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La Svezia non costituisce un esempio di "welfarismo" o del successo della socialdemocrazia

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/01/2020

Intervista del Peoples Dispatch a Andreas Sörensen, Presidente del Partito comunista di Svezia (SKP)

La politica nei paesi scandinavi è stata un argomento di grande interesse per politologi e sociologi in ragione di diversi fattori, tra cui standard di vita relativamente migliori, politiche di assistenza sociale e violenza politica relativamente minore. Tuttavia, la politica scandinava sta attraversando un periodo difficile, con aree che affrontano l'austerità, l'emergenza climatica e l'ascesa dell'ipernazionalismo. Peoples Dispatch (PD) ha parlato con Andreas Sörensen, Presidente del Partito Comunista Svedese (SKP) in merito alle recenti tendenze della politica svedese, alle caratteristiche dell'attuale governo e alle sfide davanti la classe lavoratrice nel paese.

Peoples Dispatch (PD): Qual è la tua opinione sulle politiche dell'attuale governo a guida socialdemocratica e verdi in Svezia? Qual è l'impatto di queste politiche sui lavoratori, sulle donne e sui giovani della Svezia?

Andreas Sörensen (AS): L'attuale governo ha inflitto duri colpi ai lavoratori svedesi, con il sostegno del Partito di sinistra. In pratica ha abolito il diritto di sciopero, ha deregolamentato l'affitto delle abitazioni, ha contribuito a spingere i prezzi delle abitazioni alle stelle e sta facendo del suo meglio per garantire un mercato del lavoro flessibile per il capitale svedese deregolamentando la sicurezza del lavoro.

In pratica, è andato oltre ai precedenti governi di destra della Svezia. Questo è il risultato delle acute contraddizioni all'interno del sistema imperialista, che costringe il capitale ad aumentare la sua redditività per mantenere la competitività. Un modo per farlo è quello di tagliare le spese per il welfare e creare un mercato del lavoro più flessibile, in modo da poter fronteggiare le fluttuazioni di mercato e, soprattutto, la prossima crisi capitalista.

In questo senso, il governo ha assunto anche il compito di preparare il capitalismo svedese per la prossima crisi capitalista, che è dietro l'angolo. Questo è il motivo per cui il governo si è affrettato ad attuare misure antipopolari e antioperaie.

Pur essendo rivolte alla popolazione attiva nel suo insieme, le misure del governo colpiscono particolarmente sia le donne che i giovani. I settori dominati dalle lavoratrici, come il settore del welfare, sono gravemente attaccati e soggetti a tagli, che lasciano senza lavoro migliaia di persone, causando al contempo una situazione sempre più stressante per le lavoratrici rimanenti. I giovani, già sottoposti a condizioni di lavoro e di alloggio incerte, condivideranno queste condizioni con il resto della popolazione.

PD: Qual è il ruolo del partito comunista in un paese scandinavo come la Svezia, che persegue il welfare come ideologia statale? Qual è la tua opinione sulla politica del welfare state perseguita dai paesi nordici?

AS: Dobbiamo respingere in pieno la connotazione del nostro paese come stato che persegue il "welfarismo" come ideologia. L'unica ideologia perseguita dallo stato è quella di aumentare la redditività capitalista nel migliore dei modi, rappresentando gli interessi del capitalismo svedese.

Il fatto che la Svezia abbia visto un sistema di welfare relativamente esteso è il risultato di fattori storici, come l'esistenza di un movimento di lavoratori militanti, l'esistenza del socialismo reale come deterrente per i capitalisti, nonché la corrispondenza del welfare con lo sviluppo di forze produttive. Ad esempio, la costruzione di abitazioni negli anni '60 e '70 ha contribuito a migliorare l'alloggio per i lavoratori, ma soprattutto per i lavoratori concentrati nelle aree urbane e industriali. Lo stesso principio può essere applicato al sistema scolastico unitario introdotto nel 1962. Naturalmente, ha permesso ai bambini della classe operaia di frequentare la scuola, ma allo stesso tempo ha permesso al capitalismo svedese di utilizzare una forza lavoro più istruita per le sue forze produttive più sviluppate.

