Il malcontento popolare può trovare soluzione nella proposta politica del KKE
Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
24/10/2016
Intervista al SG del CC del KKE Dimitris Koutsoumpas del canale televisivo pubblico ERT1, il 24/10. Di seguito estratti dell'intervista.
ERT1: Sul quotidiano del KKE, Rizospastis, è possibile leggere: appena il governo avvia i colloqui con le "istituzioni" (Troika) pregna di nuovi attacchi contro i diritti lavorativi e sindacali, SYRIZA e ND prendono a discutere dei loro temi preferiti e anche del fuorviante problema della corruzione: questo per nascondere la loro convergenza sulle misure antioperaie. È quindi la corruzione una questione fuorviante? Ci può spiegare questo punto di vista? Non esiste forse e oggettivamente nella nostra vita il problema della corruzione?
D.K.: Il problema della corruzione esiste nella nostra vita, esiste in questo sistema, esiste nello Stato. La nostra valutazione è che lo Stato sia marcio, che, più in generale, il sistema politico sia corrotto. Pertanto si tratta di un problema reale, ma viene utilizzato ogni qualvolta i partiti al potere, il governo e le relative opposizioni ufficiali, vogliono nascondere i problemi sostanziali, vogliono nascondere la foresta dietro un dito. La "foresta" sono i problemi che affliggono le persone, le misure antioperaie e antipopolari in discussione in questo periodo con i partner (della Troika) - che non sono i partner del popolo greco - e i creditori, al fine di introdurre nuove misure distruttive, possibilmente anche un nuovo memorandum.
Qui sta l'essenza dello scontro nel suo complesso. Nel quadro del sistema e delle misure di austerità, il governo, quelli che sono al potere, non affronteranno e né risolveranno i problemi. Lo abbiamo visto anche riguardo le concessioni TV, lo abbiamo visto con il susseguirsi di leggi varate nella presunta offensiva contro la corruzione o in materia di trasparenza del sistema politico, rimaste lettera morta, sia nei precedenti (governi) che in quello attuale.
Lasciatemi dire semplicemente: i rappresentanti di ND e PASOK servono gli interessi di alcuni proprietari di canali televisivi, e l'attuale maggioranza di governo di SYRIZA-ANEL è serva di alcuni altri proprietari e interessi.
ERT1: Diciamo qualcosa su questo punto, che è interessante riguardo la critica diretta al KKE sulle sue tattiche. Del tutto in buona fede, alcune persone osservano che nell'attuale congiuntura Tsipras avrebbe scelto di entrare in collisione con interessi specifici, interessi importanti; per usare le sue parole: le spade e i coltelli sono stati sguainati...
D.K.: Non ho detto che ha deciso di entrare in collisione. Ho detto che ha deciso di servire alcuni altri interessi.
ERT1: Sì, ma i coltelli sono usciti. Pertanto, in questa congiuntura alcuni ritengono che la posizione del KKE, di mescolare tutti nel medesimo calderone, è una tattica che aiuta ND. Che, la vostra posizione ideologica di stigmatizzare tutti come bugiardi - che dicono di fare una cosa e ne attuano un'altra - diventa dominante, come se, dicono loro, voi foste interessati alla realizzazione delle promesse di Syriza... in questa prospettiva il KKE resterebbe intrappolato nella sua stessa retorica e l'approccio di opposizione di ND diventerebbe la linea egemonica.
D.K.: Questa argomentazione pretestuosa è ben nota, viene da lontano e crediamo che il nostro popolo abbia maturato una esperienza sufficiente per non farsi ingannare. È la stessa linea che il PASOK utilizzava in passato, quando era all'opposizione, quando non era in coalizione governativa con ND. All'epoca il PASOK di G. Papandreou e altri prima di lui, dicevano che il KKE interpretava il gioco di ND. E' la solita vecchia storia. Quando un partito va al governo, eccolo che sostiene che il KKE si mette d'accordo con qualche altro partito, semplice. È l'altro lato della stessa medaglia. L'argomentazione di cui lei parla, che "criticando SYRIZA, il KKE sostiene ND", esiste, ma è ridicola, perché il KKE ha combattuto contro ND con fermezza, oggi come allora. Come potete constatare la nostra critica è bipolare, perché colpisce entrambi rispettivamente, seguendo loro la medesima linea politica.
ERT1: Naturalmente, il KKE ha il diritto di criticare, questo è ovvio, ha un diverso punto di partenza ideologico e difende interessi specifici. Quello che chiedo è diverso. Loro sostengono che attraverso questa strada, la visione di destra diventa egemonica: un'ideologia che parla di razionalizzazione dello Stato, del suo miglioramento attraverso l'espulsione dei cattivi soggetti e l'arrivo di migliori. In sostanza il diritto di cambiare l'agenda politica.
