www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 06-02-16 - n. 575

ECM 2015 - Incontro Comunista Europeo 2015

"Rafforziamo la lotta operaia e popolare contro la barbarie capitalista che crea guerre, povertà, rifugiati e immigrati. Per l'Europa del socialismo, della pace, della  giustizia sociale".

Bruxelles, 07/12/2015

Intervento del Partito Comunista dei Lavoratori di Irlanda

PC dei Lavoratori di Irlanda (WPI) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Contributo di Gerry Grainger del Comitato Centrale Esecutivo del WPI

Cari compagni,
Il Partito dei Lavoratori di Irlanda desidera ringraziare i compagni del Partito Comunista di Grecia per l'organizzazione di questo Incontro Comunista Europeo. Cogliamo l'occasione per esprimere la nostra solidarietà alle lotte e alle mobilitazioni del KKE, del PAME e dei lavoratori greci. Questo meeting offre una preziosa occasione di incontro, di scambio di opinioni ed esperienze, di definizione di azioni comuni per rafforzare le nostre lotte, di offrire la nostra solidarietà attiva e il sostegno a queste lotte e accrescere la nostra determinazione a contrastare la barbarie capitalista e all'aggressione imperialista, per costruire una nuova società in cui il potere sia nelle mani della classe operaia, per edificare un futuro socialista.

Mentre ci incontriamo la crisi del capitalismo si intensifica. La recrudescenza dell'aggressione e della guerra imperialista è una costante e crescente minaccia alla pace, alla vita, alla sicurezza, a condizioni dignitose per milioni di persone: reprimendo spietatamente il progresso sociale, fomentando morte e distruzione, perpetuando il dominio dei monopoli sui lavoratori e privando le persone del diritto politico fondamentale di determinare la propria vita e il proprio percorso di sviluppo, libero dalla dittatura del capitale.

La situazione in Siria, manipolata dalle potenze imperialiste, costituisce una grave minaccia non solo per la Siria, ma anche per l'intera regione e per il mondo. L'armamento di gruppi terroristici decisi a minare lo Stato siriano ha portato alla guerra e al terrore in Siria e oltre. Oggi la Siria è esposta a una catastrofe umanitaria. Come conseguenza di questa guerra milioni di cittadini siriani hanno abbandonato le loro case e sono diventati profughi e sfollati nei paesi limitrofi, in condizioni di vita miserabili, affamati di cibo, riparo e medicine. Migliaia di persone in fuga dalla violenza, dall'insicurezza e dal terrore tentano un pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Ogni anno, innumerevoli vite si perdono in questi viaggi. L'infrastruttura vitale dello Stato siriano e il suo patrimonio culturale vengono distrutti. La morte, la sofferenza e la distruzione è su vasta scala.

Una coalizione di forze religiose ultra-reazionarie e oscurantiste; un'alleanza di Stati antidemocratici, tirannici e dispotici della regione; Israele e le potenze imperialiste, hanno determinato di preparare la strada per un intervento e l'occupazione della Siria con l'obiettivo di destabilizzare e neutralizzare il paese, minare la sua importanza strategica nella regione, alterare l'equilibrio di potere nell'area e creare una regione debole e compiacente di Stati asserviti. Ciò rafforzerebbe i disegni aggressivi ed espansionisti di Israele e garantirebbe ai monopoli l'accesso illimitato di risorse naturali preziose di quegli stati e importanti vie di comunicazione. Questi piani, a loro volta, confliggono con gli interessi monopolistici delle altre potenze, tra cui Russia, Cina e loro alleati.

Il sostegno della Turchia - con l'armamento, il finanziamento e l'offerta di riparo all'opposizione siriana armata - è noto, compresa la vendita del petrolio di ISIS attraverso la Turchia. Gli Stati Uniti bombardano la Siria dal settembre 2014 in violazione del diritto internazionale e con un impatto minimo sui gruppi terroristici. Gli Stati Uniti sono coinvolti nella formazione e nell'armamento di una rivolta militare in Siria, con l'assistenza di Arabia Saudita, Qatar e altri. Nel contempo, i media borghesi hanno guidato una campagna di propaganda per demonizzare lo Stato siriano (ignorando l'oppressione che impera in nazioni alleate agli Stati Uniti: Arabia Saudita, Bahrain e Qatar). Gli Stati Uniti inoltre hanno ripetutamente usato o tentato di usare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per sanzionare la Siria e per gettare le basi per una maggiore violenza contro la Siria e il popolo siriano.

