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20° IMCWP: Contributo del Partito dei Lavoratori Ungherese

"La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Partito dei Lavoratori Ungherese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Atene, 23-25 novembre 2018

Il sistema capitalista non è imbattibile. L'analisi del Partito dei Lavoratori d'Ungheria sullo stato del mondo e dell'Ungheria

Il capitalismo è in crisi in tutto il mondo. Una delle conseguenze di ciò è che la lotta tra i Paesi capitalisti per la redistribuzione dei mercati e delle aree di influenza si è intensificata, e anche la lotta tra il capitale e le masse lavoratrici si è fatta più intensa. Per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, il mondo si sta rendendo conto che il sistema capitalista può crollare, che la rivoluzione degli operai e del popolo lavoratore può trionfare, che il mondo può imboccare la via verso il socialismo.

Il sistema capitalista vive una crisi economica, sociale e intellettuale. Nel corso degli ultimi decenni, il capitale ha attuato una politica economica neoliberale. Ha lasciato che il mercato decidesse che cosa era giusto o sbagliato. Non contava che cosa volesse il popolo, ma soltanto che cosa garantisse profitti al capitale. Il capitale finanziario ha sopraffatto il capitale produttivo. Enormi quantità di denaro non garantito si sono riversate nell'economia.

La crisi ha provocato gravi conflitti sociali. Prima o poi, i debiti vanno pagati. Le masse lavoratrici sono costrette a saldare i debiti contratti dal capitale. Le spese sociali e sanitarie subiscono tagli ovunque, mentre gli orari di lavoro e l'età della pensione vengono aumentati.

Oggi perfino i cittadini dei Paesi ricchi sentono di vivere in condizioni peggiori rispetto al passato. I lavoratori dei Paesi poveri, i greci, i portoghesi, sono giunti  a un punto tale per cui l'eventualità di un'esplosione sociale rappresenta una minaccia diretta.

Le forze del capitale - allo scopo di sventare la rivoluzione socialista - hanno iniziato a ristrutturare gli istituti e i metodi del capitalismo. In Grecia hanno creato e portato al potere Syriza, stabilizzando temporaneamente il capitalismo greco. In Ucraina hanno messo fuori legge il Partito comunista. Hanno fatto ciò che non osano ancora fare nell'Unione Europea: affidare il potere a forze apertamente nazionaliste e fasciste. In singoli casi, in alcuni Paesi, il capitale è alla ricerca della soluzione politica ottimale, ma non desidera ancora accantonare i metodi tradizionali - non ha ancora fatto ricorso all'estrema destra del fascismo.

La crisi capitalista si è manifestata anche sul piano intellettuale. Il capitale non ha interesse a elevare il livello di istruzione del popolo. Il capitale fornisce conoscenza di alto livello soltanto alla classe capitalista. Si serve dei media per manipolare e istupidire il popolo.

Il capitale si serve di qualunque mezzo per distrarre il popolo dalla lotta di classe contro il capitale stesso. Indirizza l'interesse della società verso questioni quali l'immigrazione, i comportamenti sessuali non tradizionali, l'assolutizzazione del rispetto per la diversità. È in atto un processo di depoliticizzazione del popolo e di diffusione delle religioni.

È in corso una lotta spietata per la redistribuzione dei mercati e delle aree di influenza. L'attuale politica degli USA ha impresso una svolta al mondo capitalista. Secondo Trump, solo un'America forte può salvare l'ordine capitalista, e soltanto a patto che sia l'America a dominare.

Gli USA ravvisano nello sviluppo dell'industria degli armamenti uno dei metodi principali per superare la crisi. Si incita il ricorso alla guerra e la corsa agli armamenti si intensifica. Gli USA hanno stabilito nuove alleanze e tentano di allineare i loro alleati contro la Russia, la Cina e altri Paesi. Stanno schierando forze importanti nell'Europa orientale, alimentando la tensione militare e il rischio di un conflitto europeo.

