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Partito Comunista di Svezia (SKP): Sulla Cina e il nostro Partito

Partito Comunista di Svezia | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/12/2021

Dal ristabilimento del capitalismo in Cina con l'ascesa di Deng Xiaoping alla fine degli anni '70, la Cina è emersa come una delle più forti potenze capitaliste e imperialiste. Costituisce un nuovo centro imperialista che sfida i vecchi dominatori.

Per assicurarsi una continua espansione, coltivano accuratamente tutte le relazioni politiche possibili, mentre allo stesso tempo eliminano ogni discorso di lotta di classe, socialismo e rivoluzione nelle loro dichiarazioni ufficiali. Questo costituisce un'offensiva ideologica che mira a legare forze amiche alla Cina, rafforzando il paese nella sempre più aspra competizione inter-imperialista.

Dopo aver ricevuto l'invito a firmare una dichiarazione scritta dal Partito Comunista Cinese (PCC), sentiamo l'urgente necessità di chiarire completamente la nostra posizione. Per questo vogliamo affrontare le parti centrali di questa dichiarazione e vogliamo chiarire le ragioni per cui ci rifiutiamo di firmarla.

La dichiarazione può essere letta nella sua interezza qui. (Le seguenti citazioni della dichiarazione promossa dal PC Cinese sono in Italico , ndt)

"I partiti politici, trovandosi nella condizione di costruire, preservare e sviluppare la democrazia, sono stati incaricati dell'importante compito di realizzare la democrazia e promuovere lo sviluppo".

Il PCC riduce la questione della democrazia a un livello confacente alla borghesia e il partito non prende in considerazione le diverse caratteristiche che definiscono i diversi partiti politici. Questo significa che l'affermazione non ha né un aspetto politico né uno di classe. Rimane una contraddizione artificiale tra democrazia e dittatura; tra progresso e reazione.

Questa è una falsa contraddizione. I partiti politici non costruiscono la democrazia e sicuramente non la realizzano. I partiti politici sono rappresentanti degli interessi di classi diverse. Con la sua formulazione e la sua politica, la dichiarazione cinese nasconde questo fatto. Invece, la dichiarazione diventa uno strumento per la politica estera cinese e i firmatari diventano strumenti per le ambizioni dell'imperialismo cinese.

"Poiché paesi e regioni diverse non condividono necessariamente la stessa storia, cultura, sistema sociale e stadio di sviluppo, non esiste alcun sistema di democrazia o modello di sviluppo che sia applicabile a tutti i paesi".

Dietro la formulazione relativistica che accetta ogni forma di dominio di classe in tutto il mondo, si può vedere la lotta per creare migliori condizioni politiche a favore dell'imperialismo cinese.

Il relativismo elude anche un'altra cosa: la necessità del socialismo. Senza la possibilità di criticare e valutare i sistemi degli altri paesi, il socialismo diventa un obiettivo astratto e nel migliore dei casi distante. In questo modo, diventa facile giustificare qualsiasi percorso di sviluppo, sia esso specifico della Cina o di qualsiasi altro paese.

Ecco perché il PCC si sta battendo per stabilire questo relativismo come strumento politico. Dietro di esso, possono rivendicare le peculiarità cinesi e creare illusioni sul socialismo con caratteristiche cinesi. Ci rifiutiamo di essere parte di questo.

"Siamo dell'opinione che il modo migliore per valutare se il sistema politico di un paese è democratico ed efficiente è guardare se il passaggio di consegne negli organismi di direzione avviene in maniera ordinata e conforme alla legge, se a tutte le persone è data la possibilità di gestire gli affari statali e quelli sociali, economici e culturali in conformità alle disposizioni di legge, se i cittadini possono esprimere le loro esigenze senza impedimenti, se tutti i vari settori sociali possono partecipare efficacemente agli affari politici del paese, se le decisioni nazionali possono essere prese in modo razionale e democratico, se gli esperti di tutti i settori possono far parte integrante del gruppo dirigente nazionale e dei servizi amministrativi attraverso una competizione leale, se il partito al potere può esercitare il ruolo di leader negli affari dello Stato in conformità con la Costituzione e le leggi e se l'esercizio del potere può essere mantenuto sotto effettivo controllo e vigilanza."

