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Lavoratori e popoli del mondo, uniamoci contro i preparativi americani di una terza guerra mondiale!


www.ptb.be - 6 giugno 2003

Come interessante contributo al dibattito sulle questioni della politica internazionale e della lotta antimperialista, proponiamo la traduzione dell’ampio documento approvato dalle delegazioni partecipanti al Seminario internazionale svoltosi ai primi di maggio a Bruxelles per iniziativa del Partito del Lavoro del Belgio.

1. Introduzione
2. Dalla mondializzazione della crisi economica alla guerra mondiale
3. 1945: quando gli Stati Uniti hanno ripreso la lotta della Germania hitleriana
4. Combattiamo i preparativi USA di una terza guerra mondiale
5. Mobilitiamoci contro la minaccia di una guerra nucleare scatenata dagli Stati Uniti!
6. Popoli del mondo intero unitevi contro il nemico numero uno: l’egemonismo USA!
7. Il Partito comunista e il Fronte contro l’imperialismo e il pericolo di una terza guerra mondiale

1. Introduzione

La guerra d’aggressione contro l’Iraq, scatenata il 20 marzo 2003 dagli imperialisti americani e britannici, imprime una svolta alla storia. Essa fa seguito al processo controrivoluzionario avviato in Unione Sovietica da Gorbaciov nel 1990. In effetti, questa controrivoluzione ha cambiato i rapporti di forza mondiali a vantaggio dell’imperialismo e, principalmente, dell’imperialismo americano.

L’imperialismo USA ha violato sistematicamente il sistema di legalità internazionale instaurato dopo la vittoria della coalizione mondiale contro il fascismo tedesco, italiano e giapponese. L’attuale Carta dell’ONU è in gran parte il prodotto della vittoria dell’Unione Sovietica sul grosso degli eserciti fascisti. Grazie a questa vittoria, l’URSS ha potuto far includere nella Carta i principi di rispetto della sovranità nazionale, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale di tutti i paesi membri.

Oggi la grande Unione Sovietica socialista è stata completamente distrutta ed è la barbarie propria al sistema imperialista che si impone di nuovo al mondo intero. Washington ha violato una prima volta la Carta dell’ONU al momento della sua flagrante aggressione contro la Jugoslavia. Avviando contro l’Iraq una guerra d’aggressione che viola tutte le regole del diritto dell’ONU, gli Stati Uniti si sono profilati come il solo Stato fuori legge, come il solo Stato canaglia.

Hitler ha abbandonato la Società delle Nazioni nel 1934, per avere mano libera nelle sue guerre di conquista…e Richard Perle, ideologo di Bush ha potuto recentemente affermare che si rallegra della morte dell’ONU!

L’attentato dell’11 settembre 2001 è servito come pretesto per applicare su scala planetaria piani militari elaborati da molti anni. Bush ha detto il 20 settembre 2001: “Gli americani non devono prepararsi ad una battaglia, ma ad una lunga campagna mai vista prima d’ora (…). Ogni nazione deve prendere immediatamente posizione. O state con noi, o state con i terroristi” (1).

In tal modo Bush esige la sottomissione di tutti i popoli del mondo, ponendo un’unica alternativa: essere dalla parte dell’egemonismo americano o essere classificato come terrorista o simpatizzante del terrorismo.

Alcuni ritengono che le guerre d’aggressione contro la Jugoslavia, contro l’Afghanistan e contro l’Iraq siano le prime salve della terza guerra mondiale a cui si stanno preparando gli Stati Uniti. Fidel Castro, prendendo la parola il 1 maggio 2003, ha dichiarato che Bush ha sviluppato “la concezione di una dittatura militare sotto l’egida della forza brutale, senza legge, né istituzioni internazionali (…). Il mondo comincia ad essere diretto da metodi e concezioni naziste”.

In effetti, l’aggressione contro l’Iraq ha delle ripercussioni mondiali. Washington ha scatenato questa guerra non solo per imporre il monopolio americano sul petrolio iracheno, ma anche per intimidire e sottomettere l’Arabia Saudita, primo produttore di petrolio, e per trasformare l’Iraq in una base per le guerre future contro l’Iran e la Siria. Bush ha ugualmente lanciato questa aggressione per poter liquidare la resistenza palestinese, l’avanguardia di tutte le masse arabe contro l’imperialismo, al fine di dominare integralmente tutta la regione strategica del Medio Oriente. La guerra contro l’Iraq è anche, indirettamente, una guerra contro la Francia e la Russia, i più grandi acquirenti di petrolio iracheno.

Le guerre americane d’aggressione contro la Jugoslavia e l’Afghanistan si propongono di consentire agli Stati Uniti di mettere le mani sulle riserve petrolifere e sulle favolose ricchezze minerarie del Mar Caspio e dell’Asia centrale: è già un anticipo della guerra contro la Repubblica Popolare Cinese


2. Dalla mondializzazione della crisi economica alla guerra mondiale

Negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad ondate gigantesche di concentrazione dei capitali su scala mondiale. Al momento attuale, una decina di multinazionali controlla i diversi settori dell’economia. Dappertutto, esse intensificano lo sfruttamento, riducono il numero dei lavoratori mentre aumentano in maniera straordinaria la produttività. La sovrapproduzione è diventata un fenomeno generalizzato.

