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La nuova guerra imperialista contro il mondo arabo

D. Marie Nassif–Debs * | posta@resistenze.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/04/2018

Il 2 agosto 2015, il "Sunday Express" ha pubblicato un articolo in cui parlava dell'impiego di 120 SAS (Special Air Force, o commandos delle forze speciali britanniche), di quelli già presenti in Iraq, in un'operazione militare in Siria. Quest'operazione, denominata Operazione Shader, aveva il fine di attaccare obiettivi dell'esercito siriano. Il giornale faceva poi il collegamento tra questa presenza e quanto era accaduto in Libia, sia nella cattura di Gheddafi (ricordiamo, a questo proposito, un articolo apparso sul Daily Telegraph) che negli eventi che seguirono e che hanno seminato il caos in questo paese.

Perché torniamo su questo episodio della guerra imperialista nel Maghreb arabo, comunemente indicato come il Nord Africa ?

Ci riportano ai quei fatti le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa da Igor Konachenkov, portavoce del ministero della difesa russo a proposito del video pubblicato sul presunto attacco chimico a Douma. Il signor Konachenkov dice che i medici e le vittime di questo attacco, interrogate, hanno dichiarato che stavano girando un video vicino a un incendio e che il fumo era quello dell'incendio provocato da una bomba. Durante quei momenti, un uomo estraneo alle riprese si è avvicinato gridando che si trattava di un attacco con armi chimiche, cosa che ha seminato il panico tra le persone che fanno parte della troupe. E Igor Konachenkov, accusando gli inglesi, dato che i SAS sono stati catturati a Douma e tenendo anche conto delle voci circolate subito dopo il presunto attacco, dice in sostanza che il fumo copriva il trasporto di qualche migliaia di terroristi di Daesh nascosti a Douma per una destinazione sconosciuta, via Turchia (alcune di queste voci indicano lo Yemen come destinazione).

Ci torna in mente non solo la Libia, ma anche e soprattutto l'Iraq, devastato dopo affermazioni simili dell'allora primo ministro britannico Tony Blair, che aveva detto di basarsi su immagini satellitari raccolte dagli stessi servizi militari, quindi le uccisioni ed esecuzioni sommarie che hanno gettato un'ombra sulla Gran Bretagna, qualche tempo dopo che la truffa di Colin Powell, presa come oro colato, era stata sventolata. Questo, inoltre, ci ricorda tutto ciò che i giornali britannici e i media statunitensi ed europei, dalla guerra contro l'Iraq, hanno scritto e raccontato sui ruoli congiunti, giocati dalla CIA come dal SAS - con l'aiuto della NATO - in tutte le guerre scoppiate nel Medio Oriente, in Palestina, in Libano e, in particolare, in Yemen e Siria.

Perché la nuova escalation capitalista in Siria e, in generale, nel Mediterraneo orientale? Qual è la nuova fase del progetto statunitense detto del "Grande Medio Oriente", tanto in Siria, come in Palestina e in Libano? Qual è il ruolo assegnato all'Europa e soprattutto, all'entità israeliana, ma anche ai regimi reazionari arabi in questo progetto?

La risposta si trova nelle nuove politiche presentate, dall'inizio del 2018, dalle grandi potenze capitaliste. Infatti, il 2 febbraio 2018, il Pentagono, ha pubblicato la nuova "Nuclear Posture Review" [NPR, rapporto sulla strategia nucleare USA, ndt], la quarta versione dopo la fine della guerra fredda.

Questa pubblicazione, che è considerata un evento importante soprattutto perché era stata, per otto anni, gettata nel dimenticatoio, rivela che l'amministrazione Trump mostra una chiara evoluzione negativa della visione degli Stati Uniti riguardo il ruolo delle armi nucleari e degli scontri armati. E se facciamo un rapido confronto tra il nuovo NPR e quello pubblicato nel 2010, possiamo dire che la NPR 2010 si concentrava sulla lotta contro il terrorismo nucleare e la proliferazione delle armi di distruzione di massa, che rifletteva la gerarchia delle minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Al contrario, la NPR 2018 invertirebbe questa gerarchia, enfatizzando le minacce provenienti dal ammodernamento degli arsenali di Russia e Cina, oltre a quelle presentate dal programma nucleare nord-coreano e dal potenziale tecnologico iraniano.

Questo importante avvenimento è stato rapidamente seguito, il 20 dello stesso mese di febbraio, dalla "Conferenza sulla sicurezza" di Monaco, che ha riunito, per la prima volta, 682 importanti personalità, tra cui trenta capi di stato e di governo, quaranta ministri degli esteri e altrettanti ministri della difesa, quasi tutti i capi dei servizi segreti dei paesi capitalisti occidentali. A questi bisogna aggiungere i direttori dei più importanti "think tank", i responsabili delle ONG dette "umanitarie" e anche i giornalisti più in vista dei media.

Perché i militari e i servizi segreti erano lì? Perché, molto semplicemente, negli gli ultimi tre anni si è tenuto, discretamente, a margine della Conferenza, un vertice dei servizi segreti. In questo vertice, le questioni erano incentrate su quanto sta accadendo in generale in Medio Oriente, ma soprattutto in Siria, il nuovo attacco turco, così come le armi chimiche e lo spiegamento militare nel mondo.

