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- pensiero resistente - sull'imperialismo
Gocce di LENIN sull'imperialismo
da: L'imperialismo fase suprema del capitalismo, (1916)
Cap. 1
[..] Ma la nostra rappresentazione della forza reale e dell'importanza dei moderni monopoli sarebbe assai incompleta, insufficiente e inferiore alla realtà, se non tenessimo conto della funzione delle banche.
Cap. 2
[..] Pertanto l'inizio del XX secolo segna il punto critico del passaggio dall'antico al nuovo capitalismo, dal dominio del capitale in generale al dominio del capitale finanziario.
Cap.3
[..] Concentrazione della produzione; conseguenti monopoli; fusione e simbiosi delle banche con l'industria: in ciò si compendia la storia della formazione del capitale finanziario e il contenuto del relativo concetto.[..]
Cap. 4
[..] L'esportazione di capitali influisce sullo sviluppo del capitalismo nei paesi quali affluisce, accelerando tale sviluppo. Pertanto se tale esportazione, sino a un certo punto, può determinare una stasi nello sviluppo nei paesi esportatori, tuttavia non può non dare origine a una più elevata e intensa evoluzione del capitalismo in tutto il mondo.[..]
Cap. 5
[..] E a misura che cresceva l'esportazione dei capitali, si allargavano le relazioni estere e coloniali e le sfere d'influenza delle grandi associazioni monopolistiche, naturalmente si procedeva sempre più verso accordi internazionali tra di esse e verso la creazione di cartelli mondiali. [..]
[..] I capitalisti si spartiscono il mondo non per la loro speciale malvagità, ben si perché il grado raggiunto dalla concentrazione li costringe a battere questa via, se vogliono ottenere dei profitti. E la spartizione si compie « proporzionalmente al capitale », « in proporzione alla forza », poiché in regime di produzione mercantile e di capitalismo non è possibile alcun altro sistema di spartizione. Ma la forza muta per il mutare dello sviluppo i economico e politico. Per capire gli avvenimenti, occorre sapere quali questioni siano risolte da un mutamento di potenza; che poi tale mutamento sia di natura « puramente» economica, oppure extra-economica~ (per esempio militare), ciò, in sé, è questione secondaria, che non può mutar nulla nella fondamentale concezione del più recente periodo del capitalismo. Sostituire la questione del contenuto della lotta e delle stipulazioni tra le leghe capitalistiche con quella della forma di tale lotta e di tali stipulazioni (che oggi può essere pacifica, domani bellica, dopodomani! nuovamente pacifica), significa cadere al livello del sofista.
- L'età del più recente capitalismo ci dimostra come tra le i leghe capitalistiche si formino determinati rapporti sul terreno della spartizione economica del mondo, e, di pari passo con tale fenomeno e in connessione con esso, si formino anche tra le leghe politiche, cioè gli Stati, determinati rapporti sul terreno della spartizione territoriale del mondo, della lotta per le colonie, della « lotta per il territorio economico ». [..]
Cap. 6
[..] Il mondo appare completamente ripartito sicché in avvenire sarà possibile soltanto una nuova spartizione,[..]
[..] E' quindi fuori discussione il fatto che al trapasso del capitalismo alla fase di capitalismo monopolistico finanziario è collegato un inasprimento della lotta per la ripartizione del mondo.[..]
[..] Quanto più il capitalismo è sviluppato, quanto più la scarsità delle materie prime è sensibile, quanto più acuta è in tutto il mondo la concorrenza e la caccia alle sorgenti di materie prime,[..]
Cap. 7
[..] dobbiamo dare una definizione dell'imperialismo, che contenga i suoi cinque principali contrassegni, e cioè:
1. la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;
2. la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo «capitale finanziario », di un'oligarchia finanziaria;
3. la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci;
4. il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo;
5. la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.[..]
[..] «Dal punto di vista strettamente economico - scrive Kautsky - non può escludersi che il capitalismo attraverserà ancora una nuova fase: quella cioè dello spostamento della politica dei cartelli nella politica estera. Si avrebbe allora la fase dell'ultra- imperialismo » , cioè del super-imperialismo, della unione degli imperialismi di tutto il mondo e non della guerra tra essi, la fase della fine della guerra in regime capitalista, la fase «dello sfruttamento collettivo del mondo ad opera del capitale finanziario internazionalmente coalizzato »[..]