Gli ambienti dominanti dell'UE intendono risolvere la crisi accaparrandosi nuovi mercati. L'UE punta a impadronirsi dell'Ucraina e dei Balcani. In entrambe le aree, l'UE si scontra con la Russia che rappresenta gli interessi del capitale russo.

Nell'Unione Europea è sorto un dibattito riguardo al suo futuro. Vi sono due posizioni principali. Il capitale tedesco e quello francese intendono rafforzare l'integrazione con il possibile obiettivo degli Stati Uniti d'Europa. Il capitale ungherese e quello polacco ribattono che la soluzione sta nell'alleanza tra gli Stati nazionali. La dissoluzione dell'UE non è imminente, ma una sua graduale disintegrazione non è impossibile. L'uscita della Gran Bretagna dall'UE ha dimostrato che l'Unione ha dei problemi sostanziali.

La lotta tra USA, UE e Russia si è intensificata. Il capitale russo si è rafforzato negli ultimi anni, e la Russia non si accontenta di svolgere un ruolo di secondo piano nel mondo. Nel 2014 due province dell'Ucraina hanno dichiarato la propria indipendenza e la Crimea si è ricongiunta con la Russia attraverso un referendum.

Il socialismo è una forza esistente

La propaganda capitalista punta a nascondere il fatto che nel mondo esistono Paesi socialisti, e che essi stanno diventando più forti.

Attualmente, i Paesi socialisti desiderano tutelare l'esistenza del socialismo distaccandosi dai modelli di socialismo precedenti e cercando di individuare soluzioni proprie che tengano conto delle caratteristiche nazionali.

Sul piano politico, un tratto comune dei Paesi socialisti odierni è il fatto che il potere politico è nelle mani delle classi lavoratrici e i Partiti comunisti hanno un ruolo guida. Sebbene in misura diversa, tutti questi Paesi si stanno servendo di metodi capitalisti in economia, inclusa una forte presenza della proprietà privata. Sul piano sociale, sono presenti gruppi e classi sociali tipichr del capitalismo.

L'obiettivo della Cina è costruire la via cinese al socialismo. Le differenze sociali sono rilevanti, ma chiunque può affermare di vivere in condizioni migliori rispetto al passato, e domani tali condizioni saranno migliori di oggi.

La Cina sta accrescendo la sua presenza economica, politica e culturale nel mondo, Europa compresa. Gli ambienti capitalisti europei e americani vedono nella Cina un partner insostituibile e, al tempo stesso, un avversario da battere.

Il Vietnam sta costruendo il socialismo. Ha riportato importanti successi nel miglioramento del tenore di vita. Le generazioni più giovani stanno prendendo il posto della generazione rivoluzionaria a Cuba. Stanno attuando una riforma nella costruzione del socialismo. La Repubblica Popolare Democratica di Corea e il Laos stanno elaborando nuovi modelli.

Le forze del capitalismo globale tentano di deviare i processi di riforma in atto nei Paesi socialisti e di determinarvi un passaggio al capitalismo.

Il capitalismo ungherese in crisi

La classe capitalista ungherese è consapevole del fatto che la crisi mondiale del capitalismo può indebolire anche il sistema capitalista ungherese. Per prevenire questo rischio sono state elaborate due strategie.

Gli ambienti liberali ritengono che tutti gli ostacoli che frenano l'avanzata del capitale debbano essere completamente distrutti, che l'intervento dello Stato in economia debba essere interrotto e che lo sviluppo dell'economia del Paese vada affidato ai mercati. La creazione dell'UE a guida franco-tedesca vada sostenuta; che di debbano compiere passi in direzione della creazione degli Stati Uniti d'Europa, in cui il dominio incontrollato del capitale sarà garantito.

