www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 04-12-09 - n. 298

da www.solidnet.org
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
11° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai
New Delhi, 20-22 Novembre 2009
 
Contributo del Partito Comunista dei Popoli di Spagna
 
CRISI CAPITALISTA
 
Sviluppo 
Crisi speculativa e finanziaria 
Crisi energetica ed alimentare 
Proposte organizzative
 
L'attuale crisi del capitalismo è strutturale. La composizione organica del capitale aumenta velocemente e la legge di caduta tendenziale del saggio di profitto matura in modo rapido.
 
La privatizzazione delle nuove tecnologie, conseguenza dello sviluppo tecnico-scientifico ha progressivamente ridotto la partecipazione della forza lavoro alla produzione di beni e, a causa di questo, anche la possibilità di generazione e appropriazione del plusvalore da parte capitalista.
 
La conseguenza più immediata per la classe operaia è la ricerca da parte del capitale di forza lavoro più economica, la rilocalizzazione delle imprese, creando flussi di masse lavoratrici verso i centri capitalistici. La classe operaia continua a perdere potere d'acquisto, è costretta ad aumentare le sue ore giornaliere di lavoro, soffre l’abbandono degli Stati nonché delle organizzazioni e istituzioni borghesi, la disoccupazione aumenta a valori tragici portando, in alcuni dei paesi cosiddetti centrali come nel caso della Spagna, la percentuale ad oltre il 20%. Allo stesso tempo il capitalismo utilizza un protezionismo fittizio, che attraverso un calcolato discorso di protezione sociale per i lavoratori dei paesi centrali, "noi" prima di "loro", scatena la xenofobia nei confronti dei lavoratori immigrati, che si va a sommare ad un ordine istituzionale per cui la popolazione immigrata non solo sopporta la xenofobia, ma queste persone sono anche vittime di leggi e direttive che li minacciano come esseri umani.
 
Il capitalismo risponde alla riduzione della redditività del capitale produttivo dirigendolo verso il campo improduttivo e speculativo. Nella speculazione il capitale incontra una redditività più elevata e in un tempo minore di quanto possa ottenere nel settore produttivo. Questo sottolinea la corruzione insita nel sistema, come mostrato anche dalla miriade di casi che stanno venendo alla luce negli ultimi mesi in Spagna.
 
Il capitale finanziario e speculativo è stato il protagonista negli ultimi decenni del processo di accumulazione. La finanziarizzazione dell'economia capitalista, massimo vertice del parassitismo nella fase imperialista, è stata la base su cui ha poggiato la speculazione finanziaria, riducendo l'accumulazione attraverso la produzione di beni ad una percentuale ogni giorno inferiore nell'economia capitalista mondiale. Oggi la produzione e la commercializzazione di prodotti è una parte minima nelle attività dell'economia capitalista.
 
La crisi finanziaria è solo un anello della catena e non può essere analizzata come unica variabile, ignorando i fattori storici e sociali di una forma di sviluppo della specie umana. Nel contesto della crisi capitalista, la crisi energetica è parte dei processi speculativi. I prezzi sono aumentati e costituiscono un pesante fardello per le economie del capitalismo centrale, in particolare per quelle con una limitata capacità di autosufficienza.
 
Il fallimento, almeno per ora, nella produzione di biocarburanti aumenta la tendenza del capitale ad appropriarsi delle riserve naturali che si trovano in America Latina, Africa, Medio Oriente ed in alcune parti della Russia post-sovietica. La logica necessità del capitalismo di controllare le risorse naturali produce una politica internazionale di interventismo militare. Alle guerre in Iraq e Afghanistan si sommano le attuali aggressioni contro i paesi latinoamericani, con la minaccia di guerra attraverso il dispiegamento della IV Flotta, l'installazione di basi americane in Colombia o il colpo di stato in Honduras, così come le guerre "non mediatiche" che si verificano sul continente africano. Lo stato di guerra permanente favorisce lo sviluppo degli armamenti, costringendo gli altri paesi a una domanda effettiva del prodotto finale e scaricando il costo improduttivo della guerra sulle altre nazioni.
 
Il capitalismo, in questo scenario, non ha altri rimedi che fare della guerra uno strumento imprescindibile per sostenere il processo di accumulazione del capitale. In Europa, il Trattato di Lisbona sostiene l’aspetto militare con l'obbligo degli Stati membri di aumentare la spesa militare ed il riconoscimento della guerra preventiva.
 
La crisi alimentare colpisce oltre un miliardo di persone che già soffrono di fame estrema.
 
La distruzione della capacità produttiva da parte del capitalismo dei paesi centrali pone le coltivazioni agricole in un mercato incontrollato, in cui la produzione alimentare non risponde alla necessità delle forniture ma si sottopone ai dettami del capitale, il quale nella sua logica speculativa fa oscillare i prezzi dei prodotti alimentari che incidono sulla popolazione più debole economicamente. Oggi è tecnicamente possibile risolvere la fame nel mondo, le tecniche di produzione agricola consentono la produzione di alimenti per tutta l'umanità.
 
I mezzi di comunicazione del capitalismo adempiono alla perfezione la loro funzione di apparato ideologico della borghesia. La loro analisi frammentatrice della realtà raggiunge efficacemente lo scopo di intorpidire la classe operaia, preparandola ad accettare le conseguenze di una prassi capitalista sotto il segno del terrore di fronte a qualsiasi protesta o azione della classe oppressa. La psicologia del terrore si dimensiona in modo che la paura sia la costante fondamentale nella vita dei popoli e, per realizzare ciò, vengono creati e perfezionati apparati repressivi coordinati a tutti i livelli possibili, che completano la scena con la criminalizzazione delle opzioni rivoluzionarie e l’eliminazione della protesta. Di fronte a questo, per uscire dalla crisi il capitalismo ci propone il “consenso politico e sociale”, facendo passare questa come l'unica opzione possibile.
 
Non c’è posto per le soluzioni intermedie, non ci sono riforme che eliminino il capitale. La socializzazione del capitalismo è la proposta dell’opportunismo politico. La coesione sociale, che tanto viene difesa dalle posizioni socialdemocratiche, nasconde il salvataggio dell’ordine economico del capitale anche a costo di aumentare la disuguaglianza sociale e lo sfruttamento. Il socialismo è l'alternativa per l'umanità. E’ giunto il momento di superare le fasi delle incognite sull’arrivo del socialismo. Avanziamo nella fase organizzativa della lotta che ha nel suo orizzonte il sostegno di questo processo come una opzione reale.
 
Il Partito Comunista dei Popoli di Spagna propone lo sviluppo delle fasi tattiche di questo periodo, che deve concretizzarsi in un potente processo di accumulazione di forze:
 
- Migliorare il coordinamento ed il rafforzamento del movimento comunista internazionale con un programma comune. Nominare una commissione di lavoro con il compito di promuovere questa linea.
 
- Promuovere la creazione del Fronte Mondiale Antimperialista come alleanza di tutte le forze rivoluzionarie e progressiste, con un programma minimo. Mentre avanzano e si concretizzano tali coordinamenti generali, tra comunisti e antimperialisti promuoviamo specifiche unità d’azione per fronteggiare le più pesanti aggressioni del sistema imperialista. Le azioni possono essere convocate a livello globale o regionale. Alcuni esempi:
 
- Mobilitazione contro la fame che colpisce un miliardo di persone 
- Azione contro la guerra in Afghanistan 
- Giornata mondiale di solidarietà con la Palestina e gli altri popoli in lotta 
- Azione mondiale contro la distruzione della foresta amazzonica