In qualche aspetto, ciò deve essere mantenuto. La classe lavoratrice organizzata ha rivendicato quantità maggiori di welfare di quanto fosse ritenuto necessario, il che ha provocato contrattacchi da parte del capitalismo. Un ottimo esempio è il sistema pensionistico svedese, che è stato più volte riformato e oggi ha creato un grande gruppo di pensionati. Ciononostante, il 12% di tutti i pensionati in Svezia vive ancora al di sotto della soglia di povertà.

Questo principio guida costantemente l'applicazione del welfare in tutto il mondo, non solo in Svezia. La costruzione di infrastrutture sociali consente anche un'espansione del capitalismo, come si vede oggi per esempio in America Latina.

Oggi, il benessere relativo dei lavoratori svedesi è sotto attacco. Il capitale deve attirare sempre più settori nell'accumulazione capitalista, motivo per cui la privatizzazione sia della sanità che delle scuole sta aumentando, facendo precipitare la qualità del benessere.

Quindi, per essere più chiaro: la Svezia non costituisce un esempio di "welfarismo" o il successo della socialdemocrazia: la politica dello stato e del governo svedese è sempre diretta verso la maggiore accumulazione di capitale possibile.

Ciò significa che il ruolo di un partito comunista qui è lo stesso che in ogni altra parte: denunciare il sistema capitalista e fare del suo meglio per guidare i lavoratori in una lotta contro di esso, per il socialismo.

PD: Qual è la tua opinione sul recente picco dei crimini di odio razziale nel paese e sulla crescente popolarità dei Democratici Svedesi (SD), formazione politica anti-immigrati e di estrema destra?

AS: La crescita del populismo di destra, il sentimento contro gli immigrati e il razzismo sono paralleli allo sviluppo e ai bisogni del capitalismo e, allo stesso tempo, si tratta di un problema difficile da analizzare.

Molte persone arrecano un danno a sé stesse e alla classe operaia semplificando la questione dell'ascesa dell'estrema destra. Imitando le politiche dell'estrema destra, alcuni autoproclamati socialisti pensano di essere in grado di attrarre gli elettori che sono andati all'estrema destra. Questa è una direzione del tutto ingannevole e ignora completamente il ruolo di un partito comunista, così come la realtà che affrontiamo.

Il ruolo del partito comunista è quello di attrarre gli elementi più avanzati e migliori della classe operaia. È lottare per la leadership del movimento operaio, nella consapevolezza che la coscienza comunista non può emergere spontaneamente.

Osservando la situazione all'interno del movimento operaio, si vede che circa la metà dei lavoratori organizzati all'interno dei sindacati svedesi sostiene ancora i Socialdemocratici o il Partito di Sinistra. Il resto della forza lavoro organizzata è distribuita tra i partiti di destra, con i Democratici Svedesi in testa. Possiamo facilmente trarre la conclusione che quei lavoratori che sono rimasti con la socialdemocrazia hanno un'oncia di coscienza di classe in più rispetto a quelli che sono andati a destra ed è su loro che dobbiamo concentrarci, per liberarli dalla presa e dalle illusioni della socialdemocrazia.

Solo liberandoli possiamo combattere efficacemente il fascismo, il razzismo e l'ascesa dell'estrema destra altrimenti restano legati e passivi, confidando e sperando nella riforma del capitalismo.

PD: Qual è la probabilità di formare un fronte unito dei partiti di sinistra in Svezia, compresi lo SKP e il Partito di Sinistra, per resistere al neoliberismo e alla nascita dell'ultra-destra?

AS: Prima di tutto, è importante sottolineare il fatto che non cerchiamo di formare un fronte unito con il Partito di Sinistra, né con nessun altro partito di sinistra in Svezia. Non vediamo questo come un modo possibile per rafforzare i comunisti e la classe lavoratrice. La politica di avere fronti uniti e popolari è un fattore che contribuisce al declino del movimento rivoluzionario.

