Le Gioventù Comuniste d'America firmatarie dichiarano:
1. La nostra piena solidarietà con tutti i giovani e le loro famiglie che si vedono obbligati a emigrare dai loro paesi a causa del capitalismo e le sue conseguenze. Mese dopo mese, migliaia di giovani centroamericani e messicani sono spinti a rischiare la vita fuggendo dalla miseria, dalla disoccupazione, dal narcotraffico e dalla repressione statale. Questo porta a una condizione inumana dove i migranti finiscono morti nel Rio Usamacinta o nel Rio Bravo, scomparsi e sequestrati dai cartelli durante il loro transito o detenuti dalla Guardia Nazionale in Messico e dalle pattuglie di confine degli Stati Uniti. Uno dei casi più tragici e emblematici è quella del salvadoregno Alberto Martinez, morto a 25 anni annegato insieme al suo bimbo nel tentativo di attraversare il Rio Bravo. Coloro che riescono a superare questo inferno, entrano in uno nuovo negli USA e in Canada, affrontando un duro sfruttamento senza diritti lavorativi, perseguitati, in molti casi vivendo nell'ombra con la paura di esser deportati nei loro paesi.
2. Il nostro rifiuto alla politica imperialista concretizzata nei Trattati di libero commercio, come il TLCAN-TMEC o il CAFTA, che stabiliscono il libero transito di capitali e merci, ma impediscono la mobilità della forza lavoro. Sotto questa politica, si schiaccia il valore della forza lavoro sia nei paesi di emigrazione che in quelli riceventi immigrati, e fomentano la divisione della classe operaia.
3. La nostra lotta e opposizione alla xenofobia, al razzismo, allo sciovinismo, promossi da alcune forze politiche dei nostri rispettivi paesi con l'obiettivo di dividere la classe operaia e stabilire le alleanze e gli interessi dei capitalisti. Per combattere questa ideologia diciamo alla gioventù dei nostri paesi: la classe operaia è internazionale! I nostri alleati sono la gioventù operaia, contadina e dei settori popolari indipendentemente dalla loro nazionalità; il nemico da battere è la borghesia e l'imperialismo.
4. Denunciamo l'imperialismo statunitense e il suo rappresentante in carica Donald Trump, con il suo attuale attacco ai migranti. Sono aumentate le deportazioni e le detenzioni, sono arrivati al punto di separare i bambini dalle loro famiglie mettendoli in gabbia come animali. Il suo discorso xenofobo che accusa i migranti di esser delinquenti ha come principale obiettivo di evitare l'unione dei lavoratori nordamericani, indipendentemente dalla loro condizioni migratoria. Il governo statunitense non vuole frenare i fenomeni migratori, ma vuole tenerli nell'illegalità, segregare gli immigrati nell'ombra e in ogni occasione abbattere il valore della loro forza lavoro e aumentare i profitti dei capitalisti che sostengono il suo governo.
5. Denunciamo la politica migratoria dell'attuale governo messicano, guidato da Lopez Obrador, il quale cede progressivamente al ricatto dell'amministrazione Trump e si inchina alla borghesia esportatrice messicana subendo la minaccia dell'imposizione di dazi e usando come moneta di scambio i migranti. Insieme a questo, il governo Obrador ha dispiegato forze militari, sotto la direzione della Guardia Nazionale per contenere e cacciare i migranti centroamericani che cercano di attraversare il paese; aumentando significativamente le deportazioni e limitando la libertà di transito con fermi in tutto il paese per controllare la condizione migratoria. Con ciò, l'attuale governo del Messico converte il paese nel nuovo muro desiderato da Trump e dall'imperialismo nordamericano.
Denunciamo inoltre anche il ruolo delle borghesie e dei governi centroamericani nella crisi migratoria, in particolare di Guatemala, El Salvador e Honduras. Gli alti livelli di corruzione e repressione statale rafforzano la tendenza alla migrazione originata dallo sfruttamento capitalistico. Inoltre, realizzano accordi con l'imperialismo nordamericano per limitare l'emigrazione dai loro paesi, come l'accordo di "terzo paese sicuro" firmato dal governo del Guatemala, che facilita l'espulsione di honduregni e salvadoregni che cercano di chiedere asilo negli Stati Uniti.
6. Le Gioventù Comuniste firmatarie, riconoscono la necessità di aumentare lo scambio nell'analisi delle condizioni che colpiscono la nostra gioventù in America, così come, l'obbligo di intraprendere attività, giornate di lotta che mirino a un coordinamento per combattere l'imperialismo come fase superiore dello sviluppo capitalista e opporre ad esso l'uscita rivoluzionaria, il socialismo-comunismo come vera ed unica alternativa alla barbarie.
Firmatari:
Gioventù Comunista di Bolivia
Unione della Gioventù Comunista - Brasile
Lega della Gioventù Comunista - Canada
Gioventù Comunista dell'Ecuador
Gioventù Comunista di El Salvador
Lega della Gioventù Comunista - Stati Uniti
Gioventù del Partito Guatemalteco del Lavoro
Federazione dei Giovani Comunisti - Messico
Gioventù Comunista Paraguayana
Gioventù Comunista del Venezuela
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