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20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista dell'India

"La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Partito Comunista dell'India | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Atene, 23-25 novembre 2018

Contributo del compagno Pallab Sengupta, Segretario del Consiglio Nazionale del Partito Comunista d'India.

Cari compagni,

Prima di tutto desidero ringraziare il Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia per aver ospitato questo incontro così importante dei partiti comunisti e operai di tutto il mondo. A nome del Consiglio Nazionale del Partito Comunista d'India, rivolgo i nostri saluti rivoluzionari al Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia e ai leader dei partiti comunisti  e operai qui presenti. Al Partito Comunista di Grecia vanno i nostri saluti rivoluzionari in occasione del centenario della sua fondazione. A nome del Consiglio Nazionale del CPI e di tutti i presenti, auguro al Partito Comunista di Grecia il successo in tutte le sue iniziative.

Cari compagni,

Questo importante incontro ha luogo nel contesto di una situazione internazionale assai complessa. Tale situazione è segnata da una crisi economica sempre più profonda, dalle aggressioni di USA e NATO contro diversi Paesi di ogni continente, dall'intensificazione dei sentimenti anti-russi, da una nuova alleanza tra Israele e Arabia Saudita mirante a realizzare il «Progetto del Grande Medio Oriente», nonché dai piani per la creazione in Asia di un'alleanza sul modello NATO e dal crescente dispiegamento di truppe USA nel Pacifico meridionale, nell'Oceano Indiano, nel Golfo e nel Mar Cinese Meridionale. In conseguenza di ciò, numerosi conflitti regionali stanno costantemente aggravando la situazione nella regione, come nei casi della penisola coreana, dell'Afghanistan, dell'Iran, del subcontinente indiano, del Golfo e del Medio Oriente. Accanto a questo rileviamo il ruolo aggressivo del capitale finanziario, che sta mettendo a repentaglio non soltanto i diritti sociali, politici ed economici della gente comune, ma anche la pace e la stabilità in tutto il mondo.

Nel contesto internazionale attuale, è compito della classe operaia e dei suoi alleati, sotto la guida dei partiti comunisti e operai, svolgere un ruolo di avanguardia nella lotta contro lo sfruttamento e la guerra imperialista, per la pace e per il socialismo.

La nostra analisi, sotto questo aspetto, mette in luce una grande complessità che è necessario comprendere perfettamente sul piano politico. L'analisi della classe operaia contemporanea e delle sue alleanze non può che essere condotta unitamente a quella relativa all'emergere di un dogma neoliberale, riconoscendo il capitalismo contemporaneo come imperialismo, fase suprema del capitalismo. La nostra analisi deve partire dalla premessa per cui «Senza una teoria rivoluzionaria non può esservi un movimento rivoluzionario». Essa si fonda sulla necessità di analizzare il carattere proletario e rivoluzionario dei partiti comunisti e operai quali avanguardie rivoluzionarie della trasformazione, e la loro capacità di imprimere dinamicità e prospettiva alla lotta di classe. Questa analisi ci conduce su un terreno difficile, quello dell'introspezione relativa alle nostre posizioni e ai conflitti percettivi che a livello globale influenzano i movimenti operai e sindacali.

Questo incontro internazionale giunge al momento opportuno e costituisce un passaggio fondamentale, in quanto si è definitivamente levato l'appello alla preparazione di una lotta per la trasformazione della società. La storia ha decretato che soltanto la classe operaia è in grado di condurre una lotta vittoriosa sotto la guida della sua avanguardia politica - i partiti comunisti - al fine di istituire l'ordine politico del socialismo.

