www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 25-01-22 - n. 814

IMCWP 2021: Contributo del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna

Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10-11/12/2021

Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai 2021 in teleconferenza straordinaria

sul tema: "Gli sviluppi economici, politici e militari internazionali. L'esperienza di lotta dei Partiti Comunisti e Operai e dei popoli. Solidarietà con Cuba, con il popolo palestinese e con tutti i popoli che lottano contro le sanzioni, le macchinazioni e l'aggressione imperialista".

* * *

Il ruolo della Spagna nella congiuntura economica, politica e militare internazionale, e l'azione del governo socialdemocratico.

Solidarietà con i popoli del mondo che subiscono gli attacchi e le manovre imperialiste.

Cari compagni,

L'attuale congiuntura internazionale è all'insegna della totale incertezza a livello mondiale. Già quasi due anni sono trascorsi dalla comparsa della pandemia da Covid-19, che ha accelerato una crisi le cui cause erano già presenti e i cui effetti continuano a farsi sentire in ogni ambito (economico, politico, militare) dello scenario internazionale della lotta di classe.

In un primo momento i governi e le istituzioni avevano annunciato che questa sarebbe stata una crisi a V, caratterizzata cioè da una rapida caduta seguita da una rapida ripresa. Noi comunisti avevamo chiarito che si trattava di una finzione, e infatti la ripresa macroeconomica sta tardando; ma sebbene siano presenti dati sull'aumento del PIL, la condizione della classe operaia spagnola è sempre più difficile. È arduo quindi prevedere quando la crisi a cui la pandemia ha fatto da catalizzatore potrà dirsi superata.

La situazione di crisi si fa sentire a ogni nuovo sviluppo, malgrado alcuni Paesi mostrino segnali di crescita. Di fatto, le catene di valore e distribuzione del capitale sono sotto uno stress costante e qualunque spostamento o scontro tra potenze imperialiste, così come un evento quale il blocco del Canale di Suez da parte della nave da carico Ever Given, può causare conseguenze inaspettate.

A livello internazionale, in questi due anni è divenuta prassi comune il ricorso a politiche di sostegno con denaro pubblico. Per esempio, nel luglio 2020 il Consiglio Europeo raggiungeva un accordo per istituire un Fondo di Ripresa denominato «Next Generation EU» per un totale di 750.000 milioni di euro, 140.000 dei quali sarebbero stati destinati alla Spagna.

Ciononostante, questo trasferimento di fondi non è stato pianificato dall'UE sotto forma di sussidio. Una parte dei fondi arrivano sotto forma di crediti che in futuro andranno restituiti, e un'altra parte è subordinata all'introduzione da parte degli Stati membri di un importante e ambizioso pacchetto di misure vincolate alle raccomandazioni dell'UE.

Così, nel nostro Paese la maggior parte di questi fondi vengono oggi investiti nelle cosiddette transizioni ecologica e digitale, che a dispetto di questa denominazione accattivante altro non sono che trasferimenti di fondi al capitale privato, finalizzati a innescare un nuovo ciclo di espansione del capitalismo mediante il dirottamento di redditi dal lavoro al capitale.

Nel giugno di quest'anno il capo del governo Pedro Sánchez e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg annunciavano che il prossimo vertice dell'organizzazione si sarebbe tenuto a Madrid il 29 e 30 giugno 2022, in corrispondenza del quarantennale dell'adesione della Spagna a questa alleanza imperialista.

Tale vertice mira a formulare una nuova «concezione strategica» destinata a intensificare l'aggressività della NATO. L'elaborazione dell'agenda «NATO 2030» attribuisce al nostro Paese il ruolo di punta di lancia dei piani di aggressione imperialista degli Stati Uniti e dell'UE ai danni della sponda meridionale del Mediterraneo, del Sahel e del Medio Oriente. Ciò si manifesta in una crescente aggressività nella disputa tra Russia, Cina, UE e Stati Uniti, dal momento che sono i preparativi di guerra a caratterizzare la vera agenda della NATO.

L'incremento nell'esportazione di capitali dalla Cina alla regione africana e la presenza militare cinese in alcuni Paesi dell'area, così come la crescente influenza esercitata in Medio Oriente sia dalla Russia sia dalla Cina, hanno trasformato questa regione nel principale scenario della lotta per il controllo dei mercati, delle riserve energetiche e delle rotte del gas e del petrolio.

