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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 29-01-22 - n. 815
IMCWP 2021: Contributo del Partito Comunista Australiano
Partito Comunista Australiano (CPA) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
10-11/12/2021
Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai 2021 in teleconferenza straordinaria
sul tema: "Gli sviluppi economici, politici e militari internazionali. L'esperienza di lotta dei Partiti Comunisti e Operai e dei popoli. Solidarietà con Cuba, con il popolo palestinese e con tutti i popoli che lottano contro le sanzioni, le macchinazioni e l'aggressione imperialista".
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Intervento del segretario generale Andrew Irving
Compagni,
a nome del Partito Comunista Australiano, vorrei ringraziare il Partito Comunista di Grecia (KKE) e il Partito Comunista di Turchia ed esprimere loro la nostra calorosa gratitudine per aver reso possibile questa teleconferenza dell'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.
In occasione del nostro ultimo incontro, nel 2019, uno dei temi più importanti era stato il centenario della fondazione della I Internazionale Comunista.
Il contributo del CPA in questa sede si concentrerà su due importanti questioni che continuano a investire i lavoratori in tutti i Paesi.
In primo luogo, l'epidemia di Covid e gli sforzi del CPA per reagire e combattere le conseguenze della crisi in corso.
Il sistema capitalista dimostra una volta di più che la sua priorità e accrescere sistematicamente i profitti e trovare nuovi modi per intensificare lo sfruttamento, scaricando fardelli e rischi sulle spalle dei lavoratori che forniscono servizi, sostegni essenziali e sostentamento alla società che consente l'esistenza di tutti gli Stati, e che sono sempre in prima linea in termini di rischio di contagio e morte.
Il secondo tema è la recente escalation della campagna dell'imperialismo internazionale contro i popoli della nostra regione, Asia e Pacifico, con l'accordo AUKUS e la deriva del governo australiano verso il sostegno a una guerra destinata a mettere fine a tutte le guerre, una minaccia per ogni forma di vita.
Covid: Una crisi, non soltanto una pandemia
Il Partito Comunista Australiano ha deciso tempestivamente di affrontare questa minaccia e ha adottato una linea e una serie di principi sin dall'inizio della pandemia di Covid, ai primi dell'aprile 2020, lanciando una campagna per la difesa dei lavoratori e della comunità con lo slogan «Salute, Diritti dei Lavoratori e Socialismo».
Come nella maggior parte dei Paesi occidentali, la crisi pandemica da Covid-19 ha messo in evidenza il fallimento del capitalismo e l'inadeguatezza dei sistemi sanitari sotto-finanziati. In Australia il governo investe 100 milioni di dollari al giorno in spese militari - denaro che dovrebbe essere speso per la popolazione. Il sistema capitalista ha reagito con lentezza, non è stato in grado di prevenire migliaia di morti, sofferenze e disperazione in tutto il mondo, e ha consentito al capitale di continuare a operare nell'ambito del mercato, agendo come gli pare in nome del profitto e a spese degli interventi necessari per proteggere la comunità e la salute pubblica.
Il CPA sa che l'unica soluzione responsabile ed efficace è sostituire l'attuale sistema con un sistema che assegni la priorità alla salute, alla sicurezza e al benessere economico di tutti - un sistema socialista.
Il nostro partito ha continuato a lottare per la classe operaia durante questo periodo di crisi, proseguendo la campagna per i diritti dei lavoratori. Il CPA ha dichiarato che non si poteva chiedere ai lavoratori di sacrificare la loro salute e la loro sicurezza per la comunità allo scopo di mantenere attive le filiere di rifornimento essenziali.
L'unico modo per riuscirci consisteva nel fare sì che il CPA continuasse a funzionare come partito.
Agli organi dirigenti e alle sezioni del CPA è stato chiesto di continuare a tenere le loro riunioni, anche se soltanto online. È continuata la diffusione di informazioni sulle iniziative, le azioni e le campagne dei compagni. Le campagne online sono divenute più importanti, mirate e variegate. Il nostro giornale Guardian e i social media del partito hanno svolto un ruolo guida in questa strategia.