La compagna Rosa Luxemburg, nel discorso pronunciato alla fondazione del Partito Comunista Tedesco, dichiarò: «Il socialismo non è fatto e non può esser fatto mediante decreti, neppure da un governo caratterizzato socialista. Il socialismo dev'esser fatto dalle masse, da ciascun proletario. Là dove essi sono legati alla catena del capitale, là dev'essere spezzata la catena. Solo questo è socialismo, solo così il socialismo può essere attuato». Era il 1918. Da allora è trascorso un secolo. Il mondo vive un'era di rinnovata barbarie, una barbarie caratterizzata dalla sofisticazione del XXI secolo. Ma nel momento stesso in cui istituiva questo atroce ordine mondiale, il capitalismo ha iniziato a percepire la propria ineluttabile crisi. Ha creato esso stesso coloro che lo seppelliranno - i lavoratori.

Cari compagni,

Dopo aver soppiantato il feudalesimo, il capitalismo si è diffuso espandendosi nel globo per alcuni secoli, creando la classe operaia destinata a seppellirlo. Il capitalismo ha attraversato crisi cicliche, entrando nella fase dell'imperialismo nel Novecento. Oggi il capitale finanziario sfrutta non soltanto operai e contadini, ma anche la massa dei produttori piccolissimi, piccoli e medi. La crisi finanziaria del 2008 si è dimostrata marcatamente diversa dalle crisi precedenti. Ha assunto una forma quanto mai brutale, che minaccia l'intera economia. Come ha affermato Walden Bello, ricercatore del Center for South East Asian Studies di Kyoto, «l'attuale recessione globale, la peggiore dalla grande depressione di settant'anni fa, ha piantato l'ultimo chiodo sul coperchio della bara della globalizzazione».

La profondità e la dimensione di questa crisi inducono a ritenere che l'accumulazione del capitale abbia raggiunto livelli inediti. Ciò conduce alla caduta del saggio di profitto, alla mancanza di plusvalore in relazione alla massa complessiva del capitale, alla creazione insufficiente di plusvalore e alla sovra-accumulazione di capitale.

La crisi è stata la peggiore dal secondo dopoguerra, con il processo di recupero più debole e maggiormente gravato dal debito. Il mondo è nel pieno di una lunga depressione. Il debito mondiale è a livelli record. La crisi di accumulazione intensifica la competizione per il profitto, il commercio e le risorse. Questi sviluppi rendono inevitabile lo scontro tra le classi dominanti delle potenze imperialiste mondiali. Di conseguenza, guerre commerciali e devastanti conflitti globali minacciano di sprofondare il mondo nel disastro e nell'instabilità. Il debito mondiale ha raggiunto il livello record di 237.000 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2017 (oltre 70.000 miliardi di dollari in più rispetto al 2007). Secondo il rapporto del Fondo Monetario Internazionale, il debito globale ha toccato un nuovo record - il 225% del PIL, rispetto al precedente livello massimo del 213% registrato nel 2009. L'accumulazione record di capitali è stata tesaurizzata in paradisi fiscali, manovre speculative, cripto-valute e mutui subprime, che hanno reso instabili e volatili le economie. Le riduzioni dei tassi di interesse, attuate per stimolare l'investimento di capitali improduttivi, hanno determinato tassi di interesse negativi nel mercato globale che hanno fatto lievitare i debiti sovrani al livello record di 11.700 miliardi secondo l'agenzia di rating Fitch.

La globalizzazione economica ha arrecato i danni peggiori al mondo, alla sua ecologia, alle risorse naturali e a tutto ciò che è necessario a una vita dignitosa. Gli spaventosi e crescenti livelli di povertà sono sotto gli occhi di tutti. Le diseguaglianze a livello globale si sono inasprite. Perfino quando l'economia mondiale cresceva a un tasso del 380%, tra il 1980 e il 2015, il numero di persone che vivevano in miseria con meno di 5 dollari al giorno è aumentato di 1,1 miliardi - il che fa dei tassi di crescita una sorta di presa in giro. Il valore in caduta libera delle valute, la diminuzione dei tassi di interesse, il calo dei tassi di crescita nei Paesi sviluppati indicati dal PIL eccetera - tutto ciò dimostra in modo inequivocabile che il capitalismo è in profonda crisi.

