www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 16-01-20 - n. 735

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia

Nikola Stojiljković * | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

* * *

Cari compagni,

Desideriamo esprimere la nostra gratitudine al Partito Comunista di Turchia e al Partito Comunista di Grecia per aver ospitato questo incontro e al gruppo di lavoro per l'organizzazione dell'Incontro di quest'anno e di questo importante ambito di scambio di idee; salutiamo inoltre i rappresentanti di tutti i partiti che partecipano al 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

Di particolare importanza per noi nei Balcani è il fatto che i comunisti della Turchia e della Grecia abbiano organizzato insieme questo incontro. Ciò riconferma il ruolo di avanguardia dei comunisti nelle nostre società - i soli realmente in grado di superare tutti i retaggi negativi del passato e di aprire reali prospettive di progresso e solidarietà.

Cari compagni, per quanto riguarda il tema dell'incontro di quest'anno, desideriamo sottolineare in particolare il fatto che il grande merito storico del Comintern sta principalmente nel fatto che esso difese gli insegnamenti del marxismo-leninismo contro le banalizzazioni e le distorsioni tanto della destra, degli opportunisti di ogni colore, tanto della sinistra, e rafforzò i legami tra i lavoratori dei vari Paesi, che si erano spezzati dopo il crollo della II Internazionale; elaborò questioni teoriche relative al movimento operaio nelle nuove condizioni, fissò principi generali per la propaganda e l'agitazione in favore degli ideali del comunismo e cercò nuovi quadri per i partiti comunisti che crearono le condizioni per la trasformazione dei neonati partiti comunisti in partiti operai di massa.

L'energico e repentino sviluppo del movimento comunista in tutto il mondo influenzò anche il nostro Paese, la Jugoslavia, contribuendo attivamente agli sforzi pratici e teorici del Partito Comunista Jugoslavo.

Senza l'attivo interessamento dell'Internazionale Comunista, difficilmente sarebbe stato possibile superare le profonde divisioni che esistevano nell'ambito del movimento comunista jugoslavo nel periodo 1931-32. Il superamento di queste divergenze condusse alla creazione di un partito comunista unificato sulla base di nuovi principi organizzativi, un partito pronto per combattere nuove battaglie e per guidare la resistenza antifascista durante la seconda guerra mondiale.

Questo ha una grande importanza per noi, soprattutto in quanto il Partito Comunista Jugoslavo fu fondato nello stesso anno in cui nacque il Comintern. Quest'anno ha quindi segnato per noi anche il centenario della fondazione del Partito Comunista Jugoslavo, e di recente la nostra organizzazione giovanile SKOJ ha festeggiato il centenario della fondazione dell'unione della gioventù comunista.

Desideriamo approfittare di questa occasione per sottolineare che quest'anno abbiamo ricordato un'altro anniversario - un anniversario tragico, purtroppo. Sono infatti trascorsi vent'anni dall'aggressione NATO contro il nostro Paese. Due decenni fa, il 24 marzo, la Repubblica Federale di Jugoslavia fu attaccata dai 19 Paesi più sviluppati dell'Occidente - membri della NATO guidata dagli Stati Uniti. Si trattò di una guerra totalitaria, militare e propagandistica, la prima scatenata in Europa dalla caduta del Terzo Reich. Al tempo stesso, l'aggressione della NATO - e non l'«intervento», come ancora oggi i media definiscono quella guerra illegale - costituì un colpo diretto contro le leggi internazionali e le Nazioni Unite.

Il risultato fu per noi una terribile catastrofe umanitaria che fece oltre 4000 vittime innocenti e provocò danni materiali alla Jugoslavia per oltre 100 miliardi di dollari, nonché l'occupazione della provincia serba meridionale di Kossovo e Metohija, oggetto di ulteriori pressioni politiche e di altro genere sul nostro Paese.

Le attuali autorità serbe stanno tentando di dare una risposta permanente al problema mediante una cosiddetta soluzione a lungo termine costituita dalla possibile partizione del Kossovo - cioè il riconoscimento e l'accettazione dei risultati dell'aggressione imperialista. Non soltanto il governo serbo è sotto questo aspetto un alleato degli imperialisti, ma lo è anche la cosiddetta opposizione della sedicente «Unione per la Serbia», che attacca il governo a parole ma non è che l'altra faccia della stessa medaglia. Entrambi sostengono le medesime politiche economiche di sfruttamento, antioperaie e antipopolari. Entrambi sono favorevoli all'ingresso della Serbia nella prigione dei popoli dell'Unione Europea, il cui obiettivo è rendere i ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Entrambi sono schierati per una stretta collaborazione con la NATO, e per l'obbedienza alle condizioni imposte dalle organizzazioni mondiali di riciclaggio del denaro quali il FMI e la Banca Mondiale.

Non sorprende, quindi, che il nostro Paese stia vivendo un vero e proprio esodo della popolazione, specialmente dei giovani. La linea di avvicinamento all'Unione Europea ha distrutto la nostra economia e deindustrializzato il Paese. L'applicazione di questa politica distrugge e privatizza giorno dopo giorno il nostro sistema sanitario. Nelle scuole superiori è stato introdotto un sistema che prevede lo sfruttamento degli studenti da parte delle grandi imprese. La distruzione dell'istruzione superiore viene attuata per mezzo dell'applicazione della Dichiarazione di Bologna, che trasforma l'istruzione in una merce. La conseguenza di questa politica è che il 52% dei giovani in Serbia è disoccupato. A causa dell'enorme miseria, 45.000 persone lasciano ogni anno la Serbia - un numero enorme per un Paese con sette milioni di abitanti. Ogni anno un'intera città muore in Serbia, cosicché oltre al disastro economico, il nostro Paese sta vivendo un disastro demografico.

Affinché tutto questo potesse venire imposto al nostro Paese, era fondamentale anzitutto distruggere il movimento operaio e comunista, un tempo forte e numeroso, come abbiamo ricordato incessantemente nel corso degli ultimi ventun anni in occasione dei nostri Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai. Ma noi non rinunciamo alla lotta e facciamo affidamento sulla solidarietà internazionale come arma importante di questa battaglia, nonché sugli immortali insegnamenti del socialismo scientifico, forti dell'orgoglio di tutti i risultati e i successi conquistati dal nostro movimento nel passato.

Il centenario ci impone di trarre insegnamento e ispirazione dalla storia; gli anniversari esistono allo scopo di riassumere i risultati e trarre conclusioni per il futuro. Il futuro del movimento comunista è incarnato da un popolo responsabile e dotato di coscienza di classe in grado di compiere grandi sacrifici, di mettere da parte i propri bisogni e desideri allo scopo di raggiungere l'obiettivo del potere popolare e operaio, di riportare la vittoria in linea con i principi di solidarietà, eguaglianza e progresso. Questo sacrificio, questa fiducia e questa responsabilità sono fondamentali per ottenere nuove vittorie, per altri cento anni di vittoriosa lotta dei comunisti.

Viva la lotta di classe e la solidarietà internazionale!

Viva il marxismo-leninismo!

*) Nikola Stojiljković, membro della segreteria del Comitato Centrale del Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia


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