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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - - n. 256
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Brasile 21-23/11/2008 - Contributo del Partito Comunista della Grecia KKE
10° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori
"Nuovi fenomeni negli sviluppi internazionali. Deterioramento delle questioni nazionali, sociali e ambientali; intensificazione delle contraddizioni e rivalità interimperialiste. La lotta per la pace, la democrazia, l’autodeterminazione e il socialismo e l'azione congiunta dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori"
Contributo di D. Koutsoumpas membro dell'Ufficio Politico del KKE
Compagni,
Salutiamo tutti i partecipanti al 10° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori e, in particolare, i compagni del Partito Comunista del Brasile. Seguendo la rotta Atene-Lisbona-Minsk, il nostro incontro ha avuto luogo in Europa per nove anni; oggi, dispiega le ali e per la prima volta si svolge qui, in San Paolo del Brasile.
Tenere il nostro Incontro nel continente americano dimostra da un lato l'illimitato potere del movimento comunista internazionale che, sebbene ancora in crisi dopo il rovesciamento controrivoluzionario, esprime tutt'ora il desiderio di cambiamenti progressisti in tutto il mondo. D'altro canto, evidenzia la nostra solidarietà con la lotta dei popoli in America Latina e con Cuba socialista che continua a resistere. E infine mostra l'interesse dei comunisti e degli antimperialisti di tutto il mondo verso i positivi, seppur complicati e contraddittori, sviluppi in questa regione.
Compagni,
Gli eventi dell'ultimo anno sono caratterizzati principalmente dalla crisi che scoppiata negli Stati Uniti si è poi diffusa nei paesi capitalisti sviluppati. Ciò ha messo in luce e confermato le previsioni del movimento comunista nel corso degli ultimi decenni. Oggi, più chiaramente che in passato, la crisi evidenzia la necessità di lottare per lo sviluppo alternativo proposto dal nostro movimento, ponendo all'ordine del giorno la questione della proprietà capitalista dei mezzi di produzione e la necessità della loro socializzazione e la questione del potere dei lavoratori e dei popoli.
La recente evoluzione economica negli Stati Uniti e nell'Unione Europea mette in luce ancora una volta che l'economia capitalista non può evitare il periodico dirompere delle crisi. In periodo di crisi si manifesta con maggior evidenza la fondante e inconciliabile contraddizione tra la socializzazione della produzione e lo sfruttamento della ricchezza prodotta da parte dei capitalisti. Tutte le contraddizioni dell'economia capitalista si rafforzano e scoppiano violentemente. Il problema deriva dalla produzione capitalista e non dalla circolazione monetaria.
Il perseguimento di extra profitti da parte di imprese e settori rivali intensifica tutte le contraddizioni e le disuguaglianze dell'economia capitalista. I vari settori, in un contesto senza regole, si sviluppano in modo disomogeneo e, di conseguenza, cresce la contraddizione tra produzione e consumo di massa. Nel contempo aumenta l'azione speculativa nel sistema finanziario. Così, la crisi si manifesta attraverso la distruzione delle forze produttive, la chiusura e la concentrazione economica.
I fenomeni di crisi nell'economia degli Stati Uniti, degli stati membri della UE e nel resto del mondo, che si manifestano nella tendenza al fallimento del sistema finanziario sono espressioni dello sviluppo anarchico capitalista. Derivano dalla putrefazione e dal parassitismo della proprietà privata e dalla concentrazione dei mezzi di produzione che alimentano l'acquisto e la vendita giornaliera di azioni attraverso banche, mercati azionari e compagnie di assicurazione. I blocchi imperialisti sono fortemente preoccupati per la stabilità del sistema capitalistico a fronte di crisi sempre più profonde e regolari.
Le attuali proposte di gestione delle crisi sottolineano un'altra questione fondamentale: l'organizzazione borghese in tutte le sue versioni - liberale o socialdemocratica - non può evitare le conseguenze dello sviluppo anarchico capitalista. Poiché la contraddizione principale tra capitale e lavoro si intensifica, il capitalismo soffrirà di un insieme di contraddizioni più profonde, più estese e irreversibili. Gli azionisti parassitari che hanno tratto profitto da aziende di cui non conoscono l'ubicazione né la produzione, sono simbolo dell'obsoleto sistema di sfruttamento.
