www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 08-01-20 - n. 734

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Partito dei Lavoratori d'Irlanda

Gerry Grainger * | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

* * *

Cari compagni,

Il Partito dei Lavoratori d'Irlanda rivolge il suo saluto ai partiti presenti a Izmir (Turchia) in occasione del 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, ed esprime il suo ringraziamento al Partito Comunista di Turchia (TKP) e al Partito Comunista di Grecia (KKE) per aver organizzato questo incontro e aver messo a disposizione le strutture che hanno consentito ai nostri partiti di riunirsi per discutere le lotte comuni e rafforzare l'indispensabile internazionalismo proletario nella lotta per la pace e per il socialismo.

L'Incontro Internazionale è un evento importante per i nostri partiti. Il WPI (Workers Party of Ireland) desidera esprimere con chiarezza la sua condanna dell'azione di provocazione messa in atto da un gruppo che ha inviato ai partiti invitati a partecipare a questo 21° Incontro una lettera contro il Partito Comunista di Turchia - partito che, in seguito a una decisione del Gruppo di Lavoro, co-ospita insieme al KKE l'Incontro Internazionale di quest'anno. Condanniamo questa provocazione ed esprimiamo la nostra totale solidarietà con i compagni del TKP.

È altresì importante esprimere la nostra condanna del recente ennesimo intervento di invasione militare della Siria da parte delle forze armate turche e dei loro fantocci, e delle incursioni aeree condotte con il falso pretesto dell'«autodifesa». Questa persistente violazione della sovranità siriana, attuata con la complicità degli Stati Uniti, rientra in una rinnovata offensiva imperialista mirante a dividere e a destabilizzare la Siria, che ha recentemente subito le devastazioni di una guerra imperialista, e rappresenta una grave minaccia alla pace, alla sicurezza e alla prosperità dei popoli della regione e oltre.

Il nostro partito rimane schierato a favore della sovranità e dell'integrità territoriale della Siria, ed esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo siriano, compresa la popolazione curda della regione. Spetta al popolo della Siria decidere il proprio futuro, libero dalle ingerenze e dagli interventi imperialisti.

Quest'anno celebriamo il centenario della fondazione dell'Internazionale Comunista. L'Internazionale fu costituita a Mosca nel marzo 1919 su suggerimento di Lenin durante il primo congresso dei partiti comunisti. L'Internazionale Comunista nacque come Internazionale d'azione, «l'Internazionale dei fatti», un'organizzazione impegnata per la lotta di classe e il potere dei lavoratori.

Il Manifesto del I Congresso dell'Internazionale Comunista dichiarava: «Nel respingere la pavidità, le menzogne e la corruzione degli antiquati partiti socialisti ufficiali, noi comunisti, uniti nella terza Internazionale, riteniamo di continuare in successione diretta gli sforzi eroici e il martirio di una lunga serie di generazioni rivoluzionarie...» e annunciava: «È nostro compito generalizzare l'esperienza rivoluzionaria della classe operaia, ripulire il movimento dagli inquinamenti disgregatori dell'opportunismo e del social-patriottismo, mobilitare le forze di tutti i partiti autenticamente rivoluzionari del proletariato mondiale e così facendo facilitare e accelerare la vittoria della rivoluzione comunista in tutto il mondo».

Alla luce degli insegnamenti tratti dal tradimento della classe operaia da parte della II Internazionale, Lenin riconosceva già nel 1914 che la II Internazonale era «morta, sopraffatta dall'opportunismo...». Dinanzi alla scelta tra l'internazionalismo proletario, che richiedeva l'opposizione alla guerra imperialista, e il sostegno alla borghesia nazionale guerrafondaia, i «social-patrioti» scelsero di tradire i lavoratori. La Risoluzione del Congresso di Stoccarda della II Internazionale, nel 1907, che definiva il compito dei lavoratori e dei loro rappresentanti parlamentari in caso di scoppio di un conflitto, fu ben presto dimenticata da tutti salvo alcune vistose eccezioni. I lavoratori furono traditi con la carneficina di massa della prima guerra mondiale. Malgrado tutte le loro chiacchiere sull'internazionalismo e sui pericoli del militarismo, questi partiti scelsero le proprie nazioni e le proprie classi dirigenti. Le divergenze inconciliabili tra i social-patrioti e gli internazionalisti divennero una dura realtà.

In una risoluzione del I Congresso dell'Internazionale Comunista, l'Internazionale riconobbe altresì che «sarebbe assurdo ritenere che la rivoluzione più profonda della storia, il primo caso nella storia del mondo in cui il potere è stato trasferito dalla minoranza sfruttatrice alla maggioranza sfruttata, potesse avere luogo nel contesto obsoleto della vecchia democrazia parlamentare borghese, senza drastici cambiamenti, senza la creazione di nuove forme di democrazia, di nuove istituzioni che incarnassero le nuove condizioni di applicazione della democrazia».