[..] I cartelli internazionali, considerati da Kautsky come germi dell'« ultra-imperialismo» (cosμ come la produzione delle pastiglie nutritive nei laboratori può essere proclamata il germe dell'ultra-agricoltura!), non ci offrono forse l'esempio della spartizione e nuova ripartizione del mondo, del passaggio dalla ripartizione pacifica alla non pacifica e viceversa? Forse il capitale finanziario americano e d'altra nazionalità, che riparti già il mondo in via pacifica con la partecipazione della Germania - per esempio col sindacato internazionale delle rotaie e col trust internazionale della marina mercantile - non ripartisce ora di bèl nuovo il mondo intero sulla base di nuovi rapporti di forza che vanno modificandosi in maniera nient' affatto pacifica? [..]
Cap. 8.
[..] L'imperialismo è l'immensa accumulazione in pochi paesi di capitale liquido [..]. Da ciò segue, inevitabilmente, l'aumentare della classe o meglio del ceto dei rentiers, cioè di persone che vivono del «taglio di cedole», non partecipano ad alcuna impresa ed hanno per professione l'ozio. L'esportazione di capitale, uno degli essenziali fondamenti economici del- l'imperialismo, intensifica questo completo distacco del ceto dei rentiers dalla produzione e dà un 'impronta di parassitismo a tutto il paese, che vive dello sfruttamento del lavoro di pochi paesi, e colonie d'oltre oceano. [..]
~ La prospettiva della spartizione della Cina dà origine al seguente apprezzamento economico di Hobson: - « La più grande parte dell'Europa occidentale potrebbe allora assumere l'aspetto e il carattere ora posseduti soltanto da alcuni luoghi, cioè l'Inghilterra meridionale, la Riviera e le località del- l'Italia e della Svizzera visitate dai turisti e abitate da gente ricca. Si avrebbe un piccolo gruppo di ricchi aristocratici, traenti le loro rendite e i loro dividendi dal lontano Oriente; accanto, un gruppo alquanto più numeroso di impiegati e di commercianti e un gruppo ancora maggiore di domestici, lavoratori dei trasporti e operai occupati nel processo finale della lavorazione dei prodotti più avariabili. Allora scomparirebbero i più importanti rami di industria, e gli alimenti e i prodotti base affluirebbero come tributo dall'Asia o dall'Africa... Ecco quale possibilità sarebbe offerta da una più vasta lega delle potenze occidentali, da una Federazione europea delle grandi potenze. Essa non solo non spingerebbe innanzi l'opera della civiltà mondiale, ma potrebbe presentare il gravissimo peri- colo di un parassitismo occidentale, quello di permettere l'esistenza di un gruppo di nazioni industriali piu progredite, le cui classi elevate riceverebbero, dall'Asia e dall'Africa, enormi tributi [..]
[..] L'imperialismo tende a costituire tra i lavoratori categorie privilegiate e a staccarle dalla grande massa dei proletari.[..]
[..] In una lettera a Kautsky del 12/9/1882, Engels scriveva: « Ella mi domanda che cosa pensino gli operai della politica coloniale. Ebbene: precisamente lo stesso che della politica in generale. In realtà non esiste qui alcun partito operaio, ma solo radicali, conservatori e radicali-liberali, e gli operai si godono tranquillamente insieme con essi il monopolio commerciale e coloniale dell'Inghilterra sul mondo ».[..]
Cap. 9
[..] Da un lato le gigantesche dimensioni assunte dal capitale finanziario, concentratosi in poche mani e costituente una fitta e ramificata rete di relazioni e di collegamenti, che mettono alla sua dipendenza non solo i medi e piccoli proprietari e capitalisti, ma anche i piccolissimi, dall'altro lato l'inasprirsi della lotta con gli altri gruppi finanziari nazionali per la spartizione del mondo e il dominio sugli altri paesi; tutto ciò determina il passaggio della massa delle classi possidenti, senza eccezione, dal lato dell'imperialismo. Entusiasmo « universale » per le prospettive offerte dall'imperialismo; furiosa difesa ed abbellimento di esso: ecco i segni della nostra età. L'ideologia imperialista si fa strada anche nella classe operaia, che non. è separata dalle altre classi da una muraglia cinese. Ché se a ragione i capi della cosiddetta « socialdemocrazia » di Germania vengono qualificati « social-imperialisti », cioè socialisti a parole, imperialisti a fatti, [..]
