www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 07-11-19 - n. 728

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo

PADS | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

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La creazione della Terza Internazionale (Internazionale Comunista) nel marzo del 1919 a Mosca sotto l'impulso della grande Rivoluzione dell'Ottobre 1917 fu il prodotto storicamente necessario del coordinamento della lotta di classe su scala internazionale contro il capitalismo e le guerre imperialiste. Questo atto non fu il risultato di una semplice volontà soggettiva dei rivoluzionari guidati da Lenin e dal partito bolscevico russo, come affermano gli ideologi borghesi e i socialdemocratici opportunisti, traditori della lotta di emancipazione della classe operaia.

La nascita dell'IC fu il risultato della lotta ferma e instancabile di Lenin e del suo partito contro i socialisti sciovinisti che rifiutarono di trasformare la guerra imperialista del 1914-1918 in una guerra civile per rovesciare il regime borghese, fonte di barbarie e ferocia senza limiti, per stabilire la dittatura del proletariato, per proclamare la pace tra i proletari di tutti i paesi, per proporre un'alleanza con i popoli oppressi dal colonialismo, per aprire la strada alla società socialista.

Questi socialisti sciovinisti si erano trasformati nei lacché della borghesia, in nome della falsa parola d'ordine della guerra difensiva, della difesa della loro nazione, di fatto una nazione imperialista. Essi tradivano la causa della liberazione del proletariato dalle catene della schiavitù salariale.

Avevano votato i crediti di guerra e erano entrati nei governi borghesi. Negando l'insegnamento del marxismo e gli impegni della Seconda Internazionale contro i preparativi di guerra, hanno sostenuto la borghesia del loro paese, che ha spinto i proletari a massacrarsi per la ripartizione del mondo tra le potenze imperialiste rivali e per la realizzazione del massimo profitto.

Questo tradimento è stato possibile per la corruzione di una parte della classe operaia e per l'inquadramento politico piccolo-borghese dei partiti socialisti. L'aristocrazia operaia che si era formata in tutti i paesi capitalisti avanzati ha beneficiato sia del miglioramento delle condizioni materiali di vita strappate con le lotte economiche sia della ridistribuzione da parte della borghesia delle briciole dei profitti derivanti dall'oppressione nelle colonie e dall'esportazione di capitali.

L'opportunismo, il tradimento e la controrivoluzione iniziano sempre con lo spostamento di queste categorie sociali nel campo della reazione. E' qui che si trovano le radici della complicità con la borghesia. Queste radici possono essere estirpate solo con una accanita lotta politica e ideologica del partito marxista-leninista, sotto la bandiera della lotta per il comunismo, contro la collaborazione di classe, con un profondo radicamento di questo partito nella classe operaia e in tutti gli strati sociali popolari schiacciati dal dominio borghese.

La nascita dell'IC è la continuazione di tutte le lotte guidate da proletari coscienti raggruppati intorno a Marx ed Engels dalla creazione nel 1864 dell'Associazione internazionale dei lavoratori. La formazione del proletariato nei paesi sviluppati dell'epoca dal capitalismo e le prime grandi lotte sociali e politiche contro lo sfruttamento in Inghilterra, Francia, Germania, America, costituirono il terreno sul quale si svilupparono le relazioni di consultazione, solidarietà e coordinamento tra i rappresentanti della classe operaia di questi paesi.

Le lotte ideologiche guidate da Marx ed Engels, contro l'opportunismo nelle sue diverse forme, contro il riformismo, il prudonismo, l'anarchismo, il bakuninismo e il lassallismo, portarono al trionfo del materialismo storico elaborato da questi due intellettuali rivoluzionari geniali tra i gruppi più avanzati del proletariato e alla diffusione delle idee del socialismo scientifico. Queste lotte hanno orientato il movimento operaio verso lo sviluppo dell'azione politica per far svolgere al proletariato rivoluzionario la sua missione storica di becchino del capitalismo. L'esistenza della Prima Internazionale terminò nel 1872 con la creazione dei primi grandi partiti di massa marxisti in Germania e in altri paesi europei.

Nel suo articolo del 1919 su La Terza Internazionale e il suo posto nella storia Lenin riassunse brillantemente il contenuto delle tappe percorse dal 1864 al 1919:

"La I Internazionale pose le fondamenta per la lotta proletaria, internazionale, per il socialismo.
La II Internazionale è stata l'epoca della preparazione del terreno per una larga diffusione di massa del movimento in diversi paesi.
La III Internazionale ha colto i frutti dell'attività della II Internazionale, ha eliminato il sudiciume opportunista, socialsciovinista, borghese e piccolo-borghese e ha incominciato ad attuare la dittatura del proletariato".

Lenin precisa la portata storica della nuova Internazionale: cominciare a mettere in pratica la parola d'ordine della dittatura del proletariato. Questa dittatura è il potere statale esercitato dalla maggioranza della popolazione attraverso i soviet in una repubblica liberata dalla proprietà privata dei mezzi di produzione e sfruttamento. Essa reprime la "libertà" degli sfruttatori, la "libertà" di arricchirsi sulla fame degli altri, la "libertà" di allearsi con la borghesia straniera contro i lavoratori e i contadini del loro proporio paese.

Nelle condizioni dell'imperialismo, lo stadio della formazione dei grandi monopoli capitalistici, dell'esportazione del capitale, delle inevitabili guerre per la ridistribuzione del pianeta, l'azione dell'Internazionale comunista ha fortemente contribuito alla formazione di partiti comunisti in molti paesi, alla bolscevizzazione di questi partiti, alla loro trasformazione in partiti d'avanguardia di proletari coscienti su base di massa. Essa ha intrapreso una lotta spietata contro l'opportunismo socialdemocratico. Ha operato per l'alleanza con i popoli colonizzati, facendo della difesa della parola d'ordine del diritto dei popoli all'autodeterminazione un dovere per i partiti comunisti dei paesi colonizzatori.

