www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 24-01-22 - n. 814

IMCWP 2021: Contributo del Partito del Lavoro d'Austria

Partito del Lavoro d'Austria (PdA) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10-11/12/2021

Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai 2021 in teleconferenza straordinaria

sul tema: "Gli sviluppi economici, politici e militari internazionali. L'esperienza di lotta dei Partiti Comunisti e Operai e dei popoli. Solidarietà con Cuba, con il popolo palestinese e con tutti i popoli che lottano contro le sanzioni, le macchinazioni e l'aggressione imperialista".

* * *

L'attuale crisi del capitalismo sta avendo luogo nel contesto di un cambiamento della struttura internazionale del potere imperialista che va maturando da molti anni. Gli Stati Uniti, in qualità di Stato imperialista più forte, sono ancora al vertice della piramide imperialista, ma la loro influenza va diminuendo. Sullo scenario internazionale, è soprattutto l'ascesa della Cina e della Russia a determinare un cambiamento della struttura di potere. In Europa, tuttavia, giocano un ruolo anche la nuova forza economica della Germania dopo l'annessione dell'ex-Repubblica Democratica Tedesca, il conseguente conflitto con Gran Bretagna e Francia e l'orientamento del Paese verso una maggiore indipendenza dall'imperialismo USA.

L'attuale crisi del capitalismo rappresenta una sovrapposizione di più crisi. In primo luogo vi è la crisi ecologica, causata dallo sfrenato sfruttamento dell'ambiente a vantaggio della massimizzazione dei profitti del capitale. In secondo luogo vi è la crisi economica, la cui causa è l'eccesso di accumulazione del capitale, e che è resa più intensa in un contesto imperialista dalla concentrazione del capitale nei monopoli. In terzo luogo vi è la crisi sanitaria provocata dalla pandemia mondiale da Covid-19, che ha messo in evidenza le gravi carenze dei sistemi sanitari anche dei Paesi capitalisti più avanzati, e la subordinazione della tutela della salute della classe operaia e dei settori popolari allo sfruttamento indisturbato del modo di produzione capitalista. In quarto luogo vi è la crisi politica, che rispecchia una crisi del parlamentarismo borghese e dei partiti borghesi e crea spazio per nuovi partiti politici.

La crisi dell'establishment democratico borghese è dovuta alle politiche ipocrite dei partiti borghesi e agli incessanti scandali di corruzione. L'evidente discrepanza tra la realtà e le affermazioni degli scienziati riguardo al corso della pandemia, da un lato, e le iniziative dei partiti borghesi, dall'altro, ha contribuito a far precipitare definitivamente la crisi politica. I nuovi partiti politici, alcuni dei quali stanno comparendo ora, non rappresentano un'alternativa ai partiti borghesi consolidati. Sono la solita vecchia minestra spacciata sotto nuove sembianze, e tentano di prendere il posto di questo o quel partito borghese ormai esaurito dalle sue stesse politiche. Questo tuttavia non è scontato, e questi partiti potrebbero scomparire nuovamente, a seconda delle circostanze concrete.

La crisi del capitalismo, che in realtà è costituita da molteplici crisi del capitalismo, ha ulteriormente inasprito i conflitti all'interno della struttura internazionale. Una manifestazione di tali conflitti è per esempio il fatto che in molti Stati dell'Unione Europea siano state introdotte normative contro la partecipazione del gruppo cinese Huawei alla costruzione delle reti 5G, o il fatto che il vaccino russo Sputnik contro il coronavirus sia ancora in attesa di approvazione da parte dell'UE. L'Austria gioca un ruolo subordinato nella piramide imperialista. Tuttavia, il capitale finanziario e monopolistico austriaco non va affatto sottovalutato. Sin dalla vittoria della controrivoluzione negli Stati socialisti europei, l'imperialismo austriaco si è accaparrato fette significative della torta. Le banche austriache, per esempio, svolgono un ruolo importante nell'Europa centrale e orientale. Inoltre, l'Austria ha avuto parte anche nella spartizione dell'ex-Jugoslavia e fornisce una parte rilevante delle truppe di occupazione NATO in Kossovo e Bosnia-Erzegovina. Anche il capitale finanziario austriaco svolge un ruolo dominante in questa regione. Da piccola potenza imperialista, l'Austria manovra tra le forze imperialiste più grandi, in linea con i suoi soci maggioritari.

Le crisi del capitalismo hanno colpito duramente la classe operaia e i settori popolari austriaci. Dall'inizio della crisi economica, a cui la pandemia ha fatto da catalizzatore, il governo ha introdotto numerosi provvedimenti atti a salvaguardare i profitti dei monopoli, scaricando i costi della crisi sulla classe operaia e sui settori popolari. Migliaia di lavoratori si sono ritrovati a lavorare part-time, il che significa che i loro salari vengono pagati in parte con i contributi della classe operaia al sistema di assicurazioni per la disoccupazione, ed essi devono accettare salari inferiori; molti altri sono stati licenziati e hanno perso il lavoro. Molti impiegati sono stati inseriti nel cosiddetto smart working con il pretesto della tutela della loro salute, e in molti casi hanno dovuto pagarsi da soli elettricità, Internet, materiali di lavoro eccetera, mentre il capitale ha potuto risparmiare su tutte queste spese.