E' in questo contesto che deve essere compresa la Risoluzione 2249 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e la richiesta di accentuare i bombardamenti avanzata dal Primo Ministro britannico e da altri stati. Questo non ha nulla a che fare con la difesa o l'azione contro il terrorismo. L'unica soluzione possibile richiede il pieno rispetto per l'integrità territoriale e la sovranità della Siria. Spetta esclusivamente al  popolo siriano determinare il proprio futuro, libero da interferenze esterne. Deve essere posta immediata fine a tutti gli aiuti finanziari, logistici e militari, sia palesi che occulti, al cosiddetto Esercito Libero siriano e agli altri gruppi terroristici di opposizione armata. Deve finire qualsiasi intervento da parte dell'imperialismo contro la Siria. Devono finire le sanzioni e devono essere adottate misure urgenti per facilitare una soluzione politica pacifica, attraverso un dialogo nazionale complessivo.

Siamo anche consapevoli delle conseguenze devastanti degli attacchi micidiali terroristici in Francia, Libano, Siria, Iraq, Turchia, Mali, Egitto, Tunisia, Pakistan, Afghanistan e altrove perpetrati dalle forze terroristiche, fondamentaliste, ultra-reazionare, nemiche della pace, della libertà e del progresso sociale e le cui azioni avvantaggiano oggettivamente l'imperialismo.

In Imperialismo, fase suprema del capitalismo, Lenin ha definito l'imperialismo come fase ultima del capitalismo, individuandone le caratteristiche. Lenin ha dimostrato l'assioma che la guerra è una connotazione inevitabile e preminente del capitalismo contemporaneo. Ha concluso che l'evoluzione del capitalismo nella sua fase monopolista ha portato alla divisione del mondo da parte delle potenze imperialiste in colonie e sfere di influenza in concorrenza. La crescente competizione tra queste potenze alla fine e inevitabilmente porta a conflitti, rendendo la guerra una caratteristica sistemica e inesorabile del capitalismo monopolistico. E' in questo contesto che deve essere intesa la crescente crisi in Siria. L'imperialismo ci condanna ad uno stato di guerra permanente.

Lo sfruttamento da parte delle forze capitalistiche, a livello nazionale e mondiale, ha precipitato i lavoratori e le fasce più deboli di molti paesi nella povertà, nella fame, nella miseria e nella disperazione. Le crisi in Siria, Libia, Iraq e in tutto il Medio Oriente causate e manipolate dalle potenze imperialiste e dai loro esecutori, hanno creato una situazione che attraverso il conflitto e la guerra ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle loro case. E' necessario mettere in atto un'assistenza immediata umanitaria per i rifugiati al fine di garantire che siano protetti contro il nazionalismo, il razzismo e la xenofobia nel vero spirito della solidarietà e dell'internazionalismo socialista, evidenziando il ruolo e le responsabilità dell'imperialismo e degli interventi negativi di Stati Uniti, UE e NATO.

Allo stesso tempo, la crisi sistemica globale del capitalismo continua. I lavoratori hanno sperimentato, e continuano a sperimentare, un deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro. La crisi del capitalismo, la politica di austerità, la distruzione dell'istruzione e della salute pubblica, l'aumento della disoccupazione con un'intera generazione espulsa dal mercato del lavoro, gli attacchi ai sistemi di sicurezza sociale che vede un numero significativo di donne estromesso dall'occupazione per i tagli ai servizi e al sostegno familiare, l'erosione dei diritti dei lavoratori, il deterioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, l'eliminazione delle conquiste sociali, la crescita del nazionalismo, del razzismo, del fascismo e della xenofobia, gli attacchi contro i lavoratori migranti e i rifugiati, il velenoso anticomunismo e la repressione di stato sono una realtà costante e rappresentano una minaccia per i lavoratori.

In queste circostanze, è responsabilità dei partiti comunisti e operai denunciare la natura della barbarie capitalista: rendere chiaro che è il capitalismo che crea le guerre, la povertà, il fenomeno dei rifugiati e delle migrazioni, accrescere la consapevolezza tra la classe operaia di questi problemi e contrastare l'atteggiamento irresponsabile dei partiti borghesi, dei guerrafondai, delle organizzazioni fasciste e razziste che manipolano l'ignoranza e alimentano un falso clima di paura. E' anche necessario sfidare gli elementi opportunisti che ignorano o nascondono le cause e le responsabilità reali della guerra e delle sue conseguenze.

