www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 15-12-19 - n. 733

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo Partito Comunista d'India (Marxista)

PCI (M) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

* * *

Cari compagni,

A nome del Partito Comunista d'India (Marxista), salutiamo il Partito Comunista di Turchia (TKP) e il Partito Comunista di Grecia (KKE) per aver ospitato congiuntamente questo 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

Questo 21° Incontro commemora il centenario della fondazione della Terza Internazionale (Comunista), un evento che ebbe luogo poco dopo il trionfo della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre. Siamo consapevoli del fatto che nella storia i momenti di grande gioia e ispirazione portano con sé anche perdite irreparabili. La repressione delle grandi insurrezioni rivoluzionarie (dopo la Rivoluzione d'Ottobre) in Germania e in altri Paesi europei fu causa del martirio di molti, tra cui Rose Luxemburg, Karl Liebknecht e altri. Il congresso fondativo dell'Internazionale Comunista ebbe inizio con il glorioso omaggio a valorosi combattenti e martiri quali Rose Luxemburg e Liebknecht.

Il tema del nostro incontro, Centenario della fondazione dell'Internazionale Comunista: La lotta per la pace e per il socialismo continua, ci impone di condurre una breve analisi della situazione di quel tempo.

In un articolo redatto da V. I. Lenin un mese dopo la fondazione dell'Internazionale Comunista, la storia dell'organizzazione internazionale dei movimenti della classe operaia fu riassunta nel modo seguente: «La I Internazionale (1864-72) gettò le basi di un'organizzazione internazionale dei lavoratori allo scopo di prepararne l'attacco rivoluzionario al capitale. La II Internazionale (1889-1914) fu un'organizzazione internazionale del movimento proletario la cui crescita quantitativa fu segnata da un temporaneo calo del livello rivoluzionario e da un temporaneo rafforzamento dell'opportunismo, che condusse alla fine all'inglorioso collasso dell'Internazionale».

«La III Internazionale emerse in realtà nel 1918, quando i lunghi anni di lotta contro l'opportunismo e lo sciovinismo sociale, in particolare durante la guerra, condussero alla formazione di partiti comunisti in numerosi Paesi. Ufficialmente, la III Internazionale fu fondata in occasione del suo primo congresso del marzo 1919 a Mosca. E la caratteristica peculiare di questa Internazionale fu costituita dalla sua missione: dare realizzazione ai precetti del marxismo e raggiungere gli storici obiettivi del socialismo e del movimento della classe operaia; questa caratteristica peculiare della III Internazionale si è manifestata immediatamente nel fatto che questa nuova terza "Associazione Internazionale dei Lavoratori" aveva già iniziato a trasformarsi, in qualche misura, in un'"Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche"».

Successivamente, l'Unione Sovietica e il movimento operaio mondiale vissero esperienze sconvolgenti: la sconfitta delle forze bianche nella guerra civile; grandi progressi nella costruzione del socialismo e nell'emancipazione dei settori della società sino ad allora emarginati; la sconfitta del fascismo nella seconda guerra mondiale; il successo dei movimenti proletari in Europa orientale; la grande Rivoluzione Cinese; le rivoluzione coreana, vietnamita e cubana, la prima di questo tipo nell'emisfero occidentale; la liberazione delle colonie asiatiche, africane e latinoamericane e l'emergere di un forte movimento operaio internazionale.

Oggi, mentre ci incontriamo per commemorare il centenario della fondazione dell'Internazionale, l'evento che ne ispirò la formazione - la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre - ha subito un grave rovescio, quasi trent'anni fa. Di conseguenza, uno dei principali compiti di coloro che desiderano portare avanti la tradizione dell'Internazionale Comunista consiste nell'esaminare i motivi che provocarono la sconfitta dell'URSS e degli esperimenti socialisti dell'Europa orientale, in modo tale da rendere possibile, nel XXI secolo, l'elaborazione di una trasformazione socialista più scientifica e priva di errori.

