www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 17-02-19 - n. 702

20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Tedesco (DKP)

"La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Contributo del Partito Comunista Tedesco (DKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Atene, 23-25 novembre 2018

Cari compagni,

Consentitemi innanzitutto di esprimere la nostra gratitudine agli organizzatori del 20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai per il loro gentile invito - il Partito Comunista di Grecia. Un partito che ha dimostrato nel corso dei suoi cento anni di vita di essere in grado di mantenere viva e attiva la sua organizzazione. Rivolgiamo le nostre congratulazioni al Partito Comunista di Grecia - augurandogli altri cento anni!

Compagni,

La lotta per la pace è urgente, ma non può essere separata dalla lotta per il socialismo. Sappiamo bene che la politica apertamente aggressiva della NATO (con manovre militari, politiche e propagandistiche) mira ad accerchiare la Federazione Russa. E questa politica costituisce quindi una reazione all'azione decisiva svolta dalla Russia contro la guerra che i Paesi NATO, l'Arabia Saudita e Israele stanno conducendo contro la Siria. La cooperazione militare tra il governo siriano e la Federazione Russa ha mandato a monte il tentativo di rovesciare il governo legittimo di quel Paese. Anche la Russia, naturalmente, persegue degli interessi, ma il principale - e più legittimo - di essi è quello della sua difesa, della sua sicurezza e della sua integrità. Sappiamo tutti che l'integrità degli Stati e la sovranità della nazioni sono diritti inalienabili sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. In questa fase di imminente conflitto mondiale imperialista, uno dei nostri compiti comuni è la difesa della Carta delle Nazioni Unite e del suo contenuto.

Nel contesto di questa linea, il Partito Comunista Tedesco ha tenuto questo mese una conferenza a Kiel, la città da cui ebbe inizio nel 1918 la Rivoluzione di Novembre. Abbiamo invitato i partiti comunisti dei Paesi che si affacciano sul Baltico a questa conferenza, intitolata «Mar Baltico - Mare di pace». Nei prossimi anni, la Germania intende quasi raddoppiare le sue spese per gli armamenti, portandole a 70 miliardi di euro l'anno. Il movimento per la pace sta tentando di organizzare la resistenza contro questo piano con la campagna «Disarmo e non riarmo». La Federazione Russa, molto più vasta, spende attualmente 69 milardi di euro l'anno per la difesa; in altre parole, gli investimenti militari degli Stati della NATO sono pari a diciassette volte quelli della Russia. Per di più, questa sperequazione è ulteriormente accentuata dalla fine del Trattato INF (Trattato sulle forze nucleari a medio raggio), decisa nel tentativo di dare il via a una nuova corsa agli armamenti.

Chiunque si prepari alla guerra deve anzitutto eliminare il nemico interno; per questo, i tentativi di mettere fuori legge i partiti comunisti negli Stati baltici, in Polonia e in Ucraina rappresentano un'ulteriore conferma di questi preparativi aggressivi.

Nel fare così spesso riferimento alla Russia, dobbiamo senza dubbio sottolineare che siamo perfettamente consapevoli che essa è oggi uno Stato capitalista. La sua è una società di classi con enormi differenze tra ricchi e poveri; ma secondo la nostra analisi, non è uno Stato imperialista. Nei casi della Siria e dell'Ucraina/Donbass, la sua politica estera è anzi oggettivamente anti-imperialista.

Facendo riferimento ai criteri di Lenin relativi allo Stato imperialista, non possiamo ignorare il fatto che l'esportazione di capitali da parte della Federazione Russa non riveste un'importanza maggiore rispetto all'esportazione di merci. Secondo Lenin, una caratteristica dello Stato imperialista è il prevalere dell'esportazione di capitali. A questa valutazione contribuisce una situazione peculiare e senza precedenti, quella di un Paese che rimane tuttora una potenza ex-socialista che ha mantenuto intatti la sua difesa e i suoi contatti internazionali o, in alcuni casi, li ha rinnovati. Dopo aver attenuato gli eccessi degli oligarchi, ritornando a una politica sovrana riguardo alle risorse naturali, il governo si rende conto ora della crescente importanza della politica estera - nel caso della Siria, nonché nell'ambito dell'accordo politico con la Repubblica Popolare Cinese. Vi sono inoltre rinnovati rapporti politici e commerciali con Cuba e con il Vietnam, e si attribuisce la priorità al multilateralismo nei riguardi dei BRICS e dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.

