www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 19-02-09 - n. 262

da Partito Comunista della Federazione Russa - www.kprf.ru - in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Brasile 21-23/11/2008 - 10° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
 
Contributo del Partito Comunista della Federazione russa
 
La Russia tornerà al socialismo
 
di Viacheslav (Slava) Tetekin - Membro del Comitato Centrale, Partito Comunista della Federazione Russa
 
Cari compagni,
 
Sono felice di essere in Brasile - paese in cui le forze della sinistra, dopo tanti anni di dura lotta, hanno guadagnato una posizione di potere sufficiente ad avviare un’inversione di marcia nell’applicazione secolare di modelli di ingiustizia e di privazione sociale.
 
Quando penso al ruolo del vostro paese nel mondo, ho presente che il progetto sindacale con maggior seguito in Russia - una sempre più potente unione di lavoratori del settore dell’automobile - si è sviluppato sotto la diretta influenza del sindacato brasiliano. Si tratta di un caso positivo di globalizzazione, o meglio di solidarietà internazionale dei lavoratori.
 
Vi informo, tuttavia, che il leader dell’Unione dei lavoratori dell’automobile, Alerei Etmanov - che si è ispirato all'esperienza pratica della "Ford Motor Company" sindacale in Brasile - negli ultimi 10 giorni è stato fatto oggetto di due assalti.
 
Questi attacchi dimostrano che le forze reazionarie non sono disposte ad accettare il crescente spirito combattivo dei lavoratori.
 
Non voglio soffermarmi sulla crisi globale del capitalismo. I segni sono evidenti. La natura e le possibili conseguenze della crisi sono state brillantemente analizzate da altri compagni, ieri e oggi.
 
Mi sembra più importante illustrarvi ciò che noi russi comunisti intendiamo fare in queste circostanze per promuovere le nostre idee, per raggiungere il potere politico indispensabile per avviare rilancio del socialismo.
 
Noi in Russia comprendiamo pienamente la nostra responsabilità. E' stata la Russia che fin dalla Rivoluzione del 1917, ha mostrato al mondo il primo esempio di costruzione socialista. Ma è stato nel nostro paese che il socialismo ha subito la più grave battuta d'arresto, che ha portato alla distruzione dell'Unione Sovietica. Così è nostra particolare responsabilità, assicurare che la Russia è tornata nuovamente in prima linea tra i paesi che lavorano per costruire il socialismo.
 
Le prospettive? Riteniamo che vi siano le condizioni per il rilancio socialista. Naturalmente, la crisi globale del capitalismo contribuisce ampiamente a realizzare i cambiamenti nell’equilibrio delle forze politiche in Russia. Ma vorrei soffermarmi sulle specifiche condizioni in Russia che mi consentono queste valutazioni ottimistiche. L'attuale gruppo al governo rappresenta l'alleanza strategica di oligarchia e burocrazia. Rappresenta gli interessi del 2-3% della popolazione. E nonostante abbia apparentemente il pieno controllo del paese, il suo gruppo dirigente è in difficoltà.
 
Il motivo è che la classe borghese in Russia, oggi come nel 1917 non riesce a risolvere i problemi fondamentali della Russia. Le forze del libero mercato sono salite al potere nel 1991 promettendo al popolo che il capitalismo avrebbe liberato le forze produttive e intellettuali della società e garantito così la rapida crescita della prosperità della nazione.
 
La popolazione è stata indotta a credere, per opera della potente macchina televisiva per il lavaggio del cervello, che respingere il ruolo del Partito Comunista avrebbe consentito di raggiungere lo stile di vita della classe media occidentale, pur mantenendo i vantaggi del socialismo reale.
 
Ciò si è dimostrato falso. L'attuale regime ha promosso una classe di miliardari, tra i più facoltosi di tutto il mondo. D’altra parte ha generato una povertà e miseria di decine di milioni di russi, inedita dal 1917. Assistiamo ora al crollo del settore manifatturiero e dell'agricoltura, alla distruzione dei sistemi dell’istruzione dell’assistenza sanitaria, a crescente disoccupazione e criminalità ed emergenza abitativa.
 
La classe dirigente in Russia sostiene che vi sia stabilità politica in Russia. Ma questa stabilità relativa si basa esclusivamente su una eccezionale combinazione di fattori economici favorevoli per il Presidente Putin e la sua cricca. La Russia è un grande produttore di petrolio. E il prezzo del petrolio è aumentato nel corso del mandato di Putin da 18 a 140 dollari al barile. Sono stati 8 anni di vacche grasse. Milioni di persone hanno votato per l’alleanza di classe rappresentata da Putin nella speranza che questa prosperità del petrolio durasse per sempre e che ci si potesse ancora abbuffare nel piatto dell’oligarchia.
 
Ora la classe dirigente in Russia è in crisi. Il prezzo del petrolio è sceso a 55 dollari al barile. Allo stesso tempo, la produzione di petrolio in Russia ha iniziato a diminuire. La pioggia d'oro è finita. Il rovescio arriva.
 
