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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 15-12-08 - n. 254
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
10° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, San Paolo, Brasile.
Contributo del Partito Comunista dei Popoli di Spagna - PCPE
Compagni:
In primo luogo intendo congratularmi con il PCdoB per l'eccellente risposta alla sfida rappresentata dall'organizzazione del 10° Incontro e ringraziare per la fraterna accoglienza.
Le congratulazioni vanno anche ai partiti del Gruppo di Lavoro per aver realizzato i compiti preparatori all’incontro, che ci hanno permesso di disporre di testi elaborati collettivamente e ricevuti con anticipo.
Porto anche ai partiti presenti, il saluto combattivo del Comitato Centrale e dei militanti del Partito Comunista dei Popoli di Spagna.
Per stare nel tempo concesso, sintetizzo il tema della caratterizzazione della crisi poiché [la nostra valutazione] coincide nella sostanza con quanto descritto dal compagno Echegaray (Segretario generale del PC di Argentina): è una crisi globale del sistema con molteplici aspetti, da quello indicato come crisi finanziaria, che non è altro che il fallimento dell'economia d'azzardo, speculativa, che rappresenta oltre l'80% delle transazioni internazionali del mondo capitalista, alla crisi dell'economia reale o produttiva, passando per la crisi alimentare ed energetica.
Ma bisogna chiarire che non si tratta della crisi del modello neoliberale, come pretendono alcuni, bensì di una crisi globale del sistema capitalista, di cui il neoliberalismo non è nient’altro che la sua espressione negli ultimi decenni. Ciò che è in questione è il modello di produzione e di sfruttamento capitalista, non una delle sue forme di sviluppo.
Questa crisi non significa necessariamente la fine del capitalismo, sarebbe ingenuo pensare che chi detiene il potere economico e politico, rimanga inerte a guardare il crollo del sistema di dominio. Cercheranno una via d'uscita dalla crisi probabilmente aumentando il livello di barbarie. Questa via comperterà probabilmente un maggiore intervento dello stato nella gestione della crisi, attraverso la predisposizione di misure necessarie, ivi comprese le modifiche al quadro giuridico che consentiranno di perseverare nel processo di accumulazione e concentrazione capitalista senza grandi scossoni, facendo ricadere le conseguenze sui lavoratori e i popoli.
E per questo verrà impressa maggior velocità al processo di deregolamentazione dei mercati del lavoro, attaccheranno il diritto di contrattazione collettiva, pretenderanno la liquidazione dei diritti democratici compresi quelli formali, amplieranno le politiche belliciste e cercheranno di accentuare la dipendenza e la subordinazione dei paesi del cosiddetto terzo mondo, soprattutto quando detentori di materie prime strategiche.
Ma il nostro compito, il compito dei comunisti oggi, è di evitare od ostacolare, per quanto possibile, che ci venga imposta questa soluzione, anche sfruttando il fatto che questa crisi mette in luce il volto sinistro del sistema di sfruttamento e rende palesi le sue contraddizioni; occorre lavorare per accrescere la coscienza della classe operaia, fortificando le posizioni di classe delle sue organizzazioni sindacali, articolare larghi fronti di forze popolari, progressiste e anticapitaliste in linea con la formazione di un Fronte Mondiale Antimperialista, e far recuperare alle idee del comunismo il terreno perduto, rafforzando le nostre organizzazioni, la loro capacità di intervento e di lotta, e incrementando il nostro coordinamento.
A tal proposito, facendo nostre le parole del compagno Iturralde (Segretario generale del PC dell'Ecuador), ovvero che non ci si può soffermare ai discorsi e alle teorie ma bisogna definire pratiche per l'azione, nel campo del coordinamento e dell'unità di azione dei Partiti Comunisti e Operai. A questo proposito appoggiamo le proposte del compagno Fernando Remírez (a nome del PC di Cuba): per avere un riferimento web, perché si approvi nel prossimo incontro una risoluzione politica e che i temi dell'agenda politica siano più specifici e concreti.
Benché coscienti delle differenti situazioni esistenti tra le diverse regioni del mondo, ci sembra imprescindibile accrescere i livelli di coordinamento per dare risposte concrete, dalle posizioni dei comunisti, ai problemi comuni che affrontano i popoli, i lavoratori e gli strati popolari nelle diverse regioni, problemi la cui origine ha il più delle volte un carattere sovranazionale.
E sulla questione concreta dell'unità di azione, il compagno Echegaray segnalava come dovremmo sfruttare il prossimo anno, il 50° anniversario della Rivoluzione Cubana, per concretizzare attorno a questa data un’azione comune di noi tutti, rivalutando il concetto di internazionalismo dei comunisti, cui noi vogliamo aggiungere un'altra proposta concreta: la possibilità che nelle importanti date del 1° Maggio e del 7 Novembre si pronuncino dichiarazioni comuni dei partiti comunisti. In particolare nella dichiarazione del 1° Maggio si torni a mettere in primo piano l'importanza della classe operaia come soggetto rivoluzionario, e la necessità di accrescere la coscienza di classe come passo imprescindibile per avviarsi alle trasformazioni rivoluzionarie verso il socialismo; e in quella del 7 Novembre, si rivendichi il ruolo dell'ottobre bolscevico e quello dei comunisti di tutto il mondo nelle lotte per la liberazione politica, economica e sociale dei lavoratori e dei popoli.
Sperando e desiderando che questo 10° Incontro rappresenti un importante passo avanti nel coordinamento dei comunisti di tutto il mondo, vogliamo terminare rilevando come, a nostro giudizio, oggi, più che mai, è evidente che l'alternativa al socialismo è la barbarie.
Compagni, VIVA IL SOCIALISMO.
Leopoldo del Prado
Membro del CC
Membro della Commissione di Relazioni Internazionali