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- pensiero resistente - imperialismo - 20-09-22 - n. 840
Africa, un territorio di lotta inter-imperialista
Arcadio Pereira | nuevo-rumbo.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
18/09/2022
Il 17 febbraio 2022, la Francia ritira, dopo nove anni, le sue truppe dal Mali, dove stavano combattendo contro l'estremismo islamico. L'intervento francese, su richiesta del governo maliano, ha finito per essere un contingente multinazionale a cui ha partecipato anche la Spagna e il cui scopo dichiarato era quello di combattere le filiali di Al Qaeda e ISIS nel Sahel. Ma nel 2020 le relazioni tra Bamako e Parigi si stavano già raffreddando, e nello stesso anno un colpo di Stato seguito da un auto-colpo di Stato ha portato il Colonnello Goita al potere e, nonostante le promesse di tenere le elezioni in breve tempo, egli le ha subito escluse fino al 2026.
Le proposte di sanzioni da parte dell'ECOWAS (Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale) non si sono fatte attendere, ma nel gennaio 2022 Russia e Cina hanno bloccato il sostegno alle sanzioni nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove Stati Uniti, Regno Unito, Francia e altri membri del Consiglio di Sicurezza erano uniti nel sostenere le azioni dell'ECOWAS. Allo stesso tempo, i mercenari del Gruppo Wagner, una società militare russa privata accusata di servire gli interessi del governo russo e che opera dal 2014 in Libia, Siria, Repubblica Centrafricana e Donbas, sono stati dispiegati in Mali.
La Russia, sfruttando i legami storici di amicizia creati durante il periodo sovietico, sta rilanciando le relazioni con i Paesi che un tempo appartenevano al blocco antimperialista in Africa e che oggi sono dominati da élite reazionarie. Le visite dello scorso marzo di Sergei Lavrov, ex alto funzionario degli Esteri durante il periodo controrivoluzionario dell'URSS e attuale Ministro degli Esteri russo, sono in questa direzione. Il commercio di armi, la vendita di cereali e le importazioni di frutta e verdura, oltre allo sfruttamento di oro, diamanti e metalli rari, sono aree di interesse russo nel continente.
Il tour africano del Presidente francese Macron quest'estate è un disperato tentativo di invertire la tendenza della costante perdita di influenza della Francia nelle sue ex colonie. Nel frattempo, il tour africano del Segretario di Stato americano Antony Blinken rappresenta una mossa per evitare che la Russia contrasti il tentativo di isolamento internazionale sulla scia della guerra in Ucraina con una maggiore presenza in Africa, sia politicamente che economicamente. Il fatto che il Sudafrica, che si è astenuto dal sanzionare la Russia all'ONU dopo l'invasione dell'Ucraina e che è un membro dei BRICS, sia stao oggetto del tour riflette gli interessi prioritari degli Stati Uniti in Africa.
Da parte sua, il gigantesco progetto cinese 'Belt and Road', che mira a collegare via terra e via mare, con importanti infrastrutture di comunicazione, un grande mercato globale unificato che comprende più di 68 Paesi e che interessa il 65% della popolazione mondiale e il 40% del prodotto interno lordo mondiale, sta procedendo a pieno ritmo in Africa. Il fatto che Gibuti sia stato scelto dalla Cina per ospitare la sua prima base militare all'estero dal 2017 si spiega senza dubbio nel quadro di questo progetto, che è iniziato nello stesso anno con la sua inclusione nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese e che si prevede sarà completato nel 2049.
La Cina, con l'inserimento dell'Algeria nella 'Belt and Road', suggella un periodo in cui si sono concretizzate grandi relazioni economiche che li uniscono anche politicamente. Nel maggio di quest'anno, l'Algeria e la Cina hanno firmato un accordo per lo sfruttamento congiunto degli idrocarburi nel territorio algerino. Le aziende algerine e cinesi hanno firmato un accordo di cooperazione per la realizzazione di un mega-progetto per la trasformazione dei fosfati in fertilizzanti, che farà dell'Algeria il terzo forintore di fertilizzanti al mondo e il primo in Cina. Si tratta di un settore assolutamente strategico in un momento in cui l'insicurezza alimentare minaccia il pianeta di carestia. Dal punto di vista politico, l'Algeria condivide il punto di vista della Cina sull'attuale crisi in Ucraina e sul fatto che Taiwan è parte integrante del territorio cinese e il governo cinese è l'unico governo legale che rappresenta l'intera Cina.
La Cina è anche in sintonia con la posizione algerina sulla nuova situazione che si è aperta dal novembre 2020 con la ripresa della guerra nel Sahara occidentale. Un conflitto in cui il Fronte Polisario ha sempre contato sul sostegno dell'Algeria. Tutto questo in un momento in cui il governo spagnolo ha presentato una nuova posizione più aggressiva nell'ambito della politica di tradimento storico del popolo saharawi.
È più che probabile che dietro questa posizione ci siano gli Stati Uniti, sostenitori degli interessi espansionistici del Marocco nel Sahara occidentale. Questo è anche coerente con la storia recente del nostro Paese, se ricordiamo che la transizione spagnola si è svolta sotto l'attenta supervisione degli Stati Uniti su tre pilastri fondamentali: il depotenziamento del movimento operaio come movimento di cambiamento rivoluzionario per consentire l'istituzionalità politica della monarchia parlamentare, la trasformazione economica del nostro Paese con la riconversione di tutti i suoi settori produttivi per inserirlo nelle catene di valore internazionali insieme all'incorporazione della grande borghesia spagnola nel club delle élite europee con l'adesione all'UE, e l'incorporazione nella NATO ipotizzando che il gendarme del sud sia il Marocco, al quale dovrebbe essere consegnato il Sahara Occidentale come compensazione.
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