Si tratta di un legalismo borghese senza limiti che oscura la realtà sociale. Non esiste una democrazia senza classi, caratterizzata da una trasmissione ordinata del potere tra i suoi amministratori. Piuttosto, ogni democrazia è una democrazia per una classe specifica, attraverso la quale essa governa. Il sistema politico è un riflesso della realtà economica, che non è mai possibile ignorare.

In una comparazione tra una democrazia socialista e una capitalista, sarebbe impossibile ignorare la realtà sociale. Tuttavia, dietro questo tentativo di descrivere una democrazia senza classi, ci sono forti interessi materiali: si tratta in definitiva della volontà di rappresentarsi nel modo più vantaggioso possibile. Si tratta di una guerra di propaganda tra imperialisti, e non sta a noi schierarci in essa.

"Riteniamo che un paese sia veramente democratico quando il popolo può diventare il vero dominus del paese. Se è necessario osservare se il popolo può godere del diritto di voto, è ancora più importante osservare se viene garantito il suo diritto alla piena partecipazione. Se è doveroso osservare quali promesse verbali il popolo riceve durante le campagne elettorali, è ancora più importante osservare quante di queste promesse vengono mantenute dopo le elezioni. Se è necessario osservare quali procedure e regole politiche sono previste da regolamenti e leggi, è ancora più importante osservare se tali regolamenti e leggi sono rigorosamente applicate. Se è necessario osservare se l'esercizio del potere segue regole e procedure democratiche, è ancora più importante osservare se l'esercizio del potere è veramente soggetto alla sorveglianza e al controllo da parte del popolo."

Se la borghesia segue le proprie regole e leggi nel suo esercizio della democrazia, dovremmo essere soddisfatti? Se la borghesia mantenesse le sue promesse elettorali, dovremmo essere soddisfatti? Se la borghesia fosse controllata dal popolo, dovremmo essere soddisfatti?

Nel migliore dei casi, questa dichiarazione del PCC è un programma per un capitalismo più democratico. La dichiarazione in quanto tale non mette mai in discussione il fondamento stesso della democrazia borghese. Cioè il potere e l'autorità del capitale. Non chiarisce mai che le politiche che vengono perseguite sono basate sul potere e l'autorità della borghesia e corrispondono ai suoi scopi.

La dichiarazione corrisponde a un tentativo cinese di collocare la lotta nel quadro del capitalismo. L'espansione della Cina non è altro che la formazione e il rafforzamento dell'ennesimo blocco imperialista ed è per questo che è impossibile per il PCC e lo stato cinese formulare una dichiarazione che vada oltre il quadro del capitalismo.

"A giudicare se un paese è democratico o meno dovrebbe essere il suo popolo."

Il significato di tale affermazione è che la democrazia può essere qualsiasi cosa, purché un popolo esprima che il sistema in cui vive è un sistema democratico. Alla fine, significa che la democrazia può essere tutto e niente. Questo significa una rottura non solo con la realtà sociale, dove la democrazia è uno strumento per sostenere il potere di una classe, ma anche con tutti i criteri oggettivi. Lo scopo di questa formulazione è stabilire che nessuno tranne i cinesi ha il diritto di definire il carattere del sistema cinese. Così facendo, si sono anche difesi da ogni forma di critica e sarà molto facile controbattere qualsiasi critica.

Per coloro che sostengono il socialismo scientifico, questo ragionamento è una completa assurdità.

"Siamo del parere che il punto di partenza e l'obiettivo dello sviluppo della società umana dovrebbero essere il miglioramento del benessere delle persone ed il raggiungimento di uno sviluppo umano completo."

La dichiarazione evita qualsiasi menzione della lotta di classe o del socialismo. Invece, formula slogan generali che non significano nulla e che non obbligano a nulla se non al continuo sviluppo del capitalismo e dell'imperialismo cinese.

È un fatto che centinaia di milioni di persone sono state liberate dalla povertà assoluta in Cina. Tuttavia, lo stesso è stato fatto in diversi altri paesi, il cui carattere capitalista non è mai stato in dubbio. Non si può considerare utilmente come misura del progresso umano. Man mano che l'imperialismo cinese si espande nel mondo è naturale che esso porti a casa anche dei superprofitti, che possono essere utilizzati per scopi interni.

