Angeles Master | redroja.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
27/12/2018
Intensificazione delle contraddizioni interimperialiste
Sulla scena internazionale si sono di recente verificati eventi apparentemente sorprendenti. Quando nello scorso mese di novembre veniva celebrato a Parigi il centenario dell'armistizio della Prima Guerra Mondiale, Trump, con l'intento di attaccare la Francia e la Germania e di ricordare il ruolo egemone degli Stati Uniti in Europa, affermava che: "quando gli americani sbarcarono in Normandia nel 1944, i francesi stavano imparando a parlare tedesco". Più che un tentativo poco simpatico di ottenere l'aumento da parte dei paesi europei del loro contributo economico e militare alla NATO, andrebbe visto come un ulteriore affondo nell'escalation del conflitto tra Stati Uniti e Unione europea, culminato per il momento nella decisione di quest'ultima di creare un esercito europeo indipendente.
Sono solo sfoghi di Trump, oppure sono già in atto cambiamenti importanti nelle relazioni interimperialiste?
Red Roja ha da tempo concentrato le sue analisi sull'attuale fase del capitalismo e proprio sulle contraddizioni interimperialiste tra Unione europea - soprattutto la sua potenza egemone, la Germania - e gli Stati Uniti. Questo interesse risponde alla necessità di conoscere meglio i conflitti che si verificano al vertice del potere, intensificati in epoche, come l'attuale, di crisi generale del capitalismo. Nella lotta per la conquista del potere politico, il fattore decisivo che definisce i rapporti di forza, è la debolezza del nemico.
L'obiettivo strategico che ha guidato tutti i piani dell'imperialismo, dalla vittoria della Rivoluzione d'Ottobre al crollo dell'URSS nel 1991, è stato la sconfitta del comunismo. Il fine comune di distruggere il primo stato proletario ha reso possibile la lotta comune contro quello di tutte le potenze capitaliste contrapposte nelle due guerre mondiali. Di fronte a questo obiettivo superiore, le contraddizioni interimperialiste apparivano sepolte e l'egemonia di Washington assicurata.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'interesse di Washington come grande potenza vittoriosa ed erede dell'imperialismo britannico si concentrò sul controllo dell'Europa. I suoi strumenti per costruire un'Europa occidentale agganciata agli interessi statunitensi e da loro totalmente dipendente sul piano militare, erano il Piano Marshall e la NATO.
L'obiettivo storico, che ora si sta sgretolando, della Casa Bianca è sempre stato quello di controllare il continente euroasiatico, il "perno del mondo". A tal fine, era necessario evitare l'emergere di una potenza europea con volontà propria, con un potere economico e militare sufficiente per contrastare gli Stati Uniti e che avrebbe potuto stabilire relazioni con l'URSS (o con la Russia di oggi) in modo sovrano e contro i loro interessi. Il metodo fu di progettare reiteratamente dei conflitti tra i paesi del Cuore continentale in modo che nessuno potesse divenire forte abbastanza da trasformarsi in un ostacolo all'egemonia anglosassone.
Il confronto tra le due grandi potenze socialiste, l'URSS e la Cina, la successiva scomparsa della prima e l'inserimento della seconda nei parametri capitalisti, la creazione di basi NATO nella maggior parte dei paesi europei (le principali in Germania e in Kosovo, dopo la liquidazione della Repubblica Federale di Jugoslavia) o l'integrazione nell'Alleanza Atlantica di gran parte dei paesi del defunto Patto di Varsavia, sembravano assicurare un futuro luminoso ai piani statunitensi.
Eppur si muove
La sconfitta del movimento comunista e l'enorme crisi generale che colpisce il capitalismo dall'inizio degli anni' 70 del secolo scorso e il cui ultimo shock è iniziato nel 2007, sta avendo conseguenze economiche, politiche e sociali che comportano cambiamenti qualitativi nell'ordine mondiale stabilito a partire dal 1945.