Secondo gli ambienti conservatori, i sistemi della politica economica liberale non possono essere utilizzati nel contesto ungherese, poiché essi creano un enorme malcontento e potrebbero mettere a repentaglio il sistema capitalista ungherese. I conservatori ritengono che lo Stato capitalista debba intervenire esplicitamente nei processi economici e sociali. Il capitale deve essere temporaneamente tenuto sotto controllo e va elargito denaro alle masse nel loro complesso. Al tempo stesso, si devono limitare i diritti dei lavoratori per prevenire qualsiasi movimento contro il sistema. I conservatori vogliono conservare l'UE, ma aspirano a una maggiore libertà per il capitale ungherese e ad avere voce in capitolo nelle questioni dell'UE.

Fidesz promuove questa politica sin dal 2010. Ha posto i settori strategici sotto proprietà dello Stato. Ha creato un sistema di governo centralizzato. Ha tassato alcuni settori del grande capitale, e innalzando il salario minimo e ampliando lo Stato sociale ha migliorato le condizioni di vita di molti gruppi sociali. Non ha dato a nessuno tutto ciò di cui aveva bisogno, ma ha elargito qualcosa a tutti in modo tale da disinnescare temporaneamente le tensioni sociali.

Fidesz ha stabilizzato il dominio del capitale in Ungheria. Fidesz non ha creato un nuovo sistema - come sostengono le forze liberali e socialdemocratiche - ma si è servito di metodi propri del capitalismo di Stato allo scopo di salvare il capitalismo. Al fine di prevenire il sorgere di movimenti anticapitalisti, ha introdotto una legislazione assai rigida sul lavoro e sullo sciopero. Ha attirato dalla propria parte alcune organizzazioni sindacali, costringendo le altre alla resa. Ha espulso tutte le forze anticapitaliste dai media. Nazionalismo, anticomunismo e lavaggio del cervello a base religiosa vengono promossi dalla scuola e dalla propaganda.

Lo status quo dei due schieramenti della classe capitalista, i liberali e i conservatori, si è notevolmente modificato negli ultimi anni. Con la sua maggioranza di due terzi, il gruppo conservatore ha espulso quasi completamente dal potere la sua controparte. Dal 2010 in poi, le forze liberali e socialdemocratiche hanno compiuto diversi tentativi di riconquistare il potere, ma invano. Mancano sia di un'ideale sia di un leader carismatico.

Che cosa accadrà domani?

In Ungheria la crisi del sistema capitalista non ha ancora determinato una situazione rivoluzionaria. La classe dominante è in grado di controllare gli sviluppi della situazione e i lavoratori come massa non mirano al rovesciamento del capitalismo. Ma mutamenti negativi sul piano internazionale potrebbero indebolire questa stabilità politica, il quadro di riferimento politico dell'ordine capitalista. Dobbiamo essere pronti ad agire in un contesto nazionale e internazionale in evoluzione.

Malgrado la stabilizzazione, il capitalismo ungherese è vulnerabile. In primo luogo, dipende dai finanziamenti UE e dagli investimenti americani e tedeschi.

In secondo luogo, un cambiamento inaspettato a livello internazionale - il crollo dell'UE, una guerra europea, forti flussi di migranti dalla Turchia o altro - potrebbe indebolire il capitalismo ungherese.

In terzo luogo, dopo anni di elargizioni al popolo, il governo capitalista ha iniziato a riprendersi ciò che aveva elargito in molti settori. I prezzi sono in aumento, la tassazione non diminuisce, la situazione di molti gruppi sociali è tuttora senza speranza. L'aumento della povertà, l'inasprimento delle differenze sociali, le condizioni della sanità e diversi altri fattori possono alimentare notevolmente i conflitti sociali.

In quarto luogo, la lotta interna alla classe capitalista potrebbe inasprirsi. Le divergenze e i conflitti all'interno del partito al potere potrebbero divenire più duri. Dopo qualche tempo, i liberali potrebbero riprendere le forze, trovare nuovi programmi e nuovi personaggi.


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