D.K.: Questo non ha nulla a che fare con il KKE, ma con le critiche che anche indirizziamo verso ND. Non si può razionalizzare lo stato e ottenere la ricostruzione produttiva con gli stessi proprietari e le stesse persone al potere. Un cambiamento sostanziale nel sistema politico e una riforma dello Stato, attraverso misure parziali, come l'attuale governo fa o come ND dice che farà, non può essere realizzato. L'idea che deve prevalere nel popolo greco, nel movimento, ma anche nella stessa coscienza dei lavoratori è che tutte queste cose richiedono un rovesciamento sostanziale, hanno bisogno di cambiamenti radicali, veri cambiamenti rivoluzionari, non a parole. Di tali rivoluzioni a parole ne abbiamo avute prima delle elezioni: per esempio quelle di Tsipras e SYRIZA e di Kammenos e ANEL, e ancor prima di loro di G. Papandreou del PASOK e di altri in ND, ecc. Tutti parlano di rivoluzione nella società, di cambiamenti radicali fondamentali dello Stato. Ciò che serve qui è un altro programma, un'altra prospettiva, vi è la necessità di tracciare un altro percorso, non in modo improvvisato, ma pianificato.
Il KKE ha un tale piano e lo propone al popolo greco. Rispondono: "sembra difficile". Ma perché, forse è facile vivere oggi come oggi? Sono state varate così tante riforme, tre memorandum e un quarto è in preparazione, altre misure sono in arrivo: i lavoratori soffrono quotidianamente a causa della tassazione, dell'assottigliamento dei redditi; anche i contadini soffrono e sono costretti a lasciare le loro terre. Non possiamo limitarci a guardare alle difficoltà, né si può valutare la proposta politica di un partito sul grado di difficoltà. Sappiamo bene in cosa consiste questa semplicità: non c'è bisogno di particolare intelligenza per praticare la facilità dell'inganno e della menzogna. Come, per esempio, fanno i partiti oggi al governo e che in passato avevano il 4% dei consensi: hanno ottenuto l'incarico ingannando il popolo greco con slogan rivoluzionari e abbiamo visto quello che hanno fatto. Abbiamo avvertito la gente allora. Pertanto, non è sufficiente la semplicità; la consapevolezza delle persone deve andare in questa direzione e gli operai devono lottare attorno questi temi.
Di recente da ambienti vicini alla Chiesa e da parte di personaggi pubblici e leader politici, ho sentito parlare dell'importanza di giungere alla conciliazione, di aiutarsi con le proprie mani. Naturalmente, il KKE stende le mani agli operai, ai contadini, ai lavoratori autonomi, alle famiglia popolari, alle persone che soffrono e tutti insieme devono essere uniti, ma questo richiede di alzare il pugno, perché il pugno simboleggia la lotta, le rivendicazioni. Senza lotta e senza rivendicazioni, non si può ottenere nulla. Non si può dire: "Mettiamoci tutti d'accordo e staremo tutti bene". Questa è la predica dal pulpito e quando viene ripetuta da leader politici o da personaggi di prestigio all'interno della società greca, diventa pericoloso. Essi in realtà agiscono, forse senza rendersene conto, contro ciò che noi chiamiamo la resistenza, l'opposizione, la lotta per cambiamenti radicali.
ERT1: Mr.Koutsoumpas, l'annuncio della nostra intervista è in onda da una settimana intera. Ieri, al caffè, un signore, in buona fede, mi ha chiesto di farle una domanda: "Credo nel rovesciamento di cui parla il KKE, ma fino a quando non arriva la rivoluzione, nell'apocalisse che viviamo ora - mentre altri ci parlano di salario 'sotto il minimo' - perché il KKE non da una mano?"
D.K.: Non diamo soltanto una mano, diamo anche gambe e braccia. Qualche giorno fa, per rispondere alla domanda del suo amico, c'è stata una grande mobilitazione che è nata dall'impegno nei luoghi di lavoro, nei sindacati. Oltre 500 organizzazioni sindacali, di primo e secondo livello, federazioni e centri di lavoro hanno delineato un progetto di legge, che hanno discusso con i lavoratori stessi e che attiene alle esigenze quotidiane, ai contratti collettivi di lavoro, non al rovesciamento totale del sistema e al socialismo. Naturalmente, i sindacati e tutti quanti, devono lavorare in questa direzione, ma il disegno di legge in questione è relativo ai contratti collettivi di lavoro, al salario minimo, a una serie di diritti dei lavoratori che sono stati smantellati (...). Questo disegno di legge è stato sottoposto a tutti i partiti politici in Parlamento, così come al nostro Partito. Tuttavia, il KKE è l'unico Partito che ha presentato questo progetto di legge in Parlamento. Gli altri partiti e il governo hanno voltato le spalle.
