www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 08-12-05

fonte SolidNet, 28/11/05 - http://www.solidnet.org
da
del CP dell'India (Marxista) - http://www.cpim.org, mailto:cpim@vsnl.com

Atene 18-20 Novembre, 2005
Meeting Internazionale dei Partiti Comunisti


“Le attuali tendenze del capitalismo e il loro impatto economico, sociale e politico. Le alternative dei comunisti”


Documento del CPI (M)

Atene, 18-20 novembre 2005

Cari Compagni

Il Partito Comunista dell'India (Marxista) è lieto di partecipare a questa riunione di comunisti e laburisti convenuti da tutto il mondo ad Atene. Il CPI(M) ringrazia il Partito Comunista della Grecia che organizza questo evento ogni anno.

La globalizzazione, come è detta l’attuale fase dello sviluppo capitalista mondiale, è uno sviluppo che può essere compreso soprattutto sulla base delle leggi interne e delle dinamiche del funzionamento del sistema economico capitalista. Karl Marx, nella sua opera fondamentale, Das Kapital, ci aveva mostrato come lo sviluppo del capitalismo conduca alla concentrazione e all’accentramento di capitale in alcune mani. Come risultato di questa legge, vengono accumulate enormi somme di capitale. Che poi, devono essere disposte a trarre i profitti che sono la raison d'etre del sistema.

Verso la fine del XX secolo, più specificamente negli anni 80, questo processo d'accentramento condusse a livelli giganteschi di accumulazione di capitale. L'inizio degli anni 90 vide crescere a grandi balzi l’internazionalizzazione del capitale finanziario. Nel 1993, la riserva globale dei principali derivati fu valutata essere di oltre $20 miliardi. Di conseguenza, questo capitale finanziario mobile a livello globale ha acquisito dimensioni senza precedenti. Alla svolta del XXI secolo, il giro globale nelle transazioni finanziarie è stato valutato sui $400 biliardi; pari a 60 volte il commercio globale annuale di beni e servizi, valutato circa $7 biliardi.

Questo enorme capitale finanziario accumulato richiede un ordine mondiale che non ponga assolutamente alcuna restrizione al suo movimento globale alla ricerca di profitti speculativi predatori.

Simultaneamente, anche l'enorme accumulazione di capitale che ha luogo con le società multinazionali- il patrimonio di alcune delle quali supera il Pil combinato di molti paesi in via di sviluppo- crea le condizioni che richiedono la rimozione di tutte le restrizioni al movimento di questo capitale industriale alla ricerca di super profitti. Pressioni simili sviluppano anche la rimozione di ogni sbarramento commerciale e tariffa di protezione.

Così, le leggi dello sviluppo capitalista creano automaticamente le condizioni oggettive per l’attuale fase di globalizzazione, il cui scopo essenziale è rompere tutte le barriere per il movimento dei capitali e collegare le economie dei paesi in sviluppo al guadagno di super profitti guidato dalle multinazionali. Questo cerca di realizzare la trimurti globale, cioè Fmi, Banca Mondiale e Wto. L'obiettivo che emerge chiaramente è quello di perseguire la ricolonizzazione economica dei paesi in sviluppo o del terzo mondo.

Questi sforzi sono stati ulteriormente intensificati dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 negli Stati Uniti. Lo slogan della "guerra contro il terrorismo" sostituisce oggi quello "contro il Comunismo" della Guerra Fredda imperialista, come scusa e pretesto per intervenire militarmente in paesi indipendenti e sovrani, per anteporre gli interessi egemonici degli US. La guerra contro l’Iraq e la sua occupazione da parte degli US è l’espressione più arrogante di questa tendenza.

Mentre l’imperialismo cerca di realizzare questi obiettivi, vanno evidenziati certi altri aspetti della globalizzazione. E’ importante sottolineare il fatto che per la massa dell’umanità, la globalizzazione non significa nient’altro che un maggior disagio e sfruttamento.

- Primo, la globalizzazione è accompagnata dall'utilizzo di un’ampio sviluppo degli avanzamenti scientifici e tecnologici non a beneficio delle grandi masse dell’umanità ma per rafforzare il saccheggio rapace per maggiori profitti. La natura dello sviluppo capitalista è basata in modo crescente su tali avanzamenti che permettono la continua sostituzione di esseri umani con macchine. Il risultato netto, mentre si realizza una modesta crescita, è che questa è prodotta senza generare lavoro e riducendo nei fatti, le sue future potenzialità. Questo è il fenomeno della "crescita della disoccupazione".

