da www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura di CT del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
11° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai
New Delhi, 20-22 Novembre 2009
L’intervento del Partito comunista sudafricano (SACP)
Il Partito comunista sudafricano (SACP) desidera salutare i partiti comunisti e operai riuniti in questo 11° Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai organizzato dal Partito comunista indiano (Marxista) (CPI-M) e dal Partito comunista indiano (CPI) con i quali abbiamo rapporti fraterni consolidati e per i quali nutriamo grande ammirazione dopo molti anni di splendide lotte condotte per e con la classe operaia e i poveri dell'India contro il colonialismo e l’imperialismo britannici.
Vogliamo ringraziare il CPI-M e il CPI per aver ospitato e organizzato questo 11° Meeting internazionale. Il fatto che l'Incontro si svolga in questa regione per la prima volta dalla riorganizzazione del movimento comunista internazionale dopo la caduta del Muro di Berlino e la scomparsa del socialismo dell’Est Europa e dell’ex-Unione Sovietica – è di per sé un momento molto significativo per il movimento internazionale comunista e operaio. Tra le altre cose, evidenzia la nostra solidarietà con i popoli della regione sempre più nelle mire dei piani imperialisti di bellicismo, aggressione e dominio, come chiaramente esemplificato dalla cosiddetta guerra contro il terrorismo e il fondamentalismo religioso in Pakistan e la conseguente lotta per l’influenza geo-strategica e l'egemonia della regione.
Negli ultimi due giorni di questo meeting, abbiamo analizzato e formulato prospettive sulla natura, le caratteristiche e l’impatto della crisi capitalistica globale e la sua influenza sulla classe operaia e sull’avanzamento della povertà. Non vogliamo dilungarci, né ripeterci sull'argomento, basti dire che la crisi impone a noi - che siamo impegnati in un percorso di sviluppo equo, giusto e sostenibile che pone al centro i principali bisogni dei popoli e non il profitto privato: vale a dire un ordine socialista mondiale - una ulteriore opportunità di elaborare più concretamente il nostro approccio alternativo, che è il tema all'ordine del giorno dell’11° Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.
Nel corso degli anni, fin dai primi segnali della profonda crisi in atto, il SACP ha elaborato analisi a riguardo e le nostre idee e prospettive sono espresse anche nelle nostre pubblicazioni, periodici e riviste teoriche; ma desideriamo approfondire l’analisi ed evidenziare alcuni elementi che crediamo potrebbero essere alla base dell’ulteriore consolidamento delle lotte operaie per ridurre il dominio del capitalismo imperialista in particolare nella regione da cui proveniamo, dove le conseguenze della crisi si sono manifestate in modo più acuto per diverse ragioni, tra le quali i bassi livelli di sviluppo e la dipendenza economica dalle imprese multinazionali imperialiste.
Il capitalismo, motore dell’impero, è stato, nella sua espansione globale dal Nord Atlantico verso l’esterno, la forza fondamentale nel generare l'attuale situazione. A cavallo del XX° secolo, veicolando l’apparente logica del suo strapotere, i principali beneficiari del capitalismo hanno cercato di trasfigurare questo sistema nella globalizzazione, imponendo in suo nome, una forma inaccettabile di semi-colonialismo su buona parte del Sud del mondo, che nel corso degli ultimi 40 anni aveva allentato le catene dalla più palese e diretta forma di colonialismo.
L’economia del Sudafrica, così come quella di gran parte del continente africano, continua a produrre disuguaglianze anche dopo l’indipendenza ed è dominata dalle ostinate caratteristiche coloniali, che ostacolano la realizzazione degli obiettivi imprescindibili che si prefiggeva il movimento di liberazione nazionale.
I problemi strutturali dell’economia del Sudafrica (enormi disuguaglianze, emarginazione territoriale di circa metà della popolazione e livelli di disoccupazione critici) persistono e si sono riperpetuati nella crescita del 5% registrata nell’ultimo decennio.
Il percorso capitalistico in Sudafrica continua ad essere dominato da una forma specifica di colonialismo (CST). L’economia è eccessivamente orientata alle esportazioni, soprattutto incentrate su materie prime e prodotti primari. Questa particolare via di sviluppo dipendente, si riflette nel dominio del monopolio minerario-energetico-finanziario della classe capitalistica sugli strati cruciali dell’economia. È questa una dominazione che altera ulteriormente l’economia in termini sia di politiche territoriali e logistiche e di politiche sulle risorse naturali, sia in termini di sottosviluppo della produzione e dei settori di capitale medio-piccoli.