La strategia di ristrutturazione del capitale, attuata negli ultimi anni dai governi di destra, sinistra, centro-sinistra e centro-destra, non corrisponde solo alla scelta del modello di gestione "neo-liberale", ma riflette la tendenza connaturata del capitalismo internazionale verso l'esportazione dei capitali e delle merci, tipico in tutta la sua storia.
Compagni,
Il fatto che le crisi sono - e saranno in futuro - il destino di tutte le economie capitalistiche, dimostra che il capitalismo non è eterno.
Nessuna politica può alleviare il sistema dalla cancrena connaturata al suo interno, non importa se le banche e le altre compagnie indebitate vengono salvate dallo Stato o lasciate al libero mercato. La classe lavoratrice e i popoli di ogni paese non hanno alcun interesse a pagare per l'ennesima volta affinché il sistema superi la crisi. I lavoratori e, in particolare, i comunisti devono voltare le spalle alle ingannevoli promesse di "regolazione", "risanamento" e "umanizzazione" con cui il capitalismo, per preservarsi, scarica la colpa del tracollo sul neo-liberismo.
Indipendentemente dall’acutezza e dal tipo di questa crisi economica, il potere borghese, gli amministratori del sistema sono ragionevolmente preoccupati del pericolo di non essere in grado di controllarne le conseguenze che possono mettere a rischio la loro stabilità politica.
A nostro parere, ciò che la borghesia considera una minaccia per la stabilità economica e politica è una speranza per le forze del lavoro e popolari, fintanto che i partiti comunisti e il movimento antimperialista non perdono di vista l'unica reale via d'uscita. In altre parole, dobbiamo sfruttare il più possibile questa situazione al fine di promuovere il processo di unità nella classe operaia, come la sua politica sociale di alleanze con gli altri strati popolari a livello locale, nazionale e internazionale. Inoltre, la classe operaia deve accrescere la militanza e la capacità di contrastare il nemico di classe e consolidare nel quadro di questa lotta i segmenti d'avanguardia delle forze popolari. La crisi richiede un contrattacco da parte del movimento della classe operaia e l'intensificazione della lotta di classe attorno a obiettivi antimperialisti in favore dei lavoratori. I lavoratori dovrebbero seguire la linea dell'irriducibile resistenza e lotta e non la linea della concertazione, del compromesso e "consenso" per non consentire ai capitalisti di rimarginare le ferite. Le forze popolari dovrebbe attaccare unite "la bestia ferita" senza accordare il tempo per la guarigione e il recupero. La strategia del movimento comunista internazionale e dei partiti comunisti a livello nazionale, dovrebbero promuovere la mobilitazione delle forze del sindacato di classe, dell’antimperialismo, delle alleanze popolari, affinché il popolo ottenga la proprietà collettiva di tutti i mezzi di produzione, la pianificazione centrale della produzione sociale e il controllo operaio, cose che richiedono tutte un rovesciamento dei rapporti di forza nei diversi paesi capitalisti.
Compagni,
La nostra è l'epoca dell'imperialismo e delle guerre imperialiste. Lenin fece un'analisi economico-sociale dell'era moderna da cui risultò la conclusione scientificamente fondata che i monopoli predispongono le condizioni materiali per il socialismo e, pertanto, l'imperialismo è l'anticamera della rivoluzione socialista.
Il rimando al comunismo scientifico rispetto al carattere della nostra epoca segnata da rivoluzioni sociali tiene conto del rapporto dialettico tra economia e politica attraverso la storia. E' indubbio che il movimento della classe operaia si trovi ora nella fase cruciale della nostra epoca e che la contraddizione principale resti oggi la contraddizione tra capitale e lavoro. La classe operaia deve di conseguenza concentrare la sua azione su questo punto e il suo partito dovrebbe costituire adeguate strategie e tattiche.
