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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 08-12-08 - n. 253
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Il socialismo è l'alternativa dei popoli alla crisi strutturale del capitalismo
Contributo del Partito dei Comunisti del Messico all'Incontro dei Partiti Comunisti ed Operai tenuto a San Paolo, Brasile, pronunciato dal compagno Pável Blanco Cabrera
Compagni,
Questo decimo Incontro dei Partiti Comunisti ed Operai mostra il vigore del nostro movimento. Sono passati gli anni in cui i discorsi trionfali dell'imperialismo annunciavano il rigor mortis del marxismo-leninismo e dei partiti della classe operaia.
Vogliamo ringraziare il Partito Comunista del Brasile per la preparazione di quest’appuntamento. Questo Incontro di San Paolo, in America, è anche indicativo del fatto che la classe operaia ed i popoli del nostro Continente sono sul piede di guerra, che si ribellano contro il sistema capitalista, e che, in differenti condizioni, con diversi metodi e forme, lottano per far cessare lo sfruttamento ed il ladrocinio, per conquistare, come proclamò lo storico Incontro dei partiti comunisti ed operai dell'America Latina e dei Caraibi riuniti all'Avana nel 1975, la seconda e definitiva indipendenza.
Non è solo la crisi del neoliberalismo, dell'architettura finanziaria, bensì la crisi strutturale del sistema capitalista
In quest’occasione il tema dell'Incontro è vasto. Esiste tuttavia una caratteristica fondamentale: la crisi. Benché le sue prime manifestazioni siano state nel campo finanziario, sappiamo che essa presenta le caratteristiche di una crisi di sovrapproduzione. Il primo indizio è il fallimento monetario, la speculazione monetaria, l'esigenza da parte dei creditori del pagamento dei debiti; le borse valori, i banchieri e gli speculatori cadono nel panico; il fallimento raggiunge le piccole imprese; i magazzini strapieni di merci che non sono acquistate; la chiusura delle imprese abbandona gli operai alla disoccupazione; si diminuisce la produzione; sopraggiunge la depressione, la stagnazione; si abbassano i salari ed aumenta l'intensità del lavoro. Le crisi nel capitalismo, come sappiamo, sono inevitabili perché generate dalla contraddizione fondamentale di questo sistema: l'antagonismo tra il carattere sociale della produzione e la forma capitalista privata di appropriazione del prodotto.
Quella in corso ha la peculiarità di essere la prima a colpire in modo devastante le posizioni più controrivoluzionarie della fine del XX Secolo, quando di fronte alla dissoluzione dell'URSS si proclamava il capitalismo come la fine della storia; quando si presentava il libero commercio, il mercato, come il motore della società. Allora il neoliberalismo, vale a dire la ristrutturazione capitalista, spinse verso la diminuzione del ruolo dello Stato in economia, riducendo il pubblico nei confronti del privato. La mano invisibile era la soluzione. Oggi quei discorsi, come l'indice di borsa, sono svaniti. Si difende l'intervento dello Stato, la regolazione delle transazioni, il controllo dei cambi, e gli stessi portavoce del capitalismo parlano di fallimento del neoliberalismo. Esigono un cambiamento di modello per preservare il sistema. Per i comunisti è un dovere, in queste circostanze, smascherare i discorsi degli ideologi del capitale e dei loro soci socialdemocratici che pensano che la sostituzione del neoliberalismo con il neokeynesismo porterà qualcosa di buono all'umanità, alla classe operaia ed ai popoli. Si raggiunge l’assurdo quando si pensa che un maggiore intervento dello Stato in economia, nel quadro della proprietà privata dei mezzi di produzione, del dominio dei monopoli, sia qualcosa di positivo; dobbiamo confrontarci con quest’argomento ideologico che porta le masse a continuare ad illudersi e a non aderire alla lotta.
