www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 16-11-15 - n. 565

17° IMCWP - 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

"I compiti dei Partiti comunisti e operai per rafforzare la lotta della classe operaia contro lo sfruttamento capitalista, le guerre imperialiste e il fascismo, per l'emancipazione dei lavoratori e dei popoli, per il socialismo".

Istanbul, Turchia, 30 ottobre-1 novembre 2015

Contributo del Partito Comunista di Cuba al 17° IMCWP

Partito Comunista di Cuba (PCC) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Compagni,

A nome del PCC, ringraziamo sinceramente il KP (Turchia) per aver ospitato questo incontro e gli riconosciamo i notevoli sforzi di coordinamento atti a garantirne il positivo svolgimento.

Molte altre volte, come questa, ci siamo riuniti come Partiti comunisti e operai. In quelle occasioni, proprio come oggi, abbiamo affrontato frangenti complessi e dedicato lunghe ore al dibattito. La differenza è che ogni volta abbiamo sempre meno tempo per trovare soluzioni definitive o almeno, per alleviare gli effetti che l'attuale situazione internazionale provoca alla stragrande maggioranza del mondo.

Le molestie permanenti alla pace che giustificano la presenza dell'esercito nordamericano in più di 130 nazioni e le enormi contraddizioni generate dal sistema capitalistico che hanno condotto a crisi successive di diversa natura, continuano a colpire particolarmente i più poveri.

Le istituzioni finanziarie e bancarie cercano di spartirsi il controllo delle economie del mondo; i trattati di libero commercio sembrano destinati a proteggere gli investimenti, a garantire il controllo delle transnazionali sul destino economico, sociale e culturale delle nazioni e le logiche consumistiche del sistema accelerano il cambiamento climatico, a discapito del pianeta e della specie umana.

La regione latinoamericana, stimolata dalle legittime aspirazioni di indipendenza e sovranità ereditate dai nostri eroi, ha lavorato alla necessaria integrazione come unica alternativa per affrontare questa situazione internazionale e la controffensiva dell'imperialismo che oggi acquisisce una caratteristica unica nel nostro continente.

Essa consiste in un elaborato programma di sovversione, un combinato di azioni di guerra economica e brutali attacchi mediatici diretto a ottenere un cosiddetto "rapido cambiamento di regime", oppure una strategia di indebolimento più a lungo termine al fine di imporre soluzioni di tipo elettorale, ignorando in entrambi i casi la reale volontà democratica dei popoli.

La storia dell'America Latina e anche di Cuba ha dimostrato che solo l'unità e l'integrazione potranno garantire un futuro di pace e dignità ai nostri popoli.

Riconosciamo l'esistenza di un dibattito e di una incomprensione sulla reale portata del processo di integrazione, ma possiamo sentirci orgogliosi della nascita dell'Alba, di Caricom, di Unasur e di Mercosur, le quali lavorano tutte per perfezionare la cooperazione e promuovere il commercio. E come colonna portante e obiettivo strategico, la Celac, che secondo il compagno Raúl "giustifica più di due secoli di lotte e speranze. Simbolicamente, consolida il concetto di regione unita e sovrana, impegnata in un destino comune".

La proclamazione dell'America Latina e dei Caraibi come Zona di pace nel gennaio 2014, che sostiene la via dell'unità nella diversità, è anche questa una forza contro gli intenti bellicisti e destabilizzanti che ci minacciano. Oggi possiamo affermare che senza integrazione non c'è nessuna garanzia di sostenere la nostra sovranità e la nostra indipendenza. Solo uniti potremo affrontare la rinnovata aggressività dell'Impero.

La Rivoluzione cubana passa oggi per una fase cruciale. Durante il VI Congresso del PCC, celebrato nel 2011, abbiamo approvato i fondamenti della nostra politica economica e sociale, la cui caratteristica fondamentale è la costruzione del socialismo, col proposito strategico di sviluppare un socialismo prospero e sostenibile che permetta di potenziare lo sviluppo delle forze produttive e la potenza degli attori economici.