La controrivoluzione nel periodo 1990-1991 che ha segnato la fine del 20° secolo non ha cambiato il carattere della nostra epoca, che è un'epoca di rivoluzioni sociali. Il carattere della rivoluzione non dipende dal rapporto di forza a livello nazionale o internazionale né dalla situazione del movimento comunista. Oggi, l'intero mondo vive in condizioni di intensificazione delle principali contraddizioni del capitalismo. La società capitalista è in una fase avanzata di maturazione delle condizioni materiali per la rivoluzione socialista.
La necessità del socialismo emerge in tutti gli aspetti della storia moderna e dei suoi sviluppi. E’ importante trarre valutazioni obiettive rispetto la costruzione del socialismo nel 20° secolo, da un punto di vista della teoria scientifica del socialismo-comunismo. Senza questa, anche lasciando irrisolte alcune questioni, non sarà possibile per il movimento comunista elaborare un’ampia strategia all’altezza delle moderne condizioni. Ciò vale per tutti i partiti comunisti che agiscono nelle diverse situazioni.
Il KKE ritiene che la riluttanza ad indagare le ragioni della vittoria della contro-rivoluzione è equivalente all'agnosticismo, e offre il fianco alle opinioni anticomuniste dell'ideologia borghese e dell'opportunismo. In seno al nostro 18° Congresso del partito, che si terrà nel prossimo febbraio 2009, oltre alla rielezione del CC e della definizione dei suoi nuovi compiti, si svolgerà anche il dibattito su un altro importante documento, le tesi del KKE sul socialismo. In questo testo, compiamo uno sforzo per la ricerca delle cause della sconfitta in URSS. Ci concentriamo sulle misure che hanno compromesso il carattere del potere socialista e l'economia, nonché sulle questioni che hanno esercitato un'influenza negativa sulla creazione di una strategia unitaria del movimento comunista contro l'imperialismo. Nel contempo, facciamo uno sforzo per generalizzare queste tesi e presentare sommariamente le nostre posizioni sul socialismo.
Naturalmente non si tratta di una questione che interessi solo il nostro partito. Riguarda tutti i partiti comunisti e, soprattutto, quelli che hanno sperimentato la costruzione socialista. Il vostro contributo per approfondire ulteriormente la ricerca su questo tema sarà prezioso. Il nostro documento si basa sulle "Conclusioni circa la vittoria della controrivoluzione", adottate dalla conferenza nazionale del nostro partito nel 1995, ampliate delle questioni concernenti l'economia socialista e la strategia. L'idea generale del testo è totalmente contraria alle opinioni riformiste e opportuniste in merito alle "particolarità nazionali del socialismo" sviluppate nel passato dalla corrente dell'euro-comunismo. Il testo difende le leggi dell'edificazione socialista-comunista, nonché i risultati del socialismo nel 20° secolo. Cerchiamo anche di trarre alcune conclusioni circa l'evolversi del processo di costruzione del socialismo, le carenze, gli errori e le cause della sconfitta. Per l'elaborazione di questo documento, abbiamo preso in considerazione gli studi di molti scienziati marxisti di molti paesi, testi ufficiali e documenti, nonché dibattiti nei paesi ex socialisti. Dato che siamo in America Latina mi si consenta di citare un passaggio importante formulato da Che Guevara in un articolo sull'economia socialista e la transizione: "nell'economia socialista deve esservi la tendenza alla più radicale eliminazione delle vecchie categorie quali il mercato, il denaro che ingenerano la loro motivazione materiale, in altri termini, il loro motivo di essere".
Compagni,
Oggi, le rivalità interimperialiste si stanno evolvendo a tutti i livelli - economico, militare e politico - e tra i vari gruppi di paesi. I punti nevralgici del conflitto apparsi dopo la creazione dei nuovi mercati nei paesi ex-socialisti sono ancora caldi o rischiano di rinfocolarsi, le rivalità si stanno intensificando, soprattutto per il controllo delle fonti e delle vie del petrolio e del gas naturale. In queste condizioni, gli Stati Uniti e la NATO dispiegano nuovi missili in Europa, mentre gli Stati Uniti hanno fomentato l'offensiva della Georgia contro il Sud dell'Ossezia che ha provocato la risposta da parte della Russia. La regione del Caucaso sta diventando una zona calda della concorrenza USA-Russia, che comporta nuovi pericoli di un più generale conflitto nella regione, in cui l'UE, la NATO, e le altre forze regionali siano coinvolte.