Un altro argomento negativo è quello del postcapitalismo; come se la crisi da sola possa provocare il crollo del sistema. Pensare all'alternativa senza prima concentrarsi sulla strategia, sulla tattica della classe e dei popoli contro i loro sfruttatori, disprezzando il ruolo del partito marxista-leninista come portatore di un contributo fondamentale all'organizzazione della rivoluzione. Pensare ad un mondo nuovo senza progettarne la rottura, con tutte le sue conseguenze, può essere un compito per pensatori, ma non è ciò che ci si aspetta dai rivoluzionari.
Diverso è il caso delle forze appartenenti al campo dell'anticapitalismo. Si tratta qui di identificare il sistema come responsabile della barbarie, dell'insieme dei problemi del popolo e dei lavoratori. Identificare il nemico e combatterlo da posizioni militanti, politicizzando le lotte; è in questo quadro che noi agiamo, come comunisti del Messico.
Il dibattito sul socialismo
Il significativo avanzamento del processo di liberazione in Venezuela genera aspettative incoraggianti; è il caso della proposta di "Socialismo del XXI Secolo". Questa, va detto in conformità con i nostri principi, è una proposta distante da quella che sosteniamo come marxisti-leninisti:
a) Non parte dalla maturazione delle condizioni oggettive che generano le contraddizioni fondamentali del capitalismo, aspira persino a coesistere con esso e le sue istituzioni.
b) Non riconosce il ruolo del proletariato, della classe operaia e dei suoi alleati, i principali interessati a seppellire il capitalismo, bensì riceve l'influenza dei concetti dell'opportunismo, come quello di "moltitudine" di Toni Negri
c) Scredita il ruolo del partito di classe, del partito comunista, ed opta per partiti interclassisti che si sviluppano nel contesto della vecchia lotta politica, vale a dire solo a fini elettorali.
d) Discredita la costruzione socialista in URSS ed in Est Europa, condannandola, facendo da eco alla critica anticomunista.
Già nella loro epoca, furono Carlo Marx e Federico Engels ad annotare che non sempre l'espressione "socialismo" indica gli obiettivi emancipatori delle classi oppresse, perfino il capitolo Letteratura socialista e comunista del Manifesto ha questo fine.
Nel contesto di un giusto dibattito, dobbiamo combatterlo senza concessioni. Il rovesciamento del capitalismo nella sua fase imperialista è una lotta dura, intensa, che esige sacrifici, che esige organizzazione e la scientificità del materialismo dialettico e del materialismo storico. Sarà opera delle masse dei lavoratori, dei contadini; non di padroni buoni.
Un lavoro paziente ma senza sosta ci attende sul terreno dell'ideologia dopo anni di offensiva contro il marxismo. È pur vero che, come mode superate, si sono arenate le tesi riformiste, opportuniste, dell'Impero di Negri, del movimentismo neo-bernsteiniano, della non presa del potere di Holloway, de La fine del lavoro, dei soggetti emergenti. La perdita d’intensità di queste idee non annulla la loro nociva influenza, che si aggiunge alle nuove mode ideologiche.
Nuove manifestazioni dell'anticomunismo
Oggi, la crociata ideologica anticomunista del capitale si esprime in fenomeni che denunciamo da tempo. La condanna al terrorismo, come facciamo notare dal 2001, è una condanna cinica, perché la sua principale manifestazione è il terrorismo di Stato praticato dall'imperialismo in Yugoslavia, Iraq ed Afghanistan, apertamente e con decine di operazioni in scala minore nei vari paesi; la stessa pratica del terrorismo è seguita dagli Stati borghesi contro le lotte di classe e popolari, criminalizzando i movimenti sociali, condannandoli e reprimendoli, come in Messico nel caso di San Salvador Atenco, Oaxaca e recentemente Xoxocotla.
Un passo avanti nel terrorismo di Stato è stato il bombardamento contro il campo delle FARC-EP in cui si trovava il Comandante Raúl Reyes. Come sappiamo, a ciò seguì una violenta campagna internazionale, dell'imperialismo nordamericano, del narco-fascista Uribe e di strumenti come Interpol, DEA, Grupo de Diarios América (GDA), la Organización Demócrata Cristiana de América (ODCA) e di gruppi fascisti, campagna chiaramente anticomunista, di criminalizzazione dell'internazionalismo proletario e della solidarietà tra i popoli.