Le duecento multinazionali più importanti del pianeta rappresentano il 25% del valore manifatturiero mondiale. Alcune migliaia di multinazionali (su un totale di 65.000) possiedono il grosso dei mezzi di produzione del mondo capitalistico. La grande maggioranza della popolazione mondiale è mantenuta ai margini della produzione industriale moderna, gli operai e i lavoratori vengono supersfruttati e poco pagati.

Così si esprime l’insolubile contraddizione fondamentale del sistema capitalista: la contraddizione tra una capacità di produzione apparentemente senza limiti e i mercati che si restringono. Tale contraddizione porta inevitabilmente a crisi che scuotono le fondamenta del sistema imperialista e a guerre mondiali. Tale contraddizione pone in opposizione inconciliabile un’infima minoranza che possiede e controlla mezzi di produzione giganteschi e la schiacciante maggioranza degli oltre sei miliardi di uomini che vivono sul pianeta.

Malgrado tutte le pretese conquiste realizzate grazie alla mondializzazione neoliberale, gli Stati Uniti devono confrontarsi con la più grande crisi della loro storia. Essi hanno un debito globale (interno ed estero) di 20.000 miliardi di dollari, circa due volte il loro prodotto interno lordo.
Le azioni e le borse restano sopravalutate e nuovi crolli sono inevitabili. Così il rapporto tra l’utile medio per azione e il suo prezzo medio (earnings price ratio) è stato del 2,95 % nel 2001, a fronte del 13,46% nel 1979.

L’Unione Europea ha costituito un blocco imperialista che può competere in campo economico e finanziario con gli Stati Uniti. Nel 2001 il prodotto interno lordo dell’Unione è stato di 8.000 miliardi di dollari contro i 10.000 miliardi di dollari degli USA. Occorre anche ricordare che la piazza finanziaria di Londra è importante come le piazze finanziarie americane: New York, Chicago…
L’euro minaccia il dollaro, che è attualmente la sola moneta di riserva internazionale. Lo slittamento di una parte importante delle riserve mondiali di dollari in euro provocherebbe un terremoto nell’economia. La stessa cosa si produrrebbe se il pagamento del petrolio si effettuasse non solo in dollari, ma anche in euro.

Nel 2010, i dieci Stati dell’ASEAN (paesi del sud-est asiatico) e la Cina saranno chiamati a formare il più grande mercato comune del pianeta. Ciò rappresenterà un colpo per l’economia americana.

Sono le leggi inerenti al capitalismo monopolista a spingere inesorabilmente gli Stati Uniti verso la guerra su scala mondiale. In venti anni di mondializzazione neoliberale praticamente tutti i tentativi di sottrarsi alla crisi non hanno avuto successo. Il terzo mondo è coperto da 2.500 miliardi di dollari di debito. Grazie alle privatizzazioni, le multinazionali si sono impadronite della maggior parte delle ricchezze e delle imprese del terzo mondo e degli altri paesi dominati. Le multinazionali si sono anche impossessate della maggior parte dei mercati del mondo grazie alla liberalizzazione economica. La mondializzazione della dominazione economica delle multinazionali ha condotto a un impasse globale.

La squadra di Bush è arrivata al potere senza essere stata eletta in modo regolare, grazie a un “colpo di stato” voluto dalle multinazionali del petrolio, degli armamenti e dell’aeronautica. Questi tre blocchi hanno intrapreso una politica di guerra su scala planetaria.
La superpotenza americana punta prioritariamente sulla “mondializzazione militare”, sulla sua schiacciante superiorità militare, per salvare le proprie multinazionali a danno del mondo intero.
Le multinazionali americane si incamminano oggi lungo la sola via che resta al capitalismo, ogni qual volta deve fronteggiare una crisi economica insolubile: la via della guerra mondiale con il “rilancio” dell’economia attraverso la produzione massiccia di armi. Con lo scopo di sbaragliare i rivali, di impadronirsi delle materie prime e dei mercati.


3. 1945: quando gli Stati Uniti hanno ripreso la lotta della Germania hitleriana

Per comprendere a fondo la portata delle aggressioni americane contro la Jugoslavia, l’Afghanistan e l’Iraq, occorre collocarla in una prospettiva storica.

- Immediatamente dopo la disfatta delle potenze fasciste nel 1945, Washington ha ripreso il sogno di dominio mondiale di Hitler. Nel 1945-53, gli Stati Uniti hanno tentato di instaurare la loro egemonia, preparando la terza guerra mondiale contro la Corea, la Cina e l’Unione Sovietica. Ma a quel tempo, la forza del campo socialista ha potuto mettere in scacco i piani di guerra americani. La degenerazione ideologica e politica dell’Unione Sovietica dopo il 1953 ha condotto alla controrivoluzione vera e propria nel 1990. Da quel momento l’egemonismo americano ha ripreso ad orientarsi verso il dominio mondiale concepito nel 1945.
Robert Murphy, consigliere del governo militare in Germania, ha scritto nel 1945: “Il generale Patton voleva riarmare due divisioni di Waffen SS per incorporarle nella 3° armata americana e per rivolgerle contro i rossi. Mi ha detto: “Possiamo respingere l’armata rossa in Russia. Con i miei tedeschi, siamo in grado di farlo”. Patton mi ha confidato che contava di arrivare in trenta giorni a Mosca”.
Molte migliaia di ex nazisti sono stati accolti negli Stati Uniti a partire dal 1944, per essere utilizzati contro l’Unione Sovietica (2).
Migliaia di ufficiali e tecnici giapponesi, specialisti in armi biologiche, chimiche e batteriologiche, sono stati ingaggiati dall’esercito americano. Il generale Mac Arthur li ha utilizzati nel corso della guerra d’aggressione contro la Corea nel 1950-53.