Come afferma Marx, il capitalismo deve essere rovesciato e sostituito dal socialismo. La classe operaia è destinata a compiere questa impresa. Il capitale, tentando di comprarsi una via d'uscita dalla crisi, non ha fatto che alimentare una ripresa economica ancor più perniciosa, fondata sul debito, che ha precipitato nella rovina i lavoratori di tutto il mondo, sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo.

Per questo, la classe operaia contemporanea deve essere analizzata alla luce della politica economica che ha dominato il XXI secolo. Il carattere e la cultura del «proletariato» del XXI secolo possono apparire diverse rispetto a quelle del gruppo rivoluzionario omogeneo presente nella Francia o nella Russia del Novecento. Ma questa nuova classe operaia, per quanto definita in modo diverso dagli studiosi, è pur sempre quello stesso «proletariato» che secondo Karl Marx è destinato a seppellire il capitalismo.

La classe operaia si è ampliata, sviluppata ed è cresciuta sino a divenire il più grande gruppo sociale del mondo. L'appello di Marx, «Proletari di tutti i Paesi, unitevi», è oggi più attuale che in qualsiasi altra epoca storica. La resistenza dei lavoratori contro la politica della globalizzazione economica dimostra che essi costituiscono ancora una forza sociale fondamentale per lo sviluppo delle politiche economiche e dei rapporti internazionali. Le proteste a livello mondiale contro gli effetti disastrosi della globalizzazione hanno reso più agevole mettere in discussione il modello dominante di capitalismo, riconosciuto come responsabile di una così grave catastrofe. Ma le proteste in tutto il mondo, sporadiche per quanto energiche, non hanno assunto la forma di battaglie politiche, e non sembrano nemmeno caratterizzate in senso politico. Ciò rappresenta una sfida per i partiti comunisti e operai. Diviene dunque fondamentale comprendere la classe operaia del XXI secolo, per dare al movimento un chiaro e netto orientamento di classe.

Cari compagni,

La classe operaia dei vari Paesi si sta unendo. L'espansione e la crescita della Federazione Sindacale Mondiale, unico sindacato di classe esistente in 132 Paesi, sono la prova della crescita del sindacato a livello internazionale. Le condizioni di lavoro sempre più simili nelle varie parti del mondo hanno reso più agevole per i lavoratori provenienti da contesti quanto mai diversi identificarsi l'uno con l'altro, facendo della solidarietà a livello mondiale un obiettivo potenzialmente raggiungibile. Le tecnologie create allo scopo di facilitare la mobilità dei capitali hanno offerto ai lavoratori un mezzo per condividere e diffondere le loro iniziative in tutto il mondo con una velocità straordinaria.

Le organizzazioni operaie di oggi hanno l'ulteriore compito di formulare una strategia globale per i lavoratori. Sotto questo aspetto, la solidarietà a livello mondiale è divenuta una condizione per la sopravvivenza, ed essa richiede una maggiore conoscenza degli sviluppi in atto in altri Paesi. Richiede inoltre un mutamento fondamentale nell'orientamento strategico dei sindacati, che si sono concentrati sinora sullo Stato nazionale. La politica della globalizzazione rappresenta il terreno sul quale i lavoratori e i sindacati possono e devono condurre la lotta per trasformare il mondo in una società egualitaria.

Una valutazione corretta del partito d'avanguardia e del suo ruolo indispensabile dipende dalla comprensione dell'importanza cruciale dei fattori soggettivi nella rivoluzione proletaria. Sul piano storico generale, e nel bilancio finale, le condizioni economiche sono decisive nel plasmare lo sviluppo della società. Questa realtà del materialismo storico non smentisce il fatto che i processi politici e psicologici che si sviluppano all'interno delle masse lavoratrici abbiano un effetto più diretto e immediato sul percorso, sul ritmo e sull'esito della rivoluzione nazionale e mondiale. Una volta che le condizioni materiali oggettive per l'attività rivoluzionaria dei lavoratori hanno raggiunto un determinato livello di maturità, la loro volontà e la loro coscienza, manifestate attraverso l'intervento della loro avanguardia organizzata, possono divenire il fattore decisivo che determina l'esito della lotta di classe.

