www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 23-06-09 - n. 279

da Partito Comunista della Federazione Russa - www.kprf.ru - in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Dichiarazione sulle elezioni europee
 
18/06/2009
 
La «Pravda» ha già scritto in merito ai risultati delle elezioni per il Parlamento europeo tenutesi il 4-7 giugno. Oggi il membro della Presidenza, il Segretario del Comitato Centrale del PCFR Leonid Kalashnikov, fornisce un quadro dettagliato dell'esito politico delle elezioni.
 
Ricordiamo ai lettori che il Parlamento europeo è l'organo di rappresentanza dell'Unione europea (UE), che negli ultimi anni si è allargata: approva il bilancio della UE; è attivamente impegnato nella definizione della politica estera dell'Unione. Ogni Stato nell'Unione europea, riceve un certo numero di mandati parlamentari che sono distribuiti tra i candidati dei partiti politici di ciascuno Stato, in proporzione al numero di voti ottenuti.
 
Così, nel Parlamento europeo si riuniscono i rappresentanti di molte decine di partiti di tutti gli Stati europei. Tuttavia, questi partiti nazionali si raggruppano in strutture politiche pan-europee, che vanno a formare le rispettive fazioni in seno al Parlamento europeo. In particolare, le più grandi associazioni parlamentari del Parlamento europeo sono state finora il gruppo del Partito popolare europeo (PPE-DE), che riunisce i rappresentanti dei partiti di centro-destra, ed il raggruppamento di centrosinistra del Gruppo socialista europeo (PSE). C'è inoltre una coalizione di rappresentanti comunisti e di sinistra, il «Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea - Sinistra verde nordica» (GUE / NGL).
 
Innanzi tutto, le ultime elezioni per il Parlamento europeo sono interessanti per aver rappresentato la prima grande campagna elettorale in Europa dopo l'inizio della crisi economica mondiale. Che cosa hanno portato queste elezioni?
 
I nostri funzionari politici si sono affrettati a dichiarare «la svolta a destra» dell'Europa come il principale risultato delle elezioni. Tuttavia, questa valutazione non tiene conto di alcuni elementi importanti a cui non viene dato risalto.
 
In primo luogo, per queste elezioni è stata registrata la più bassa affluenza alle urne di tutti i tempi nel corso dell'intero periodo delle elezioni dirette del Parlamento europeo, quindi dal 1979. Solo il 43 % degli elettori si è recato ai seggi elettorali. Così, in realtà, la maggioranza degli europei astenendosi ha effettivamente votato contro il loro sistema politico.
 
In secondo luogo, tutti i discorsi riguardanti «la svolta a destra» sono incentrati solo sulla considerevole riduzione della rappresentanza parlamentare del Gruppo socialista europeo. Infatti, il PSE ha perso quasi un terzo dei suoi seggi. Particolarmente pesante sono state le sconfitte del Partito laburista britannico, dei socialisti francesi e dei socialdemocratici tedeschi. Tuttavia, a ridursi non è stata solo la rappresentanza al Parlamento europeo del centrosinistra (PSE), ma anche quella del centrodestra (Partito popolare). In generale, data la bassa affluenza alle urne, solo un quarto di tutti gli europei ha votato per entrambi i tipi di centro borghese.
 
Questo è il fallimento del sistema che ha operato finora in gran parte d'Europa, quasi senza soluzione di continuità: partiti borghesi di centrodestra o centrosinistra che, avvicendandosi al potere, hanno sostanzialmente attuato la stessa politica. Ma l'attuale crisi ha aiutato i cittadini europei a riflettere su tale questione: che genere di «socialisti» sono quelli che hanno sostenuto l'aggressione degli Stati Uniti in Jugoslavia, Iraq e Afghanistan, che hanno abbandonato l'economia europea nelle mani delle multinazionali e perseguito quella stessa politica finanziaria e monetaria che ha generato le convulsioni dell'economia capitalista a livello mondiale? In generale, il centrosinistra, dopo aver dimenticato da tempo il socialismo, è stato punito dagli elettori per la mancanza di coerenza, e tre quarti di europei si sono rifiutati di giocare ad una «roulette» bipartitica.
 
I comunisti e la sinistra («Gruppo della Sinistra unitaria europea») sarà rappresentata al Parlamento europeo da circa 40 deputati provenienti da 12 paesi. Questi sono i rappresentanti dei partiti comunisti di Grecia, Portogallo, Francia, Repubblica Ceca, Cipro, Spagna; e dei partiti di sinistra della Lettonia, Germania, Irlanda, Olanda, Gran Bretagna e Svezia.
 
Vorrei ricordare il successo dei nostri compagni lettoni del Partito socialista, che insieme ai loro alleati - le organizzazioni della popolazione di lingua russa - sono stati in grado di conquistare due mandati su otto riservati alla Lettonia. Soprattutto ci congratuliamo con il compagno Alfred Rubiks per la sua elezione al Parlamento europeo, convinto comunista, che non si è fatto intimorire né dal carcere né dalla persecuzione.
 
Faccio notare che l'esistenza di questo gruppo è di grande importanza per la Russia. Ultimamente, infatti, il Parlamento europeo è diventato spesso fonte e promotore di varie dichiarazioni anticomuniste e anti-russe. Basta citare la risoluzione emanata in aprile che equipara gli stati socialisti ed i regimi fascisti! In realtà, è stato fatto un tentativo per dichiarare criminale la maggior parte della nostra storia del XX secolo. Con risoluzioni di questa portata si possono poi trarre conclusioni di carattere finanziario: per esempio, che siamo debitori nei confronti dell'Europa di svariati miliardi per «l'impropria» liberazione dal nazismo. Pertanto, in tali casi, sono i deputati della «Sinistra europea» quelli che levano la loro voce in sostegno della Russia!
 
Sin dai primi giorni di lavoro del gruppo della Sinistra europea ci proponiamo di creare contatti con loro e di fornire una serie di proposte concrete per la cooperazione. A nostro parere, abbiamo qualcosa su cui lavorare insieme.
 
Il nuovo Parlamento europeo ha aumentato la sua rappresentanza «verde».
 
Un rappresentante del Partito Pirata (Piratpartiet) è approdato al Parlamento europeo conquistando in Svezia più del 7 % dei voti. Il partito sostiene la libera circolazione dei diritti di proprietà intellettuale su Internet.
 
Sono molti i rappresentanti dei partiti della destra nazionalista di Inghilterra, Olanda, Austria, Danimarca, Italia e Ungheria che entrano al Parlamento europeo
 
In realtà, la delusione degli elettori per il sistema politico del capitalismo europeo ha rappresentato il principale risultato delle elezioni. La depressione economica ha già provocato tra i cittadini europei l’apparente desiderio di cambiare di molto la loro vita. Ma, forse, ancora non immaginano i contorni di questi cambiamenti.