- Dal 1945, gli Stati Uniti hanno ripreso il posto e il ruolo della Germania hitleriana quale potenza imperialista più aggressiva e bellicista.
Gli Americani hanno utilizzato la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki senza averne alcun bisogno dal punto di vista militare: l’esercito giapponese era stato annientato in Cina dall’armata sovietica. Hiroshima e Nagasaki hanno rappresentato essenzialmente un crimine gratuito per esercitare un ricatto nucleare nei confronti dell’Unione Sovietica. Il maresciallo inglese Alan Brooke ha rivelato che: “Churchill si considerava già in grado di eliminare i centri industriali dell’Unione Sovietica”. E’ così che è cominciata la guerra fredda.
L’URSS ha risposto a questi preparativi di guerra, intensificando le ricerche nell’energia nucleare e nella tecnologia missilistica, ciò che ha permesso di rompere il monopolio americano nell’armamento nucleare. Simultaneamente, l’URSS ha indirizzato molte delle sue forze alla creazione dell’aviazione a reazione, i famosi MIG (3).

- Ma la vittoria della grande rivoluzione cinese, il 1 ottobre 1949, ha spostato il fronte di lotta verso l’Asia orientale (4). L’aggressione americana in Corea è cominciata il 25 luglio 1950. L’imperialismo americano è riuscito ad ottenere la designazione da parte dell’ONU al ruolo di aggressore della Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC). Gli Stati Uniti hanno inviato in Corea truppe sotto il comando del generale Mac Arthur. Il 23 ottobre, egli prese possesso di Pyongyang.
Ma la resistenza indomita dell’Armata Popolare Coreana ha fatto tremare gli aggressori. Il 30 novembre, Truman dichiarava: “Teniamo sempre in considerazione l’utilizzo dell’arma nucleare”. Nel frattempo, egli incontrava una vivace resistenza da parte dei suoi alleati. Il 19 maggio 1953, i capi dello stato maggiore americano raccomandavano ancora una volta l’uso dell’arma nucleare mentre il Consiglio nazionale di sicurezza appoggiava tale raccomandazione…

- L’aggressione americana ha prodotto, secondo alcune stime, tre milioni di morti tra i coreani. Ma la resistenza diretta dal Partito del Lavoro di Corea e dal compagno Kim Il Sung ha trionfato. Una resistenza sostenuta dalla Cina socialista e dall’Unione Sovietica. E’ pure contro l’aggressione americana in Corea che si è sviluppato, sotto la direzione del “Consiglio Mondiale per la Pace”, il più grande movimento per la pace che il mondo abbia mai conosciuto. Cinquecento milioni di persone hanno firmato l’Appello di Stoccolma, chiedendo tra l’altro l’interdizione delle armi atomiche e il disarmo generale.
Al momento dell’aggressione americana contro la Corea, l’Unione Sovietica fece una dichiarazione che assume un significato nuovo oggi, 53 anni più tardi: “Se gli imperialisti scatenano una terza guerra mondiale, questa guerra sarà la tomba non solo degli Stati capitalisti isolati, ma del capitalismo mondiale tutto intero”.


4. Combattiamo i preparativi USA di una terza guerra mondiale

Sotto Bush junior, Cheney, Rumsfeld, Wolfowitz, Armitage e le altre forze più reazionarie, più repressive, più espansioniste e più belliciste della borghesia americana hanno preso il potere. Gli Stati Uniti hanno di nuovo preso la via del fascismo e dell’aggressione su scala planetaria, come avevano fatto nel 1948-53.
La borghesia tedesca instaurò il fascismo per sconfiggere il possente movimento comunista e rivoluzionario tedesco, per impadronirsi dell’Unione Sovietica e per combattere i rivali imperialisti più forti, come la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti.

- Oggi gli Stati Uniti sono la sola potenza egemonica le cui forze armate sono presenti nel mondo intero. Bush instaura il fascismo di tipo americano per rafforzare l’egemonia mondiale già stabilita e per combattere militarmente ogni potenziale rivale, non importa su quale continente.