La trasformazione rivoluzionaria del proletariato e degli oppressi in generale è un processo complesso, prolungato e contraddittorio. Il partito d'avanguardia deve mirare in ogni circostanza a raggiungere, mobilitare e conquistare le masse. Il marxismo insegna che la rivoluzione contro il capitalismo e la ricostruzione socialista del vecchio mondo possono essere realizzate soltanto attraverso l'azione consapevole e collettiva dei lavoratori stessi. Il partito d'avanguardia è la più alta espressione e lo strumento insostituibile di questa coscienza di classe, in tutte le fasi del processo rivoluzionario mondiale.

Sotto questo aspetto, tutti i partiti comunisti e operai devono imprimere dinamismo e orientamento ai sindacati nel politicizzare i lavoratori. La politicizzazione dei lavoratori è tra le maggiori sfide che il movimento comunista deve fronteggiare. Questa responsabilità non viene assunta con la dovuta serietà né dai sindacati né dai partiti comunisti. Questo atteggiamento deve mutare.

Cari compagni,

Per quanto riguarda l'India, la globalizzazione economica ha avuto un impatto profondo sul subcontinente. Dal momento che quella indiana è un'economia in via di sviluppo in cui il settore più ampio della popolazione è considerato appartenente alla classe media, il mercato indiano è divorato dalle corporation affamate di profitti. La globalizzazione ha effettivamente aperto nuovi spazi per nuove forme di occupazione. Tuttavia, intensificando l'informalizzazione dell'economia formale, essa ha prodotto soltanto occupazione precaria.

La ragione di questo è che la politica economica dei partiti di governo in India ha costretto la sovranità dell'India a inchinarsi dinanzi all'altare della barbarie capitalista. In India le politiche vengono elaborate in funzione dei progetti dell'avidità delle corporation. «Flessibilità del lavoro» e «facilità di fare business» sono gli slogan utilizzati per attirare il capitale straniero. Sono in atto tentativi di modificare le leggi sul lavoro in funzione dei desideri delle imprese. A dominare è il capitalismo clientelare. I lavoratori sono lasciati alla mercé dei datori di lavoro, o meglio abbandonati alla loro spietatezza. Il lavoro precario, senza salari fissi né stabilità delle condizioni di lavoro, ha sprofondato nel baratro una classe operaia indiana di circa 500 milioni di persone. L'attuale governo del Bharathiya Janata Party guidato dal primo ministro Narendra Modi, ha letteralmente trasformato l'India in una terra di brutalità imprenditoriale.

L'unica nota positiva di questo quadro per il resto lugubre è l'unità senza precedenti che si è creata tra tutti i sindacati centrali e tra le organizzazioni sindacali dei principali settori. Questa piattaforma unitaria, che rappresenta oltre il 50% della forza lavoro indiana, ha incessantemente protestato contro le politiche anti-operaie del governo. Il governo è irremovibile e non dà ascolto alla voce dei lavoratori. Ma l'unità dei sindacati è un dato straordinario e indiscutibile. La lotta unitaria si intensifica senza alcuna battuta d'arresto. Questa piattaforma unitaria si è impegnata a estromettere l'attuale governo in occasione delle elezioni fissate per la prima metà del 2019. I sindacati centrali stanno preparando due giorni di sciopero per l'8 e 9 gennaio 2019, e i sindacati sono determinati a raggiungere le masse per chiamarle ad assumersi il loro compito politico. I partiti comunisti indiani e tutte le altre forze democratiche hanno garantito il loro sostegno allo sciopero.

Vogliamo ricordare qui anche l'ascesa del movimento nazionale dei contadini dell'India. Milioni di contadini, insieme a un gran numero di esponenti delle popolazioni tribali, sono scesi in piazza contro le politiche anti-contadine e favorevoli alle corporation agricole dell'attuale governo, manifestando per un prezzo equo per i loro prodotti, contro l'aumento dei costi di produzione, per la rinuncia al rimborso dei prestiti, per il diritto alla terra e alla foresta per le popolazioni tribali e contro la corporativizzazione dell'agricoltura.

