www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 04-12-20 - n. 771

Conferenza dei Partiti Comunisti e Operai: A fianco del popolo palestinese. Contributo del Partito Comunista di Turchia (TKP)

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/11/2020



Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese

Teleconferenza regionale dei partiti comunisti e operai - - Contributo del TKP

Contributo del TKP alla teleconferenza internazionale: "Partiti comunisti e operai saldamente dalla parte della giusta lotta del popolo palestinese, contro i piani imperialisti e il sistema di sfruttamento capitalista"

Cari compagni

Innanzitutto, a nome del Comitato centrale del TKP, auguro buona salute e forza a tutti i compagni, in questi giorni che ci vedono fronteggiare la diffusione mondiale di un virus mortale e di quello ancora più pericoloso della massimizzazione del profitto.

Vorrei ringraziare i compagni greci per i loro sforzi nell'organizzare questo incontro nonostante le condizioni di pandemia COVID-19 e rendere onore alla volontà dei lavoratori greci per lo sciopero generale di pochi giorni fa.

Compagni, prima di tutto concedetemi di prendere atto di come durante questi giorni di pandemia COVID-19, i popoli dei paesi capitalisti abbiano assistito al fatto che la classe dominante sta favorendo il suo profitto a scapito della vita di milioni di persone. Il popolo palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza, ha vissuto un'esperienza ancora più dura, la violazione dei suoi diritti umani fondamentali, incluso il diritto alla vita e alla salute, e sono esposti a gravi problemi di salute a causa delle sanzioni, della povertà, della mancanza di accesso a farmaci, forniture e materiali. In questi giorni, la solidarietà con la Palestina acquisisce molta più importanza di prima.

La politica neo-ottomana del governo AKP, avanzata soprattutto nell'ultimo decennio e mirante a soddisfare l'avidità di profitto della classe capitalista, ad espandersi oltre i confini della Turchia utilizzando il discorso islamico sunnita per stabilire l'egemonia, ha causato guai immensi ai popoli del Medio Oriente. Prima come cosiddetto partner strategico degli Stati Uniti nell'ambito del progetto del Grande Medio Oriente, poi con il perseguimento di quote proprie nel nord della Siria, in Iraq e nella Libia dilaniata dalla guerra. L'ipocrita governo dell'AKP, pur mantenendo uno stretto rapporto commerciale, militare e politico con Israele e l'imperialismo occidentale, usa la causa palestinese per legittimare le sue azioni nella regione. Nonostante la profonda simpatia verso il popolo palestinese tra il popolo turco, la resistenza palestinese all'autodeterminazione non dovrebbe essere messa in ombra né dalle politiche neo-ottomane del governo AKP, che sta tentando di affermare il proprio dominio attraverso i legami con Hamas e l'attuale leadership dell'Autorità Palestinese, né qualsiasi altra forza garante esterna.

Dal nostro punto di vista, chi si eccita per il fallimento di Trump alle elezioni presidenziali e la vittoria di Biden, non fa che alimentare un'illusione, riversando false speranze nel popolo. La politica interna degli Stati Uniti non può essere distinta da quella estera, che è fatta di brutalità, barbarie, discriminazione, razzismo contro i lavoratori, dentro e fuori il paese. I legami politici, finanziari, economici di lunga data tra le classi borghesi di USA e Israele, l'essenza di questo rapporto non cambierà con un esecutore diverso. Anche se l' "Accordo del secolo" è stato un progetto introdotto durante il mandato di Trump, non ci sono segnali che venga ritirato nel mandato Biden, né ci si può aspettare che l'ambasciata a Gerusalemme venga ritrasferita a Tel Aviv. Nello stesso senso, interpretare i recenti accordi tra Israele e Emirati Arabi Uniti, Bahrein e altri paesi, come una sorta di normalizzazione in Medio Oriente avrà conseguenze molto pericolose. Le ambizioni di Israele non porteranno né dignità, né normalizzazione ai popoli della regione. In effetti, l'accordo non pone fine alla politica di occupazione di Israele solo perchè fu dichiarato, al contrario, l'espansione e gli insediamenti illegittimi e illegali dell'amministrazione israeliana sono continuati durante e dopo gli accordi di Abramo. Non ci può essere un vero accordo di pace nella regione senza il coinvolgimento della volontà del popolo palestinese. Nello stesso senso, la recente ripresa dei dialoghi tra il governo occupante israeliano e l'Autorità Palestinese, che non rappresenta gli interessi dell'intero popolo lavoratore ma di una parte della nazione, comportano il rischio di affliggere la lotta di liberazione del popolo palestinese e approfondirne la dipendenza economica e politica dalla clemenza di Israele.

Compagni, la lotta contro l'imperialismo, il sionismo e il capitalismo deve avere due assi essenziali e interconnessi: una prospettiva di classe e un carattere laico. L'imperialismo usa il fondamentalismo religioso e la reazione per dividere il popolo, per creare ostilità tra coloro che appartengono alla stessa classe. La classe operaia non dovrebbe dare alcun credito ad alcun tipo di corrente religiosa o fondamentalista. La resistenza di classe contro lo sfruttamento, l'oppressione e la discriminazione razzista contro il popolo palestinese dovrebbe essere rafforzata.

In quanto popolo lavoratore di Turchia, rimarremo sempre solidali con la lotta del popolo palestinese per una vita giusta ed equa, per l'indipendenza e la sovranità, per la dignità e per il diritto dei rifugiati al ritorno. Sosteniamo il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e chiediamo la fine dell'occupazione, il ritiro delle forze armate israeliane, la libertà dei prigionieri politici e l'istituzione e il riconoscimento di uno Stato indipendente palestinese sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come sua capitale e il diritto al ritorno dei rifugiati secondo le risoluzioni internazionali.

Crediamo che la loro lotta contro l'imperialismo sia la causa comune di tutti i popoli del mondo. In questo senso, ringraziamo ancora una volta per la messa a disposizione di questa piattaforma che ci consente di esprimere la nostra solidarietà ai compagni palestinesi.


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