- Nel campo della politica interna, Bush attacca tutti i diritti democratici che possono frenare la sua politica di guerra su scala mondiale. Negli Stati Uniti, per la prima volta nella storia, un ministero speciale centralizzerà tutta la “difesa interna”, vale a dire tutto l’apparato di repressione. “Homeland Security Office” avrà 170.000 impiegati e un bilancio di 37 miliardi di dollari. Gli impiegati non godranno di diritti sindacali.
Un analista americano ha scritto: “Dal momento che l’amministrazione Bush è arrivata al potere, essa ha subito un’evoluzione verso una dittatura presidenziale che conduce guerre all’estero, accompagnandole con la repressione interna e gli attacchi contro i diritti democratici. Non abbiamo mai visto nulla di simile a questa legge dopo la Germania nazista. La legge “Homeland Security” consegna al presidente pieni poteri dittatoriali: può prendere non importa quale decisione, senza essere limitato dal potere giudiziario e legislativo. L’esecutivo può anche fare riunioni segrete, senza alcuna forma di informazione”.
I non Americani sospettati di essere dei terroristi o semplicemente sostenitori del terrorismo possono venire giudicati davanti a tribunali militari segreti. Il loro verdetto non può essere revisionato da altri tribunali.
Il “Patriot Act” giustifica l’utilizzo della tortura contro ogni persona sospettata di avere conoscenza di attività terroristiche! Gli Stati Uniti hanno ammesso di avere torturato i sospetti trasferiti dall’Afghanistan alla base USA di Guantanamo, sul suolo cubano…

- Bush ha risolutamente optato per una politica di guerra su scala mondiale, per salvare il capitalismo americano dalla grave crisi che lo attraversa.
Paul Wolfowitz, attualmente vicesegretario alla Difesa, scriveva già nel 1992, dopo la controrivoluzione in Unione Sovietica: “Gli Stati Uniti devono appoggiarsi alla loro schiacciante superiorità militare ed utilizzarla materialmente e preventivamente. Il nostro primo obiettivo è quello di impedire che emerga nuovamente un rivale. Si tratta di una considerazione essenziale,  la base di una nuova strategia di difesa. Ciò richiede che ci sforziamo di impedire ad ogni potenza ostile di dominare una regione, il cui stabile controllo sarebbe sufficiente a dar vita ad una forza globale. Queste regioni inglobano l’Europa occidentale, l’Asia orientale, il territorio dell’ex Unione Sovietica e l’Asia del Sud-Est”.
Sia chiaro: la Russia, la Cina, l’India e, in una certa misura, l’Unione Europea sono nemici potenziali che possono subire “guerre preventive” da parte degli Stati Uniti.

Nel rapporto al Congresso sulla strategia mondiale della sua amministrazione, Bush ha indicato: “Noi siamo vigili di fronte alla possibilità di vedere risorgere le vecchie forme di competizione tra le grandi potenze. Ci sono diverse grandi potenze potenziali, soprattutto la Russia, l’India e la Cina” (5).
Così si può affermare che l’imperialismo americano sta preparando una nuova guerra su scala mondiale e che ha già chiaramente indicato gli obiettivi.
Gli Stati Uniti vogliono, in un modo o nell’altro, introdurre il loro esercito in un centinaio di paesi con il pretesto di combattere il terrorismo. In realtà, si tratta di realizzare i preparativi necessari della terza guerra mondiale. Bush ha dichiarato il 1° giugno 2002 all’Accademia militare di West Point: “La nostra sicurezza esige un esercito pronto ad intervenire da un momento all’altro in non importa quale angolo oscuro del mondo. E la nostra sicurezza esige che tutti gli americani previdenti e risoluti siano pronti, se necessario ad azioni preventive per difendere la nostra libertà e le nostre vite. Noi dobbiamo scoprire le cellule terroristiche in sessanta paesi o più…Ci dovremo opporre alla loro proliferazione ed entrare in confronto con i regimi che alimentano il terrore. Noi vi manderemo, nostri soldati, ovunque si abbia bisogno di voi”(6).

Le guerre contro l’Iraq, la Jugoslavia e l’Afghanistan hanno avuto anche lo scopo di creare una rete di basi militari. L’acquisizione di basi è essenziale per la preparazione di una guerra mondiale. Bush ha affermato, nel dicembre 2002, nel “The National Security Strategy”: “Gli Stati Uniti hanno bisogno non solamente di basi e di infrastrutture in Europa occidentale, nell’Asia del Nord-Est ed oltre, ma anche di accordi di accesso temporaneo per la dislocazione a lunga distanza di forze americane. Prima della guerra in Afghanistan, questa regione era in fondo alla lista delle grandi eventualità da pianificare. Dobbiamo essere preparati ad un maggior numero di simili dislocazioni”.

L’Asia, dove sono situate due potenze capaci di tener testa all’egemonismo americano, la Cina e l’India, rappresenta l’obiettivo principale dell’imperialismo americano. Gli Americani incontreranno delle difficoltà a condurre delle grandi guerre d’aggressione, a causa delle lunghe distanze, dell’assenza di basi americane nella regione e della mancanza di infrastrutture. Di conseguenza, l’imperialismo americano sta creando le condizioni per riprendere le basi nelle Filippine, abbandonate in passato. Ciò spiega perché il Partito Comunista delle Filippine, che si batte per l’indipendenza totale del paese, viene definito formazione “terrorista”.

Per bloccare i preparativi di guerra americani e preservare la pace mondiale, i popoli del mondo esigono il ritiro delle truppe d’occupazione americane dai Balcani, dall’Afghanistan e dall’Iraq, il dissolvimento della NATO e lo smantellamento di tutte le basi militari americane all’estero.

Per combattere i preparativi di guerra mondiale, tutte le forze comuniste, rivoluzionarie e democratiche devono impegnarsi nella difesa dei due paesi più direttamente minacciati: la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Repubblica di Cuba.

