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NATO: iniziano a manifestarsi delle crepe sull'Ucraina

Lindsey German | counterfire.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/07/2023

Il vertice di questa settimana ha messo in luce le crescenti tensioni tra le potenze della NATO in particolare rispetto all'Ucraina, scrive Lindsey German.

Le varie potenze dell'alleanza NATO sono in aperto contrasto sulla guerra in Ucraina più di quanto lo siano state dall'inizio. Gli Stati Uniti e la Germania si sono dimostrate molto più riluttanti di varie potenze dell'Europa orientale a far entrare l'Ucraina in un rapporto più stretto con l'alleanza fino a quando la guerra non sarà finita. Anche il governo britannico, fortemente belligerante, ha apertamente criticato le ripetute richieste dell'Ucraina di maggiori armi.

Le divisioni emerse tra le potenze della NATO al vertice di questa settimana a Vilnius riflettono il fatto che non ci sono risposte facili quando si tratta della guerra in Ucraina. L'invasione russa dello scorso anno ha ottenuto una inedita risposta da parte di Stati Uniti, Regno Unito e altri Stati membri della NATO in termini di fornitura di armi, intelligence, addestramento e supporto logistico all'Ucraina. Si è trattato chiaramente fin dall'inizio di una guerra per procura tra Russia e Nato.

La guerra non si è risolta in una rapida vittoria della Russia, come molti si aspettavano, data la resistenza degli ucraini. E' diventata una guerra di logoramento, dove entrambe le parti hanno subito pesanti perdite e pochi avanzamenti. Da mesi si parla di una controffensiva da parte delle forze ucraine, ma con il passare della primavera e l'arrivo dell'estate, questa non si è concretizzata su nessuna scala, per cui l'impasse rimane.

La risposta di diverse potenze occidentali è stata quella di inviare armi sempre più sofisticate e letali per indebolire il vantaggio della Russia e rafforzare la parte Ucraina. Ma finora questo non è stato sufficiente a spostare l'equilibrio di forze - né era probabile che lo fosse, dato che molti esperti militari considerano estremamente difficile una tale controffensiva senza un'ampia copertura aerea. Le grandi potenze, soprattutto gli Stati Uniti, non hanno intenzione di fornirla perché sanno che potrebbe portare a un conflitto diretto con la Russia e quindi a una guerra tra Stati dotati di armi nucleari.

Il vertice ha messo in luce le crescenti tensioni tra le stesse potenze della NATO e con l'Ucraina. Da mesi il Presidente ucraino Zelensky e i suoi consiglieri conducono forti pressioni sui governi affinché forniscano più armi e permettano al Paese di entrare nella NATO. Il vertice è stato particolarmente influenzato da questa pressione. In un certo senso l'Ucraina ha avuto successo: sono state oltrepassate tutta una serie di linee rosse, poiché i governi europei hanno inviato carri armati Leopard, fornito addestramento sui caccia F16 ai piloti ucraini, missili da crociera del Regno Unito e, più recentemente, il governo statunitense ha scioccamente accettato di inviare bombe a grappolo all'Ucraina.

Ma Joe Biden e la classe dirigente statunitense sono anche cauti nel fare ancora di più per inasprire il conflitto. Le ragioni sono molteplici: l'opinione pubblica è divisa sulla guerra, che è stata finanziata a costi elevatissimi, e il prossimo anno è un anno di elezioni in cui il candidato repubblicano sarà molto più cauto nel sostenere la guerra. Anche i costi della guerra e le sue conseguenze economiche cominciano a farsi sentire. E, cosa forse più importante, gli Stati Uniti sono consapevoli che l'espansione della NATO e le sue conseguenze non sono solo un "punto di vista di Putin", ma una delle principali fonti di tensione con la Russia.

C'è una differenza tra il voler indebolire e sconfiggere la Russia attraverso una guerra per procura, come vogliono fare gli Stati Uniti, e creare un conflitto molto più grande che potenzialmente implicherà scontri diretti tra le forze russe e quelle della NATO, anche con l'impiego di armi nucleari. Questo è stato il timore della Germania e degli Stati Uniti al vertice e riflette la dichiarazione finale che rinvia il percorso di adesione dell'Ucraina, una posizione che Zelensky descrive come "assurda" ma che è invece il riflesso della realtà di un conflitto che si trova in una sanguinosa impasse e che sta già portando a tensioni molto più forti a livello mondiale.

Da qui l'argomentazione di Biden, secondo cui l'Ucraina deve affrontare i problemi di democrazia e corruzione, e l'attacco del Ministro della Difesa britannico Ben Wallace a Zelensky, che ha detto: "Che ci piaccia o no, la gente vuole vedere un po' di gratitudine" e, già l'anno scorso: "Sapete, non siamo Amazon", quando gli è stato sottoposto un elenco di armi da fornire.

Tutti questi sono segni del nervosismo delle principali potenze della NATO riguardo alla guerra e ai suoi potenziali esiti. Un ulteriore esempio è l'eliminazione dal comunicato finale della proposta di istituire un ufficio NATO in Giappone. Crescono anche i timori di un'escalation su scala mondiale, con l'estensione delle operazioni della NATO al Pacifico in un potenziale conflitto con la Cina.

Come ha detto recentemente l'editorialista del Financial Times Martin Wolf, questi sviluppi e la crescente belligeranza della NATO sono visti con diffidenza da molti governi al di fuori di Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea e Giappone. Anche questo è un problema per chi, come il nostro governo, è stato tra i più propensi a inviare armi e ad aumentare le spese militari.

Gli appelli al cessate il fuoco e alla pace devono diventare più forti. L'alternativa è: un'ulteriore sofferenza per il popolo ucraino, la terribile eredità delle bombe a grappolo per i decenni a venire e la minaccia di una maggiore instabilità in tutto il mondo: le classi lavoratrici dei Paesi NATO devono fare i conti con la richiesta di spendere sempre di più per gli armamenti, mentre i servizi pubblici si sgretolano e il tenore di vita diminuisce.


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