Il lavoro dell'IC a volte è stato influenzato da quei partiti socialisti che praticano la collaborazione di classe. L'appello a formare fronti operai uniti contro il fascismo e contro la reazione è stato spesso distorto nella sua applicazione. È stato interpretato come un invito a partecipare a governi socialdemocratici atti a gestire gli affari della borghesia e fare una serie di concessioni su questioni di principio.

Nel nostro paese, le istruzioni dell'IC di sostenere la formazione di un'organizzazione comunista che avesse nel suo programma la lotta per la liberazione e l'indipendenza nazionale in relazione alle lotte sociali, la propaganda per il socialismo e la solidarietà internazionale hanno avuto un ruolo molto positivo nei primi anni 20 del secolo scorso.

I dirigenti del PCF (francese), a cui è stato assegnato il compito di applicare l'ottava condizione dell'adesione all'IC, hanno contribuito attivamente ad organizzare i primi nuclei comunisti algerini in Francia e poi in Algeria per svolgere attività di propaganda per la liberazione nazionale e per il socialismo, per sostenere la lotta dei contadini per la terra, quella della classe operaia per il pane e la libertà, per riunire nello stesso fronte i lavoratori sfruttati di origine algerina ed europea contro la minoranza dei ricchi colonialisti.

Ma l'influenza delle correnti opportuniste all'interno del PC francese si è manifestata con l'argomentazione secondo cui non bisognava intralciare la lotta contro il fascismo e la formazione del Fronte popolare in Francia. Questa influenza portò all'inizio degli anni Trenta i comunisti algerini a ritirare la parola d'ordine della lotta per l'emancipazione nazionale. I comunisti algerini avevano iniziato a mettere radici tra i lavoratori e i contadini.

La conferma dell'abbandono di questa aprola d'ordine al Congresso del 1936, la pratica dell'alleanza con le correnti politiche borghesi riformiste algerine a spese dell'alleanza con la piccola-borghesia risolutamente anticolonialista, li portò a isolarsi dalle masse popolari che si stavano svegliando alla lotta politica contro il dominio coloniale. I frutti dell'azione condotta tra le masse per 15 anni furono così raccolti dagli elementi nazionalisti.

Lo scioglimento dell'IC nel 1943, l'assenza di un centro internazionale in grado di svolgere un ruolo rivoluzionario di orientamento e coordinamento, le dure condizioni di isolamento create dalla Seconda guerra mondiale hanno avuto conseguenze negative sugli orientamenti strategici del movimento comunista algerino. Hanno avuto l'effetto di porre nel 1943-1945, periodo decisivo per l'ascesa del movimento di liberazione di massa, alla vigilia della vittoria sul fascismo, i comunisti algerini sotto gli ordini dei leader francesi influenzati dalle correnti opportuniste del PCF. Applicando con zelo la tattica dell'unione con i gollisti, queste correnti vedevano in ogni nazionalista un sostenitore del nazismo. Il partito comunista algerino si staccò dalle masse e non poté prendere l'iniziativa di scatenare l'insurrezione armata contro il colonialismo nel novembre 1954.

È importante approfondire collettivamente il nostro studio sulle gloriose lotte condotte dall'IC e sugli errori commessi per evidenziarne le origini al fine di illuminare le nostre lotte attuali e future.

L'acuirsi delle contraddizioni dell'imperialismo, stadio supremo del capitalismo, l'offensiva generale condotta con coordinazione in tutto il mondo contro le conquiste sociali della classe operaia, le campagne sfrenate di criminalizzazione del comunismo, l'interferenza negli affari dei popoli che resistono al diktat imperialista, l'accumulazione di fattori per una nuova guerra mondiale apocalittica, tutto questo ci indica che la rinascita di un IC sarà la chiave della controffensiva del proletariato mondiale, alleato di tutti gli strati sociali schiacciati dal sistema capitalista, per fermare la corsa dell'umanità verso l'abisso del fuoco nucleare, per rovesciare il potere della borghesia, per sconfiggere la sua resistenza, per gettare le basi di una società socialista.

La strada sarà lunga per ricostituire partiti comunisti in grado di mettere in moto le masse in questa nuova rivoluzionaria impresa mondiale. La costruzione di una IC continuatrice del lavoro dei grandi internazionalisti che furono Marx, Engels e Lenin non è un compito facile sotto il costante fuoco della propaganda reazionaria e nel contesto di demoralizzazione di ampie frazioni di classe operaia dopo la sconfitta del 1990.

Ma la commemorazione del centenario dell'IC ci invita nello stesso tempo a:
- condurre una lotta ideologica per ripristinare la verità sui risultati del socialismo, per dimostrare che non c'è futuro sotto il capitalismo, che il socialismo crea le condizioni per una vita felice, in pace e fraternità tra i popoli;

- partecipare a tutte le lotte per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, per la libertà di espressione e organizzazione necessaria per l'azione della classe operaia, per la sua preparazione alla rivoluzione socialista;

- lottare per la pace mostrando che il capitalismo produce inevitabilmente guerre;

- contrastare le ingerenze e l'intervento armato dell'imperialismo nel mondo;

- rafforzare il coordinamento, la solidarietà e l'aiuto reciproco all'interno del movimento comunista internazionale in vista del rovesciamento della dominazione della borghesia.

Viva l'internazionalismo proletario!
Viva l'Internazionale comunista!


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