Nel 1992, il Partito Comunista d'India (Marxista), nel suo 14° congresso, dopo aver esaminato gli insegnamenti offerti dall'URSS e dall'Europa orientale, giunse alla conclusione che il crollo dell'Unione Sovietica e dei Paesi socialisti dell'Europa orientale non smentiva né il marxismo-leninismo né l'ideale del socialismo. Inoltre, questi rovesci non cancellano il fatto che il socialismo abbia dato un contributo decisivo nell'elevare la qualità della vita umana e della civiltà a livelli sino ad allora sconosciuti. Una volta realizzato il socialismo, si ritenne erroneamente che il futuro costituisse una linea retta, senza ulteriori ostacoli sino alla realizzazione di una società comunista priva di classi. L'esperienza ha confermato anche che il socialismo costituisce un periodo di transizione o, per dirla con Marx, la prima fase del comunismo - il periodo compreso tra l'ordine capitalista di sfruttamento diviso in classi e l'ordine comunista privo di classi. Questo periodo di transizione implica quindi, per definizione, non l'estinzione del conflitto di classe, bensì la sua intensificazione, nel cui ambito il capitalismo mondiale tenta di riconquistare il territorio perduto. Gli errori di valutazione, causando una sottovalutazione del nemico di classe sia dentro sia fuori i Paesi socialisti e una sopravvalutazione del socialismo, crearono una situazione in cui i problemi che i Paesi socialisti dovevano fronteggiare vennero ignorati, così come i progressi e il consolidamento del capitalismo mondiale.

L'esperienza dei Paesi in cui la restaurazione capitalista ha fatto seguito ai rovesci occorsi in Europa orientale dimostra al di là di ogni dubbio che il capitalismo non ha fornito alcuna soluzione, ma ha semplicemente aggravato i problemi.

Nell'attuale periodo di crisi e recessione mondiale, la contraddizione fondamentale tra lavoro e capitale all'interno del capitalismo si sta acutamente intensificando. I tentativi dell'imperialismo di consolidare la propria egemonia, cercando al tempo stesso di porre sotto tutela le classi dirigenti dei Paesi in via di sviluppo, stanno determinando un'intensificazione della contraddizione tra l'imperialismo e i popoli dei Paesi in via di sviluppo. Le contraddizioni inter-capitaliste si manifestano anche in forme diverse nelle diverse sfere attraverso l'intensificazione dello sfruttamento mondiale finalizzato alla massimizzazione dei profitti. La contraddizione centrale di questo periodo di transizione, tuttavia, rimane quella tra imperialismo e socialismo.

Sulla base di queste conclusioni, la risoluzione approvata dal 20° congresso (2012) su alcune questioni ideologiche dichiarava: «La lotta per il socialismo nel XXI secolo deve quindi essere la lotta per l'istituzione di un sistema che sia libero dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e della nazione sulla nazione. Un simile sistema deve basarsi su un ulteriore rafforzamento dei diritti democratici e delle libertà civili del popolo. Tale sistema deve imporre la sua superiorità sul capitalismo conseguendo livelli superiori di produttività e di energie produttive sulla base del principio della transizione ("da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo il suo lavoro") destinata ad approdare a una società comunista in cui prevarrà il principio "a ognuno secondo le sue necessità". Tale superiorità deve essere imposta attraverso la crescente partecipazione delle masse popolari, in tutti gli ambiti della vita sociale - politico, sociale, culturale eccetera».

In India, il PCI(M) sta facendo del suo meglio per procedere in questa direzione di intensa lotta di classe, mobilitando operai, contadini, giovani, studenti, settori emarginati e donne. L'8 e 9 gennaio 2019, lo sciopero nazionale di 48 ore indetto da 10 sindacati centrali, a cui hanno aderito anche molte federazioni nazionali di lavoratori e impiegati, ha rappresentato uno storico successo. I media borghesi hanno riferito che oltre 180 milioni di lavoratori hanno preso parte allo sciopero. Proseguendo queta lotta, i sindacati hanno indetto un nuovo sciopero generale per l'8 gennaio 2020, per il quale sono in corso i preparativi. Alla lotta della classe operaia si sommano le lotte dei giovani e degli studenti che chiedono lavoro e istruzione; e le lotte delle donne contro le atrocità e la discriminazione e per l'eguaglianza di genere stanno prendendo piede in varie parti dell'India.