La Corea vive dalla fine della guerra nel 1953 sotto un regime di armistizio. Non c’è mai stato un accordo di pace. La schiacciante maggioranza del popolo coreano, sia nel Sud che nel Nord, esige la conclusione di un accordo di pace e di un patto di non aggressione, la chiusura delle basi americane, la denuclearizzazione di tutta la penisola, in cui tutte le armi nucleari dovrebbero essere messe al bando e la riunificazione pacifica della Corea. Impedire l’aggressione della RPDC è essenziale per salvare la pace mondiale: occupata la Corea, l’egemonismo americano si lancerebbe nei preparativi di guerra con la Cina.

Cuba, che ha ridotto la mortalità infantile da 60 decessi ogni 1.000 nascite a 6 e che ha elevato la speranza di vita di quindici anni in media, è stata inserita da Bush tra i paesi che favorirebbero il terrorismo. Ora, dopo il 1960, è invece Cuba che ha subito 700 attacchi terroristici da parte dell’imperialismo americano, attacchi che hanno procurato 3.478 morti e 2.099 mutilati…Quando Cuba assume misure di legittima difesa di fronte ai piani aggressivi pubblicamente dichiarati dalla potenza egemonista, quest’ultima si lancia in una nuova operazione di guerra politica, con il pretesto che Cuba violerebbe i “diritti umani”. Così, i “diritti umani” si trasformano in un’arma psicologica supplementare degli Stati Uniti in preparazione delle loro guerre d’aggressione.

Difendere Cuba significa difendere la fiaccola dell’indipendenza, dell’antimperialismo e del socialismo di tutta l’America Latina. Significa difendere la Colombia, il Brasile e il Venezuela contro gli interventi militari e i complotti americani. Significa incoraggiare la resistenza contro la ricolonizzazione economica dell’America Latina che ha per nome Alca (Zona di libero scambio delle Americhe).

Nel quadro dei preparativi di una terza guerra mondiale, l’imperialismo americano conduce delle offensive per impadronirsi delle immense ricchezze del sottosuolo africano. La guerra d’aggressione contro la Repubblica Democratica del Congo, in cui gli Stati Uniti hanno impegnato i loro agenti ruandesi e ugandesi, è costata la vita a più di quattro milioni di persone. In gioco ci sono il potenziale idroelettrico, l’acqua dolce, le riserve petrolifere, il cobalto, il colton, il rame, i diamanti, l’oro, ecc. di questo immenso paese. Gli Stati Uniti vogliono controllare il petrolio dell’Africa occidentale e centrale e costruire una grande base militare sull’isola di Sao Tome. La lotta per l’indipendenza totale dell’Africa è allo stesso tempo una lotta per la pace.

Noi affermiamo la nostra solidarietà con tutte le masse popolari negli Stati Uniti, che sono esse stesse vittime dello sfruttamento da parte dei monopoli capitalisti, della regressione sociale e della repressione. Affermiamo la nostra solidarietà con tutte le forze democratiche ed antimperialiste negli Stati Uniti e particolarmente con tutte le forze che si battono contro la guerra, che, in tutte le comunità, denunciano la politica di dominio mondiale dell’amministrazione Bush.


5. Mobilitiamoci contro la minaccia di una guerra nucleare scatenata dagli Stati Uniti!

La superpotenza americana è in grado di distruggere il mondo intero almeno venti volte con le sue armi nucleari, chimiche e batteriologiche. Abbiamo visto questa forza militare gigantesca accanirsi contro l’Iraq, un piccolo paese del terzo mondo di 22 milioni di abitanti, a cui essa ha proibito di disporre della medesima arma di “distruzione di massa”.
Lo stesso Hitler non è mai riuscito ad esigere ed ottenere il disarmo dell’Austria, della Cecoslovacchia e della Jugoslavia, piccoli paesi che contava di aggredire.

Per la prima volta dopo il 1953, l’imperialismo ha osato affermare pubblicamente, nel corso dei preparativi dell’attacco contro l’Iraq, che avrebbe preso in considerazione tutte le opzioni, compreso il ricorso alle armi nucleari! E questo contro un paese che non possedeva l’arma nucleare e che era stato completamente disarmato. Quando, nello stesso momento, Israele riusciva a disporre di 300 testate nucleari con la cooperazione degli Stati Uniti.

Il governo Bush ha sviluppato la teoria fascista degli attacchi nucleari “preventivi”, menzionando in particolare come obiettivi possibili l’Iraq, la Corea del Nord, la Cina, la Russia e alcuni altri paesi.

Nel marzo 2003, gli Stati Uniti e le truppe sud-coreane hanno effettuato due esercitazioni che hanno mobilitato 200.000 soldati dei due paesi. Sei aerei invisibili Stealth F-115 e una squadriglia di F-15 hanno compiuto 220 voli di spionaggio e di ricognizione alla ricerca di obiettivi mirati nella RPDC. Bush ha elaborato piani dettagliati per bombardare le installazioni nucleari della RPDC a Nyongbyon…

La minaccia di una guerra nucleare non è mai stata così grave!

