www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 06-12-05

fonte SolidNet, http://www.solidnet.org
da PCPE -
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Meeting Internazionale dei Partiti Comunisti


“Le attuali tendenze del capitalismo e il loro impatto economico, sociale e politico. Le alternative dei comunisti”

Diana Bazo Morales – PCPE
Atene 18-20 Novembre, 2005

Il capitale è bloccato da una crisi strutturale a causa della sua incapacità di completare il ciclo di riproduzione allargata

Il rischio di collasso economico mondiale è maggiore ogni giorno. L’economia globalizzata dimostra che, nonostante l’alta concentrazione del capitale, i guadagni rappresentano una percentuale minore dei milioni che muovono le grandi multinazionali. Le operazioni di ingegneria finanziaria, con l’obiettivo di “truccare” i conti delle grandi imprese sono pratica abituale per tentare di occultare la situazione, ma non possono certo frenarla. Il capitale si trova con difficoltà crescenti nel completare il suo ciclo di riproduzione allargata. Alti livelli di speculazione e il ricorso alla finanziarizzazione non solo non risolvono, ma complicano ancora di più il panorama.

Perciò, il capitale deve ricorrere alle rilocalizzazioni di imprese, all’utilizzo di forza-lavoro migrante in condizioni di semischiavitù, aumento degli orari di lavoro, dei tagli salariali e dei diritti di ogni tipo di lavoratori e lavoratrici dei paesi del capitalismo centrale, con l’obiettivo di rimontare questa situazione. Questo provoca enormi difficoltà per le famiglie che vedono ridotto il loro potere d’acquisto, e si finisce col avvicinarsi ad una situazione di recessione economica.

La disoccupazione diventa endemica e le condizioni obiettive di vita della classe peggiorano in maniera visibile. Un pezzo della classe, ogni volta più cospicua, è destinata all’emarginazione.
Il capitalismo è oggi un meccanismo di distruzione di posti di lavoro.
Poiché la sua voracità non ha limiti, anche il capitalismo opta per condannare popoli e continenti interi alla miseria estrema. Tale è il caso dell’Africa, dove il saccheggio neocoloniale e l’imperialismo selvaggio continuano a rendere impossibile ogni speranza di futuro per i suoi popoli, solo un cambiamento di sistema aprirà loro un verso speranza. Lo sviluppo disuguale, come strategia consustanziale al capitale per mantenere il suo tasso di guadagno, fa sì che oggi un 15 % della popolazione mondiale disponga di un 80 % della ricchezza del pianeta. L’imperialismo non può permettere lo sviluppo di altri paesi in modo autonomo, perché ciò squilibra seriamente la sua dominazione.

Storicamente, il capitale ha risolto la sua crisi con le guerre. Oggi il capitalismo è arroccato nella “guerra permanente” come necessità obiettiva per l’accumulazione di capitale; questo stato di guerra accompagnerà il capitalismo fino alla sua scomparsa come formazione sociostorica. Per ciò Il capitalismo si distingue nel predare e rapinare come metodo inevitabili per l’appropriazione di materie prime e risorse naturali. Il caso dell’occupazione yankee dell’Iraq continua ad essere il più paradigmatico.

Questa guerra permanente implica una spesa immensa in armamento e mantenimento di eserciti e servizi segreti. La spesa militare è di tale ampiezza che basterebbe la sua cancellazione per modificare radicalmente la contabilità di qualunque paese, ottenendo un significativo credito del PIL per essere destinato ad altri usi prioritari. Tuttavia, a medio e a lungo termine, quelle spese miliardarie in strumenti di morte sono un’autentica zavorra che non sparisce.

Inoltre, l’estensione mondiale delle relazioni di produzione capitalista e le relazioni di mercato implicano un alto rischio di collasso ecologico. Oggi il capitalismo rilancia alla natura una quantità di residui superiori a quelli che il ciclo naturale è capace di assimilare. Lo sperpero e la spoliazione delle risorse naturali sono consustanziali ad un mercato per cui diventa imprescindibile creare necessità artificiali e produrre merci superflue. La società consumistica rende impossibile l’equilibrio tra capitale e natura.


Strategie di dominazione del capitale

In questo contesto, l’esercizio violento e diretto della dittatura del capitale sta diventando sempre di più visibile, il sistema non deve più mascherare tanto la sua violenza con aspetti “democratici” come poche decenni fa, e, contemporaneamente, i livelli di repressione nei confronti di coloro riconoscono quella violenza e reagiscono, sono di conseguenza maggiori che in passato.

È altrettanto certo che le strategie del sistema di dominazione per mantenere e perpetuare l’alienazione delle masse popolari continuano ad essere molto efficaci, e sono ancora una maggioranza opprimente, coloro che si mostrano incapaci di saltare al di sopra dei limiti e norme del sistema sociale vigente, o addirittura vi si adattano come efficacíssimi riproduttori dello stesso.

I meccanismi di legittimazione dell’ideologia dominante sono molto potenti ed ostacolano la ricerca di alternative dei limiti del sistema  Perciò, possiamo affermare che la battaglia ideologica diventa un elemento centrale della lotta politica delle organizzazioni rivoluzionarie. La necessità di organizzazioni rivoluzionarie, con un forte bagaglio politico-ideologico, sono oggi più necessarie che mai. 