La rivalità sta crescendo in relazione alla presenza militare e l'influenza politica di vari centri imperialisti nell'Asia centrale, Medio Oriente, Africa e America Latina, come pure nella regione artica. La spesa militare è in aumento, così come lo sono le esportazioni di armi e i piani per produrre e distribuire nuovi ordigni nucleari.
La tendenza verso cambiamenti nei rapporti di forza sul mercato mondiale cresce, in particolare nel corso degli ultimi quattro anni che hanno visto minacciata o compromessa la posizione degli USA sul mercato internazionale. Ciò si riflette nella riduzione della quota statunitense nel riscaldamento globale, anche se detiene ancora il primo posto; nel contempo Cina e UE hanno aumentato la loro quota, mentre vi è un graduale incremento da parte di Russia, India, Brasile.
L'UE nel complesso ha rafforzato la propria posizione nel mercato capitalista internazionale. Allo stesso tempo, vi è una crescente rivalità tra le forze imperialiste dominanti degli Stati membri: Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia… La Francia sta chiaramente promuovendo iniziative di cooperazione nell'Europa orientale, in Ucraina e nel Caucaso. Essa ha svolto un ruolo di primo piano nella nuova iniziativa dell'"Unione mediterranea", una zona di libero scambio euro-mediterranea, al fine di accrescere la propria influenza nella regione. L'iniziale proposta del governo francese coinvolgeva solo gli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo, in modo che la Francia avesse un ruolo di primo piano. La Germania si oppose, con il risultato che la Commissione europea ha proposto una mediazione che includeva tutti gli Stati membri dell'UE.
Gli Stati Uniti hanno creato un'area a loro sostegno all'interno della UE, formando un arco che comprende gli Stati baltici, la Polonia, la Repubblica Ceca, l'Ungheria, la Romania, l'Albania e la ex Repubblica iugoslava di Macedonia, che agiscono come un gruppo nel dispiegamento dello scudo missilistico degli Stati Uniti in Europa e, più in generale a sostegno degli interessi economico-politici dell'asse USA - Inghilterra.
Ogni alleanza è soggetta simultaneamente a tendenze contrapposte (centrifughe e centripete), sia in sé che in relazione ad alleanze rivali.
La Russia ha consolidato le alleanze strategiche sull'energia con Germania e Italia, a nord e sud delle condutture di gas naturale e ha utilizzato i paesi attraverso i quali passano le infrastrutture per aumentare la propria influenza geopolitica in seno alla NATO (Bulgaria, Romania, Ungheria). Nella misura in cui i piani russi si realizzeranno, i piani rivali degli Stati Uniti si indeboliranno o annulleranno. La Russia capitalista, con i suoi enormi giacimenti di risorse naturali, il suo arsenale nucleare, le infrastrutture ereditate dall'URSS e una forza lavoro qualificata, gode delle condizioni per migliorare la sua posizione nella piramide imperialista. Questa eventualità non costituisce una garanzia per i popoli contro gli Stati Uniti e gli altri centri imperialisti - come è avvenuto con l'Unione Sovietica, il sistema socialista e il Patto di Varsavia nel suo insieme - perché il carattere della Russia di oggi è imperialista.
Compagni,
E' stato dimostrato che il "mondo multipolare" è un mondo di più acuta competizione interimperialista. In nessun caso il movimento comunista dovrebbe sostenere l'uno o l'altro imperialismo nel quadro della loro rivalità. Al contrario, essa deve utilizzare le contraddizioni interimperialiste. La risposta del movimento comunista dovrebbe essere il risoluto sviluppo del movimento antimperialista, la lotta contro le basi militari, contro lo scudo antimissilistico degli Stati Uniti, le missioni di occupazione militare che servono gli interessi imperialistici e le organizzazioni imperialiste come l'UE e la NATO.