Questo è un palese ritorno al maccartismo; l'intensità dell'attacco militare, ideologico e politico contro le FARC-EP si spiega con la sua natura di partito comunista in lotta per la Rivoluzione Colombiana. Mai, negli ultimi anni, una forza rivoluzionaria era stata fatto oggetto di una crociata tanto nauseabonda. La crociata santa si spinge oltre, pretendendo di toccare i principi fondamentali del marxismo-leninismo, perché assolutizza come unico metodo di lotta l’adattamento alla democrazia borghese, in cui il monopolio della violenza in mano alle forze reazionarie condanna come crimine il diritto storico dei popoli a ribellarsi. Di più ancora, una gigantesca provocazione mira alla persecuzione dei comunisti e di altre forze rivoluzionarie, basata su presunte tracce informatiche. È molto chiaro il coordinamento internazionale tra gruppi di polizia nazionali ed internazionali, i mezzi di comunicazione, i governi e le forze reazionarie che, con l’alibi della lotta contro il terrorismo, combattono i comunisti, le organizzazioni rivoluzionarie ed antimperialiste. Perciò riteniamo si debba in questo senso mantenere la lotta ideologica oltre che non fare pericolose concessioni come accettare il discorso antiterrorista.
Condanniamo il linciaggio contro il compagno Carlos Lozano, membro della direzione del Partito Comunista Colombiano e direttore del periodico Voz.
La campagna ha raggiunto il Messico; da Marzo i giornali borghesi portano avanti attraverso le loro colonne il linciaggio del Partito dei Comunisti, esigendo dal governo l'adozione di misure giudiziarie e repressive.
Indipendentemente dai costi da pagare, noi restiamo convinti della solidarietà politica, ora più che mai, con le FARC-EP, col popolo colombiano per la pace con giustizia e dignità.
La collaborazione tra i partiti comunisti ed operai è una necessità inevitabile
L'epoca, le turbolenze, l'internazionalizzazione dei costi ci spingono ad andare oltre l'Incontro, verso un coordinamento regionale, continentale e mondiale dei partiti comunisti, ampliando la collaborazione con le forze rivoluzionarie e progressiste, incominciando però ad articolare una strategia comune, con una base ideologica e programmatica. Bisogna osare, senza esporsi ai pregiudizi delle esperienze negative. Il comunismo nacque come partito internazionale.
Brevemente sul Messico
Le peculiarità della lotta in Messico sono l'aumento della ribellione popolare e la risposta repressiva dello Stato, che militarizza la vita nazionale in concorso con l'imperialismo nordamericano. Iniciativa Mérida o Plan México rappresentano il rafforzamento dell'Esercito e dei corpi repressivi polizieschi e paramilitari, la fascistizzazione della giustizia e la criminalizzazione della lotta popolare.
Si mantiene l’accerchiamento militare contro i popoli zapatisti, si reprime violentemente lo sciopero degli insegnanti nel Morelos, si mantiene il razzismo contro i popoli indios, si oltraggia il movimento operaio.
Ma la repressione non intimorisce né la classe operaia, né il popolo, né le organizzazioni anticapitaliste. Cresce la lotta ed il protagonismo del Partito dei Comunisti a fianco dei minatori di Pasta de Conchos, degli operai e lavoratori, dei contadini.
In questo quadro si realizzeranno le commemorazioni dei 90 anni della Sezione Messicana dell'Internazionale Comunista, a novembre del 2009.
Il comunismo è l'alternativa storica
Ancora, più che mai, di fronte alla crisi del capitalismo, di fronte alla bancarotta del sistema, di fronte alla guerra imperialista, di fronte alla devastazione ambientale, contro lo sfruttamento, la spoliazione, il razzismo e la repressione, vale la rossa proposta comunista di Marx, Engels e Lenin: Proletari di tutti i paesi, unitevi!