Fare sì che i lavoratori non paghino il prezzo della crisi o della ripresa
La lotta mirava a fare sì che i lavoratori svolgessero un ruolo guida e di controllo sui posti di lavoro per l'applicazione delle misure di sicurezza più rigorose possibile atte a impedire la diffusione del Covid-19. A garantire che la priorità fosse assegnata ai dispositivi di protezione individuale adeguati, compresa la fornitura di mascherine di qualità, il rispetto delle misure di distanziamento fisico nei luoghi di lavoro e il pagamento di tutti i giorni di malattia legati al Covid-19.
Questa crisi ha dimostrato che l'abolizione di tutte le privatizzazioni e la nazionalizzazione di tutti i principali settori e servizi sono essenziali per un futuro sostenibile e positivo.
Come in molti altri Paesi, il governo non ha fatto fronte alle forti carenze di attrezzature per la cura dei pazienti Covid-19, causate dalla limitata disponibilità di materiali quali guanti, mascherine, respiratori, occhiali protettivi, visiere e camici, che ha lasciato pericolosamente esposti medici, infermieri e altri lavoratori in prima linea.
Alla fine il governo è stato costretto a fornire sostegno alle persone che non erano in grado di lavorare o di trovare un lavoro per sopravvivere durante la crisi.
Il governo ha introdotto un sussidio temporaneo denominato JobSeeker (destinato ai disoccupati) di 1130 dollari ogni due settimane, oltre a un sussidio denominato JobKeeper di 1500 dollari ogni due settimane che all'epoca equivaleva al doppio del vecchio sussidio di disoccupazione destinato alle persone al disotto della linea di povertà. Ma questi provvedimenti hanno escluso molti lavoratori.
Durante la crisi, il CPA ha individuato come priorità una campagna attiva nelle lotte internazionali dei lavoratori che affrontano questa pericolosa pandemia, concentrandosi inoltre sulla solidarietà verso i Paesi colpiti da sanzioni e blocchi che hanno un accesso limitato o nullo a medicinali e attrezzature mediche, tra cui Cuba, Siria, Iran, Venezuela, Repubblica Popolare Democratica di Corea e molti altri. Questa pandemia globale evidenzia il carattere disumano di queste sanzioni. Il nostro compito è mettere fine a questi blocchi criminali e permettere a questi Paesi di importare i materiali essenziali.
L'AUKUS
Il Partito Comunista Australiano ha svolto sin dall'inizio un ruolo politico centrale nell'organizzare campagne nazionali e internazionali contro l'AUKUS.
Il partito ha esortato tutti i suoi militanti e sostenitori a contrastare attivamente la decisione del governo conservatore australiano di aderire all'accordo AUKUS, di acquistare sottomarini a propulsione nucleare, missili Cruise e altri armamenti offensivi e di ospitare più truppe, navi da guerra, armamenti e aerei americani in territorio australiano.
L'AUKUS è un nuovo patto militare tra Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti. I relativi negoziati sono avvenuti in segreto. Pare infatti che soltanto otto esponenti del governo federale fossero al corrente della decisione, che è stata presentata al mondo all'improvviso, suscitando sconcerto.
L'elemento fondamentale è costituito dall'accordo per il trasferimento in Australia di sottomarini a propulsione nucleare basati su tecnologie USA, ma non del loro controllo. In passato, queste tecnologie sono state trasferite soltanto in Gran Bretagna.
L'AUKUS va inquadrato nel contesto del Quad, un'alleanza tra Giappone, India, Stati Uniti e Australia che causa una pericolosa intensificazione delle tensioni militari geostrategiche con la Cina e sta alimentando una corsa agli armamenti, oltre ad accrescere il rischio di incidenti o errori di calcolo che potrebbero innescare un'escalation e una guerra catastrofica in grado di distruggere il genere umano e il pianeta.
Gli accordi AUKUS, Quad e AUSMIN sono espressione dei tentativi degli Stati Uniti di conservare il potere economico e politico nella regione Asia e Pacifico - una prosecuzione della strategia di Obama incentrata sull'Asia. Noi chiediamo: quale beneficio trae la «sicurezza nazionale» dell'Australia da spese esorbitanti per aerei, navi da guerra, sottomarini e veicoli terrestri, che ammontano a oltre mezzo trilione di dollari in dieci anni?
In realtà, queste spese renderanno l'Australia più povera e meno sicura.