Durante i vari lockdown e chiusure, il capitale ha ricevuto sostanziosi risarcimenti per le mancate vendite, pagati con il denaro dei contribuenti. Nei primi giorni del primo lockdown, le federazioni del capitale, la Federazione Sindacale Austriaca (ÖGB) a guida socialdemocratica e i partiti borghesi hanno negoziato una nuova versione della legge austriaca sull'epidemia che ha cancellato il diritto dei lavoratori al pieno salario durante la chiusura delle fabbriche. In sostituzione è stato introdotto il part-time, che implica una perdita di reddito per i lavoratori. In aggiunta vi è un'elevatissima inflazione, con aumenti dei prezzi dell'11,4% per i trasporti, del 4,7% per gli affitti, l'acqua e l'energia e del 4,8% per la verdura. Il sindacato socialdemocratico ÖGB ha negoziato con le federazioni del capitale aumenti salariali al disotto del tasso di inflazione.

Il Partito del Lavoro dell'Austria si oppone alla gestione borghese della crisi con lo slogan «Non pagheremo la vostra crisi!». Nella primavera del 2020 il giornale del partito è stato rilanciato con un nuovo titolo. L'organo centrale del partito viene ora pubblicato con il titolo di «Zeitung der Arbeit» (Giornale del Lavoro) ed esce non soltanto in edizione cartacea, ma anche online. Il partito è attivo nei quartieri e nei luoghi di lavoro della classe operaia dei settori popolari per organizzare la resistenza alle politiche del capitale. In autunno, all'inizio della contrattazione collettiva annuale in Austria, il Partito del Lavoro ha organizzato un presidio a Vienna dinanzi alla Camera di Commercio austriaca.

In Austria, prima ancora della crisi, ha avuto inizio una fase all'insegna del riarmo e dell'integrazione nelle alleanze capitaliste. L'Austria è entrata nell'UE e nella cosiddetta Partnership per la Pace della NATO nel 1995. Nel quadro di queste due alleanze, l'Austria partecipa regolarmente a esercitazioni militari congiunte e a missioni all'estero con altri Stati. Inoltre, l'Austria è membro della Permanent Structured Cooperation (SSC) e della PESCO. Oltre a essere militarmente presente nell'ex-Jugoslavia, l'Austria è attualmente coinvolta in diverse missioni militari all'estero con un contingente di 1500 soldati. In Mali sono presenti 100 soldati, altri 260 sono disponibili quali rinforzi a breve termine e una sessantina hanno incarichi di rifornimento. L'anno prossimo, l'Austria assumerà la guida della missione di addestramento UE in Mali (EUTM).

Il Partito del Lavoro dell'Austria si oppone ai pericolosi piani dei vari governi borghesi dell'Austria, che coinvolgono sempre più il Paese in progetti e alleanze militari. I figli e le figlie della classe operaia e dei settori popolari austriaci vengono spediti all'estero in queste missioni nell'interesse dei monopoli austriaci. L'Austria sta inoltre divenendo un bersaglio dei conflitti inter-imperialisti, dal momento che è sempre più impastoiata nelle varie alleanze imperialiste. Il Partito del Lavoro tiene una mobilitazione annuale il 1° settembre, la Giornata Mondiale della Pace, in cui si svolgono manifestazioni antimilitariste per la pace, e utilizza anche il 26 ottobre, la giornata della neutralità austriaca, per manifestare contro le guerre imperialiste e contro la partecipazione dell'Austria ad alleanze imperialiste e missioni militari all'estero.

La crisi ambientale è un dato di fatto. Ha effetti disastrosi per la classe operaia e per i settori popolari in molte parti del mondo. Nel dibattito politico, i partiti borghesi sostengono che il loro obiettivo è dare vita a un capitalismo verde. Tale dibattito mira a distrarre l'attenzione dalla contraddizione fondamentale tra capitale e lavoro nell'ambito del capitalismo. Si caratterizza per le contraddizioni fasulle tra «democrazia e destra», tra «stato sociale e neoliberismo» o tra «investimenti pubblici e libero mercato». In realtà, queste sono contraddizioni tra le diverse fazioni del capitale riguardo al futuro del governo del capitalismo. Le varie riforme e gli attacchi contro la classe operaia e i settori popolari vengono presentati come se non esistesse alternativa - è il caso della nuova tassa sulla CO2. Per il Partito del Lavoro, la crisi ambientale e il cambiamento climatico rappresentano una realtà innegabile. Al centro della linea del partito riguardo a questa questione vi è la denuncia della menzognera propaganda borghese sulla crisi, che cela un'intensa rivalità tra i monopoli per il controllo delle nuove tecnologie, dei mercati, delle materie prime, delle rotte di trasporto e dell'energia.

Il Partito del Lavoro lotta per dimostrare alla classe operaia e ai settori popolari che l'unica via d'uscita dalla crisi, o meglio dalle crisi, è la lotta per il socialismo-comunismo. Soltanto in una società in cui la classe operaia abbia conquistato il potere politico ed economico è possibile organizzare una tutela efficiente della salute della classe operaia e dei settori popolari. Soltanto con il socialismo-comunismo è possibile arrestare la crisi climatica e ambientale, le cui cause sono il principio capitalista della massimizzazione dei profitti e lo sfruttamento indiscriminato delle persone e dell'ambiente.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.