www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 16-12-19 - n. 733

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Partito Tudeh dell'Iran

Partito Tudeh dell'Iran | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

* * *

Cari compagni,

Vorrei cogliere l'occasione, a nome del Comitato Centrale del Partito Tudeh dell'Iran, per ringraziare i fraterni Partito Comunista di Turchia e Partito Comunista di Grecia per aver organizzato congiuntamente il 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai in circostanze assai difficili. Desidero ringraziarli per l'eccellente lavoro di pianificazione e per aver messo a disposizione le strutture in cui tenere il nostro incontro. Consentitemi inoltre di ringraziare loro e tutti gli altri partiti fratelli qui presenti per la loro solidarietà con il popolo iraniano nella sua lotta per la pace, la democrazia e la giustizia sociale.

l 21° Incontro Internazionale segna il centenario della formazione dell'Internazionale Comunista nel 1919. Questo evento ebbe luogo all'indomani della devastante prima guerra mondiale imperialista e in un periodo di crisi del capitalismo mondiale e di espansionismo imperialista. L'Internazionale fu creata per unificare e coordinare la lotta della classe operaia internazionale all'indomani della vittoria della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre del 1917, che ispirò e incoraggiò i rivoluzionari di tutto il mondo a sviluppare e a portare avanti a loro volta la lotta per la pace, il progresso e il socialismo.

L'Internazionale Comunista, tuttavia, rappresentò la continuazione dell'opera di Marx ed Engels che avevano fondato la Lega Comunista Internazionale nel 1847 e avevano tentato nel corso dell'Ottocento di rafforzare l'emergente movimento comunista internazionale e i suoi alleati nella lotta per la pace e il socialismo.

L'Internazionale aspirava a promuovere gli interessi della classe operaia mondiale e a incoraggiare la resistenza al dominio imperialista in tutto il mondo, sottolineando l'importanza cruciale del ruolo della classe operaia e della sua avanguardia rivoluzionaria nella lotta per il socialismo. Cent'anni dopo la Rivoluzione d'Ottobre, le ragioni fondamentali della lotta mondiale per la trasformazione socialista e la risoluzione della contraddizione tra capitale e lavoro rimangono gli obiettivi centrali della lotta di classe tra la classe capitalista e una classe operaia unita in tutto il mondo, per condizioni di lavoro e di vita dignitose, per il socialismo e - in ultima analisi - per una società comunista senza classi. Gli sforzi congiunti dei partiti comunisti e operai di tutto il mondo sono fondamentali per questa lotta decisiva.

Il 21°Incontro Internazionale ha luogo in un periodo in cui il capitalismo sta ancora facendo i conti con le conseguenze sociali ed economiche della crisi sistemica iniziata nel 2008. Non soltanto i tassi di crescita di tutte le economie capitaliste avanzate rimangono irrilevanti; sul piano politico stiamo assistendo all'ascesa e alla pericolosa offensiva di forze neofasciste.

Quattro decenni di predominio economico neoliberale hanno prodotto diseguaglianze quanto mai diffuse e acute a livello internazionale, la militarizzazione, aggressioni imperialiste e l'ascesa di forze di estrema destra, dagli Stati Uniti al Brasile e dall'Europa centrale all'India.

Il Partito Tudeh dell'Iran ritiene che, nella situazione attuale, un aspetto importante della nostra lotta per cambiamenti sostanziali in senso progressista e per il socialismo sia costituito dalla partecipazione di settori sempre più ampi delle forze sociali alla lotta contro lo sfruttamento capitalista dell'umanità e il saccheggio delle risorse naturali. Vediamo crescere ovunque movimenti contro l'austerità, la corruzione e la diseguaglianza, e per i diritti democratici, i diritti umani e le libertà, nonché movimenti contro le discriminazioni di razza e di genere e campagne popolari per la protezione dell'ambiente e per il salvataggio del pianeta Terra. Lo sforzo congiunto delle forze sociali progressiste, dei giovani radicali e degli studenti che manifestano contro il degrado dell'ambiente provocato dal capitalismo predatore è assai rilevante.

A nostro avviso, un obiettivo centrale per i comunisti, sia sul terreno di lotta nazionale sia su quello internazionale, è fare sì che questi movimenti progressisti vengano integrati nella lotta contro il capitalismo monopolistico e per un mondo socialista.

Cari compagni,

Nel corso del Novecento e sino al nuovo secolo il movimento comunista ha costituito una forza importante nella lotta per la pace e contro un ampio spettro di forze reazionarie. Oggi viviamo in un mondo estremamente pericoloso, in cui la sopravvivenza del genere umano è minacciata dal capitalismo. E ancora una volta, sono i comunisti, insieme ad altre forze progressiste, a guidare la lotta contro la guerra e il militarismo e a levarsi a favore della libertà contro le forze reazionarie filo-imperialiste, comprese quelle oscurantiste, teocratiche, scioviniste e neofasciste.

