www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 10-02-17 - n. 620

ECM 2017 - Incontro Comunista Europeo 2017

"A 100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. Il capitalismo, i monopoli e l'Unione Europea portano crisi, guerre e povertà. Il Socialismo è attuale e necessario".

Bruxelles, 24/01/2017

Intervento del Partito del Lavoro d'Austria

Partito del Lavoro d'Austria | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Cari compagni,

vorremmo ringraziare il Partito Comunista di Grecia e il suo gruppo parlamentare europeo per aver ospitato e organizzato un'altra volta ancora il Meeting Europeo annuale tra i Comunisti dando in questo modo l'opportunità di scambiare le nostre esperienze, discutere e analizzare gli sviluppi odierni.

Come sappiamo, quest'anno ricorre il centenario della Grande Rivoluzione d'Ottobre. La nostra celebrazione e il nostro tributo d'onore per la grande vittoria del proletariato e dei contadini russi deve essere intesa come espressione della nostra convinzione circa la sua rilevanza per la lotta di oggi. La Grande Rivoluzione d'Ottobre ha dimostrato il potere del popolo e il grande ruolo storico della classe operaia. E' stata la più chiara espressione del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo e ha aperto la via per superare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

La Grande Rivoluzione d'Ottobre è strettamente legata alla prima grande guerra imperialista del XX secolo ed è stato il risultato della strategia rivoluzionaria bolscevica di trasformare la guerra imperialista in una guerra civile contro la classe dominante. Oggi, nel momento in cui gli antagonismi tra le nazioni imperialiste, tra i gruppi monopolistici e le diverse fazioni della borghesia stanno crescendo di intensità e anche la possibilità di una guerra generale appare realistica, noi consideriamo necessario volgere la nostra attenzione su tale centrale questione.

La questione della guerra non interessa solo i paesi correntemente coinvolti o minacciati di essere coinvolti in conflitti armati. A parte la dimensione internazionale dei conflitti correnti, come quello in Siria e Ucraina, possiamo osservare come anche i paesi come l'Austria, suppostamente neutrali, ma di fatto integrati nelle strutture militari di UE e NATO, stanno aumentando le loro spese militari e stanno ristrutturando le proprie forze armate in accordo colle necessità della guerra imperialista contemporanea e stanno cercando di giocare un ruolo più attivo negli affari regionali e globali. Ma soprattutto, quando vi sono politiche e guerre imperialiste, è assolutamente vitale che il movimento comunista internazionale abbia una posizione uniforme e dichiari e conduca una lotta comune contro la classe dominante nei rispettivi paesi.

Sfortunantamente, c'è molta confusione in merito al carrattere delle guerre odierne e in merito alla posizione dei comunisti verso tale questione. Sembra spesso essere ignorato che "la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi", che è la sola base scientifica per approcciarsi alle guerre come parte integrale delle società divise in classi. Questo conduce all'abbandono delle politiche rivoluzionarie e al vacillare tra tendenze nazionaliste e tendenze pacifiste. Non è sufficiente considerare la guerra solamente come una conseguenza del funzionamento generale del capitalismo e assolutamente come una conseguenza delle cosiddette "cattive politiche", come se le guerre fossero un incidente e fosse possibile evitarle. La guerra è un reale strumento politico nelle mani della borghesia dominante ed è un'espressione dell'acuirsi delle contraddizioni immanenti nel modo capitalista di produzione. In tal modo, non è possibile analizzare una guerra contemporanea da un punto di vista che non sia quello degli interessi politici ed economici della classe borghese.