Esistono momenti tattici in cui occorre difendere gli elementi dell'ordine mondiale indicati dalla Carta dell'ONU (sovranità, autogoverno, non ingerenza, libertà di scelta di un ordinamento sociale). Questa ricerca dialettica di una strategia si basa sull'analisi secondo cui non tutti gli Stati capitalisti sono automaticamente Stati imperialisti. Il filosofo marxista Domenico Losurdo, recentemente scomparso, ha affermato che l'anti-imperialista migliore non è certo quello che redige l'elenco più lungo di Stati imperialisti.

Sappiamo che su questo tema vi sono opinioni diverse tra i partiti comunisti e operai. Per questo è importante discuterlo nel rispetto reciproco, poiché per il movimento comunista mondiale, la questione della strategia - o meglio, di una strategia comune - è un compito di prima grandezza. Al tempo stesso, vogliamo sottolineare l'indipendenza di ciascun partito e la sua responsabilità nei riguardi della politica del suo Paese e nei confronti della sua classe operaia. Di conseguenza, rifiutiamo le ingerenze o l'idea di un centro, e ribadiamo che il dubbio generato dialetticamente è parte integrante della nostra filosofia quanto la presa d'atto che il mondo è spiegabile e modificabile.

Cari compagni,

Un altro tema di questo 20° Incontro, oltre a quelli delle guerre imperialiste e ai diritti dei popoli, è quello dello sfruttamento e dei diritti dei lavoratori come compito del Partito Comunista, in veste di avanguardia della classe operaia. Questo ruolo di avanguardia non è affatto scontato - deve essere conquistato nelle lotte. Di fronte a una lotta di classe estremamente aggressiva da parte dei ricchi, di fronte ai mass media schierati al loro servizio, di fronte a coloro che vengono accusati da ogni parte (gli immigrati) e di fronte all'anticomunismo, che è oggi anti-illuminista, oscurantista e dettato dal pregiudizio, siamo ben lungi dal costituire un'avanguardia di classe.

Parliamo dunque di quanto sta accadendo in uno dei Paesi più ricchi e sviluppati del mondo.

La Germania è stata recentemente teatro di scioperi nel settore sanitario, in particolare negli ospedali. Il sovraccarico di lavoro per i lavoratori ospedalieri - sia infermieri sia medici - è ormai insopportabile. Questi scioperi prolungati hanno fatto sì che, per la prima volta, i rappresentanti del personale abbiano avuto voce in capitolo riguardo al numero dei dipendenti. La Germania, prima potenza economica europea, è all'ultimo posto per quanto riguarda il rapporto tra infermieri e pazienti: in media, in Germania un infermiere deve occuparsi di 10,3 pazienti; a titolo di esempio, in Grecia tale rapporto è di 9, in Irlanda di 6 e in Norvegia di 3,8. Il Partito Comunista Tedesco ha partecipato attivamente a queste proteste, più di qualsiasi altro partito.

Un altro problema è la situazione degli alloggi. Gli affitti sono in aumento; pagare l'affitto significa rischiare la miseria, specie nelle grandi città. Metà degli inquilini spende un terzo del proprio reddito netto per l'affitto - o perfino metà, nelle classi più povere. Le persone più colpite sono i genitori single, i pensionati e gli immigrati. Sono sempre più numerose le persone che non possono più permettersi di pagare l'affitto e perdono la casa. Soltanto a Berlino vi sono ottanta sfratti al giorno. A Berlino ci sono 30.000 senzatetto; in Germania sono 800.000. Vi sono resistenze contro gli sfratti, con la partecipazione del nostro partito. Sono state stabilite alleanze contro questa politica favorevole alle banche e alle grandi imprese, che hanno dato vita a manifestazioni con migliaia di partecipanti. Il Partito Comunista Tedesco chiede la costruzione di case popolari con affitti accessibili, un limite massimo per gli affitti e il divieto degli sfratti operati con la forza.

Grazie per l'attenzione.


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