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Guerra in Ucraina: Ci sarà un vincitore?

Greg Godels | zzs-blg.blogspot.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/04/2022

Mentre infuria improduttivamente il dibattito su quale parte sostenere nella guerra in Ucraina, iniziano ad acclararsi le questioni più ampie su chi trarrà vantaggi e chi perderà alla fine del conflitto.

A rendere le cose più difficili è la cortina di disinformazione manipolata che si leva da tutte le parti, ricordandoci come il capitalismo abbia corrotto, volgarizzato e reso puerile il mestiere del giornalismo.

Talvolta nel ventesimo secolo una piccola cellula elitaria di giornalisti ardimentosi traeva soddisfazione nel rischiare la vita o quantomeno la propria incolumità per offrire resoconti di testimonianze oculari contrarie alla narrazione ufficiale. Un lettore attento facendo la tara ai pregiudizi di classe, all'ingerenza editoriale e all'uso di eufemismi poteva ricostruire un quadro credibile e indipendente di eventi o incidenti.

Oggi il numero di giornalisti indipendenti di quella tradizione si può contare sulla punta delle dita.

Nessuno si introduce a Mariupol per controllare le denunce di atrocità ucraine o verificare i comunicati russi sulle vittime e sfidare i numeri ufficiali. I resoconti degli scontri militari sono semplicemente presi dai comunicati stampa governativi o dalle conferenze stampa dei ministeri ucraini, della NATO o del Ministero della Difesa russo. Nessun giornalista alla Seymour Hersh o David Halberstram emerge dai media mainstream e se lo fosse sarebbe bandito. Di conseguenza, di ciò che viene riportato poco è certo: né di atrocità e né di eroico.

A peggiorare le cose, lo sciame di commentatori "esperti" fa poco sforzo per collocare gli eventi in qualsiasi contesto, storico o altro. Non sappiamo a quale livello siano i combattimenti, il progresso e la competenza militare, le vittime civili o la distruzione fisica in relazione ad altre guerre o scontri recenti (per esempio, le guerre degli USA o della NATO) o in relazione a ragionevoli aspettative. Abbiamo solo notizie generiche non supportate e accuse emotive e non verificate di "genocidio", "brutalità" o "crimini di guerra".

Ciononostante, possiamo evitare di soccombere alle esagerazioni selvagge dei media e allo stesso tempo trarre alcune conclusioni utili da fatti che sono incontestati.

È incontestato che la Russia, dopo un mese di combattimenti, ha rivisto il suo piano, ridimensionando i suoi obiettivi. Il governo russo lo ha dichiarato. Questo fatto implica che il suo piano iniziale non ha avuto successo e ne consegue a sua volta, che il governo ha giudicato male l'equilibrio delle forze militari. La resistenza ucraina era più forte, gli attaccanti russi erano più deboli, o entrambe le cose.

Possiamo solo ipotizzare che i capi militari russi pensavano che sarebbero stati accolti come liberatori, che gli alleati interni sarebbero insorti, che l'Occidente non avrebbe offerto assistenza o che l'esercito ucraino fosse decisamente più debole di quanto si è dimostrato. In ogni caso la guerra continua, con migliaia, forse decine di migliaia, di morti e milioni di persone cacciate dalle loro case.

Non occorre cadere nel circo mediatico occidentale che, come l'abile propaganda britannica della guerra del 1914, dipinge gli avversari come stupratori sanguinari, saccheggiatori e assassini di bambini, per riconoscere che la campagna di comunicazione per i cuori e le menti dell'Occidente è stata vinta dagli USA, dalla NATO e dall'Ucraina.

Il Dipartimento di Stato di Blinken/Nuland ha usato con successo il sistema compiacente dei media per spingere i politici più equilibrati, pratici ed esitanti in Germania, Francia e Italia ad unirsi agli ultra-nazionalisti dell'Europa orientale che odiano la Russia in una crociata contro la Russia. L'Europa è ora allineata in modo più militante contro la Russia che in qualsiasi momento dall'apice della Guerra Fredda. I budget militari si stanno gonfiando e i legami economici, sociali e diplomatici con la Russia sono stati recisi, con il settore energetico e l'industria bellica degli Stati Uniti a trarre i maggiori vantaggi.