Malgrado le restrizioni pervasive imposte dal sistema socioeconomico che domina nel Paese, il governo del Kerala all'estremità meridionale dell'India, guidato dal Left and Democratic Front di cui il Partito Comunista d'India (Marxista) costituisce la principale forza insieme al Partito Comunista d'India e ad altre formazioni di sinistra e democratiche, sta dando vita a numerosi programmi di alternativa democratica e progressista. Secondo un recente studio intrapreso da un'organizzazione controllata dal governo centrale (NITI Ayog), lo Stato del Kerala è al primo posto tra i 28 Stati indiani nel garantire un'istruzione di qualità al massimo numero di persone.

Compagni,

Oggi siamo di fronte a un mondo che deve affrontare livelli intollerabili di disoccupazione, crisi agricola, degrado ambientale e crescente distanza tra chi ha e chi non ha. Il capitalismo sta tentando di superare la crisi scaricandone il fardello e le conseguenze sulle spalle dei lavoratori e dei contadini, e massimizzando il profitto attraverso il saccheggio della natura e le tecnologie di sfruttamento. Sta tentando di spezzare l'unità della classe operaia promuovendo ideologie di estrema destra che mirano a dividere il popolo in base a criteri di razza, religione, casta, nazionalità ed etnia.

La produzione di armi di distruzione di massa è una strategia cruciale per l'imposizione dell'egemonia imperialista, alla quale garantisce conflitti e guerre regionali condotti nel nome della «guerra al terrorismo». Mentre finge di dichiarare guerra al terrorismo, l'imperialismo è in realtà l'artefice del terrorismo stesso. Il complesso militare-industriale-mediatico promuove, alimenta e perpetua il terrorismo. Stando ai dati più recenti, il bilancio della difesa USA ammonta a 649 miliardi di dollari, pari al 36% della spesa militare globale nel 2018. Gli USA hanno speso quasi quanto gli otto Paesi che hanno investito di più dopo di loro messi insieme (Cina, Arabia Saudita, India, Francia, Russia, Gran Bretagna, Germania e Giappone), le cui spese totali per la difesa ammontano a 655 miliardi! La spesa totale dei 29 Paesi NATO è stata di 963 miliardi di dollari, pari al 48% della spesa militare globale. Vi è una competizione nella produzione, negli ordinativi e nella commercializzazione delle armi di distruzione di massa, che determina una corsa agli armamenti e conflitti e guerre regionali, che vanno a beneficio del sistema capitalista e permettono alle forze imperialiste di dominare le rispettive sfere di influenza.

Malgrado tutti i loro sforzi - lo scatenamento di conflitti militari, la promozione di ideologie e formazioni di destra, divisive, fondamentaliste e razziste - le classi dominanti non stanno riuscendo a placare il crescente malcontento popolare. L'insostenibilità del dominio del capitale è ormai evidente, oggi più che in ogni altra epoca. In tali circostanze, i popoli di ogni Paese del mondo dovranno affrontare le sfide delle realtà esistenti per dare forma al loro futuro. La misura in cui avranno successo nel portare avanti le lotte del popolo per la trasformazione sociale determinerà il ritmo della transizione. Soltanto mobilitando operai, contadini, giovani, studenti, donne, intellettuali e masse lavoratrici sulle scottanti questioni che riguardano la loro esistenza e i loro problemi sociali sarà possibile rafforzare le lotte per la tutela dei diritti faticosamente conquistati e i movimenti di massa potranno raggiungere i loro obiettivi immediati e più importanti. La via dell'intensificazione della lotta di classe è l'unica via per la costruzione di una pace duratura e del socialismo.

Grazie


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.