I delegati presenti al I Congresso denunciarono gli errori dell'opportunismo e del «social-patriottismo» e contrapposero a essi la necessità della strategia rivoluzionaria, dell'internazionalismo proletario e della difesa delle conquiste della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.

Lenin, naturalmente, era consapevole del «rischio di annacquamento per influenza di gruppi oscillanti e indecisi che non hanno ancora rotto con l'ideologia della II Internazionale» (Termini di ammissione all'Internazionale Comunista), e denunciò inoltre «la malattia infantile dell'estremismo di sinistra» e il riformismo («L'abbiamo pagata troppo cara»).

L'Internazionale Comunista svolse un ruolo vitale nel rafforzamento dei partiti comunisti e nel sottolineare la vitale necessità dell'internazionalismo proletario e della solidarietà internazionalista. Dimostrò la necessità che i partiti comunisti e operai optassero per una strategia rivoluzionaria. Evidenziò i rischi della socialdemocrazia e la necessità di vigilare contro il riformismo, l'opportunismo e la collaborazione di classe nell'ambito del movimento operaio. Chiarì che la fine delle guerre è possibile soltanto attraverso l'abolizione del capitalismo. Dimostrò che solo con l'instaurazione del potere dei lavoratori e l'edificazione del socialismo è possibile soddisfare le esigenze dei lavoratori. Naturalmente furono commessi anche degli errori e di tanto in tanto vi furono valutazioni errate. Ciò, tuttavia, non diminuisce la straordinaria importanza della III Internazionale; e lo scioglimento dell'Internazionale nel 1943 costituì un duro colpo per il movimento comunista internazionale.

Di conseguenza, il retaggio dell'Internazionale Comunista rimane di vitale importanza. Possiamo trarre beneficio dai suoi successi e imparare dai suoi errori, in particolare in una fase in cui il movimento comunista internazionale deve fronteggiare molteplici problemi e sfide, e in una situazione in cui la crescita del nazionalismo e del fascismo in molti Paesi pone una minaccia reale all'unità dei lavoratori e all'azione della classe operaia, mentre l'imperialismo continua a minacciare la pace mondiale.

In molti Paesi, la classe operaia deve fare fronte a un aumento del nazionalismo borghese, che viene utilizzato per dividere i lavoratori su basi etniche, nazionali o religiose, per indebolire il movimento operaio, per distrarre i lavoratori dalla lotta di classe e per impedire e ritardare l'avanzata verso il socialismo.

Mentre il socialismo sottolinea il conflitto tra le classi sociali, che attraversa i confini nazionali, il nazionalismo, al contrario, presuppone una comunità nazionale che si erge al disopra delle classi come principale destinatario della fedeltà individuale e di gruppo. Questo, naturalmente, è funzionale agli interessi della borghesia. Per contro, il concetto di internazionalismo proletario è fondamentale per la lotta della classe operaia, mentre è ostile al nazionalismo borghese. Un'ideologia politica che pretende fedeltà e lealtà esclusiva a una nazione incarnata come forma di alleanza di tutte le classi è un ostacolo per la lotta di classe.

Il concetto di Stato nazionale come unità politica nell'ambito della società capitalista esiste proprio per preservare il dominio di classe della borghesia. Le norme generali della I Internazionale specificavano chiaramente che «l'emancipazione del lavoro non è un problema né locale né nazionale, ma un problema sociale, che coinvolge tutti i Paesi in cui esiste una società moderna, e la cui soluzione dipende dal contributo, pratico e teorico, dei Paesi più avanzati». Come affermava Lenin, Marx aveva chiarito che la classe operaia doveva essere l'ultima a trasformare la questione nazionale in un feticcio.

La fondazione dell'Internazionale Comunista rappresentò una significativa e fondamentale presa di distanza dalle posizioni screditate e vergognose della II Internazionale, che aveva sacrificato i lavoratori d'Europa sull'altare del nazionalismo.

Non dobbiamo mai sottovalutare la capacità del nazionalismo di qualunque sfumatura di dividere i lavoratori, corrompendo e distorcendo il movimento sindacale. In Irlanda conosciamo fin troppo bene questo fenomeno e i rischi che pone per l'unità della classe operaia e per il cambiamento politico in senso progressista.

Oggi, i partiti comunisti e operai possono rappresentare i valori della parte migliore dell'Internazionale Comunista, attraverso una strategia coerentemente rivoluzionaria e un orientamento ispirato ai principi del marxismo-leninismo, nella lotta per la pace e contro l'imperialismo, elevando la coscienza di classe in modo tale che i lavoratori si identifichino con i propri interessi di classe invece che con interessi settoriali o locali, e dimostrando che il socialismo e il comunismo sono le sole alternative a un marcio sistema capitalista che può produrre soltanto guerra, sfruttamento e oppressione e che deve essere abolito.

*) Gerry Grainger, membro del Comitato Centrale


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.