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PC di Svezia: L'adesione alla NATO poggia sugli interessi del capitale monopolistico svedese

Partito comunista di Svezia (SKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

30/01/2024

L'organo di stampa del PCTE Nuevo Rumbo ha di recente intervistato il Partito Comunista di Svezia sul tema: Svezia, NATO e neutralità. Di seguito riportiamo una versione in inglese dell'intervista, che Nuevo Rumbo ha già pubblicato in spagnolo.

Nuevo Rumbo: Prima di tutto, vorremmo ringraziare il Partito Comunista di Svezia (PCS) per il suo tempo e per aver accettato di rilasciare questa intervista al nostro giornale.

SKP: Siamo molto felici di rispondere alle vostre domande. La questione dell'adesione della Svezia alla NATO è molto importante e il suo esame consente una comprensione utile sullo sviluppo dell'imperialismo oggi.

Nuevo Rumbo: Vorremmo innanzitutto sapere cosa avete da dire sulla presunta neutralità storica della Svezia nei confronti della guerra. Sappiamo che la Svezia ha in qualche modo partecipato ad alcune missioni della NATO, ad esempio nelle guerre in Jugoslavia, Afghanistan o Libia. Questa neutralità sembra piuttosto debole.

SKP: La risposta breve è che la neutralità non è possibile sotto il capitalismo e quindi la Svezia non è mai stata veramente neutrale. Per una risposta più approfondita, volgiamo lo sguardo alla Seconda guerra mondiale, quando la Svezia fece importanti concessioni alla Germania nazista, ad esempio permettendo il trasferimento delle truppe tedesche sul territorio svedese. Anche le esportazioni svedesi furono di grande importanza per la macchina bellica nazista: circa tre quarti della produzione annuale di minerale di ferro erano destinate alla Germania, costituendo una parte significativa del minerale di ferro utilizzato dall'industria bellica tedesca. Anche i cuscinetti a sfera svedesi erano molto importanti per la produzione tedesca di materiale bellico.

Nel contesto della guerra invernale sovietico-finlandese del 1939-1940, il governo svedese dichiarò la Svezia un Paese non belligerante, anziché neutrale. Ciò permise alla Svezia di fornire sostegno materiale alla Finlandia e rese possibile il reclutamento di volontari per combattere al fianco della Finlandia.

Durante la Guerra Fredda la Svezia ha collaborato ampiamente con la NATO, tra l'altro nei settori dell'intelligence e della tecnologia di difesa, anche se le relazioni Svezia-NATO sono state formalizzate solo nel 1994, quando la Svezia ha aderito al Partenariato per la pace della NATO. E come lei ha ricordato, la Svezia ha anche partecipato militarmente alle operazioni NATO, come, ad esempio, quando ha inviato jet da combattimento per svolgere ruoli di supporto all'intervento della NATO in Libia. Tutto ciò dovrebbe illustrare come il rapporto della Svezia con la NATO risalga al periodo immediatamente successivo alla fondazione della NATO e come la candidatura svedese alla NATO non sia stata un'improvvisa inversione di rotta, in cui la neutralità a lungo mantenuta è stata bruscamente abbandonata, ma il passo finale di un processo lungo decenni. Questo dovrebbe anche smascherare la neutralità della Svezia come il mito che è ed è stato.

Nuevo Rumbo: Ci risulta che ci sia stato un relativo consenso sulla posizione "neutrale" della Svezia fino agli anni Novanta. Vorremmo sapere di più sui dibattiti che ci sono stati sia tra la classe dirigente che tra la classe operaia riguardo al ruolo del vostro Paese all'interno della NATO.

SKP: La posizione "neutrale" della Svezia deve essere vista nel contesto della presenza di una superpotenza socialista al di là del Mar Baltico, l'Unione Sovietica. Con la controrivoluzione, il crollo del socialismo in Europa e dell'Unione Sovietica, il consenso sulla neutralità ha iniziato a sfaldarsi, poiché le tensioni intorno al Baltico si sono allentate e sono quindi diventate meno importanti. Un altro aspetto è che il movimento sindacale svedese era ancora relativamente ben organizzato durante l'epoca della Guerra Fredda, e la borghesia non poteva semplicemente ignorare l'effetto dell'organizzazione popolare, che era diretta contro la guerra del Vietnam e che poteva potenzialmente essere rivolta a qualsiasi tentativo ufficiale di adesione alla NATO.

Data la posizione vantaggiosa in cui si trovava l'industria svedese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, non essendo stata toccata dalle devastazioni della guerra, a differenza della maggior parte del resto d'Europa, la neutralità aveva un certo fascino, consentendo relazioni, e soprattutto scambi commerciali, con chiunque fosse in grado di pagare le merci svedesi.

Tuttavia, per la borghesia l'Unione Sovietica era la minaccia più grande e un fattore unificante. Con la caduta dell'Unione Sovietica, interessi borghesi diversi e più ristretti poterono affermarsi con più forza gli uni contro gli altri. Si può anche sostenere che la caduta del socialismo abbia offerto al capitale, e in particolare al capitale occidentale, l'opportunità di una sorta di accumulazione primitiva nell'Europa orientale. Il capitale ha potuto entrare in un territorio virtualmente vergine, il che ha anche attenuato le contraddizioni sempre presenti all'interno del capitalismo, in quanto il capitale di diverse nazioni ha potuto espandersi contemporaneamente. Ora la situazione è di nuovo cambiata e la borghesia svedese è di nuovo più unita, senza grandi conflitti interni, e in particolare è compatta nel desiderio di aderire alla NATO.