Il 6 agosto 1950, il “Raduno per la pace”, che ha avuto luogo ad Hiroshima, lanciò una campagna mondiale contro la produzione, la detenzione e l’uso di armi nucleari, per ottenere la loro interdizione.
Il movimento per la Pace e contro le armi nucleari, legato ai paesi socialisti e ai popoli del terzo mondo in lotta per la loro indipendenza, ha impedito all’imperialismo americano di fare ricorso all’arma nucleare nel corso delle sue guerre d’aggressione.

La controrivoluzione in Unione Sovietica ha smobilitato il movimento pacifista: erano i tempi della  famosa “fine della storia”. Quando il mondo intero era in attesa dei “dividendi della pace”. Ma oggi i popoli scoprono che è la sola superpotenza americana a minacciare il pianeta intero di distruzione nucleare.
Nessun uomo di buon senso può accettare la situazione attuale, in cui l’imperialismo americano, forte di circa 10.000 testate nucleari, può minacciare piccoli paesi come la Corea del Nord e l’Iran, sospettati di voler produrre alcune armi nucleari. Dove sta scritto nella Carta delle Nazioni Unite che una sola potenza può permettersi tutto e proibire tutto agli altri?

Prima che Bush osi utilizzare la bomba nucleare, occorre rilanciare il movimento mondiale per il disarmo nucleare. Le potenze nucleari devono assumere l’impegno di non utilizzare mai le armi nucleari contro un paese non nucleare. Devono assumere l’impegno di non utilizzare per prime le armi nucleari. Sotto il controllo dell’ONU, occorre organizzare il disarmo nucleare totale, a cominciare dai paesi che possiedono più armi, per arrivare così al disarmo nucleare totale e simultaneo di tutti i paesi nucleari.


6. Popoli del mondo intero unitevi contro il nemico numero uno: l’egemonismo USA!

Noi siamo ancora nell’epoca dell’imperialismo e la rivoluzione socialista rimane sempre la sola via per liquidare definitivamente il capitalismo, lo sfruttamento e il dominio nel mondo intero.

La mondializzazione che conosciamo oggi non è altro che l’accentuazione di tutte le contraddizioni del capitalismo e la loro estensione a quasi tutto il pianeta.

La nuova fase della crisi del capitalismo obbliga tutte le multinazionali e i grandi capitalisti ad intensificare lo sfruttamento, a diminuire i salari, a imporre la regressione sociale, a intensificare lo spionaggio dei lavoratori, come pure la repressione e la fascistizzazione.

In tutti i paesi capitalisti, i comunisti devono organizzare gli operai e i lavoratori per la lotta contro i loro sfruttatori ed oppressori e per il sostegno ai popoli in lotta contro il neocolonialismo.

La mondializzazione imperialista minaccia l’indipendenza di tutti i paesi dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa ed anche di alcuni paesi ex socialisti. Il debito estero, le privatizzazioni, la liberalizzazione dei mercati interni, la tutela del FMI e della Banca mondiale rendono fittizia l’indipendenza di molti paesi.

In tutti i paesi dominati, la conquista dell’indipendenza politica ed economica, dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale è il compito rivoluzionario primario.

Oggi, l’imperialismo americano vuole imporre la sua egemonia al mondo intero con le armi. Si è avviato per la strada della guerra su scala planetaria ed è divenuto il nemico numero uno di tutti i popoli del mondo.

Dopo l’arrivo al potere di Hitler, era l’asse fascista, diretto dalla Germania nazista, a costituire il nemico principale dei popoli. L’Unione Sovietica ha proposto all’Inghilterra e alla Francia un’alleanza di sicurezza collettiva contro l’asse fascista bellicista.
Nel 1936 Palme Dutt notava che la Francia e l’Inghilterra non erano orientate verso grandi guerre d’aggressione, in quanto le potenze fasciste “hanno pienamente realizzato l’organizzazione dello Stato per la guerra. E’ contro questa offensiva di guerra, la più minacciosa al momento attuale, che deve essere diretta la lotta principale (…) Le forze che si battono per la pace possono utilizzare queste contraddizioni (tra Stati imperialisti) allo scopo di frapporre degli ostacoli sulla strada che conduce alla guerra (…) La classe operaia deve utilizzare, come ha sottolineato Lenin molte volte, ogni differenza, anche piccola, nel campo della borghesia, allo scopo di far avanzare i suoi obiettivi nella situazione tattica data”.

Ma quando Parigi e Londra tentarono nel 1939 di dirottare il mostro fascista verso l’URSS, Stalin sottoscrisse il Patto tedesco-sovietico. Il che permise all’Unione Sovietica di intensificare i suoi preparativi di difesa per venti mesi e di creare le condizioni per una reale alleanza antifascista mondiale.

La vittoria del 1944-45 sul nemico principale dei popoli ha consentito grandi avanzate nella lotta per l’indipendenza e per il socialismo.
Ma immediatamente dopo la disfatta delle potenze fasciste, gli imperialismi americano e britannico sono divenuti il nemico principale dei popoli, avendo ripreso il progetto della Germania hitleriana di distruzione dei paesi socialisti e di dominio mondiale.

