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20 anni dalla guerra in Iraq - Un crimine imperialista

Nikos Mottas * | idcommunism.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

25/03/2023

Il 20 marzo 2023 ricorre il ventesimo anniversario dell'invasione imperialista di Stati Uniti, Gran Bretagna e dei loro alleati in Iraq.

All'epoca, la cosiddetta operazione Iraqi Freedom, avviata dal governo statunitense sotto George W. Bush, rappresentava la prosecuzione su vasta scala della prima guerra imperialista in Iraq del 1990-91, nell'ambito della Guerra del Golfo. L'obiettivo era lo stesso: il rafforzamento della posizione dei monopoli statunitensi nella regione geostrategicamente significativa del Medio Oriente.

Non è un caso che nel 1997 il noto Zbigniew Brzezinski scrivesse nella sua opera La grande scacchiera: L'Eurasia è dunque la scacchiera su cui continua a giocarsi la lotta per il primato globale... In questo contesto, il modo in cui l'America "gestisce" l'Eurasia è fondamentale. L'Eurasia è il continente più grande del mondo ed è geopoliticamente centrale. Una potenza che dominasse l'Eurasia controllerebbe due delle tre regioni più avanzate ed economicamente produttive del mondo. Circa il 75% della popolazione mondiale vive in Eurasia, dove si trova anche la maggior parte della ricchezza fisica del mondo, sia nelle sue imprese che nel suo sottosuolo. L'Eurasia rappresenta circa il 60% del PNL mondiale e circa tre quarti delle risorse energetiche conosciute... per gli USA, il primo premio a livello geopolitico è l'Eurasia".

Dalla metà degli anni '90, la regione del "Medio Oriente allargato" è stata il punto focale della politica estera statunitense, nel contesto della competizione interimperialista con altre potenze, tra cui l'UE, la Russia e la Cina. Gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 e l'ascesa del gruppo jihadista di Al-Qaeda hanno fornito l'alibi necessario all'amministrazione statunitense per lanciare la sua nuova strategia, avviando la cosiddetta "guerra contro il terrorismo" e definendo l'"asse del male" che comprendeva Iran e Iraq. In questa direzione, l'amministrazione Bush ha avuto il fedele sostegno del governo britannico di Tony Blair e dei governi conservatori di Spagna e Italia.

Tuttavia, l'inizio di ogni guerra imperialista ha bisogno di un pretesto. Nel caso dell'Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna affermarono falsamente che Saddam Hussein possedeva "armi di distruzione di massa". Nel febbraio 2003, durante una presentazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l'allora Segretario di Stato americano Colin Powell cercò di giustificare l'invasione militare sostenendo che il governo iracheno era effettivamente in possesso di armi di distruzione di massa. Due anni dopo, nel 2005, un ispettore ai massimi livelli della CIA ammise che la caccia alle armi di distruzione di massa si era "spinta fino a dove era possibile", ma non era stato trovato nulla.

L'invasione statunitense dell'Iraq ha segnato un'escalation dell'aggressione imperialista che ha fatto seguito agli eventi controrivoluzionari in Unione Sovietica e in Europa orientale. L'attacco militare, iniziato nel marzo 2003, ha avuto inizialmente risultati rapidi nel raggiungimento di obiettivi operativi chiave. Il 9 aprile 2003 Baghdad è stata conquistata dalle forze statunitensi e il 1° maggio il presidente George W. Bush ha pronunciato in un discorso televisivo "missione compiuta", dichiarando la fine delle principali operazioni di combattimento e la sconfitta delle forze militari convenzionali dell'Iraq. Poco dopo, L. Paul Bremer fu nominato capo della cosiddetta "Autorità provvisoria della coalizione" nel territorio occupato dall'esercito americano. Lo stesso Saddam Hussein fu catturato il 13 dicembre 2003 nei pressi di Tikrit, imprigionato e condannato a morte nel 2006 in un processo farsa dal "Governo provvisorio iracheno" creato dagli Stati Uniti .

Dall'inizio dell'invasione militare statunitense nel 2003 e per tutta la durata dell'occupazione del Paese, il popolo iracheno ha subito massacri, crimini di guerra e distruzioni. Secondo un'indagine della rivista medica The Lancet, tra il 2003 e il 2006 sono state uccise più di 650.000 persone. Tuttavia, il numero di morti diretti e indiretti, come conseguenza della guerra dal 2003 al 2014, è stimato in 2 milioni di vittime. Alla fine del 2015, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, 4,4 milioni di iracheni erano sfollati all'interno del Paese. Tra il 2006 e il 2008 ha avuto luogo una guerra civile a causa delle tensioni settarie alimentate dalla presenza statunitense.

In molti casi, i soldati statunitensi hanno commesso atrocità contro la popolazione locale, tra cui omicidi, stupri, pestaggi, morti per scariche elettriche, finte esecuzioni e saccheggi. Prigioni come Abu Ghraib si sono trasformate in famigerati campi di tortura con un record di violazioni dei diritti umani.

Nel 2011, il governo statunitense ha ritirato le proprie forze militari dall'Iraq, ma nel giugno 2014 il presidente Barack Obama ha annunciato il ritorno delle forze statunitensi nell'ambito dell'operazione Inherent Resolve. Il pretesto per questa decisione è stata l'offensiva nel nord dell'Iraq da parte dello Stato Islamico (ISIS), che in precedenza aveva contribuito in modo significativo all'insurrezione contro il governo di Bashar Al-Assad in Siria.

Va notato che sia l'attività di Al-Qaeda che quella dell'ISIS sono state usate come pretesto dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea per una serie di interventi imperialisti in Medio Oriente, tra cui Afghanistan, Iraq e Siria. Le relazioni tra questi gruppi jihadisti e i servizi segreti statunitensi risalgono agli anni '80, quando i mujahedin furono attivamente sostenuti dagli Stati Uniti nella loro guerra contro la Repubblica Democratica dell'Afghanistan e l'Unione Sovietica. Dal 1979 al 1992, gli Stati Uniti hanno fornito assistenza finanziaria e armi ai mujaheddin per miliardi di dollari attraverso i servizi segreti pakistani e lo stesso Osama Bin Laden è stato addestrato dai commando delle forze speciali statunitensi. Molti anni dopo, nel 2013, il senatore americano John McCain incontrò segretamente in Siria alcuni membri dell'ISIS, tra cui il leader Abu Bakr al-Baghdadi.

La guerra in Iraq è stata un atroce crimine imperialista, uno dei tanti commessi dal governo degli Stati Uniti e dai suoi alleati. Alla fine del 2022, solo 900 soldati statunitensi erano rimasti nel Paese, ma il popolo iracheno sta ancora pagando le tragiche conseguenze della guerra. Nel frattempo, i responsabili dell'intervento imperialista, tra cui l'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, l'ex vicepresidente Dick Cheney e l'ex primo ministro britannico Tony Blair, non sono mai stati consegnati alla giustizia per i loro crimini.

*) Nikos Mottas è il caporedattore di In Defense of Communism


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