Un altro aspetto dell'attuale situazione mondiale, specie in relazione all'area strategicamente cruciale del Medio Oriente, è stato l'emergere e il predominio, a partire dai primi anni Ottanta, di regimi reazionari, antidemocratici e oppressivi.

L'avvento dell'Islam politico in Medio Oriente e nel Nord Africa è stato conseguenza diretta dell'abbattimento dei governi socialisti dell'ex-Unione Sovietica e dei Paesi dell'Europa orientale tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. L'indebolimento della sinistra politica in Medio Oriente e l'assenza di un forte e coeso contappeso a livello mondiale ha lasciato spazio alle forze dell'«Islam politico», alterando qualitativamente i rapporti di forza nella regione.

A partire dagli anni Ottanta, queste forze hanno svolto un duplice ruolo nella cornice delle politiche imperialiste - quello di forze asservite all'imperialismo e quello di forze reazionarie e aggressivamente anti-occidentali. Al di là del suo ruolo, comunque, l'«Islam politico» ha avuto un impatto negativo sulla lotta per la pace e il progresso e si è fatto strumento della militarizzazione imperialista e del proseguimento di conflitti catastrofici.

Sotto l'egida dell'«Islam politico» è emerso un ampio spettro di forze islamiste fondamentaliste in Medio Oriente e altrove, forze che hanno avuto un impatto profondamente distruttivo e reazionario sulla vita politica, sociale ed economica di molte nazioni. Le forze dell'«Islam politico» hanno assunto in alcuni casi sembianze anti-imperialiste tanto bellicose quanto apparenti, imponendo nel contempo con la violenza un antiquato regime teocratico. Sono violentemente contrarie alla laicità, ai diritti umani, alla democrazia e all'eguaglianza di genere. Sono ferocemente antisocialiste, e le loro posizioni socio-economiche sono sfacciatamente reazionarie. In ultima analisi, queste forze sono perlopiù filo-capitaliste e anti-operaie, e le loro politiche hanno favorito l'accumulazione di ricchezze private a livelli astronomici attraverso la corruzione e le truffe finanziarie, come abbiamo potuto verificare in prima persona nella Repubblica Islamica dell'Iran.

Per quanto riguarda il ruolo del fondamentalismo islamico nello scenario globale, la situazione attuale nel Golfo Persico è istruttiva. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito a una pericolosa escalation della tensione che ha assoggettato la nostra regione al rischio di catastrofici conflitti armati. Il popolo iraniano deve fronteggiare sanzioni economiche imperialiste disumane ed è minacciato di aggressione militare da parte degli Stati Uniti, appoggiati dal reazionario regime saudita e dal governo razzista israeliano. Al tempo stesso, l'Iran è governato da una teocrazia repressiva che contrasta e reprime con ferocia qualunque tentativo dei lavoratori e delle forze progressiste di organizzare nel Paese un movimento efficace contro la guerra e per la difesa della pace.

Sulla lotta del popolo iraniano per la pace, le libertà e i diritti democratici e la giustizia sociale hanno quindi un impatto negativo le perfide sanzioni economiche e bancarie imposte dall'amministrazione USA e dai suoi alleati, accompagnate dalla costante minaccia di scontro militare. Gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione non fanno mistero del loro intento di realizzare un «cambiamento di regime» in Iran esercitando una durissima pressione sulla sua economia, pur avendo lasciato intendere di essere disposti a cooperare con un «regime iraniano collaborativo», cioè assoggettato agli interessi USA in Medio Oriente.

Le principali vittime delle sinistre azioni e minacce degli Stati Uniti e dei loro alleati sono i lavoratori e gli emarginati dell'Iran. L'obiettivo degli Stati Uniti è creare un disordine di massa e una crisi sociale, allo scopo di strumentalizzare il crescente movimento di protesta del popolo iraniano contro la teocrazia al potere, che trova espressione negli scioperi e nelle manifestazioni quotidiane che rivendicano diritti sociali elementari, libertà di espressione, prezzi più bassi, servizi sociali dignitosi, il pagamento degli stipendi arretrati, posti di lavoro e sicurezza del lavoro, il diritto di creare sindacati e di entrare a farne parte e l'abolizione della privatizzazione dei settori industriali chiave.

Decisi a mantenersi le mani libere, gli Stati Uniti promuovono «alternative politiche» filo-imperialiste finanziate dal Dipartimento di Stato e dalla CIA. Tra loro vi sono i monarchici, che aspirano alla restaurazione dello scià, e l'organizzazione islamica filo-imperialista Mojahedin-e-Khalq (NCRI/MEK/PMOI). Si tratta di forze profondamente antidemocratiche e prive di qualsiasi sostegno tra i lavoratori, che tuttavia vengono appoggiate finanziariamente e politicamente dagli Stati Uniti e dai loro alleati nella regione e hanno fatto esplicite pressioni per un intervento militare americano in Iran mirante a rovesciare l'attuale regime. Uno dei principali compiti del Partito Tudeh dell'Iran e delle altre forze democratiche e progressiste nazionali è stato combattere e denunciare questa perfida politica dell'amministrazione USA.