Sotto il capitalismo c'è una limitata possibilità per i diritti economici e sociali. Tuttavia, anche questi diritti sono gravemente compromessi quando le persone non sono in grado di soddisfare le loro esigenze fondamentali. E' nostro compito difendere le conquiste e le vittorie duramente acquisite della classe operaia, schierarsi con i lavoratori nelle loro lotte quotidiane in un modo che emerga la natura di classe della società, innalzare la coscienza di classe e dimostrare costantemente in modo concreto e comprensibile che il socialismo è l'alternativa.

Un gran numero di persone, soprattutto giovani, sono stati costretti a emigrare a causa della mancanza di posti di lavoro. Migliaia sono stati rimossi dagli elenchi dei disoccupati, perché sono ufficialmente "in formazione", quando, in realtà la maggior parte sono costretti a dubbi "apprendistati" o tirocini non retribuiti.

I nuovi posti di lavoro disponibili sono part-time, temporanei, mal pagati, precari e senza alcuna sicurezza di stabilità. La crescita della precarizzazione, del falso lavoro autonomo e del lavoro precario impattano gravemente sulle donne, sui giovani lavoratori e i lavoratori migranti.

Mentre i lavoratori affrontano queste minacce, il grande capitale promuove il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), nell'ambito dei negoziati tra l'Unione europea e gli Stati Uniti. Questo trattato rappresenta un nuovo tentativo da parte dei monopoli di intensificare ulteriormente lo sfruttamento e il profitto con la creazione di un enorme spazio economico con la libera circolazione di merci e investimenti, un'area che copre circa il 40% del commercio mondiale, circa la metà del PIL mondiale e più di 800 milioni di persone. Nonostante il fatto che i negoziati siano in corso da anni, i termini del trattato restano strettamente segreti. Il TTIP mira a intensificare e perfezionare una struttura che massimizza i profitti a spese della classe operaia, che sostituisce i servizi pubblici con profitti privati, e che rafforza e innalza il potere dei monopoli. E' essenziale che i lavoratori in tutta l'UE si rendano conto che cosa è in gioco nelle trattative per il TTIP e si mobilitino per respingerlo inequivocabilmente.

Inviamo la nostra solidarietà a quei comunisti che subiscono l'assalto dell'aggressione anticomunista e ai comunisti di Ucraina, dove i lavoratori sono diventati ostaggio delle contraddizioni interimperialiste dei vari interessi imperialisti.

Una parola anche sulla Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite attualmente in corso a Parigi. Se accogliamo con favore qualsiasi sviluppo positivo per la tutela dell'ambiente rileviamo che questa conferenza non può sperare di fornire una soluzione ai principali problemi ambientali all'interno di un sistema politico ed economico distruttivo basato sul profitto, sullo sfruttamento, la disuguaglianza e il degrado ambientale.

Il capitalismo non può risolvere i problemi creati dal suo modo di produzione. Le sue contraddizioni gli sono inerenti e sono inevitabili. Il capitalismo è il problema. Il capitalismo non può essere la soluzione.

E' assiomatico per i marxisti-leninisti che tutta la storia è una storia di lotte di classe. La contraddizione di base di tutte le società divise in classi è l'appropriazione privata della ricchezza sociale. La missione storica della classe operaia e il compito del partito comunista è l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione. La lotta per la fine dello sfruttamento, dell'oppressione, della disuguaglianza e dell'ingiustizia richiede una trasformazione, una rottura con il capitalismo e le sue istituzioni e la creazione di una società in cui i cittadini liberi ed eguali siano in grado di sviluppare le loro capacità e abilità in tutta la loro potenzialità con la costruzione del socialismo-comunismo.

Per i lavoratori, quelli che hanno un impiego e per i disoccupati, per i giovani e la generazione più adulta, per i malati, i poveri e coloro che cercano rifugio diciamo: noi siamo con voi. Non vi deluderemo. Insieme, contrapponiamoci alla barbarie capitalista per una società nuova, un futuro in cui il socialismo è l'alternativa.


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