Sin dall'inizio, i fronti uniti e popolari hanno spostato l'obiettivo dei partiti comunisti, collocandoli su un percorso che li avrebbe portati ad accettare la transizione pacifica al socialismo. La contraddizione di base tra capitale e lavoro, che si trova nella base economica del capitalismo, è stata minimizzata, e invece è stata avanzata la contraddizione borghese tra democrazia e fascismo. Questa contraddizione non è rivoluzionaria, poiché sia la democrazia borghese che il fascismo possono facilmente adattarsi al sistema capitalista ed essere risolti al suo interno, mentre non è possibile per la contraddizione tra lavoro e capitale.

In combinazione con l'ottimismo che ha caratterizzato il movimento comunista dopo la vittoria dell'Unione Sovietica, questo ha spianato la strada alla socialdemocratizzazione dei partiti comunisti, che sono arrivati a immaginare soluzioni all'interno del sistema capitalista tra gli obiettivi principali. Sosteniamo che compromessi attorno queste questioni siano impossibili, ma, per la creazione di un fronte unito, sarebbero necessari.

È anche in questo filone che si deve vedere la questione del neoliberismo. In sostanza, il neoliberismo è una dottrina per l'organizzazione del capitalismo, corrispondente ai suoi bisogni contemporanei. Il suo contrario non è il socialismo, ma un'altra forma di capitalismo, più strettamente regolata. Quando si forma un'opposizione al neoliberismo, si corre un alto rischio di rimanere intrappolati nel sistema capitalista, proprio come i precedenti partiti comunisti erano intrappolati tra democrazia borghese e fascismo. Non sosteniamo un capitalismo più regolamentato in opposizione a uno non regolamentato, così come non sosteniamo le politiche di sinistra all'interno del capitalismo in opposizione alle politiche di destra all'interno del capitalismo.

Il nostro obiettivo principale è il rovesciamento del capitalismo e qui non ci possono essere compromessi. Non combattiamo le varie espressioni del capitalismo, come il neoliberismo, ma dirigiamo la nostra attenzione sul sistema in sé, il cui opposto è il socialismo.

A questo, è importante aggiungere che il Partito di Sinistra sostiene il governo e gli attacchi contro la popolazione attiva della Svezia. Giocano il ruolo dell'ala sinistra del capitale, qualcosa per cui devono essere denuniciati e attaccati.

Ciò non significa che non sosteniamo l'unità della classe operaia. Questa unità è necessaria e facciamo del nostro meglio per raggiungerla, ma siamo anche chiari sul fatto che l'unità dei partiti di sinistra è qualcosa di completamente diverso e, a nostro avviso, controproducente.

PD: Qual è la tua opinione sull'imminente minaccia del riscaldamento globale che ha già avuto il suo impatto nella regione artica? Quali sono le tue raccomandazioni politiche in merito a questo problema, per affrontare la crisi climatica?

AS: Il clima è una delle questioni più importanti per il mondo ed è troppo importante per lasciare che sia il capitalismo a risolverla. Per affrontare la questione da un punto di vista comunista, abbiamo incaricato compagni competenti di studiare sia i problemi che affrontiamo oggi sia le soluzioni da collegare al socialismo. Questo processo è in corso e si tradurrà in discussioni all'interno del partito, portando a incontri pubblici, partecipazione a lotte per il clima e altre forme di attività.

La questione del clima coinvolge molti giovani in tutto il mondo, molti dei quali non sono mai stati in un movimento politico prima. Consideriamo positiva questa politicizzazione della gioventù, ma rifiutiamo tutti i tentativi di rendere questo movimento assimilato al capitalismo verde o a qualsiasi altra politica non rivoluzionaria.

Per questo motivo, penso che sia importante rifiutare il termine "sciopero" usato da coloro che sono attivi nella lotta per il clima perché alla fine serve a offuscare il termine. Sosteniamo che lo sciopero è una delle armi più importanti della classe operaia e che consiste nel negare al capitalista la possibilità di sfruttare la forza lavoro dei lavoratori. Ciò non accade durante gli scioperi climatici, in cui le aziende hanno sostenuto lo sciopero e hanno dato ai loro dipendenti il permesso di partecipare. I dipendenti sono stati incoraggiati a partecipare allo sciopero dai loro sindacati, ma gli hanno chiesto di ottenere l'autorizzazione dei loro capi prima. Allo stesso modo, agli alunni è stato permesso di saltare le lezioni per partecipare.