Benché la crescita economica seguita alla recessione del 2020 abbia in parte modificato il tono del governo socialdemocratico spagnolo, la realtà per la classe operaia del nostro Paese è sempre più dura. Dal settembre 2021 il nostro partito fronteggia un processo di continua crescita dei prezzi, aumento delle tariffe elettriche e, in generale, della precarietà della vita in Spagna. Abbiamo indetto manifestazioni in tutto il Paese e organizzato assemblee popolari. L'obiettivo è organizzare la classe operaia e il popolo di fronte all'avidità dei monopoli capitalisti, per la nazionalizzazione e il controllo operaio.

Stiamo lavorando per chiarire che il problema è il capitalismo, che il problema è la proprietà privata dei mezzi di produzione, che il problema è la mancata pianificazione dell'economia, che il problema è la ricerca incessante della redditività del capitale. Ci dicono che non c'è alternativa, ma non è vero. L'alternativa è il socialismo, che, lungi dal costituire un sogno utopistico, nasce dalla classe operaia, ogni giorno più numerosa e che ogni giorno si alza per far funzionare ogni ingranaggio della nostra società.

Nel nostro II Congresso del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, tenutosi recentemente, abbiamo analizzato questa situazione nazionale e internazionale, e affrontato inoltre la questione della solidarietà con i popoli in lotta contro l'aggressione imperialista. Questo Congresso ha prodotto varie risoluzioni di solidarietà con Cuba, il Sahara Occidentale e il Partito Comunista del Venezuela.

Il PCTE esprime la sua solidarietà internazionalista alla classe operaia e al popolo di Cuba, alla loro avanguardia, il Partito Comunista di Cuba, e alla dirigenza di una Rivoluzione che ha messo fine a secoli di oppressione e sfruttamento e, attraverso il socialismo-comunismo, ha conquistato la vera indipendenza di Cuba, assoggettata dapprima al colonialismo spagnolo e in seguito alle ingerenze imperialiste degli Stati Uniti. Denunciamo le recenti mobilitazioni svoltesi sull'isola dopo l'11 luglio, che costituiscono una chiara provocazione contro Cuba e il suo popolo lavoratore.

Malgrado ciò, Cuba continua a innalzare valorosamente la bandiera della resistenza e della rivoluzione. Come affermiamo in una delle risoluzioni del nostro II Congresso, le conquiste della rivoluzione cubana non appartengono soltanto alla sua protagonista, la classe operaia di Cuba, ma sono patrimonio della lotta di classe internazionale, e per questo è necessario agire per difenderle.

Cogliamo l'occasione offerta da questa riunione straordinaria per dare voce al nostro saluto e al nostro apprezzamento per il lavoro del Partito Comunista del Venezuela, che lo scorso 21 novembre ha affrontato elezioni locali e regionali in cui le candidature del PCV e dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria sono state contrastate con ogni sorta di impedimenti e pretesti. Appoggiamo lo sforzo del PCV di lottare affinché la ricchezza del Paese appartenga a chi la produce, la sua classe operaia.

Desideriamo inoltre esprimere la nostra solidarietà al popolo saharawi, contro le forze di occupazione marocchine. 46 anni dopo l'Accordo Tripartito di Madrid - sottoscritto da Spagna, Marocco e Mauritania - la decolonizzazione del Sahara Occidentale non è ancora realtà. Si intensificano le violenze miranti a conservare il dominio marocchino, e il ruolo del governo spagnolo continua a essere quello di un complice della situazione di miseria e sofferenza di un popolo condannato a vivere in campi profughi, diviso dalla sua terra da un vergognoso muro lungo oltre 2700 chilometri.

Il PCTE ribadisce la sua solidarietà internazionalista con il popolo saharawi e con il Fronte Polisario e difende il suo diritto di completare, con ogni mezzo possibile e necessario, il processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale e di creare uno Stato la cui forma e le cui strutture devono essere frutto della libera scelta della classe operaia saharawi, senza alcuna ingerenza.

Da ultimo, vogliamo inoltre denunciare la crescente aggressione israeliana contro il popolo palestinese, con attacchi che fanno decine di morti e feriti. Questo stato di occupazione, repressione massacro deve avere fine, per la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme Est come capitale e con le frontiere del 1967. Difendiamo il diritto del popolo palestinese di decidere il proprio destino, con il ritorno dei profughi residenti in altri Paesi e la liberazione dei prigionieri politici.

Compagni, la situazione internazionale è complessa, le contraddizioni inter-imperialiste si intensificano, e questo impone ai partiti comunisti e operai di non avere esitazioni quando è il momento di analizzare politicamente, ideologicamente e in modo rigoroso gli sviluppi illustrati durante questo incontro. In tal modo saremo in grado di trarre le conclusioni per la nostra attività concreta, che definiscano la strategia unitaria di cui la classe operaia internazionale ha bisogno, conferendo al nostro lavoro un maggiore livello di coordinamento.


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