Cari compagni,

Dopo la fine del conflitto Iran-Iraq, allo scopo di favorire l'accumulazione di capitale privato interno e di preparare il terreno per il saccheggio delle ricchezze dell'Iran da parte delle multinazionali, tutti i successivi governi della Repubblica Islamica dell'Iran, con il sostegno del Leader Supremo Ali Khamenei, hanno implementato per tre decenni la ristrutturazione neoliberale ispirata dal FMI, che ha avuto effetti devastanti sui lavoratori e sull'ambiente.

Con l'intensificarsi della pressione sulla vita delle persone, la reazione del regime teocratico è consistita nel reprimere, incarcerare, umiliare e intimidire i lavoratori e i militanti sindacali e per i diritti civili. Negli ultimi anni, con la continua crescita di varie forme di movimenti di protesta, la gente ha compreso l'importanza di collegare le sue lotte per la giustizia economica con la lotta per le libertà democratiche e la protezione dell'ambiente. La lotta per la creazione di sindacati indipendenti sta crescendo in Iran, ed è oggi considerata dal regime teocratico al potere una minaccia per la sicurezza nazionale.

Il Partito Tudeh dell'Iran dichiara categoricamente che il movimento popolare iraniano ha bisogno del sostegno e della solidarietà dei partiti comunisti e operai internazionali, allo scopo di impedire interventi imperialisti in Iran e in difesa della lotta del popolo per la democrazia e la giustizia sociale. La classe operaia iraniana è ostile per natura alla politica neoliberale della teocrazia al potere e svolge un ruolo guida nella lotta nazionale per la pace, la democrazia e la giustizia sociale. Il movimento operaio si sta sviluppando costantemente con la parola d'ordine «Pane, Lavoro e Libertà».

Il Partito Tudeh dell'Iran ritiene che la «guerra economica» messa in atto dagli Stati Uniti contro l'Iran finirà per causare un conflitto militare che avrà un impatto devastante sulla popolazione dell'Iran e di altre nazioni del Golfo Persico. Altrettanto importante è l'errore di calcolo della leadership della Repubblica Islamica dell'Iran riguardo ai rapporti di forza internazionali. Il regime iraniano non capisce che i Paesi imperialisti, pur in competizione tra loro, sono di norma uniti nel proteggere gli interessi del capitalismo globale. L'economia dell'Iran è un'economia redditiera debole, dipendente dalle importazioni e improduttiva, che è stata prosciugata da tre decenni di ristrutturazioni neoliberali. Le sue forze produttive sono state scialacquate e sacrificate alla ricerca del profitto.

La realtà è che dopo trent'anni di miope obbedienza ai dettami della Banca Mondiale e del FMI da parte del regime iraniano, miranti ad applicare il modello economico neoliberale, le amministrazioni USA sono ora in grado di tenere in ostaggio la debole economia dell'Iran. Nessuna superficiale maschera anti-occidentale o anti-imperialista e nessuna presa di posizione militarista può cambiare questa realtà oggettiva e le sue conseguenze.

L'unico modo per difendere gli interessi del popolo iraniano è ridurre la tensione attraverso negoziati diplomatici affiancati dalla più ampia mobilitazione dei movimenti per la pace in Iran e in tutto il mondo. L'opzione militare va depennata dall'agenda di tutte le parti coinvolte.

Cari compagni,

Il Partito Comunista dell'Iran fu fondato quasi cent'anni fa, nel 1920, e il suo programma di trasformazione progressista è stato portato avanti negli ultimi 78 anni dal Partito Tudeh dell'Iran, con effetti profondi sul nostro Paese. Continuiamo la nostra lotta per la pace e per il socialismo alla luce di una chiara comprensione della fase attuale dello sviluppo socio-economico e della lotta di classe nel nostro Paese. Il nostro compito principale nell'attuale situazione complessa e pericolosa è difendere la pace con ogni mezzo, e al tempo stesso promuovere il movimento dei lavoratori iraniani in lotta per le libertà democratiche e la giustizia sociale - per questo diciamo «No alle sanzioni disumane, No alla guerra, No alla dittatura». Nell'assumerci questo importante compito cerchiamo la solidarietà di tutti i partiti comunisti e operai e di tutte le forze progressiste del mondo.

Siamo fiduciosi che i lavoratori iraniani e la loro avanguardia politica avranno successo nella lotta di classe per un futuro socialista, contro la guerra e l'oppressione e per la pace mondiale.

Viva la lotta del popolo iraniano per la pace, la democrazia e la giustizia sociale,
Viva la solidarietà internazionalista,
Viva la lotta per la pace e per il socialismo!

Partito Tudeh dell'Iran

15 ottobre 2019


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