Per quanto riguarda il ruolo della Svezia nella NATO, l'adesione è stata per lo più presentata come necessaria per garantire la sicurezza del Paese, in particolare contro l'aggressione russa. Si è parlato del contributo che la Svezia può dare alla NATO o viceversa, sia a livello di Paese che di governo, ma in genere si è parlato di come la Svezia rafforzi le capacità difensive della NATO contro le aggressioni esterne. L'inevitabilità dell'invio di truppe svedesi in future missioni NATO in Paesi al di fuori della NATO, per combattere, uccidere e morire in quei luoghi, è appena accennata, e viene quasi unicamente sottolineata da parti dell'opposizione organizzata alla NATO.

Nuevo Rumbo: Qual è, secondo lei, la ragione principale che ha spinto la classe dirigente svedese a scegliere l'adesione alla NATO?

SKP: La facciata di neutralità ha perso il suo valore per la borghesia svedese con l'acuirsi della concorrenza e delle contraddizioni all'interno dell'imperialismo. Ora è più importante essere in grado di garantire gli interessi sulla scena globale. L'adesione alla NATO consoliderà la posizione della Svezia come membro a pieno titolo del blocco imperialista euro-atlantico occidentale e contribuirà a garantire gli interessi globali del capitale monopolistico svedese.

Nuevo Rumbo: Torniamo all'attualità. Qual è la posizione ufficiale del governo svedese riguardo alla guerra imperialista in Ucraina? Quale ruolo pensa che possa svolgere all'interno della NATO?

SKP: Il governo svedese, sia quello attuale di destra che quello precedente socialdemocratico "rosso-verde", è stato un forte sostenitore del governo Zelenskyy, avendo contribuito con oltre 2,2 miliardi di euro (al tasso di cambio attuale mentre scriviamo) in aiuti all'Ucraina dal febbraio 2022, la maggior parte dei quali sono aiuti militari. Questi aiuti hanno incluso non solo munizioni e addestramento del personale ucraino, ma anche artiglieria avanzata, carri armati e altri veicoli da combattimento blindati.

L'immagine che il governo e i media svedesi in generale danno della guerra imperialista in Ucraina è che si tratta di un attacco alla democrazia e alla libertà e che sostenere l'Ucraina è una necessità per garantire la sicurezza dell'Europa. Il governo svedese si è impegnato a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario.

In questo contesto vale la pena notare che, secondo il governo svedese, la Svezia era tra i dieci maggiori investitori in Ucraina al momento dell'invasione russa. Circa 90 aziende svedesi erano attive in Ucraina all'epoca e la maggior parte lo sono ancora. Il capitale svedese ha quindi interessi significativi in Ucraina, nell'esito della guerra e nella ricostruzione che si prevede avverrà dopo la fine della guerra.

Per quanto riguarda il ruolo della Svezia all'interno della NATO, il pretesto per l'adesione all'alleanza, come già detto, è quello di salvaguardare la Svezia dalle aggressioni in un mondo meno sicuro e stabile ma speriamo di aver chiarito che la decisione di aderire alla NATO si basa invece sugli interessi del capitale monopolistico svedese. Alla luce di ciò, e della volontà dei governi precedenti di partecipare agli interventi guidati dalla NATO, insieme all'attuale forte sostegno all'Ucraina, non ci si deve aspettare che la Svezia adatti un ruolo passivo all'interno della NATO, o che "si liberi della sua neutralità per cercare protezione" e diventi una "voce della ragione" all'interno dell'organizzazione. Il capitale svedese si aspetta di guadagnare da questa costosa impresa e si aspetta che lo Stato svedese agisca di conseguenza.

Nuevo Rumbo: Ultima domanda. Quale posizione sostiene il Partito Comunista di Svezia? Quali attività portate avanti contro la NATO e le guerre imperialiste in generale?

PCS: Il Partito Comunista di Svezia ha condannato fin dall'inizio l'invasione dell'Ucraina e ha chiesto la fine della guerra. Abbiamo definito la guerra come imperialista e ci siamo rifiutati di schierarci con un blocco imperialista piuttosto che con l'altro, ma abbiamo invece dichiarato la nostra solidarietà con le popolazioni sia dell'Ucraina che della Russia, che soffrono e muoiono a causa della guerra, senza avere nulla da guadagnare da essa. Abbiamo inoltre condannato il sostegno dello Stato svedese all'Ucraina e chiesto la fine di tutti gli aiuti militari.

Il nostro Partito ha organizzato proprie proteste anti-NATO; abbiamo vedute diverse rispetto al più ampio movimento contro l'adesione svedese alla NATO, cosa che ci ha portato a scegliere di non partecipare a iniziative che ci costringerebbero a compromettere la nostra posizione sulla questione. È importante che la protesta metta in evidenza la natura imperialista della richiesta di adesione della Svezia e che eviti di associarsi a posizioni che creano illusioni, come ce ne sono molte all'interno del movimento svedese contro la NATO.

Per esempio uno slogan di rilievo che abbiamo criticato, è: "Nessuna alleanza con i fascisti", riferito al presidente turco Erdogan. Questo particolare slogan crea l'illusione che l'adesione alla NATO, o l'organizzazione stessa, sarebbe accettabile se fosse costituita solo da Paesi "democratici", o anche se le ultime elezioni in Turchia fossero andate diversamente. La nostra opposizione alla NATO non ha nulla a che vedere con i Paesi membri, né con la posizione o l'affiliazione politica dei leader di questi Paesi. Ci opponiamo alla NATO perché è un'organizzazione imperialista.


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