- In secondo luogo, questa fase della globalizzazione è accompagnata da un sensibile aumento delle ineguaglianze. Questo è vero sia tra i paesi sviluppati, sia tra quelli in sviluppo, sia tra i paesi ricchi sia tra quelli poveri. Questo è completamente illustrato dal fatto che l’insieme dei patrimoni di 358 miliardari nel mondo è maggiore della somma del Pil annuale dei paesi che costituiscono 45% della popolazione mondiale. La quota del 20 % della popolazione più povera del mondo è scesa dell’1%, rispetto l’1,4% nel 1991.

- La terza caratteristica è che un impoverimento così esteso della grande maggioranza della popolazione del mondo significa la contrazione della loro capacità di essere consumatori dei prodotti che questa economia globalizzata produce. E questo rende l'intero processo di globalizzazione semplicemente insostenibile. 

L’enorme crescita della mobilità del capitale finanziario internazionale aveva creato illusioni che questa bolla avrebbe potuto gonfiare all’infinito. Essendo scoppiata, ha infranto molte delle illusioni create da questa "ricchezza virtuale". Tutte le borse nel mondo, incluso il famigerato Nasdaq, hanno sofferto i massimi tracolli a metà del 2001. Prima dell’11 Settembre; e adesso sarebbe solamente un’opera ponderata tentare di collegare la recessione globale con gli attacchi terroristi. Visto che la "guerra contro il terrorismo" ha sostenuto in qualche modo degli investimenti pubblici, particolarmente nell'industria degli armamenti, data la guida aggressiva ed egemonica degli US.

L’unica via dell’imperialismo per cercare di sostenere questo ordine insostenibile di sfruttamento è di intensificare la propria egemonia politica e militare. I costi della crisi economica saranno certamente spostati sul popolo che sta già gemendo sotto l'attacco della globalizzazione. In questo contesto, è pertinente ricordare quello che disse Marx in Das Kapital. "Per un profitto adeguato, il capitale è molto determinato. Un 10% certo assicurerà in ogni caso il suo lavoro; il  20% certo produrrà ansia; il 50% audacia positiva; il 100% lo renderà pronto a calpestare tutte le leggi umane; e per il 300%  non c'è un crimine per il quale avrà scrupoli, né un rischio che non correrà, anche la possibilità che il suo proprietario sia impiccato."

Così, quello che aspetta l’umanità è una nuova ondata di assalti furiosi. A meno che, chiaramente, il movimento popolare contro la globalizzaione che negli ultimi anni sta rapidamente crescendo, raggiunga livelli in grado di arrestare e invertire questo processo. Ma ciò può essere possibile solamente se un'alternativa al sistema capitalista emergesse come obiettivo per realizzare libertà ed emancipazione. La storia ha mostrato ripetutamente che nessun grado di riforma del sistema capitalista può eliminare lo sfruttamento che è insito nello stesso processo di produzione del sistema. Deve essere posto in essere un sistema politico e socio-economico alternativo, che può essere solamente il socialismo. All’umanità, quindi, la scelta. Come disse Rosa Luxembourg molte decadi fa- e Fidel Castro dice oggi: questa scelta è tra socialismo o barbarie.

Comunque, il successo della lotta per il socialismo, che dipende principalmente dalla forza dei movimenti popolari di massa, dovrà anche trarre lezioni dalle esperienze passate ed adeguarsi al mutamento delle situazioni.
Confrontandosi con le attuali sfide, i paesi socialisti hanno intrapreso un processo di riforma, specifico alla situazione concreta dei relativi paesi. Particolarmente nella situazione presente dove  correlazioni internazionali favoriscono l’imperialismo con il suo monopolio virtuale sul capitale e la tecnologia, i paesi socialisti sono impegnati in grandi sforzi per sviluppare le forze produttive per consolidare il socialismo. Ciò ha generato preoccupazione e dibattito fra i sostenitori del socialismo in tutto il mondo. Mentre queste riforme hanno portato alcuni paesi, come la Cina, alla rapida crescita economica, sono anche sorti nuovi problemi.
Il trionfo della rivoluzione socialista in Russia (e poi, dopo la sconfitta del fascismo nella seconda guerra mondiale, nell'Europa Orientale relativamente meno sviluppata; nella Cina semi-feudale e semi-coloniale; nella Corea del Nord; nel Vietnam e a Cuba) non produsse, ne avrebbe mai potuto farlo, una trasformazione automatica delle economie arretrate e  un passaggio del basso livello delle forze produttive in alto livello (più alto di quello del capitalismo) dei mezzi di produzione socialisti.