L'aspirazione di raggiungere la maggiore giustizia sociale possibile, di fortificare una democrazia popolare e partecipativa nell'organizzazione del sistema politico e di garantire l'uguaglianza delle opportunità per tutti, sono i fondamenti del socialismo che ambiamo costruire.

I diritti inalienabili, come la salute e l'educazione, entrambe gratuite ed universali, l'essere umano fulcro di ogni trasformazione, la vocazione internazionalista del nostro popolo e l'impegno con i nostri fratelli del Terzo mondo continueranno a essere principi della Rivoluzione ai quali non rinunceremo.

Ad aprile del prossimo anno realizzeremo il VII Congresso del Partito, occasione in cui si rivedrà e convaliderà il risultato dell'attuazione della linea fino a quel punto adottata; si approverà una concettualizzazione teorica del socialismo cubano e si discuterà un programma di Sviluppo integrale a lungo termine fino al 2030.

In questo contesto, il nostro paese ha dato avvio a un processo volto a ristabilire le relazioni con gli Stati Uniti. Su questo tema sarebbe pertinente affermare che vi siamo giunti senza venir meno ai nostri principi, che il governo degli Stati Uniti ha riconosciuto il fallimento della politica aggressiva imposta a Cuba e che nel suo tentativo di isolarci ha finito per isolare se stesso e che questo processo è stato portato a termine con la dirigenza storica alla guida del paese.

E' bene chiarire che il ripristino delle relazioni non significa normalizzazione. Questo sarebbe un processo molto più lungo e complesso, che supporrebbe l'eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario, la restituzione del territorio illegalmente occupato dalla Base navale a Guantánamo, la sospensione delle trasmissioni radiotelevisive illegali contro Cuba e lo sradicamento dei programmi sovversivi finanziati dal governo nordamericano per destabilizzare il nostro ordine interno; come pure il risarcimento per i danni causati dal succedersi delle politiche aggressive contro il popolo cubano.

La macchina mediatica dell'impero cerca di diffondere l'idea che la lotta contro il blocco e per l'eliminazione della politica ostile dell'imperialismo contro Cuba abbia perso di significato. Ci rendiamo conto che molte persone sono confuse a riguardo e pensano che le cause della nostra lotta siano svanite. Ciò fa parte della strategia smobilitante dell'impero, che persegue lo scoraggiamento e la disintegrazione delle strutture di solidarietà che hanno generosamente impiegato una preziosa parte del loro tempo, risorse ed energie nella solidarietà verso Cuba.

A tutti coloro che in queste organizzazioni e dai diversi luoghi del mondo hanno appoggiato la resistenza del nostro popolo per decenni, diciamo che le ostilità continuano, che il blocco rimane intatto e che l'imperialismo mantiene il suo obiettivo di portarci fuori dalla via socialista e di distruggere la Rivoluzione, anche quando utilizza metodi più fini e sofisticati.

Sia propizio questo momento per trasmettere un sincero augurio a tutti quelli che hanno lottato insieme al nostro popolo per la liberazione dei nostri Cinque eroi. Questa è anche una vostra vittoria.

Essa è un'ulteriore prova che è valso la pena lottare e che le vittorie sono possibili. È anche evidente come l'unità sia imprescindibile quando si identifica una causa comune e che tutti i contributi sono preziosi, se perseguono strategicamente lo stesso obiettivo.

Confidiamo sinceramente di utilizzare questo incontro per armarci di argomenti, per discutere e condividere esperienze rispettando le asimmetrie e le differenze e per bandire le discussioni sterili, i sospetti e le frammentazioni che ci rendono solo più deboli di fronte a un nemico che sa molto bene come trarre vantaggio dai nostri errori.

Rinnoviamo la nostra gratitudine al KP (Turchia) e la nostra volontà di continuare a lavorare per rendere questi incontri degli spazi utili a beneficio delle aspirazioni dei nostri popoli.

Molte grazie.


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