[..] Kautsky chiama ultra-imperialismo o super-imperialismo ciò che, tredici anni prima di lui, Hobson chiamava inter-imperialismo, A parte la formazione di una nuova parola erudita per mezzo della sostituzione di una particella latina con un'altra, il progresso del pensiero « scientifico..» di Kautsky consiste soltanto nella pretesa di far passare per marxismo ciò che Hobson descrive in sostanza come ipocrisia dei pretucoli inglesi. Dopo la guerra contro i boeri era del tutto naturale che questo reverendissimo ceto si sforzasse soprattutto di consolare i piccoli borghesi e gli operai inglesi che avevano avuto non pochi morti nelle battaglie dell' Africa del Sud e .che assicuravano, con un aumento delle imposte, più alti guadagni ai finanzieri inglesi, E quale consolazione poteva essere migliore di questa, che l'imperialismo non era poi tanto cattivo, che esso si avvicinava all'inter- (o ultra-) imperialismo capace di garantire la pace permanente? Quali che potessero essere i pii desideri dei pretucoli inglesi e del sentimentale Kautsky, il senso obiettivo, vale a dire reale, sociale, della sua « teoria » è uno solo: consolare nel modo più I reazionario le masse, con la speranza della possibilità di una pace permanente nel regime del capitalismo, sviando l'attenzione dagli antagonismi acuti e dagli acuti problemi di attualità e dirigendo l'attenzione sulle false prospettive di un qualsiasi sedicente nuovo e futuro «ultra-imperialismo ».Inganno delle masse: all'infuori di questo, non v'è assolutamente nulla nella teoria «marxista ». di Kautsky. [..]
[..] Pertanto, nella realtà capitalista, e non nella volgare fantasia filistea dei preti inglesi o del « marxista » tedesco Kautsky, le alleanze «inter-imperialistiche» o «ultra-imperialiste» non sono altro che un « momento di respiro » tra una guerra e l'altra, qualsiasi forma assumano dette alleanze, sia quella di una coalizione imperialista contro un 'altra coalizione imperialista, sia quella di una lega generale tra tutte le potenze imperialiste. Le alleanze di pace preparano le guerre e a loro volta nascono da queste; le une e le altre forme si determinano reciprocamente e producono, su di un unico e identico terreno, dei nessi imperialistici e dei rapporti dell'economia mondiale e della politica mondiale, l'alternarsi della forma pacifica e non pacifica della lotta [..]
Cap. 10
[..] I capitalisti di uno dei tanti rami industriali, di uno dei tanti paesi, ecc., raccogliendo gli alti-profitti monopolistici hanno la possibilità di corrompere singoli strati di operai e, transitoriamente, perfino considerevoli minoranze di essi, schierandole a fianco della borghesia del rispettivo ramo industriale o della rispettiva nazione contro tutte le altre. Questa tendenza è rafforzata dall'aspro antagonismo esistente tra i popoli imperialisti a motivo della spartizione del mondo. Cosμ sorge un legame tra l'imperialismo e l'opportunismo; [..]
[..] la lotta contro 1'imperialismo se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l'opportunismo, è una frase vuota è falsa.[..]
[..] Da tutto ciò che si è detto sopra intorno all'essenza economica dell'imperialismo risulta che esso deve esser caratterizzato come capitalismo di transizione, o più esattamente come capitalismo morente. A tale riguardo è molto istruttivo il fatto che le espressioni correnti degli economisti borghesi, che scrivono intorno al moderno capitalismo, sono: «intreccio », «mancanza d'isolamento » e cosi via; [..] « Casualmente si vanno intrecciando » i possessi delle nazioni, i rapporti tra i proprietari privati. Ma il substrato di questo intreccio, ciò che ne costituisce la base, sono le relazioni sociali di produzione che si vanno modificando. Quando una grande azienda assume dimensioni gigantesche e diventa rigorosamente sistematizzata e, sulla base di un' esatta valutazione di dati innumerevoli, organizza metodicamente la fornitura della materia prima originaria nella proporzione di due terzi o di tre quarti dell'intero fabbisogno di una popolazione [..] quando un unico centro dirige tutti i successivi stadi .di elaborazione della materia prima, [..]allora diventa chiaro che si è in presenza di una socializzazione della produzione e non già di un semplice «intreccio»; che i rapporti di economia privata e di proprietà privata formano un involucro non più corrispondente al contenuto, involucro che deve andare inevitabilmente in putrefazione qualora ne venga ostacolata artificialmente l'eliminazione, e in stato di putrefazione potrà magari durare per un tempo relativamente lungo (nella peggiore ipotesi, nella ipotesi che per la guarigione del bubbone opportunistico occorra molto tempo!) ma infine sarà fatalmente eliminato.[..]
da: L'autodecisione delle nazioni
[..] Alla rissa nazionalistica tra i diversi partiti borghesi, la democrazia operaia oppone, come sua istanza, l'unità incondizionata e la completa fusione degli operai di tutte le nazionalità in tutte le organizzazioni operaie, sindacal-cooperative, di consumo, culturali, ecc., in antitesi a qualsiasi forma di nazionalismo borghese. Solo questa unità e fusione può tutelare la democrazia, difendere gli interessi degli operai contro il capitale - che è già diventato e diventa sempre più internazionale - garantire lo sviluppo dell'umanità verso un nuovo modo di vita, a cui sia estraneo ogni privilegio e ogni sfruttamento [..]