Parallelamente a questi due eventi, il presidente russo Vladimir Putin dedicava metà del suo discorso, il primo marzo 2018, alle nuove armi create dal suo paese. Ha attirato l'attenzione parlando di un nuovo "missile da crociera dotato di una carica esplosiva nucleare, con un raggio d'azione praticamente illimitato. Questo missile è quasi impossibile da rilevare ed è invincibile di fronte a tutti i sistemi esistenti e futuri della difesa contraerea"... concludendo che: "vent'anni fa nessuno ci avrebbe preso sul serio. Nessuno ci ascoltava. Beh, ora ci ascoltano!".

Cosa c'è dietro questa escalation militare? È una terza guerra mondiale quella che si sta preparando e dove inizierà?

Se prendiamo in considerazione le cause reali, economiche, delle due grandi guerre del XX secolo, si può dire che il mondo capitalista attuale si trovi ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Iniziata nel 2002, è esplosa nel 2008 e nonostante tutto quanto si è detto negli ultimi anni sull'uscita dalla crisi e la ripresa, la crisi non è finita, al contrario si è fatta più acuta provando l'inutilità di tutte le soluzioni per uscirne. Da qui la rispartizione del mondo tra le grandi potenze, come è stato fatto nel 1917 da un'altra alleanza tripartita sotto il nome di trattato di Sykes-Picot. Quel trattato che divise il Mondo arabo tra le due grandi potenze coloniali, la Gran Bretagna e la Francia, e che permise alla Russia zarista di avere accesso ai mari caldi, attraverso la Turchia

Ma a chi andrà questa volta la grande parte delle risorse e dei mercati ?

Agli Stati Uniti, naturalmente.

E quali sono le regioni che daranno il controllo del mondo a venire, dopo che gli Stati Uniti, consacrati per vent'anni come leader unici del pianeta, sono oggi di fronte dai BRICS, in particolare a Russia, Cina e alleati in Medio Oriente? E infine, chi vincerà la guerra del gas, che sarà fondamentale nei prossimi anni e presente nel bacino orientale del Mediterraneo, soprattutto nelle acque territoriali che vanno dalla Palestina alla Siria e si estendono verso Cipro. "Il triangolo d'oro", come l'ho definita in un articolo apparso un paio di anni fa.

Oggi, la guerra nella nostra regione è, in parte, legata al " triangolo d'oro ". E il nuovo piano statunitense per la Siria, che beneficia dei crimini commessi dal regime e delle rivalità tra Arabia Saudita e Iran, è la divisione della Siria per riuscire a mettere le mani su una parte di questo gas, la cui estrazione è già stata concessa da Assad alla Russia, ma anche per contrastare il progetto di un gasdotto russo che passi attraverso la Turchia e vada verso i porti siriani del Mediterraneo.

C'è, dunque, un ritorno al progetto formulato da Zbigniew Brezinski nel suo fondamentale libro "La grande scacchiera", nel quale la Siria ricopre una posizione chiave, come cuore del Medio Oriente e centro nodale delle strade che portano verso l'Egitto e l'Africa, attraverso la Palestina occupata, ma anche verso l'Occidente e il Maghreb arabo, attraverso il Libano.

Il progetto prevede una divisione di questi tre paesi, vale a dire la loro scomparsa dalle mappe. Ecco spiegato l'improvviso intervento della Turchia e l'occupazione di Afrin e di altre regioni del nord-ovest della Siria, così come le minacce lanciate a tutte le regioni abitate dai Curdi, senza dimenticare il ruolo degli alleati di Washington a Raqqa... mentre i Russi si stanno posizionando lungo tutta la costa e in particolare attorno a Damasco.

Così trovano spiegazione i nuovi attacchi israeliani nella Palestina occupata e le nuove leggi riguardanti la colonizzazione di nuovi territori e il rifiuto del governo Netanyahu, con il supporto di Trump, di accettare l'idea dei due Stati. In questo contesto, va notato che nel giro di un mese Trump metterà in pratica le sue minacce su Al-Quds [Gerusalemme, ndt]

Questo è il motivo per cui la controversia riguardante la parte meridionale delle acque territoriali libanesi è ancora in sospeso, e le minacce israeliane di guerra al Libano stanno crescendo di minuto in minuto.

Questo è il motivo per cui, infine, tutte le potenze capitaliste concentrano in questa parte del mondo navi da guerra, sottomarini nucleari e altri, truppe d'elite inquadrate di terroristi e mercenari provenienti da tutte le parti.

Nel frattempo, il conflitto dimenticato in Yemen continua e i massacri tra la popolazione civile stanno continuando, mentre i terroristi guadagnano sempre più terreno, aiutati dalle grandi potenze capitaliste che credono di poter mettere le mani su Bab el-Mandeb [stretto che unisce il Mar Rosso con il Golfo di Aden, ndt] e sugli assi che da qui passano a partire da quelli che muovono dall'Iraq e dalla Siria verso al Mediterraneo e all'Egitto, attraverso la Palestina e il Libano.

La terza guerra mondiale avrà luogo? Sì, se i popoli del pianeta, specialmente quelli dei paesi coinvolti nella sua preparazione, non vi si opporranno.

D. Marie Nassif–Debs

Parigi, 20 Aprile 2018


*) Marie Nassif–Debs, coordinatrice generale del Forum della sinistra araba


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