www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 10-03-17 - n. 624

ECM 2017 - Incontro Comunista Europeo 2017

"A 100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. Il capitalismo, i monopoli e l'Unione Europea portano crisi, guerre e povertà. Il Socialismo è attuale e necessario".

Bruxelles, 24/01/2017

Intervento del Partito Comunista di Boemia e Moravia

Vera Flasarova, Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) | ecm2017.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Molte cose da ricordare della Grande Rivoluzione d'Ottobre sono state descritte ed analizzate. In ogni caso, anche oggi, in questo mondo agitato, in questo mondo di guerre, povertà, monopoli internazionali e globalizzazione, è possibile trovare nuovi impulsi così come punti di ispirazione nell'eredità della Grande Rivoluzione. All'interno dello sviluppo della teoria e della prassi da parte dei movimenti comunisti e operai, si dimostra assai necessario ricorrere ai suoi ideali dal punto di vista delle nostre nuove esperienze, apprezzando la sua importanza in una luce nuova.

Cosa significa oggi la Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre per i comunisti e le forze progressiste del mondo? Lasciatemi dare una breve occhiata ad uno dei punti importanti ed ancora oggi assai rilevanti fatti della Grande Rivoluzione, l'evento che segue immediatamente dopo la vittoriosa azione della Rivoluzione, dal momento che non esiste nulla sulla Terra di maggiormente in pericolo che la pace, è stato fra i primissimi primi atti del Secondo Congresso Panrusso dei Soviet (degli operai e dei soldati) il 7 novembre del 1917. Il decreto, sebbene sia stato discusso, denigrato e più volte denunciato dalle varie forze imperialiste o pseudo-democratiche, fu considerato il primo importante passo in favore del neonato Stato, così come in favore del popolo, da parte del governo degli operai e dei contadini capeggiato da V.I.Lenin. Il governo era consapevole che il decreto sarebbe stato immediatamente compreso da tutti, come da molti criticato. Tutto sommato lo si può vedere nel testo stesso del decreto. Con la sua approvazione si impegnò il governo degli operai e dei contadini a cessare unilateralmente le operazioni di guerra sui campi di battaglia della Prima guerra mondiale. Il governo annunciò di voler immediatamente intraprendere i negoziati di pace, senza alcun allegato o contributo da parte delle forze nemiche, che tentavano di intimidire la neonata Russia. Inoltre, come diceva la Dichiarazione, "i governi e la borghesia impiegherebbero tutte le loro forze in modo congiunto per far finire nel sangue la rivoluzione degli operai e dei contadini".

Nello stesso tempo il governo era convinto che anche a costo delle concessioni all'epoca necessarie, quello fosse il modo per mitigare le miserie del popolo russo così duramente provato, dando loro un po' di tempo per tirare un sospiro di sollievo dagli orrori della guerra e donandogli la speranza di un ritorno alla vita. E poi, per mostrare ad ogni potere militare e ai suoi rappresentanti dove risiedeva il potere delle masse e del progresso sociale. Con questo esempio, il governo riuscì a sbaragliare tutte quelle opinioni che vedevano la guerra come unica via di risoluzione dei conflitti. Nello stesso tempo, il gesto poteva essere visto come l'inizio di una politica estera pacifica da parte del neonato Stato russo in via di formazione.

La Rivoluzione Socialista in Russia, a discapito di ogni difficoltà, iniziò l'era del decadimento del capitalismo e della costruzione del socialismo nella Storia dell'uomo. Teniamo anche a mente che fu solo la Rivoluzione d'Ottobre a dividere per la prima volta il mondo in due opposti sistemi. Fino ad allora non c'era stato che il mondo capitalista con il suo sistema.

Sia la Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre dell'URSS che il Decreto sulla Pace divennero la spinta per le altre forze di orientamento progressista in Europa ed altrove. Contribuirono alla fine della Prima guerra mondiale così come all'esercizio del diritto di autodeterminazione da parte di diversi Paesi. Le vecchie potenze erano cadute in rovina, mentre emergevano nuovi Stati.

Inoltre, il Decreto sulla Pace divenne uno sprone per lo sviluppo di diverse iniziative di pace e movimenti pacifisti o per la pace vennero creati in tutto il mondo.

In ogni caso, neppure la nuova ondata di iniziative pacifiste aveva permesso di evitare nuovi conflitti armati, come avvenne con la Seconda guerra mondiale.

Oggi, l'Europa è nuovamente giunta ad un incrocio della storia. A discapito di tutti gli sforzi volti a mantenere la pace su questo continente, nonostante la firma del patto di Helsinki e la creazione dell'OCSE, le forze imperialiste hanno scatenato guerre in Jugoslavia e Ucraina. L'Europa resta avvinghiata alle conseguenze immediate della guerra in Medio Oriente. Una volta ancora le forze fasciste rialzano qui la testa. La borghesia occidentale è guidata dagli USA, dall'UE, che si diceva istituita proprio come un progetto per la pace, e dalla Nato, e tutti questi soggetti hanno lavorato prima di tutto per distruggere i paesi con un ordine socialista in Europa.

Hanno tratto abilmente vantaggio dagli errori, dall'ingenuità e da alcune sottovalutate questioni negli ex paesi del blocco orientale guidati da Partiti comunisti e operai. Attualmente, i nostri partiti hanno perduto il supporto delle masse disagiate, soprattutto di quelle che formarono il terreno per la realizzazione della Rivoluzione d'Ottobre. Oggi, queste masse sono di una forma un po' differente, ma le loro caratteristiche strutturali sono ancora le stesse - il loro rapporto con i mezzi di produzione e la necessità di dover vendere il proprio lavoro. Nel Decreto sulla Pace si menzionava molto la mutua cooperazione internazionalista sia con i lavoratori che con le forze progressiste. E' anche questa una delle eredità della Rivoluzione d'Ottobre. Sia la solidarietà reciproca che l'internazionalismo proletario poggiavano sulle fondamenta del movimento operaio e comunista, che noi non siamo sempre in grado di apprezzare pienamente e di usare per il nostro movimento il più possibile.

C'è una meta a cui devono tendere i nostri partiti: il socialismo. A differenza dei partiti dominanti e dell'Unione europea, noi non siamo nella posizione di decidere come andare avanti conservando il sistema capitalista col minimo delle perdite ed il massimo dei profitti. Noi conosciamo bene la nostra strada che ci è data dalla Grande Rivoluzione d'Ottobre. Sebbene non reagiamo con lungimiranza e flessibilità agli eventi odierni, come coloro che si assunsero la piena responsabilità sia per la vittoria che per la sconfitta della Rivoluzione d'Ottobre, noi viviamo in tempi differenti, nel mondo della tecnologia e all'interno di una globalizzazione che racchiude tutto e tutti. Comunque, le tensioni in Europa e in tutto il mondo crescono. I partiti nazionalisti si fanno avanti. Ad ogni modo, Lenin aveva già avvertito circa questo tipo di pericolo. Dunque, torniamo all'eredità della Rivoluzione d'Ottobre, ai suoi ideali e alle sue conclusioni, che sono ancora stimolanti e hanno tantissimo da dire ai movimenti comunisti e operai presenti e futuri.


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