Le rivalità interimperialiste si manifestano anche nel campo della politica ambientale tra i monopoli transnazionali e i paesi capitalisti. Così i visibili cambiamenti climatici, che, in una certa misura sono il risultato dello sviluppo anarchico basato sul criterio del profitto capitalista e del commercio della terra e dell'energia, sono sfruttati dai vari centri imperialisti per sviluppare un nuovo mercato di prodotti tecnologici per lo stoccaggio dell'energia, ecc. Alcune organizzazioni spesso presentano le cause del fenomeno del cambiamento climatico senza contestualizzazione e amplificano le sue conseguenze.
La questione ambientale, nonché altre questioni relative alle esigenze democratiche dei lavoratori moderni non possono essere disgiunte e considerate irrilevanti rispetto alla politica dei monopoli e dei piani delle organizzazioni imperialiste. La lotta per l'ambiente costituisce parte integrante della lotta antimonopolista e antimperialista. A determinate condizioni e con la guida del partito comunista questa lotta può unire tutte le forze sociali e politiche che possono trarre benefici dal rovesciamento dell'imperialismo e dall'edificazione di una società nuova.
Cari compagni,
Il voto contro il "nuovo" Trattato europeo, come è stata ribattezzata la "Costituzione Europea", espresso dal popolo d'Irlanda il 12 giugno 2008, in concomitanza con la crescita del malcontento popolare e la maggior tendenza in tutti gli Stati membri di contestare l'UE, dà nuovo impulso all'ampliamento ed al rafforzamento della lotta antimperialista del movimento dei lavoratori e popolare. Questi movimenti dovrebbe diventare il polo della lotta antimperialista e della cooperazione in Europa, la forza di contrasto alle guerre imperialiste, alle politiche antipopolari e ai loro estensori, il nucleo di rottura e rovesciamento dell'Unione Europea.
Questo sviluppo positivo è vincolato all'azione e alle iniziative dei partiti comunisti che devono avere una chiara idea della natura dell'Unione Europea quale Unione interimperialista, e sul rafforzamento della lotta contro il riformismo e l'opportunismo.
L'UE intende demolire i diritti della classe operaia, è scudo del sistema politico della borghesia e rafforza i meccanismi repressivi. Gli Stati membri stanno lavorando a un progetto di offensiva congiunta e di teorie reazionarie per controllare il movimento sindacale.
L'UE è in prima fila nell'ignobile falsificazione della storia con la sua campagna antistalinista e anticomunista che equipara il socialismo e il comunismo alle dittature borghesi naziste e fasciste. E' ovvio che se i popoli vogliono compiere dei passi avanti devono opporsi alla UE, alle sue scelte, alle sue politiche e non conformarsi alle sue misure reazionarie; è necessario spezzare la catena degli adempimenti verso l'Unione Europea.
Cari compagni,
Gli sviluppi nel sistema imperialistico internazionale impongono la necessità di un più rapido rafforzamento dei partiti comunisti nei nostri paesi. Oggi ci dovrebbe essere un partito comunista in ogni paese, competente e pronto ad agire in ogni possibile situazione. Un forte partito comunista è necessario anche in caso di un improvviso aumento della lotta di classe o di un imprevista crescita del movimento per guidare ideologicamente, politicamente e organizzativamente masse popolari inesperte soggette a visioni politiche illusorie. Anche in caso di regresso o conciliazione delle lotte popolari o nell'ipotesi di una crescita dell'opportunismo e del riformismo c'è bisogno di un forte partito comunista d'avanguardia, per conservare le forze e rimettersi in piedi, per sostenere il movimento ideologicamente e politicamente e metterlo in condizione di contrattaccare.
Sottolineiamo che il prolungamento della crisi del movimento comunista internazionale comporta pericoli di un maggior declino. Le forze comuniste rivoluzionarie devono intraprendere iniziative per fronteggiare la crisi, generando una più ampia influenza sul movimento popolare antimperialista, prevenendo la frammentazione e preparando il contrattacco del movimento sindacale. La battaglia contro la tendenza socialdemocratica nei partiti comunisti, attuata attraverso ingerenze imperialiste e i media anticomunisti e borghesi, deve essere combattuta con fermezza e coerenza difendendo il ruolo storico della classe operaia organizzata e la sua avanguardia, i principi del marxismo-leninismo e del socialismo. Tale compito assume ancora maggiore importanza, di fronte alla crescente offensiva anticomunista nell'Unione Europea e a livello internazionale.