Anche le classi medie urbane e i piccoli imprenditori sono sempre più delusi dalle politiche reazionarie e destrorse del governo, quali la demonetizzazione, la tassa su beni e servizi (GST), i provvedimenti sulla sanità e sulla scuola eccetera. I giovani, scolarizzati o meno, sono furiosi per la carenza di strutture scolastiche e per la disoccupazione.

Tutti questi movimenti stanno ora convergendo in un possente movimento di massa che comprende tutti i settori del popolo indiano. Questo avrà un impatto fortemente positivo sulla nostra lotta per il cambiamento in occasione delle elezioni parlamentari del 2019.

Cari compagni,

I comunisti indiani e in particolare il Partito Comunista d'India sono in prima linea nel promuovere le lotte di massa miranti a mandare in fumo i progetti dei circoli imperialisti e dei loro tirapiedi nel nostro Paese. Senza dubbio, l'opinione pubblica e le masse lavoratrici hanno fatto la storia nei Paesi in via di sviluppo come il nostro, arrestando la marcia di queste forze anti-popolari e anti-democratiche. Nel nostro Paese, la cricca al potere sta impiegando ogni tattica per dividere il popolo, deviandone l'attenzione dai veri problemi socio-economici.

Il 23° congresso del nostro Partito ha dichiarato che «la vittoria del BJP alle elezioni parlamentari del 2014 non ha costituito un cambiamento democratico di governo, una sostituzione di una formazione borghese con un'altra. Ha segnato una netta svolta politica a destra. Dal momento che il capitale imprenditoriale ha puntato tutto sulla vittoria dell'alleanza NDA guidata da Narendra Modi, attivamente e aggressivamente sostenuta dall'RSS [Rashtriya Swayamsevak Sangh = «Organizzazione Patriottica Nazionale», formazione paramilitare indù di destra] e dall'intero Sangh Parivar [coordinamento di organizzazioni nazionaliste indù], il nuovo governo rappresenta chiaramente una combinazione di interessi del capitale aziendale e finanziario e ideologia di destra, associata alla peggior forma di maggioritarismo e localismo con tendenze fasciste». L'attuale governo rappresenta una seria minaccia per il carattere laico e democratico del nostro Paese.

Nel momento in cui le forze di destra elaborano metodi espliciti e occulti per conquistare le masse e attuare così il loro programma segreto anti-democratico e anti-popolare, le questioni ideologiche assumono un'importanza ancor maggiore. È necessario rilanciare un'offensiva determinata sul fronte ideologico, con un'azione ancor più energica contro gli effetti perniciosi del riformismo, compiendo il massimo sforzo per diffondere tra le masse le leggi dinamiche del progresso sociale, della libertà democratica e del socialismo scientifico.

Il CPI è in prima linea anche nella lotta contro l'imperialismo e per la pace. Riteniamo che la nostra lotta per l'emancipazione non possa avere successo se non si accompagna a una lotta di massa e di classe per la pace e la giustizia sociale.

Cari compagni,

Lo scorso anno abbiamo celebrato il centenario della Rivoluzione Socialista d'Ottobre nel modo più appropriato, ponendo l'enfasi sulla teoria scientifica del marxismo-leninismo. Il marxismo-leninismo è una grande dottrina rivoluzionaria integrale, la stella polare della classe operaia e del popolo lavoratore di tutto il mondo in ogni fase della sua grande battaglia per la pace, per la libertà e per una vita migliore e per la creazione di una società giusta.

Alla luce di quanto esposto sopra, la nostra intera lotta, e in particolare la lotta di classe, deve rafforzarsi e mirare al conseguimento della pace e di cambiamenti radicali nelle nostre rispettive società, in direzione del socialismo.

Consentitemi ancora una volta di congratularmi con i compagni del Partito Comunista di Grecia per aver organizzato questo importante incontro.

Grazie.


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