Gli enormi superprofitti dalle esportazioni di petrolio - oltre 500 miliardi di dollari - sono stati messi in banche americane. La dirigenza in Russia ha mancato in pieno l’unica opportunità di modernizzare l'economia, eliminando così la possibilità di perpetuare il loro governo. Il crollo del regime attuale è solo una questione di tempo e condizioni.
 
Io sono profondamente convinto che non vi sia Capitalismo in Russia. Il Capitalismo presuppone investimenti nei mezzi di produzione. Negli ultimi due decenni non vi sono stati investimenti produttivi. Persino un imperialista convinto come George Soros ha definito capitalismo mafioso il sistema attuale in Russia. La ricchezza nazionale accumulata da molte generazioni di nostri predecessori è stata saccheggiata nella folle ondata di lussurioso consumo. Anche ora, che il mondo e la Russia sono di fronte a una profonda crisi, l'élite dominante è pronta a riempirsi le tasche invece che rilanciare l'economia.
 
Ma la torta della ricchezza nazionale si riduce. Ieri il regime di Putin era in grado corrompere, di comprare la cecità di molti davanti alle disastrose politiche economiche e sociali. Domani non potrà più farlo.
 
Il popolo ci sta ripensando. Milioni di persone, sempre di più, ammettono che i comunisti avevano ragione quando denunciavano la natura criminale dell'attuale sistema politico ed economico in Russia. Abbiamo visto che alle elezioni presidenziali di marzo, quasi il 20% degli elettori, nonostante le intimidazioni e i chirurgici lavaggi del cervello, hanno sostenuto il candidato alla Presidenza Comunista, il compagno Zyuganov.
 
Nei fatti abbiamo ricevuto un sostegno maggiore di quello ammesso ufficialmente. E' generalmente riconosciuto che il gruppo dirigente in Russia ha manipolato gli elettori e i risultati delle elezioni nei modi più vergognosi. In alcune aree il candidato dell’attuale classe dirigente ha ottenuto fino al 95% dei voti. In un distretto persino il 102%. Questo non è solo ridicolo, dimostra anche la mancanza di fiducia del gruppo dirigente.
 
Il nostro compito è quello di convertire il malcontento della popolazione in azione organizzata che ponga fine allo sfruttamento di classe. Non è un compito facile. Un problema specifico è quello della transizione da partito di governo, quale siamo stati fino al 1991, in un partito di opposizione. E' stato un processo lungo e doloroso. E la struttura sociale della società è ancora in fase di transizione. La classe operaia è stata distrutta dalla politica di deindustrializzazione. La coscienza di classe arriva solo ora, quando la natura di sfruttamento dei nuovi proprietari risulta chiara. I sindacati indipendenti sono deboli, mentre i sindacati ufficiali servono i nemici di classe dei lavoratori.
 
Tuttavia, la crescente disoccupazione, i tagli della spesa sociale e il crollo generale dei servizi sociali accrescono la consapevolezza politica del popolo, tanto più che è ancora vivido il ricordo della sicurezza sociale in Unione Sovietica.
 
La nazione si sta preparando per un cambiamento. L’anti-comunismo diffuso e primitivo degli anni ’90, è finito. Il gruppo dirigente ha dovuto manipolare le elezioni per la paura di rivelare il reale stato d'animo del popolo. L'attuale decisione di prorogare il mandato presidenziale da 4 a 6 anni è un altro segnale di insicurezza.
 
Un indice significativo del mutamento di tendenze nazionali viene dall'indagine Internet dal titolo "Symbol of Russia". I primi 50 leader nazionali di tutti i tempi sono stati selezionati in una lista di 500 personalità. Da questa lista di 50, sono stati selezionati i primi 12 leader. Qui gli organizzatori hanno capito di essere nei guai perché, nonostante due decenni della più sporca e quotidiana propaganda anticomunista, Vladimir Lenin e Josef Stalin emergono invariabilmente in primo piano. Il popolo li riconosce come i più significativi leader storici della nazione.
 
E gli internauti non sono pensionati. Sono giovani o persone di mezza età. Si conferma la nostra riflessione, che nelle elezioni non abbiamo ricevuto il sostegno dei nostalgici, ma di giovani intelligenti e dinamici.
 
Per concludere, desidero informarvi che la prossima settimana avremo il Congresso del partito. Il principale tema di discussione verterà su come convertire il crescente sostegno morale della popolazione in azioni concrete, come rafforzare e modernizzare il partito.
 
Il capitalismo è un triste fallimento in Russia. La Russia di nuovo, così come un centinaio di anni fa, è un anello debole nella catena del capitalismo.
 
Noi in Russia abbiamo avuto l'opportunità di vivere sia sotto il socialismo che nel capitalismo. Ora decine di milioni di persone possono fare il confronto e prendere una decisione consapevole. E noi sappiamo quale decisione storica sarà fatta. I russi torneranno inevitabilmente al socialismo. Non vi è alcun dubbio.
 
Grazie compagni!