La lettura di questa crisi, effettuata dalle organizzazioni politiche e sindacali della socialdemocrazia nello Stato spagnolo - Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), Sinistra Unita e Partito Comunista Spagnolo (IU_PCE), Commissioni Operaie (CCOO), Unione Generale dei Lavoratori (UGT) e ora Unidos Podemos - sempre disposti ad aiutare il capitale, è stata quella di opporre il capitalismo europeo "sociale ed umano" al capitalismo americano "selvaggio e brutale". Questa retorica del "ritorno allo stato sociale" ha concesso enormi favori alla borghesia, sia qui che all'estero. Ora questi tentativi di ritocco al volto del capitalismo stanno facendo acqua ovunque e la sua sovrastruttura politica sta crollando, mentre il discredito del sistema e la corrispondente radicalizzazione delle posizioni occupano sempre più la scena istituzionale.
Lotta per i mercati e le materie prime. Sanzioni e dedollarizzazione
La potente esplosione dell'industria cinese e la sua occupazione dei grandi mercati in quasi tutti i settori, hanno portato al crollo dell'economia produttiva statunitense. La risposta della Casa Bianca è stata l'imposizione di tariffe consistenti sulle importazioni cinesi e l'istituzione di nuove sanzioni contro la Russia. L'assedio economico è stato seguito dall'assedio militare: espansione delle basi militari statunitensi in Asia e intimidazione della NATO nei confronti della Russia lungo tutti i suoi confini europei.
Mentre era in gestazione la sconfitta in Siria di Stati Uniti e UE (in particolare di Francia e Gran Bretagna) per mano dell'Asse della Resistenza (Hezbollah, Siria, Resistenza palestinese e Iran) sostenuto dalla Russia, si faceva strada un nuovo conflitto economico inter-imperialista.
L'accordo nucleare con L'Iran e la revoca delle sanzioni nel 2015, è stato coscienziosamente preparato dalla Germania. Subito dopo la firma, Berlino ha dispiegato le sue relazioni commerciali con Teheran, aprendo la via ad altri paesi dell'UE. La Casa Bianca è stata relegata ai margini nella competizione per trasformare il territorio del nemico "sciita" in un'arena d'affari.
Washington, spinta dai suoi partner nella regione (Israele e Arabia Saudita) e già in manifesta ritirata dalla Siria e dall'Iraq, lo scorso novembre ha imposto nuove sanzioni all'Iran e a qualsiasi società o paese che negozi con questo. Un tentativo mascherato di impedire lo sfruttamento commerciale da parte dei concorrenti dell'UE del nuovo e potente mercato iraniano.
Il risultato di questo complesso processo non potrebbe essere più disastroso per gli Stati Uniti. Dalla Turchia allo Stato spagnolo - per fare gli esempi più palesi di stati storicamente sotto influenza USA - le dichiarazioni sono state risolute e insolite. "Non accettiamo le imposizioni dell'imperialismo statunitense. Il 'chi non è con me, è contro di me' appartiene a un'altra epoca e la Spagna non permetterà questo tipo di approccio", ha detto inaspettatamente il ministro degli esteri spagnolo, il lacchè Borrel.
Se i satelliti si mostrano così, non è a causa di improvvisi attacchi di sovranità e indipendenza, ma perché stanno cambiando il loro sole.
Merkel, a nome dell'UE, si è rivolta all'Iran, con enfasi: "Mantenete i vostri impegni. Noi manterremo i nostri."
La minaccia di sanzioni ha portato ad un elenco crescente di paesi che si dichiarano disobbedienti e decidono di realizzare le loro transazioni in valute diverse dal dollaro. Le ripercussioni, che stanno appena iniziando a manifestarsi, per gli Stati Uniti sono gravi e influenzano tutta la loro struttura di dominio.
L'imperialismo è un rapporto di potere che può essere esercitato finché i paesi subordinati lo accettano. Tutto indica che il cocktail di sanzioni più la progressiva dedollarizzazione, minaccia di essere per l'impero yankee "non un colpo ai piedi, ma più in alto."
Il germe del nuovo esercito europeo
Questa escalation di tensione tra gli Stati Uniti e l'UE tende a crescere perché si basa su interessi economici contrastanti che, a loro volta, favoriscono il riavvicinamento di questi ultimi con la Russia. Gli ultimi episodi spiegano il conflitto: il sostegno degli Stati Uniti alla Brexit per indebolire l'UE o il suo tentativo - destinato a fallire - di impedire l'acquisto di gas russo da parte dell'UE attraverso il Nord Stream.