Oggi, tutte le potenze imperialiste si armano per interventi esterni. Ma solo gli Stati Uniti dispongono di un bilancio di guerra mondiale che si attesta sui 400 miliardi di dollari, in rapporto ai 65 miliardi della Russia (16,3% degli Stati Uniti), ai 47 miliardi della Cina (11,8%), ai 29,5 miliardi della Francia (7,4%), ai 25 miliardi della Germania (6,25%). Solo gli Stati Uniti estendono i loro interventi a tutti i continenti, si preparano a guerre d’aggressione nel mondo intero e sono pronti ad usare le loro armi nucleari in una prossima guerra mondiale.

I comunisti sono i difensori più fermi degli interessi fondamentali dell’umanità. Devono rappresentare l’avanguardia nella mobilitazione delle masse popolari e di tutti gli uomini di pace contro il principale pericolo che li minaccia. Sono unicamente gli Stati Uniti che si preparano ad una nuova guerra mondiale e ad una guerra nucleare con lo scopo di allargare e rafforzare la propria egemonia sul pianeta.


7. Il Partito comunista e il Fronte contro l’imperialismo e il pericolo di una terza guerra mondiale

La storia della grande guerra antifascista ha indicato che il ruolo dirigente dei partiti comunisti che sono fedeli al marxismo-leninismo e all’internazionalismo proletario è essenziale ai fini della realizzazione della vittoria.
Anche oggi, i comunisti di ogni paese, i comunisti del mondo intero hanno il dovere di dirigere le masse popolari e un largo fronte unito contro la minaccia di una terza guerra mondiale, che costituisce il fascismo “alla Bush”.

- Oggi, il nostro primo compito è quello di operare per l’unità di tutti i comunisti a livello di ogni paese e a livello internazionale. Per ottenere ciò, Lenin ci insegna che è indispensabile condurre una lotta di principio contro il revisionismo e l’opportunismo di destra, contro la rinuncia ai principi fondamentali del marxismo-leninismo. Lenin ci insegna ugualmente che bisogna condurre una lotta di principio contro l’estremismo di sinistra e il settarismo, contro il permanere della divisione tra i gruppi comunisti,  quando non esistono antagonismi di fondo.
Divergenze, ed anche divergenze gravi, possono esistere in seno al Partito comunista unificato di un paese. I comunisti hanno armi sperimentate per risolvere le divergenze, come il centralismo democratico, la disciplina comunista, la critica e l’autocritica, la linea di massa, l’impegno nelle lotte rivoluzionarie e i bilanci dell’esperienza acquisita.

- Il nostro secondo compito è quello di realizzare l’alleanza più larga tra le forze comuniste e tutte le forze contro la guerra ed antimperialiste, in ogni paese e a livello internazionale. 
Il processo controrivoluzionario, che è iniziato in Unione Sovietica nel 1953, è arrivato a compimento nel 1990. Da allora, tutte le potenze imperialiste hanno dato prova di cosa sono capaci. Esse hanno arrecato  un aggravamento continuo della disoccupazione, dell’aumento del costo della vita, della regressione sociale, del razzismo, del terrore poliziesco, dell’abbassamento dei salari, delle aggressioni come in Somalia, in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq, e dei genocidi come in Ruanda e nel Congo…
Le decine di milioni di militanti contro la mondializzazione si oppongono essenzialmente al dominio delle potenze imperialiste ed alle guerre di aggressione che esse preparano.
Per svilupparsi adeguatamente, i partiti comunisti devono assumere le loro responsabilità nelle giuste lotte di massa che segnano la nostra epoca. I comunisti autentici inseriscono le idee marxiste-leniniste nei movimenti di protesta contro l’ordine stabilito che le masse popolari vanno sviluppando. Per quanto confusi e contraddittori siano tali movimenti, tocca ai comunisti apportare la luce del marxismo-leninismo nelle forme appropriate.

- Il nostro terzo compito è quello di rafforzare e orientare il grande fronte unito mondiale contro il nemico n. 1 dei popoli, l’imperialismo americano, fronte che si sviluppa su scala mai vista nella storia. Tale fronte contro l’egemonismo americano e i suoi preparativi di una guerra mondiale è più largo, più possente e più diffuso su scala internazionale del fronte che si costituì nel 1938 contro l’asse fascista Berlino-Tokyo-Roma.
Un movimento anti-guerra e antiegemonista senza paragoni nella storia si sviluppa contro il fascismo “alla Bush” e contro i suoi piani deliranti di guerra mondiale per instaurare un “Reich” americano di 1.000 anni. E’ essenziale rafforzare e allargare l’unità delle forze popolari nella lotta per la pace, in ogni paese. Tutti i calcoli sulla pace che si basino sulla fiducia nelle azioni dei governi imperialisti sono votati allo scacco.

Per costruire il fronte contro l’egemonismo americano e i suoi preparativi di una terza guerra mondiale, i comunisti e i popoli oppressi devono sfruttare le contraddizioni tra gli imperialisti, devono saper distinguere il nemico principale e i nemici secondari, devono concentrare il fuoco sul nemico principale e acquisire quante più forze possibile per ogni lotta.

