Le guerre imperialiste per la ripartizione del mondo sono il mezzo per risolvere gli antagonismi esistenti fra paesi imperialisti e capitalisti, laddove i mezzi politici, commerciali, finanziari non bastano più.
La guerra in Ucraina è parte integrante della lotta per una nuova ripartizione economica e territoriale del mondo tra i principali paesi imperialisti, con le loro zone di influenza. Perciò è un fattore che può portare a una terza guerra mondiale.
I due attori principali della lotta inter-imperialista oggi non sono però la Russia e l'Ucraina, ma gli USA e la Cina.
L'imperialismo USA è la superpotenza attualmente più aggressiva e guerrafondaia. Ha circa 800 basi militari in più di 70 paesi, possiede 5800 testate nucleari, 11 portaerei nucleari, più di 13 mila aerei militari. Ha la spesa militare più elevata del mondo: 778 mld di dollari.
I suoi potenti monopoli hanno miliardi di dollari in investimenti nei cinque continenti.
Gli USA, pur essendo una potenza imperialista in declino, mantengono la loro posizione dominante sia a livello economico che politico e strategico, e la difendono con la forza.
La potenza militare e quella finanziaria (il dollaro come valuta di riserva e scambio mondiale), assieme a un sistema di alleanze militari e politiche sono i pilastri della egemonia USA. La caduta di uno di questi pilastri causerà inevitabilmente la caduta degli altri.
La Cina imperialista è il principale rivale degli USA; oggi è la seconda potenza economica del mondo e avanza a passi da gigante, estendendo la sua influenza in tutti i continenti. Con i ritmi di crescita che ha potrà superare prossimamente gli USA.
La Cina già ha più monopoli degli USA fra le prime 500 compagnie del mondo (135 contro 121) e la sua esportazione di capitali in tutto il mondo è in crescita, anche attraverso la "Nuova via della Seta".
Dal punto vista militare la Cina è una potenza nucleare con circa 350 testate atomiche stimate (uno dei motivi dell'alleanza con la Russia sta proprio nel gran numero di testate nucleari russe). Possiede il più vasto esercito del mondo (2,25 milioni di soldati) e ha una sola base militare all'estero a Gibuti, ma ne sta cercando altre in Africa e in Asia.
La Cina ha una delle più grandi marine militari del mondo, con circa 360 navi (la flotta statunitense ne ha 297), ma molte navi sono piccole e ha solo due portaerei alimentate da motori a petrolio. Tuttavia, ha un piano per eguagliare la forza navale degli Stati Uniti nella regione del Pacifico, e ha varato nel 2019 due dozzine di grandi navi da guerra. E' quasi pronta la terza portaerei cinese ed è in cantiere la quarta, a propulsione nucleare.
La Cina ha anche il maggior numero di missili balistici basati a terra che possono effettuare sia attacchi nucleari che convenzionali.
La spesa militare della Cina è la seconda del mondo, con circa 250 mld di dollari, ed è in forte crescita per farla diventare una superpotenza militare entro la metà del secolo.
La lotta per l'egemonia fra USA e Cina si sviluppa su tutti i piani: economico, politico, ideologico, diplomatico, militare, culturale, sanitario, etc., oltre alla manipolazione delle opinioni pubbliche tramite i media, le piattaforme informatiche, etc.
Per mantenere il predominio mondiale, gli USA provocano e realizzano guerre, interventi militari, colpi di stato, smembramento di stati sovrani, tumulti, terrore e caos in diversi paesi del mondo, sotto il pretesto dei "diritti umani", della "libertà" e della "democrazia" per nascondere la loro natura imperialista, guerrafondaia e reazionaria.
Gli USA, attraverso meccanismi come l'espansione della NATO e l'accerchiamento dei rivali, i blocchi economici e le sanzioni agli Stati "canaglia" o "disobbedienti", le "rivoluzioni colorate" e i governi fantoccio, riproducono schemi ben collaudati durante la guerra fredda; agiscono creando "nemici" (vi sono istituzioni specializzate in questo) e ottengono numerosi benefici dalle guerre che attizzano, soprattutto per il complesso militar-industriale.
La guerra fra Russia e Ucraina, è solo l'ultimo esempio del modo in cui gli USA affermano i propri interessi strategici intensificando i conflitti in altri paesi o intervenendo direttamente, mobilitando le potenze loro alleate per i loro scopi strategici. Oggi il loro obiettivo è indebolire la Russia in quanto alleato della Cina.
Una linea che però incontra sempre più resistenze e difficoltà a causa della perdita di leadership nordamericana, dei suoi gravi problemi interni e del tentativo degli Stati alleati di smarcarsi e perseguire una politica autonoma.
La Cina da parte sua non vuole essere trascinata nella trappola della guerra creata dagli USA; ha bisogno di tempo per rafforzarsi ancora, proseguendo nella politica della modernizzazione capitalistica, dell'espansione degli investimenti all'estero, nella penetrazione nei paesi ricchi di materie prime e nel riarmo.
Per aumentare la sua influenza globale punta sul "multipolarismo", sull'internazionalizzazione dello yuan, allo sviluppo dei rapporti commerciali, mantenendo la stabilità interna.
Così, nella lotta per l'egemonia mondiale si vanno sempre più formando due poli imperialisti rivali: da un lato, il forte ma declinante polo diretto dagli USA, che comprende anche l'Unione Europea e il Giappone; dall'altro, il polo che comprende lla Cina, con la Russia in condominio, che mette in questione l'egemonia degli USA e più in generale delle potenze imperialiste occidentali.
Dentro il quadro della lotta per l'egemonia fra le grandi potenze, che determina aumento della sfruttamento dei lavoratori e dell'oppressione dei popoli, così come guerre e instabilità politica ed economica, maturano le condizioni sia per guerre di maggiori dimensioni, sia per il distacco di anelli deboli della catena imperialista.
I compiti dei comunisti nella situazione attuale si sviluppano a partire da una considerazione fondamentale: non esistono imperialisti "buoni", ma solo imperialisti che non possono cambiare la loro natura.
I comunisti combattono contro il sistema mondiale dell'imperialismo, contro tutte le potenze imperialiste. Perciò non si appoggiano su un imperialismo per combatterne un altro. Anche perchè le posizioni lasciate libere da uno sarebbero occupate immediatamente dall'altro.
La scelta da compiere non è dunque quella fra USA e Cina, o fra USA e Russia, ma quella fra la borghesia capitalista-imperialista che è la classe più feroce, sanguinaria e subdola della storia, e il proletariato, la classe che produce e crea tutta la ricchezza, la classe più rivoluzionaria e avanzata della società.
Il proletariato rivoluzionario deve approfittare delle contraddizioni esistenti fra gli imperialisti, sia per approfondirle, sia per trarne vantaggio. Ma può fare questo solo attraverso un atteggiamento e una lotta risoluta, di principio, contro l'imperialismo e le sue politiche guerrafondaie e "pacifiche", contro la borghesia e i suoi servi.
Affinché questa lotta sia condotta con successo è indispensabile che il proletariato sia organizzato e cosciente, che abbia cioè il suo partito d'avanguardia che lo guidi nella lotta per la conquista rivoluzionaria del potere, per l'edificazione del socialismo e del comunismo.