Il discorso della lotta al terrorismo che ha sostituito quello della lotta contro il comunismo dei tempi della guerra fredda, è consustanziale alla riproduzione allargata del capitale, e ha come obiettivo dare copertura al maggiore grado di violenza di cui il capitale ha bisogno di esercitare per tentare di mantenere il suo tasso di guadagno. L’imperialismo, con una campagna di enorme intensità, riesce a mantenere importanti consensi sociali che gli permettono di legittimare le nuove cornici di restrizione di libertà e diritti in tutto il pianeta. I servizi segreti, il controllo poliziesco ed i meccanismi di sottomissione di ogni forma di dissidenza si perfezionano. La democrazia formale che era stato fino ad ora il viso “gentile” del capitalismo centrale cede il passo allo Stato poliziesco e militare come forma storica concreta del sistema di dominazione.

La risposta popolare avanza e si fortifica

La risposta dei popoli e di importanti settori della classe lavoratrice, a dispetto di tutto, ha continuato ad esistere sotto forma di scioperi importanti ed altre mobilitazioni per i diritti nel mondo del lavoro; grandi mobilitazioni settoriali in terreni come quello della difesa delle risorse naturali e di fronte alla contraddizione ecologica; lotte pacifiche o armate contro l’oppressione nazionale; movimenti popolari organizzati di studenti, donne, indigeni; mobilitazioni mondiali contro la guerra... Si rafforzano i livelli di coordinazione internazionale di queste lotte, in generale, benché il movimento operaio sembri avviarsi verso qualcosa di arretrato rispetto ad altre espressioni di mobilitazione popolare. Gli ultimi sforzi che sta realizzando la Federazione Sindacale Mondiale nella direzione di trasformarsi in relativo agglutinante del sindacalismo di classe ci dà, in ogni caso, motivi per l’ottimismo.
Tutto ciò, insieme ad esperienze rivoluzionarie consolidate o incipienti (Cuba, Venezuela, Corea del Nord, Vietnam, Cina...) che servono da contraltare al sistema attuale di dominazione.


Il ruolo delle organizzazioni comuniste

Questi ampi movimenti sociopolitici che hanno un ambito di sviluppo mondiale, stanno propiziando l’avanzamento della coscienza delle masse davanti alla barbarie capitalista. Dal campo rivoluzionario si deve partecipare con l’obiettivo di orientare le sue attuazioni sulla linea del confronto antimperialista.

Per la lotta rivoluzionaria mondiale, dobbiamo dotarci di un programma di priorità per organizzare le masse e la classe. Un programma che proponga un nuovo modello di società mondiale. Per la sua elaborazione, dobbiamo stabilire alvei di collaborazione e coordinazione tra le forze comuniste di tutto il pianeta. Questo programma sarà il frutto del potenziamento di riunioni annuali come questa; dell’applicazione degli accordi prese in esse, come la concezione di riunioni regionali o continentali e la proposta di dibattiti monografici che permettano posizioni comuni; il potenziamento del gruppo di lavoro accordato l’anno scorso, l’avviamento del fondo di solidarietà, la convocazione unitaria di risposte davanti a determinate congiunture, l’elaborazione di documenti congiunti usando le nuove tecnologie… Tutto ciò continuerà a fare la sua strada affinché in un futuro esista una nuova struttura di coordinazione comunista adattata alla nostra realtà storica, capace di essere propulsore della lotta frontale contro il capitalismo mondiale ed erede delle nostre migliori tradizioni.

Oggi per questo avanzamento non esistono che i limiti posti dalle nostre stesse organizzazioni . Un’iniziativa audace e concreta, è la risposta di cui ha bisogno oggi la classe operaia internazionale dalle organizzazioni rivoluzionarie.
Alcune parole d’ordine basilari su grandi contraddizioni del sistema, devono essere le bandiere di un forte movimento antimperialista mondiale che lavori con l’obiettivo strategico della costruzione del socialismo come unica alternativa di futuro per l’umanità:

- Opposizione ad ogni aggressione militare ai popoli e alla classe.
- Smantellamento delle istituzioni finanziarie internazionali: FMI, BM, OMC, etc.
- Creazione di nuove forme di relazione tra le economie.

- Pagamento del debito storico che i paesi del centro hanno coi paesi depredati, tanto per il colonialismo che per le relazioni economiche attuali. Fine dello scambio disuguale.
- Fine di ogni forma di sfruttamento che faccia perpetuare la fame, l’analfabetismo, le malattie di massa.
- Progressiva laicità mondiale, tanto nell’insegnamento e nella cultura quanto nel ruolo delle religioni nella realtà politica. Totale indipendenza del potere politico dalle religioni.
- Lotta per l’autonomia alimentare. Coordinamento del movimento contadino mondiale
- Per la proprietà collettiva delle conoscenze schientifiche
- Per la sostenibilità ambientale
- Per la sovranità nazionale. Diritto di autodeterminazione dei popoli
- Per una società mondiale di cittadini e cittadine liberi e uguali in tutti gli aspetti della vita

Traduzione dallo spagnolo del Ccdp