Pertanto, perché dice che non combattiamo per i problemi quotidiani? I problemi attuali e la lotta ad essi inerente aprono la strada per la lotta di domani...
ERT1: Si parla molto di socialdemocrazia, della necessità della socialdemocrazia, di volgersi forse più a sinistra per un approccio socialdemocratico: se e in quale misura SYRIZA si muove in questa direzione?
D.K.: La cosiddetta "sinistra" di SYRIZA, qui in Grecia, si muove non solo in questa direzione, ma, a nostro avviso, si è già cristallizzata come un partito socialdemocratico, un partito chiaramente borghese. Assume sempre più, se non combacia, la posizione del PASOK e si muove, in base alle risoluzioni del suo recente congresso, per occupare tutto lo spazio del centro-sinistra; questo crea difficoltà per gli altri partiti di opposizione, come PASOK, Potami, Unione di Centro, che agiscono nel medesimo spazio. Questo vuole SYRIZA. Non so se riuscirà ad occupare l'intero spazio di centro-sinistra, vi sono molti fattori e parametri in gioco, ma SYRIZA si muove in questa direzione e ha cristallizzato questo ruolo (come è perfettamente chiaro).
Inoltre, non è un caso che (SYRIZA) sempre più spesso partecipi alle riunioni dei socialisti in Europa, della socialdemocrazia europea, che abbia legami stretti con Hollande e agli altri che si applicano nei loro rispettivi paesi alle medesime politiche antipopolari e antioperaie, anche senza memorandum. E' la stessa direzione della UE e del Quartetto. E da questo punto di vista, SYRZA e il signor Tsipras personalmente si muovono rapidamente verso questa direzione.
Tuttavia, i popoli hanno sperimentato queste politiche, sono le stesse politiche che in passato hanno portato il PASOK a formare una coalizione con ND, ad un continuo cambiamento di posizioni e ad un crollo, che SYRIZA conseguirà ovviamente nel prossimo futuro.
ERT1: Pensate che esista una tale possibilità? Insomma, al fine di superare i problemi nazionali, come li chiamano, che i due grandi partiti possano formare una coalizione? La ritenete una possibilità?
D.K.: In futuro, ovviamente. Attualmente, non sembra realistico. Ma, una parte di ND potrebbe benissimo, crediamo - immagino che ci siano discussioni, segrete o aperte, ma sembra probabile se si esamina la scena politica e le azioni del Primo ministro e del governo - approcciarsi non solo a sezioni del vecchio PASOK (anche se la maggior parte di esso è confluito in SYRIZA), ma anche ad altre forze che sono nello spazio di politico centro-destra. [...]
La perdita di forze di SYRIZA può essere riscontrata all'interno dei sindacati, delle associazioni, nei luoghi di lavoro, nelle elezioni nei sindacati, nelle lotte, nei quartieri, in cui una grande quantità di risentimento si è sviluppata nel corso dell'ultimo anno, come risultato delle politiche di governo di SYRIZA; ND non riesce a raccogliere questo malcontento. Cosa che si può riscontrare anche nei sondaggi d'opinione.
ERT1: Questo risentimento può portare da qualche parte?
D.K.: C'è una grande massa di persone che sono preoccupate, impensierite, scontente delle politiche di SYRIZA e, allo stesso tempo, sono insoddisfatte perché hanno sperimentato le politiche di ND e non vogliono tornare indietro né a ND né al PASOK, che hanno anche conosciuto nel corso di molti anni; queste persone sono preoccupate, indignate, partecipano alle lotte.
Ciò si riflette nelle elezioni sindacali dei settori pubblico e privato. Le forze sostenute dal KKE sono la seconda maggiore organizzazione che raccoglie oltre il 20% del movimento sindacale più ampio, nelle associazioni delle donne, dei giovani, degli studenti e dei consigli studenteschi - si consideri che gli studenti delle ultime due classi delle scuole superiori ora non potranno più votare secondo una nuova legge - e, inoltre il KKE ha una grande influenza tra gli agricoltori. A queste persone, che sono più del 20% di quelli che incontriamo nelle lotte, quelli che in passato votavano SYRIZA, PASOK e altri, eventualmente anche ND o piccoli partiti come voto di protesta, diciamo di unirsi al KKE, nonostante le loro riserve. Perché, è l'unica proposta che può fornire una via d'uscita per l'oggi, ma che apre anche la strada per un futuro migliore. E questa proposta deve essere rafforzata ovunque e all'interno del movimento e ogni qualvolta si svolgano le elezioni, sia nazionali, che locali o europarlamentari.
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.