Sembrerebbe che stia per concludersi il lungo periodo in cui le contraddizioni euro-nordamericane erano riconciliate sotto l'egida della NATO.
Il crollo dell'URSS ha cancellato la necessità di una "protezione dalla minaccia comunista " e la crisi generale del capitalismo si manifesta come una feroce lotta per i mercati e le materie prime nel tentativo di controllare la caduta dell'incremento del saggio di profitto.
E in effetti il confronto economico interimperialista avrà le sue conseguenze militari. Merkel ha proclamato a maggio che: "il tempo in cui per proteggerci potevamo fidarci degli Stati Uniti, è finito. L'Europa deve prendere il suo destino nelle proprie mani "
Il progetto PESCO (Cooperazione strutturata permanente in materia di sicurezza e difesa), dotato di un budget iniziale di 12 miliardi di euro, avvia la creazione di un esercito europeo e di una base di produzione di armi e di innovazione tecnologica fondata esclusivamente su imprese europee ed esplicitamente indipendenti dagli Stati Uniti.
Lotta di classe e relazioni interimperialiste.
La relativa decadenza economica degli Stati Uniti, che potrebbe anche avere conseguenze per il mantenimento della sua enorme struttura militare con circa 1.000 basi militari sparse sul pianeta, non significa che la sua capacità aggressiva diminuirà. La relativa indipendenza dell'UE rispetto agli Stati Uniti e alla NATO non è né stata fatta, né in fase di completamento, ma suppone che l'imperialismo europeo sia "buono" o "umano".
I governanti europei sono guidati esattamente dagli stessi obiettivi di quelli statunitensi nella lotta alla morte per competere in condizioni più favorevoli nella giungla del capitalismo. Questi obiettivi sono costruiti sullo sfruttamento della classe operaia e della natura, senza limiti diversi da quelli imposti dalla lotta di classe
Non c'è altra via. Il dilemma rimane: socialismo o barbarie. La conquista del potere politico da parte della classe operaia, l'unica possibilità di distruggere il mostro capitalista che annienta l'umanità, esige di conoscere le sue debolezze e soprattutto le sue divisioni e i suoi contraddizioni.
Note
1. Questi aspetti sono stati analizzati in Maestro, A. (2016) " Le contraddizioni tra l'imperialismo statunitense e quello europeo. Controllare il "perno del mondo". http://www.redroja.net/index.php/noticias-red-roja/opinion/3968-las-contradicciones-entre-el-imperialismo-estadounidense-y-el-europeo-controlar-el-pivote-del- mondo
2. Il documento di Red Roja intitolato "Il mito del ritorno al welfare state. Un altro capitalismo è impossibile", scritto all'inizio dello scossone della crisi (2012), in grado di annullare l'ennesimo tentativo di collocare la "riforma" dell'UE e il ritorno al "welfare state", come l'obiettivo di mobilitazioni popolari contro il brutale shock delle conseguenze della crisi sulle classi popolari. Dopo il 15 M [movimento degli Indignados], queste proposte dovevano essere imposte da un cosiddetto Vertice Sociale che comprendeva CC.OO. UGT, PSOE e IU e i loro satelliti. Questa volta l'obiettivo non è stato raggiunto. Le Marce per la Dignità sono emerse un anno dopo ponendo il mancato pagamento del debito e la questione dell'Euro e dell'UE al centro del loro programma, tra le altre cose. http://www.redroja.net/index.php/comunicados/831-el-mito-de-la-vuelta-al-estado-del-bienestar-otro-capitalismo-es-imposible
3. L'elenco dei paesi e delle società che operano in valute diverse dal dollaro è in crescita. Spicca l'acquisto di armi dalla Russia da parte di paesi come India, Pakistan, Qatar o Turchia, alleati incondizionati degli Stati Uniti per decenni.
4. Lo scorso 12 dicembre, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha adottato una risoluzione contro l'entrata in vigore del Nord Stream 2, per mezzo del quale minaccia di nuove sanzioni la Russia ed esorta l'UE a fare lo stesso. Nord Stream 2 è un gasdotto di 1.200 km che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico, cioè senza passare attraverso l'Ucraina. Oltre al Gazprom Russo, partecipano i gruppi energetici tedeschi Uniper e Wintershall, l'austriaca OMV, la francese Engie e il gigante anglo-olandese Shell.
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