Il nostro percorso di accumulazione è anche eccessivamente dipendente dalle importazioni di capitali e beni di lusso e contribuisce al ruolo predatorio del capitale sudafricano nella nostra vasta regione. La maggior parte del continente, come il Sudafrica, è un esportatore netto di prodotti primari e un importatore netto dei beni più costosi.
Solleviamo tali questioni nell’ambito dell’elaborazione per un approccio strategico e programmatico, all'ordine del giorno di questo meeting, riunito sotto il tema “le lotte dei lavoratori e dei popoli, le alternative e il ruolo del movimento comunista e operaio”.
Le attuali condizioni in cui si trova l’Africa sono forse la più grande accusa che si può fare al capitalismo moderno.
Considerando le osservazioni formulate di recente dalla Banca Mondiale:
Il reddito totale di tutti i 48 Paesi dell’Africa Subsahariana si avvicina ora a quello del piccolo Belgio. Ogni Paese ha in media un reddito di circa 2 miliardi di dollari all’anno, pressappoco lo stesso importo di una piccola città dell’occidente con una popolazione di 60.000 abitanti. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) di questo vasto continente rappresenta meno dell’1% del PIL mondiale. Le condizioni sociali sono deteriorare a causa di salari inferiori a quelli successivi l’indipendenza nel 1960. Escludendo il Sudafrica, in tutto il continente ci sono meno strade che in Polonia e solo 5 milioni di telefoni.
Riteniamo che queste statistiche sconvolgenti non siano esagerate e pensiamo che la Banca Mondiale debba assumersi almeno una parte di responsabilità per quanto successo.
Siccome le conseguenze della crisi capitalistica si acutizzeranno ulteriormente in capo a un paio di mesi, la classe lavoratrice, i contadini e i poveri dell’Africa e degli altri “Paesi in via di sviluppo”, saranno ancora più esposti alla precarietà, la loro qualità di vita sarà ulteriormente erosa e il deterioramento delle condizioni di vita diventerà generale.
Qualche settimana fa, il SACP ha celebrato il cinquantesimo anniversario della rivista teorica African Communist! Il nome della testata era di auspicio perché African Communist diventasse il giornale dei comunisti africani quale terreno e piattaforma per il dibattito, lo scambio, la discussione e il confronto attorno alle prassi marxiste-leniniste e la loro applicazione nel continente. Questa sfida per il Partito rimane valida tuttora.
Per questo motivo, accogliamo la proposta dell’11° Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai di ospitare il prossimo incontro in Sudafrica come un onore e uno sprone per questo compito, che sottolinea i grandi sforzi di analisi del Partito sulle prospettive di un progressivo avanzamento nel continente.
Siamo infatti profondamente onorati per la proposta e la decisione di convocare la prossima riunione nel continente africano e la percepiamo come una dichiarazione importante e come un’espressione di fiducia e solidarietà con le lotte della classe lavoratrice e dei poveri nel continente.
Il SACP, se siete d'accordo, trasfonderà nel 12° Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, la dimensione di un Incontro panafricano! Speriamo infatti che l'occasione contribuisca a incoraggiare gli sforzi intrapresi dai molti progressisti nel continente in condizioni enormemente difficoltose e precarie.
Lo svolgimento del 12° Incontro nel continente africano non solo assolve agli obiettivi di rotazione del meeting, ma rappresenterà un’importante espressione politica di fiducia e riaffermazione delle lotte del continente e dei popoli che hanno sopportato il peso delle rivalità imperialiste, le devastazioni della guerra, alimentate dall’insaziabile ingordigia del monopolio capitalista, nonché la “ri-colonizzazione” caratterizzata dall’indebolimento delle conquiste dell’indipendenza.
Il SACP ha discusso la questione ed è pienamente favorevole: se verrà confermata la proposta, per il Partito sarà davvero un grande onore ospitare il 12° Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e Operai in Sudafrica nel 2010!
Il socialismo è il futuro! Costruiamolo adesso con e per i lavoratori e i poveri!
Amandla!
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