Ciò significava che gli scioperi sono stati ridotti a qualcosa per cui chiedere il permesso, invece di essere l'arma che avrebbe dovuto essere. Ciò va di pari passo con gli attacchi al diritto di sciopero effettuati in Svezia. Lo sciopero non dovrebbe essere percepito come un'alternativa dalla classe lavoratrice e dobbiamo respingere tutti i tentativi di trasformarlo in qualcosa che non è.

Certamente, è possibile che i lavoratori scioperino per il clima e noi accogliamo con favore qualsiasi iniziativa del genere da parte dei sindacati. In questa ottica, penso che dobbiamo percepire come positivo il tentativo di coinvolgere il movimento operaio nella lotta, mentre ricordiamo che non è possibile che il movimento operaio partecipi effettivamente, fintanto che è frenato dalla socialdemocrazia.

PD: Qual è la posizione di SKP sulle politiche dell'Unione Europea e sull'espansionismo della NATO?

AS: L'Unione europea è un'alleanza a vantaggio soprattutto dei monopoli dell'Europa occidentale, attraverso la quale, soprattutto, i monopoli tedeschi hanno un trampolino di lancio nel mondo. Naturalmente, la UE avvantaggia anche le nazioni imperialiste più piccole in Europa, come la Svezia. Questa è l'essenza dell'Unione Europea e ciò significa che, a sua volta, attueranno politiche contrarie agli interessi dei lavoratori europei.

Questo è anche il motivo per cui l'Unione europea sta intensificando i suoi tentativi di attaccare il comunismo collegandolo ed equiparandolo al fascismo. In tempi di crescente insicurezza generata dal sistema capitalista, le persone cercano alternative, che alla fine sono pericolose per i capitalisti e i monopoli.

PD: Citi per favore alcune delle recenti importanti iniziative e campagne del SKP e delle sue organizzazioni di massa (SKU) per il progresso dei diritti della classe lavoratrice nel paese?

AS: Una delle questioni più importanti che affrontiamo oggi è la limitazione del diritto di sciopero da parte del governo socialdemocratico. Senza la volontà di arrivare a un accordo in sede di contrattazione collettiva, hanno reso illegale lo sciopero e reso più difficile avviare l'astensione dal lavoro attraverso una serie di ostacoli burocratici. Ma non sono ancora soddisfatti e ora parlano di introdurre una clausola di proporzionalità, costringendo i sindacati ad adottare misure proporzionate al problema affrontato sul posto di lavoro.

Nella nostra campagna contro gli attacchi al diritto di sciopero, siamo stati i soli a collocare l'attacco in un contesto più ampio e a spiegare che è il risultato del rafforzamento delle contraddizioni all'interno del sistema capitalista. Quando la competizione si inasprisce, i capitalisti si dotano di norme e regolamenti per contrastare efficacemente la resistenza contro le misure di austerità che stanno attuando.

Nell'autunno scorso abbiamo anche condotto una campagna rivolta agli studenti e ai giovani lavoratori in Svezia, partendo da statistiche e fatti riguardanti le loro condizioni di vita e di lavoro. In generale, lavorano in modo più insicuro, spesso nel quadro della cosiddetta gig-economy, l'economia dei lavoretti, mentre la disoccupazione è più elevata, costringendo i giovani a competere l'uno contro l'altro per un posto di lavoro. La situazione abitativa dei giovani è catastrofica. In Svezia, vi è una carenza di diverse centinaia di migliaia di appartamenti, che colpisce in modo sproporzionato i giovani, poiché non hanno possibilità di affittare o acquistare un appartamento. Ciò costringe molti giovani a vivere nella casa della famiglia di origine, impedendo loro di iniziare la propria vita; nel contempo dilaga la piaga dei contratti di sub-affitto o sub-sub-affitto, evidenziando ulteriormente lo status insicuro della gioventù.

Oltre a queste due campagne, abbiamo condotto due campagne elettorali, una per il parlamento nazionale nel 2018 e una per il parlamento dell'UE nel 2019, in cui siamo riusciti ad aumentare il numero di consensi sia in termini reali che in percentuale.


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