L'esistenza del movimento comunista e il rafforzamento delle sue caratteristiche a livello nazionale e internazionale è un presupposto fondamentale per il rafforzamento della lotta per la pace, la democrazia, il potere popolare e il socialismo. Fin dalla sua fondazione, il nostro partito ha accumulato svariate esperienze in materia di politiche di coalizione e ne ha tratto importanti lezioni. Una delle conclusioni a cui siamo giunti è che l'azione del Partito nelle varie alleanze politiche e sociali sia fuori discussione. Nessun partito comunista dovrebbe decidere il suo scioglimento, al fine di partecipare a formazioni più ampie; tutti i partiti comunisti devono assicurare la loro esistenza. Il Partito comunista esprime e serve gli interessi specifici della classe che non può essere rappresentata da nessun altro partito per quanto progressista.
Consentiteci di fare alcune osservazioni su una questione che riguarda il movimento comunista rivoluzionario in generale. Ultimamente vi è uno sforzo per respingere e condannare la lotta armata rivoluzionaria, ad esempio, in America Latina ma non solo, utilizzando le FARC come scusa. Questa posizione politica, ampiamente adottata dalle forze pro-imperialiste, ma anche dalle forze riformiste e opportuniste, riguarda la lotta armata contro l'occupazione e la resistenza a regimi dittatoriali e dispotici. Riguarda anche lo sviluppo del movimento rivoluzionario, il diritto di proteggere se stessi contro la repressione e le armi e le forze politiche della borghesia. In sostanza, questa posizione sostiene che il movimento dovrebbe abbandonare la politica di rottura e rovesciamento del sistema.
Cari compagni,
Il nostro partito ritiene che gli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori (IMCWP) siano particolarmente utili e debbano essere proseguiti e sviluppati.
Dal canto suo il nostro partito continuerà i suoi sforzi per una più distinta presenza dei Partiti comunisti e dei lavoratori che si basino sul marxismo leninismo e la lotta per il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo, per il socialismo-comunismo. L'IMCWP dovrebbe proseguire i lavori concentrandosi sulle questioni relative alla lotta contro l'anticomunismo, per studiare le principali tendenze nel moderno sistema imperialistico, per lo sviluppo della resistenza contro le ristrutturazioni capitalistiche, per la solidarietà antimperialista, per l'unione del movimento sindacale di classe e per la lotta per la pace e altri movimenti a livello nazionale e internazionale. Facendo tesoro di nostre simili esperienze, positive e negative, siamo tenuti a prendere misure concrete per attuare le indicazioni annuali di azione formulate dal IMCWP e favorire le iniziative dei partiti o gruppi di partiti, attraverso la diffusione più ampia possibile e la discussione.
Incontri regionali e tematici dei Partiti comunisti dovrebbero essere tenuti più spesso e in modo più efficace rispetto al passato, come parte del processo di cooperazione rispetto la valutazione dei fatti e lo sviluppo della politica e ideologia di lotta contro la borghesia e le tendenze opportunistiche, le pratiche neo-fasciste, il nazionalismo e lo sciovinismo.
Il fronte ideologico dovrebbe essere notevolmente migliorato sulle questioni relative al movimento comunista internazionale e la lotta antimperialista, per poter rispondere in modo più rapido e efficace, rendere più pregnanti le valutazioni sulle lotte, le rivendicazioni e i risultati, in particolare per quanto riguarda le lotte della classe operaia e dei giovani.
Il Partito proseguirà i suoi sforzi volti a promuovere un'azione comune rispetto obiettivi antimonopolisti e antimperialisti con quei movimenti comunisti e dei lavoratori verso i quali vi sono differenze ideologiche, senza rinunciare al diritto di una discussione critica di queste differenze.
Auguriamo successo al 10° Incontro dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori. Crediamo fermamente che, nonostante le difficoltà che molte partiti fronteggiano nei loro paesi, contribuiremo tutti, attraverso questo incontro, allo sviluppo della nostra lotta e al coordinamento della nostra azione attorno a obiettivi comuni in tutto il mondo.