Ai contribuenti australiani si chiede di pagare un conto minimo di 100 miliardi di dollari per gli otto sottomarini proposti, che comprende il costo delle nuove basi per i sottomarini e di altre infrastrutture, della manutenzione, della gestione del carburante nucleare e dell'addestramento degli equipaggi.
Ci viene detto che la fornitura dei nuovi sottomarini a propulsione nucleare avrò inizio nel 2040 e sarà completata nel 2060, il che li pone ben al difuori di qualunque considerazione strategica: è perfino possibile che per quella data siano ormai obsoleti.
Pagare tutto questo significherà togliere risorse urgentemente necessarie altrove per settori essenziali quali la sanità pubblica, gli alloggi pubblici, la scuola pubblica, l'ambiente e molti altri. Per i lavoratori australiani si creeranno ben pochi posti di lavoro, specie dal momento che la nostra manodopera dei cantieri navali non ha alcuna esperienza nella costruzione di natanti a propulsione nucleare.
Secondo una ricerca della Brown University, un milione di dollari americani spesi per la difesa creano 6,9 posti di lavoro, mentre la stessa cifra ne crea 14,3 se investita nella sanità e 19,2 se investita nella scuola.
L'AUKUS avrà conseguenze anche sul commercio australiano. Sebbene questo non venga dichiarato apertamente, l'AUKUS è chiaramente rivolto contro la Cina. Ma l'Australia vende più merci alla Cina di quante ne venda ai quattro partner commerciali immediatamente successivi nella classifica. Non si tratta certo di una relazione commerciale che l'Australia possa permettersi di mettere a repentaglio o di perdere senza alcuna ragione valida.
Un ulteriore problema creato dall'AUKUS è il fatto che in Paesi alleati quali India, Corea del Sud e Giappone varie figure politiche e militari hanno già chiesto perché siano stati loro negati accordi analoghi.
Dando vita a una nuova guerra fredda, gli Stati Uniti premono sull'Australia affinché si schieri in prima linea in un nuovo conflitto americano, questa volta contro la Cina.
I reattori nucleari implicano il rischio di errori di calcolo disastrosi, e sono soggetti a incidenti e collisioni.
L'AUKUS minaccia la stabilità e la sicurezza della regione Asia e Pacifico e fa dell'Australia un complice di pericolose tensioni e conflitti regionali. L'Indonesia e la Malaysia hanno espresso la loro decisa contrarietà.
I Paesi della nostra regione non vogliono essere costretti a schierarsi, non vogliono una corsa agli armamenti nella regione, e non vogliono essere coinvolti in guerre per procura per conto degli Stati Uniti.
Il movimento per la pace è unito e attivo sotto gli slogan No ai sottomarini nucleari, No al nucleare, No alle armi nucleari, No all'AUKUS, No alla guerra con la Cina.
In seguito a un incontro tra il Partito Comunista Australiano, il Partito Comunista Britannico e il Partito Comunista degli Stati Uniti, tenutosi il 1° ottobre, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta pubblicata su Solidnet.
Questa nascente coalizione denuncia il Quad e l'AUKUS, alleanze che inaspriscono pericolosamente le tensioni militari geostrategiche con la Cina. Stati Uniti e Cina dovrebbero piuttosto perseguire una più ampia cooperazione internazionale allo scopo di combattere la minaccia per l'esistenza della vita rappresentata dalle armi nucleari, l'emergenza climatica e le pandemie. La competizione strategica tra le grandi potenze implica il rischio di un grande conflitto che distruggerebbe il pianeta.
In relazione a questi esempi delle lotte in corso in Australia e nella nostra regione, il punto è capire in quale modo coinvolgere i partiti fraterni che fanno parte di Solidnet, fissare delle priorità e trovare la volontà di unirci e reagire con campagne che rappresentino una posizione d'avanguardia.
Infine, a nome del Partito Comunista Australiano, invito tutti i partecipanti a inviare il loro saluto al nostro XIV Congresso, posticipato al 25-27 febbraio 2022. Saremo lieti di ricevere i vostri auguri sino al 15 febbraio 2022.
Vi ringrazio!
Viva il Partito Comunista di Turchia e il Partito Comunista di Grecia (KKE)
Viva l'Internazionale Comunista
Viva l'Internazionalismo Proletario della Classe Operaia
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