Ai fini della nostra discussione, comunque, va notato che ogni rivoluzione socialista, basata su un'analisi concreta delle condizioni reali, ha lavorato cercando di sviluppare rapidamente le forze produttive. Come ciò possa essere fatto dipende dalle realtà concrete affrontate dalle specifiche rivoluzioni, sia nazionalmente sia internazionalmente.

Lenin stesso notò, nel IV anniversario della Rivoluzione d'Ottobre: "Portati sulla cresta dell'onda dell’entusiasmo, stimolando prima l’entusiasmo politico e poi quello militare del popolo, dobbiamo portare a termine i compiti economici con la stessa grandezza con cui abbiamo portato a termine i compiti politici e militari, contando direttamente sullo stesso entusiasmo. Noi ci aspettavamo- o sarebbe forse più giusto dire che noi presumevamo, senza avere fatto un’adeguata analisi- che saremmo stati capaci di organizzare la produzione e la distribuzione statale dei prodotti su linee comuniste in un paese piccolo-contadino direttamente, come ordinato dallo stato proletario. L'esperienza ha provato che avevamo torto. Pare che siano necessari diversi passaggi di transizione- capitalismo di stato e socialismo- per preparare, in molti anni di tentativi, la transizione al Comunismo. Non contando direttamente sull’entusiasmo ma aiutati dall'entusiasmo prodotto dalla grande rivoluzione, e sulla base dell’interesse personale, dell’incentivo personale e sui principi degli affari, noi dobbiamo prima mettere a lavorare questo paese piccolo-contadino per costruire solidi passaggi al socialismo attraverso il capitalismo di stato. Altrimenti non raggiungeremo mai il Comunismo, non porteremo mai molti milioni di persone al Comunismo. Questo è ciò che l’esperienza, il corso obiettivo dello sviluppo della rivoluzione, ci ha insegnato." (Lenin, Raccolta di Lavori)

E procede affermando: "Il capitalismo è una sventura comparato al socialismo. Ma il capitalismo è un vantaggio comparato al medievalismo, alla piccola produzione e alla cattiva burocrazia generata dalla dispersione dei piccoli produttori. Finché noi restiamo incapaci di passare direttamente dalla piccola produzione al socialismo, un po’ di capitalismo è inevitabile come elementare prodotto della piccola produzione e dello scambio; quindi dobbiamo utilizzare il capitalismo (dirigendolo particolarmente nel canali del capitalismo di stato) come collegamento intermedio tra la piccola produzione ed il socialismo, come un mezzo, un percorso, un metodo per incrementare le forze produttive." (Lenin, Raccolta di Lavori)

Ma questo significa la restaurazione di capitalismo? A questo Lenin risponde piuttosto candidamente durante il periodo del NEP (nuova politica economica): "Vuole dire che, in una qualche misura, noi stiamo ricreando il capitalismo. Lo stiamo facendo abbastanza apertamente. È capitalismo di stato. Ma il capitalismo di stato in una società dove il potere appartiene al capitale e il capitalismo in un stato proletario, sono due concezioni diverse. In uno stato capitalista, il capitalismo di stato vuole dire che è riconosciuto dallo stato e da questo controllato a beneficio della borghesia ed a detrimento del proletariato. Nello stato proletario, la stessa cosa è fatta per il beneficio della classe operaia, allo scopo di resistere alla borghesia ancora forte e di combatterla. Va senza dire che noi dobbiamo accordare concessioni alla borghesia straniera, al capitale estero. Senza sottrarci alla denazionalizzazione, noi affitteremo miniere, foreste e pozzi petroliferi a capitalisti stranieri, e riceveremo in cambio manufatti, macchinari, ecc., e così ripristineremo la nostra propria industria." (Lenin, Raccolta di Lavori)

Il futuro è il Socialismo

Mentre l’umanità entra nel terzo millennio, la situazione che stiamo affrontando è che l’imperialismo sta preparandosi a sferrare una nuova offensiva contro la maggioranza della popolazione del mondo. Come risultato di questi tentativi dell’imperialismo, si stanno intensificando in tutto il mondo le principali contraddizioni sociali- tra imperialismo e socialismo; tra imperialismo ed i paesi del terzo mondo; nei paesi imperialisti tra di loro; tra lavoro e capitale nel mondo capitalista.