Accettando una dichiarazione di questo tipo, il nostro partito diventerebbe un difensore dell'imperialismo cinese. Negheremmo la necessità del socialismo e del potere dei lavoratori. Ci accontenteremmo invece di uno sviluppo uniforme del capitalismo, nonostante la realtà abbia più volte dimostrato che ciò è impossibile.

Firmare una dichiarazione come questa ci avrebbe fatto diventare degli opportunisti della peggior specie.

"Siamo del parere che rendere le relazioni internazionali più democratiche costituisca lo scopo principale del nostro tempo e che l'unico modo per realizzarlo consista nel mettere in pratica il vero multilateralismo."

L'idea del mondo multilaterale, dove diversi centri di potere si tengono a bada l'un l'altro, è profondamente reazionaria perché nasconde il vero carattere del sistema. L'equilibrio di potere all'interno del sistema capitalista è cambiato più volte e un partito comunista rivoluzionario non dovrebbe impegnarsi a cambiare questo equilibrio di potere in una direzione particolare.

Tutte le alleanze all'interno del sistema imperialista sono temporanee a causa dei sempre mutevoli equilibri di potere. Non sta a noi cercare di aggiustare i rapporti tra gli imperialisti, ma mobilitare il popolo lavoratore in una lotta contro l'intero sistema, qualunque sia la sua espressione.

Nel fare questo, un compito molto importante è quello di rompere le illusioni sul capitalismo che vengono costantemente tessute intorno a noi. È per questo che proclamiamo apertamente il nostro punto di vista su questa dichiarazione. Non si può parlare di una democrazia realizzata sotto il capitalismo così come la partecipazione degli stati capitalisti in un mondo multilaterale non equivale a nessun progresso per i popoli di alcuna nazione.

Le relazioni internazionali sotto il capitalismo sono per definizione antidemocratiche. Il PCC cerca di nascondere questo fatto e facendo questo cerca di rafforzare la propria posizione all'interno del sistema imperialista.

"I valori umani condivisi di pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà devono servire da guida nello sforzo di costruire una simile comunità con un forte senso di responsabilità per il futuro dell'umanità, in modo che Paesi con diversi sistemi sociali, ideologie, storie, culture e livelli di sviluppo possano condividere interessi, diritti e responsabilità negli affari internazionali e lavorare insieme per costruire un mondo migliore."

Il capitalismo può coesistere con altri sistemi economici? No, sradica tutto e distrugge tutto ciò che è esistito.

«[La borghesia] Dove è giunta al potere, essa ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvincevano l'uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato "pagamento in contanti". Essa ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell'esaltazione religiosa, dell'entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità piccolo-borghese. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in luogo delle innumerevoli franchigie faticosamente acquisite e patentate, ha posto la sola libertà di commercio senza scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e arido

Questo è ciò che Marx ed Engels scrissero nel Manifesto del Partito Comunista. Questa verità fondamentale non è cambiata da allora.

La coesistenza pacifica tra socialismo e capitalismo è mai stata possibile? No, non lo è mai stata. Il capitalismo non potrebbe mai accettare una tale coesistenza. All'interno del sistema capitalista stesso, una tale coesistenza pacifica è ancora meno possibile, poiché il sistema stesso è caratterizzato da contraddizioni sempre più violente.

Il capitalismo non potrà mai fare nient'altro che dello spudorato profitto il suo vero principio guida e tutti i tentativi di dirci qualcos'altro sono propaganda e menzogne. Quando è necessario, le belle parole diventano superflue e la realtà si presenta.

È questa realtà che ora tentano di nasconderci, cercando di convincerci che la pace, lo sviluppo, la democrazia, la giustizia e la libertà sono possibili sotto il capitalismo.

Contro i rappresentanti dell'imperialismo cinese sosteniamo l'internazionalismo proletario e il socialismo scientifico, che ci danno non solo gli strumenti necessari per capire il mondo, ma anche gli strumenti necessari per cambiarlo. Ci rifiutiamo di essere uno strumento della politica estera cinese.

Viva il socialismo!

Partito Comunista di Svezia (SKP)
Comitato Centrale


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