www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 30-03-19 - n. 707

20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Belgio

"La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Contributo del Partito Comunista del Belgio | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Atene, 23-25 novembre 2018

Cari compagni e compagne,

Desideriamo anzitutto ringraziare i nostri ospiti del Partito Comunista di Grecia per la loro accoglienza fraterna. Rivolgiamo loro le nostre congratulazioni per i loro cento anni di lotta per l'emancipazione della classe operaia.

La situazione sociale in Belgio, come quella degli altri Paesi europei, è catastrofica. Attualmente stiamo fronteggiando il governo più reazionario dal 1945. Gli attacchi da esso portati ai diritti dei lavoratori, come il blocco dei salari e il taglio delle pensioni, accompagnati da provvedimenti sempre più generosi sul piano fiscale nei riguardi delle multinazionali, si iscrivono nelle politiche imperialiste nazionali coordinate dalla Commissione Europea.

Come dappertutto, la socialdemocrazia capitola dinanzi ai diktat della Troika, esercitando un'influenza negativa che mira alla smobilitazione dei sindacati e dei lavoratori. L'imposizione di una personalità giuridica minaccia l'esistenza stessa dei sindacati, e l'introduzione del concetto di «servizio minimo» rimette sostanzialmente in discussione il diritto di sciopero. Si va in direzione di uno scontro aperto su scala mondiale, e la borghesia tenta di criminalizzare i movimenti sociali. Noi rifiutiamo le schermaglie giudiziarie nelle quali la borghesia tenta di trascinarci, perché la giustizia è di classe.

Gli attacchi di cui siamo progressivamente fatti oggetto sono simili a quelli subiti dalla classe operaia dell'Europa meridionale. Il regresso è evidente: il 16% della popolazione vive attualmente sotto la soglia di povertà, e una percentuale analoga vive appena al disopra di essa (stato di deprivazione). Questa situazione caratterizza soprattutto i giovani, gli anziani e le famiglie monogenitoriali. La povertà è visibile nei «Restos du Coeur» [ristoranti del cuore] che distribuiscono pasti gratuiti, la cui frequentazione prelude spesso alla condizione di senzatetto. Perfino le persone che lavorano incontrano difficoltà sempre maggiori a pagare l'affitto, a curarsi, ad alimentarsi e a vivere decentemente.

I provvedimenti programmati riguardo alle future pensioni non faranno che accelerare la precarietà. Di fronte a questa situazione, il potere legittima l'esclusione sociale attraverso la criminalizzazione della povertà accompagnata da un appello alla denuncia degli abusi sociali che ricorda l'inquisizione. Durante questo periodo, il numero dei milionari è passato da 60 a quasi 120.000 in dieci anni, 220 miliardi di euro sono stati trasferiti all'estero nel 2017, la vendita di prodotti di lusso non ha mai goduto di migliore salute e le imprese quotate in borsa (Bel20) pagano sempre meno tasse. Siamo più determinati che mai a mettere fine ai dividendi che privano i lavoratori del frutto del loro lavoro, e l'abolizione del capitalismo e la creazione di una società socialista rimangono ora e sempre il nostro obiettivo.

Mentre i liberali e l'estrema destra nazionalista fiamminga sono al potere a livello federale, le alleanze uscite dalle recenti elezioni amministrative confermano l'orientamento di destra della socialdemocrazia (PS-Spa). Quanto agli ecologisti - opportunisti che si definiscono «né di destra né di sinistra» - è evidente che si tratta di liberali verdi. L'estrema destra, che rimane maggioritaria nelle Fiandre, può essere combattuta soltanto lottando per il socialismo. La linea della conciliazione tra le classi reca in sé i germi del fascismo. Il nostro Partito ha quindi elaborato un programma rivoluzionario e ha presentato candidati in alcune regioni nelle liste del Partito del Lavoro del Belgio. Sebbene quest'ultimo abbia realizzato un netto progresso, la sua strategia elettorale lo spinge a evitare alcuni temi.

Per quanto riguarda le alleanze all'estero, intratteniamo contatti regolari con i partiti fratelli di tutto il mondo e in particolare con quelli dei Paesi confinanti (Francia, Germania, Lussemburgo) e con i compagni immigrati organizzati in Belgio.

Pur rilevando una certa inerzia da parte loro sul terreno delle lotte, riteniamo necessario intrattenere rapporti con i sindacati, compresi quelli riformisti, tra cui la CGSLB legata ai liberali, la CSC legata ai partiti cristiani e la FGTB vicina al Partito socialista. Dal momento che essa riconosce la lotta di classe nel suo statuto, privilegiamo i rappori con la FGTB, con la quale condividiamo obiettivi comuni. Abbiamo contatti con quadri, militanti attivi, alcune strutture quali il Comitato esecutivo, scioperanti e pensionati - contatti che utilizziamo per promuovere la lotta. Riteniamo che i sindacati siano indispensabili per organizzare le masse, orientare le lotte in senso positivo e contrastare l'estremismo. Difendiamo i sindacati della classe operaia, ma non siamo a rimorchio di un sindacalismo socialdemocratico fautore della conciliazione tra le classi. Abbiamo altresì rapporti con il movimento associazionista - realtà quali «RLWP» (lotta contro la povertà), «Toute autre chose», «Acteurs des temps présents» e «D19-20».

Il nostro ruolo come Partito Comunista è sostenere le lotte e guidarle creando la consapevolezza che le rivendicazioni possono essere realmente conquistate soltanto lottando per il socialismo. Riteniamo che l'indebolimento del movimento operaio in Belgio sia legato alla debolezza del Partito Comunista, che non riesce più ad avere un peso e che sconta oltre 40 anni di deriva riformista. La nostra priorità è ricostruirlo, reclutando militanti, per rafforzarlo.

Nel 2012 il nostro Partito era moribondo e abbiamo impedito ai suoi liquidatori di trasformarci in «movimento». Per mantenere il nostro ruolo dobbiamo costantemente lottare contro il riformismo all'interno della nostra organizzazione. Facciamo altresì autocritica per essere passati per diversi anni all'eurocomunismo. Sin dalla prima sessione del nostro 10° congresso del 30 giugno 2018, ci siamo posti l'obiettivo di lavorare per l'unità di tutti i lavoratori del Belgio, riassumendo la nostra storica denominazione di Partito Comunista del Belgio, mantenendo il simbolo dell'unità di tutti i lavoratori - la falce e il martello - lasciando il Partito della Sinistra Europea e abbandonando la prospettiva dell'Europa delle regioni.

Stiamo attualmente elaborando un documento politico che sarà adottato dalla seconda sessione del Congresso, la prossima primavera. Vogliamo ritornare ai fondamentali del comunismo. Tra le nostre priorità, un gruppo di studio che sarà istituito allo scopo di rafforzare la formazione ideologica dei nostri iscritti.

A una settimana dalla fine dalle celebrazioni borghesi dell'armistizio che mise fine alla prima guerra mondiale, noi sosteniamo una visione diversa della pace, inseparabile dal socialismo. Essa passa per l'uscita dalla NATO e per il rifiuto di un'Europa della Difesa destinata a esportare guerra e miseria. Il nostro partito sostiene attivamente tutte le iniziative contro l'acquisto di nuove attrezzature belliche e contro la base americana di Kleine Brogel, che ospita un arsenale nucleare nella regione. Dobbiamo peraltro rilevare che il movimento per la pace si è indebolito negli ultimi anni, e intendiamo rilanciarlo.

Confidiamo che questo incontro permetterà di arrivare alla massima convergenza possibile. Grazie per la vostra attenzione.


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