Tra queste, occupa il posto centrale la contraddizione tra imperialismo e socialismo, essendo il socialismo l'unica alternativa ad imperialismo e capitalismo. Nessun grado di riforma del capitalismo potrà renderlo un sistema scevro da sfruttamento. La sola via di liberazione da questo sfruttamento è instaurare un sistema socialista.

Comunque, nel contesto immediato, con l’imperialismo che si prepara per una nuova offensiva, la contraddizione tra l’imperialismo ed i paesi del terzo mondo è costretta ad intensificarsi rapidamente e a venire in prima linea.

Gli ultimi anni hanno visto crescere la protesta contro la globalizzazione, così come contro gli interventi militari degli Stati Uniti, a seguito dei loro tentativi di rafforzare la loro egemonia globale. Le proteste globali che vanno da Seattle a Genova; i richiami internazionali dalle organizzazioni sindacali per protesta contro il Wto; la crescente partecipazione al Social Forum Mondiale (Wsf); le lotte e la resistenza congiunta in molti paesi del terzo mondo, ecc. hanno caratterizzato questo periodo. Stanno emergendo anche altre forme più nuove di lotta.

Questo periodo ha visto anche il rafforzamento del processo di raggruppamento delle forze Comuniste nelle varie parti del mondo. Si sono anche rafforzati i vari raggruppamenti regionali delle forze Comuniste, di Sinistra e progressiste come il Forum Sao Paulo che tiene unite le forze della Sinistra nell'America. Questo periodo ha anche visto una crescente interazione fra i partiti Comunisti ed una maggior quantità di occasioni di raduni internazionali dei Comunisti.

Molto di tutto questo ha comunque una natura difensiva, in difesa dei diritti che vengono  rapidamente erosi. La lotta contro il potere del capitale deve intensificarsi e svilupparsi, il che non vuol dire che l’avanzata delle forze Comuniste sia automatica. Ma le condizioni oggettive aprono la possibilità ai Comunisti di poter utilizzare il rafforzamento del movimento popolare per porre fine ad un sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ricade sulle nostre spalle la responsabilità di rafforzare il fattore soggettivo- la lotta ideologica rivoluzionaria condotta dalla classe operaia, insieme alle altre classi sfruttate ed il suo intervento decisivo sotto la guida di un partito legato al Marxismo-leninismo. È imperativo utilizzare la situazione oggettiva e intervenire per far avanzare il movimento per l'emancipazione sociale. Questo avanzamento nel contesto immediato dovrà lavorare per la convergenza di una protesta globale anti-guerra e dei movimenti di tutto il mondo anti-globalizzazione in un poderoso movimento popolare antimperialista.

Il XVIII Congresso del CPI(M), nel suo rapporto Politico-Organizzativo, nota:

"La lotta per un ordine socialista alternativo deve essere basata sulla trasformazione rivoluzionaria dell'ordine esistente. Ciò, a sua volta, richiede l’impegno delle forze rivoluzionarie con le realtà esistenti nel mondo con il solo obiettivo di cambiare il rapporto di forze a favore del socialismo. Questo processo di trasformazione rivoluzionaria deve essere basato su questo impegno e non su un pensiero velleitario di fuga dalle realtà esistenti. L’intera storia del movimento rivoluzionario condotta dalla classe operaia è la storia di tale incontro con le realtà esistenti in ordine a plasmare le forze reali richieste per stabilire l’alternativa nel socialismo".

E’ questa l'unica via possibile per l’umanità di salvarsi dall'essere sommersa dalla prospettiva della barbarie. A coloro che sostengono che non vi sia alcuna alternativa alla globalizzazione, rispondiamo che l'alternativa c’è, è il socialismo.

Traduzione dall’inglese Bf