queste risposte furono verificate.

La posizione presa nel 1914 contro la guerra imperialista fu precorritrice del 1917

Il Partito bolscevico è stato uno dei pochi tra i partiti della classe operaia dei paesi belligeranti che avevano deciso di non sostenere i propri governi borghesi quando scoppiò la guerra mondiale. A differenza dei socialdemocratici che vergognosamente dichiararono nemici le masse operaie di altri paesi sotto lo slogan del "patriottismo", Lenin e i suoi compagni adottarono una posizione internazionalista. Ma la differenza era più profonda. Invece di difendere una pace imperialista, che avrebbe inevitabilmente beneficiato i vincitori (a scapito degli oppressi) una volta che la guerra imperialista scoppiò, i bolscevichi russi utilizzarono la lotta per distruggere l'ordine capitalista. La posizione di Lenin sulla guerra, che di solito è interpretata come atteggiamento morale, deve essere considerata come una mossa strategica intrecciata a principi morali, frutto di una grande mente rivoluzionaria. La rivoluzione del 1917 fu una risposta spietata della classe operaia alla guerra imperialista, una risposta connotata anche da creatività perché sapeva cogliere l'opportunità storica fornita dalla guerra. L'intensificazione delle tragedie che i lavoratori sperimentano in quei paesi dove questa opportunità è stata persa è ancora in espansione al volgere del 21° secolo.

La prima rivoluzione socialista ha esplicitamente mostrato i limiti della democrazia borghese e ciò che significa per la classe operaia

Il Partito bolscevico ha lottato nelle condizioni feroci della Russia zarista, impegnandosi nelle sue attività soprattutto in modo clandestino o semi-clandestino. Tuttavia, non ha mantenuto una distanza categorica dal terreno parlamentare o elettorale e ha inviato i suoi rappresentanti all'assemblea, anche se per brevi periodi. Un periodo "liberale", che non era mai stato sperimentato in tutta la storia russa, si aprì dopo la Rivoluzione di febbraio, e fu il primo anello del 1917. La classe operaia, i contadini poveri e i soldati crearono organizzazioni diffuse; le organizzazioni rivoluzionarie iniziarono a lavorare legalmente e, soprattutto, i lavoratori russi vennero armati per proteggere i diritti acquisiti della Rivoluzione di febbraio sotto le condizioni caotiche della Prima guerra mondiale. Tuttavia, ancora una volta, di queste condizioni liberali beneficiò la classe capitalista in ultima analisi. La Russia stava ancora partecipando alla guerra imperialista, lo sfruttamento dei lavoratori si stava approfondendo e i contadini poveri sopportavano il peso schiacciante della guerra e dei grandi proprietari terrieri. A differenza di altre organizzazioni rivoluzionarie, i bolscevichi insistevano che le libertà dovevano essere utilizzate per cambiare questo quadro e lottare su questa linea. Ogni azione, ogni decisione adottata dai bolscevichi faceva emergere le differenze dagli altri partiti politici nel 1917, così erano specifici: lo slogan "Tutto il potere ai soviet!", le Tesi di aprile che insistevano sull'attualità della "rivoluzione socialista", il rifiuto di aderire al governo provvisorio, la richiesta immediata di ritiro dalla guerra imperialista. La Rivoluzione d'Ottobre ci ha insegnato che l'espansione del terreno della democrazia borghese non è un obiettivo in sé per i comunisti; ciò che conta è la liberazione della classe operaia e la rivoluzione socialista stessa. La lotta per le libertà ha significato solo in questa prospettiva.

La Rivoluzione d'Ottobre ha rivelato chiaramente il legame tra rivoluzione e crisi del capitalismo

Marx aveva già scoperto che il capitalismo per sua natura generava crisi. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, Marx ha dimostrato come la dittatura borghese entra in crisi dopo gli anni di relativa stabilità a causa delle sue fragilità, non solo a livello economico (dialetticamente determinante) ma anche a livello politico. La distinzione tra livello economico, politico e ideologico nell'ambito dell'egemonia capitalista non cambia il fatto che si tratti di un sistema in cui ciascun livello si ripercuote sull'altro; e inoltre, in ogni situazione data si rivela che ognuno di essi può diventare più significativo di altri. L'individuazione dei punti deboli del capitalismo e la realizzazione di una strategia corrispondente nell'interesse della classe operaia furono fondamentali per la teoria e la prassi leninista. Con l'inizio della Prima guerra mondiale, Lenin fu costretto a intensificare la suddetta ricerca teorica e pratica. Egli comprese profondamente che la disperazione e l'assenza di speranze generate dalla guerra portava le persone a sottomettersi e ad accettare situazioni indegne all'interno del sistema capitalista. Quindi riprese la prospettiva esplicitata negli scritti di Marx e Engels di rovesciare lo stato delle cose. Per iniziativa dei bolscevichi il capitalismo poteva dar corso alla sua stessa distruzione. La rivoluzione del 1917 verificava inopinatamente questa opzione.

I comunisti si preparano alla rivoluzione durante i periodi non rivoluzionari

Il bolscevismo aveva una storia di circa 15 anni prima della Rivoluzione d'Ottobre. Durante una parte di questo periodo, la "rivoluzione" era idealmente e fisicamente lontana dalla società russa. In questo periodo la qualità più significativa che distingueva i bolscevichi dagli altri era che questi ultimi non perdevano mai la "prospettiva rivoluzionaria". Non la persero neanche quando non avevano consensi di massa, quando lo sviluppo capitalista guadagnava una relativa stabilità in Russia e quando l'autorità assoluta del Zar veniva rafforzata. Lenin e i suoi compagni non si limitavano alla semplice "lotta per la democrazia", anche in tempi in cui la repressione dello stato carista reazionario diventava insopportabile, quando i diritti umani più basilari vennero ignorati e l'organizzazione politica fu sostanzialmente soppressa. L'obiettivo della rivoluzione socialista, che trovò la sua espressione programmatica più sviluppata nell'aprile del 1917, fu interiorizzata in ogni fase del bolscevismo. Il rifiuto di un'idea di politica che trascurasse gli obiettivi rivoluzionari in epoca non rivoluzionaria permise ai bolscevichi di essere pronti per il momento della lotta finale e trasformare il partito in una "scuola" che servisse alla lotta di classe e all'escalation rivoluzionaria in termini di pratica pianificata e spontanea. Era questo il principio politico che Lenin aveva avviato, che ha dato ai bolscevichi l'agilità e le capacità che consentirono loro di superare gli altri movimenti politici che si trovavano in posizione più vantaggiosa durante la Rivoluzione dell'Ottobre del 1917. In una formulazione sintetica universale ancora oggi valida: senza l'obiettivo della rivoluzione socialista, non c'è bisogno del partito comunista!


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