Non si può certo negare che l’imperialismo europeo sfrutti i paesi dominati e intervenga militarmente per difendere i suoi interessi neocoloniali.
Ma l’imperialismo europeo non si sta preparando a una guerra su scala planetaria contro la Russia e contro la Cina.
La NATO resta il quadro, entro cui l’egemonismo americano esercita un controllo sull’Europa. La guerra contro l’Iraq ha messo in evidenza le divisioni in seno all’Unione Europea, quando le forze più reazionarie, filoamericane hanno sostenuto la guerra d’aggressione. Nella misura in cui si approfondisce la crisi, i conflitti economici tra l’egemonismo americano e l’imperialismo europeo necessariamente si acutizzano.

Tali conflitti possono essere utilizzati per rafforzare e allargare la mobilitazione popolare contro il pericolo principale che minaccia il mondo: la politica di guerra su scala mondiale dell’egemonismo americano. Tale mobilitazione permetterà anche di risvegliare la coscienza popolare sull’insieme dei problemi posti dall’imperialismo.

I rivoluzionari concentrano i loro colpi sul nemico principale, per vincere l’imperialismo più forte, più pericoloso, più bellicista.
E’ passo dopo passo che i comunisti del mondo intero faranno avanzare l’opera cominciata nel 1848 da Karl Marx, fino alla vittoria del socialismo nel mondo intero.


Lavoratori e popoli del mondo, unitevi contro il nemico numero uno: l’egemonismo USA!
Lavoratori e popoli del mondo, unitevi contro i preparativi USA di una terza guerra mondiale!
Ritiro delle truppe d’occupazione USA dai Balcani, dall’Afghanistan e dall’Iraq.
Smantellamento di tutte le basi militari USA all’estero.
Dissolvimento del patto aggressivo della NATO.
Ritiro delle basi USA dalla Corea, denuclearizzazione di tutta la penisola coreana, riunificazione pacifica della Corea.
Alt ai complotti USA di destabilizzazione di Cuba, alt ai preparativi di aggressione militare contro Cuba.
Impegno delle potenze nucleari a non usare mai la prima delle armi nucleari.
Sotto il controllo dell’ONU, disarmo nucleare totale, a cominciare dai paesi che  possiedono più armi, per arrivare al disarmo totale e simultaneo di tutti i paesi nucleari.
Solidarietà con tutte le forze democratiche e antimperialiste negli Stati Uniti.


Note:

1)
G.W.Bush: Address to a Joint Session of Congress and the American People, 20 september 2001,
http://whitehouse.gov/news/releases/2001/09/20010920-8.html

2) Il generale nazista Gehlen, durante la guerra, era il capo dello spionaggio nazi in Unione Sovietica. In base agli accordi tra gli alleati, gli Americani avrebbero dovuto consegnare Gehlen, uno dei principali criminali di guerra, ai Sovietici. Ma clandestinamente gli Americani lo trasferirono negli Stati Uniti, dove egli ha negoziò personalmente con Allan Dulles, il capo dei servizi segreti. Fu concluso un accordo: Gehlen avrebbe trasferito tutti gli archivi sull’Unione Sovietica negli Stati Uniti e avrebbe riattivato le sue reti di ex nazisti in Unione Sovietica  sotto la direzione degli Stati Uniti. Gehlen, divenuto poco dopo primo capo dei servizi di informazione della Repubblica Federale di Germania (RFG), ha semplicemente continuato, agli ordini degli Stati Uniti, la guerra anticomunista che aveva condotto agli ordini di Hitler. I libri “Blowback” di Cristopher Simpson e “The Belarus secrets” di John Loftus, sebbene anticomunisti, dimostrano che migliaia di criminali di guerra fascisti sono stati ingaggiati, nel corso degli anni 1944-1953, dagli Stati Uniti per la lotta contro l’Unione Sovietica. Questi ex nazisti tedeschi, ucraini, lettoni, russi, ecc. hanno giocato un ruolo cruciale durante la guerra fredda. Tra essi, alcuni dei più grandi criminali nazisti come Klaus Barbie, Alois Brummer, ritenuto responsabile della morte di 130.000 persone, Otto von Bolschwig, aiutante di Eichmann

3)
Gli Stati Uniti stavano effettivamente preparando la guerra contro la potenza socialista che aveva vinto il fascismo. La direttiva del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti n. 20/1 dell’8 agosto 1948 affermava: “Gli obiettivi degli USA in rapporto alla Russia mirano in sostanza  a ridurre al minimo la potenza e l’influenza di Mosca”. Gli USA hanno elaborato il piano “Fleetwood”, adottato il 1 settembre 1948. Tale piano collocava l’inizio della guerra contro l’URSS prima del 1° aprile 1949. In seguito, l’amministrazione americana ha adottato il piano “Troyan” che prevedeva azioni militari a partire dal 1° gennaio 1950 e l’utilizzo di 300 bombe atomiche contro 100 città sovietiche

4) In Corea, le forze nazionaliste e comuniste avevano battuto gli eserciti di occupazione giapponesi con l’aiuto di Mao Zedong e il sostegno dell’Unione Sovietica. Gli Americani sbarcarono allora nella parte sud della Corea e fecero uscire di prigione gli ex collaboratori fascisti, per creare una repubblica sud-coreana diretta da lacchè al loro servizio

5)National Security Strategy of the U.S., September 2002

6) Remarks by the President, United States Military Academy, West Point, New York, 1 june 2002 – http://www.whitehouse.gov/news/releases/2002/06/20020601-3.html


Traduzione di Mauro Gemma