Al fine di formulare continuamente i nostri proponimenti politici e dar forma alla nostra strategia in accordo con questa cornice teoretica, non possiamo trascurare lo studio degli sviluppi correnti nelle questioni militari, nella guerra convenzionale e non convenzionale. Le forme molto diverse di guerra nel XX secolo spesso hanno a che vedere con la loro vera natura e con gli interessi ai quali servono. Queste forme non sono viste come parte di un intero, come parte degli antagonismi tra diversi paesi imperialisti, gruppi di monopoli o fazioni della borghesia. L'ideologia borghese le presenta come incidenti isolati o come elementi delle cosiddette "nuove guerre" connesse con le "politiche identitarie", conflitti settari, religiosi, culturali e tra "attori non statali", ciò al fine di oscurare il ruolo dello stato borghese e degli interessi dei monopoli. Altri cercano di presentare le guerre come giuste ed ingiuste, in accordo con le dichiarazioni dei belligeranti. La verità è invece che, non tenendo conto della percezione soggettiva, delle argomentazioni e della relativa autonomia dei differenti attori, le diverse forme di violenza armata  sono integrate nel sistema imperialista e sono strumenti della classe borghese dominante. E il potere politico della classe che definisce il carattere della guerra.

Naturalmente, dobbiamo evidenziare le specifiche caratteristiche e le differenti fasi di ogni conflitto in accordo con gli interessi coinvolti. Dal momento che la guerra non è un atto isolato, né consiste in una singola tempesta istantanea, i cambiamenti nelle relazioni politiche ed economiche influenzeranno il corso di una guerra. La guerra non costituisce una situazione totalmente differente dalla "pace". E' falso assumere che in ogni dato momento storico non ci sia la possibilità di riconciliazione tra differenti interessi capitalistici, oppure trascurare il fatto che le alleanze imperialiste abbiano solo un carattere temporaneo. Ogni guerra è determinata dai fini politici, i quali sono definiti dagli interessi dei monopoli capitalistici e dalle leggi economiche oggettive del modo di produzione capitalistico. Dobbiamo dunque attentamente osservare gli sviluppi della situazione politica ed economica e i mutamenti nelle politiche della borghesia anche nel corso di ogni singolo conflitto. Le proclamazioni generali del carattere imperialista delle guerre correnti e future e gli appelli per la pace non sono sufficienti. La nostra posizione nei confronti della guerra imperialista si deve conformare al nostro dovere rivoluzionario di perseguire una strategia per destabilizzare il dominio della classe borghese in ogni circostanza. E' necessario svelare gli interessi coinvolti in contrasto con quelli della classe operaia e del popolo. E' necessario contribuire all'organizzazione indipendente della nostra lotta e rafforzare l'influenza dell'avanguardia rivoluzionaria.

Cari compagni,

la situazione del movimento comunista in Europa è lontana dall'essere soddisfacente. La controrivoluzione in Unione Sovietica e nei paesi socialisti dell'Europa Orientale e il fatto che stiamo operando in condizioni non rivoluzionarie, sono naturalmente i fattori principali che contribuiscono alla situazione attuale. Ma questo non è sufficiente per spiegare l'entità delle nostre debolezze qualitative e quantitative e la profonda variabilità tra i differenti paesi. Al fine di superare questa situazione, è necessario sviluppare ulteriormente il nostro approccio teoretico, appropriarci nuovamente dei principi pratici e organizzativi che hanno distinto il nostro movimento dalle diverse forze politiche opportuniste ed espandere la nostra influenza tra la classe operaia ed il popolo. Noi pensiamo che la cooperazione e il coordinamento tra i rivoluzionari Partiti Comunisti e dei Lavoratori debba espandersi a molti livelli. E' particolarmente importante evidenziare le questioni organizzative. Pochi partiti sono in una posizione tale da rivendicare il grado di organizzazione necessaria per agire con decisione nell'interesse della classe operaia. Questa situazione deve e può essere definitivamente ribaltata. Noi siamo ottimisti sul fatto che l'anniversario dei 100 anni della Rivoluzione d'Ottobre può essere un'occasione per intensificare i nostri sforzi per superare le difficoltà attuali e dimostrare alla classe operaia che il socialismo è l'unica alternativa possibile alla barbarie capitalista.

Il Comitato Centrale del Partito del Lavoro dell'Austria 

Vienna, 20 gennaio 2017


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