Se la politica degli Stati Uniti era quella di attirare la Russia in un intervento - e credo che lo fosse - allora la trappola è riuscita.

Qualsiasi obiettivo di sicurezza cercasse il governo russo, ciò che otterrà nel migliore dei casi è la garanzia di trattati che non avranno maggior forza con i successivi governi ucraini delle vaghe assicurazioni del passato. Un paese povero armato di vecchie armi sovietiche è ora armato fino ai denti con molti degli ultimi e più efficaci strumenti di guerra della NATO.

Le comprensibili preoccupazioni per la crescente influenza degli ammiratori ultra-nazionalisti di Stepan Bandera e dei teppisti e delle bande che sposano la collaborazione nazista della Seconda Guerra Mondiale di Bandera non potranno che crescere con la loro ulteriore accettazione e integrazione nella resistenza ucraina all'invasione. L'invasione ha effettivamente legittimato il loro ruolo nella lotta contro gli invasori russi, smarcandoli dalla loro storia di terrorismo: il risultato opposto a quello ricercato dal governo russo nelle sue spiegazioni.

Con una democrazia già dubbia, l'Ucraina ha fatto un passo indietro, mettendo fuori legge undici partiti di opposizione, incluso il Partito Comunista. Ha legittimato la persecuzione dei russofoni, accusando molti di sabotaggio e tradimento.

La guerra ha eroso anche le libertà civili russe, con attivisti contro la guerra perseguiti e arrestati.

La strategia preferita dagli Stati Uniti per condurre la guerra con altri mezzi - le sanzioni globali - è costata cara alla Russia, a cominciare dalla soppressione del gasdotto Nord Stream II. Utilizzare come arma le sanzioni per realizzare obiettivi di politica estera è diventato un modo molto efficace per gli USA di imporre la propria volontà. Il governo statunitense fabbrica mandati per sanzioni con motivazioni spesso oltre il ridicolo (l'accusa di "terrorismo", per esempio, fatta e ritirata all'istante senza alcuna prova di una modifica di comportamento). Le persone sanzionate possono persino estendersi ai genitori o ai figli dei "cattivi", con la crudele applicazione di una punizione sui parenti stretti.

Ciò che è veramente sorprendente è come l'amministrazione statunitense si sia assicurata la collaborazione dei leader europei nell'approvare sanzioni contro la Russia che in realtà danneggiano l'Europa più della Russia! Indubbiamente questo tipo di "unità" distorta si ripercuoterà negativamente sia sugli USA che sull'UE.

Bisogna notare che la guerra imperialista avvantaggia sempre immediatamente i leader partecipanti distraendo l'opinione pubblica interna dai loro fallimenti e raccogliendo il sostegno intorno ad appelli patriottici. A questo proposito, Putin, Zalensky, Biden e gli altri leader della NATO hanno tutti bevuto dalla tazza dell'opportunismo imperialista.

Nel breve termine, Putin appare come il difensore determinato degli interessi della Grande Russia, Zalensky l'eroe sfavorito che affronta l'Orso russo e Biden l'indignato difensore della causa dell'autodeterminazione. Ma Putin e Zalensky sono esposti a perdite crescenti, il che rende necessaria una soluzione finale prima che le perdite, i costi o l'opposizione crescano troppo. Solo Biden beneficia di una guerra prolungata, anche se i suoi alleati della NATO potrebbero accorgersi dei loro sacrifici per gli obiettivi di politica estera degli USA.

Mentre un'ondata d'inflazione segue l'ultima ondata di COVID, minacciando di martellare ulteriormente l'economia globale e di erodere ulteriormente gli standard di vita, l'attenzione è rivolta al fallimento dei politici borghesi nell'offrire una qualsiasi soluzione che non sia la più debole: una guerra che promette poco se non dolore per i lavoratori del mondo.


Foto: Migliaia di persone si radunano ad Atene contro la guerra imperialista in Ucraina e contro il coinvolgimento della Grecia in un'azione organizzata dal Partito Comunista di Grecia

Come sempre, la guerra imperialista beneficia solo i produttori di armi e le corporazioni predatrici, mentre porta tragedie alle classi lavoratrici. Dobbiamo rifiutarci di partecipare alla nostra stessa distruzione.


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