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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 30-01-22 - n. 815
IMCWP 2021: Contributo del Partito Comunista delle Filippine (PKP-1930)
Partito Comunista delle Filippine (PKP-1930) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
10-11/12/2021
Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai 2021 in teleconferenza straordinaria
sul tema: "Gli sviluppi economici, politici e militari internazionali. L'esperienza di lotta dei Partiti Comunisti e Operai e dei popoli. Solidarietà con Cuba, con il popolo palestinese e con tutti i popoli che lottano contro le sanzioni, le macchinazioni e l'aggressione imperialista".
* * *
Intervento di Antonio E. Paris, Segretario Generale del PKP-1930
Cari compagni,
Il Partido Komunista ng Pilipinas (PKP-1930, Partito Comunista delle Filippine) rivolge i suoi più calorosi saluti a tutti i funzionari, i membri e i sostenitori di tutti i partiti rappresentanti all'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai. Nel contesto della posticipazione del 22° Incontro Internazionale al prossimo anno a causa della pandemia in corso, elogiamo il Gruppo di Lavoro per aver indetto questa Teleconferenza Straordinaria allo scopo di rafforzare lo scambio di informazioni e di esperienze tra tutti i partiti, e di discutere le iniziative comuni, anche se non in presenza. Ringraziamo in particolare il Partito Comunista di Grecia (KKE) e il Partito Comunista di Turchia (TKP) per essersi fatti carico congiuntamente delle responsabilità relative a tutti gli aspetti tecnici e di coordinamento grazie a cui è stato possibile tenere con successo questa Teleconferenza.
Cari compagni,
Le Filippine rappresentano un esempio cruciale di Paese capitalista neocoloniale generalmente incapace di assistere i lavoratori nel fare fronte a questa pandemia, alla disoccupazione, all'impoverimento, alla fame e alla crisi capitalista nel suo insieme. Ciò è dovuto in primo luogo al controllo dominante esercitato dal settore capitalista privato (guidato da oligarchi stranieri e locali) sulla fornitura di cure mediche, sul commercio degli alimentari, sulla scuola, sugli alloggi, sui trasporti, sulle infrastrutture, sulle comunicazioni, sulle forniture energetiche e idriche e su tutti gli altri settori che interessano i bisogni essenziali della popolazione.
A ciò si aggiunge la corruzione dilagante che coinvolge anche i livelli politici più alti; l'emergenza causata dalla necessità di reagire alla pandemia viene infatti utilizzata per giustificare accordi tutt'altro che trasparenti con loschi appaltatori e fornitori stranieri privilegiati di vaccini, medicinali, tamponi, dispositivi di protezione individuale eccetera. Sebbene per la risposta alla pandemia siano già stati stanziati 72 miliardi di dollari in prestiti esteri, sono stati spesi soltanto 31 miliardi. La parte più sostanziosa dei fondi, così come molti altri stanziamenti già approvati per altri progetti statali, viene a quanto pare trattenuta dal regime di Duterte che intende servirsene in seguito durante la campagna elettorale che precederà le elezioni generali del maggio 2022. Ciò assicurerà un vantaggio ai candidati del regime, che potranno controllare i fondi e accaparrarsi il merito di progetti di natura elettoralistica.
Le elezioni vedranno fronteggiarsi le solite dinastie politico-economiche che si nutrono di corruzione (molte delle quali sono oggi costituite da famiglie di affaristi cino-filippini, i cosiddetti "taipan"); si prevede che i principali candidati riceveranno inoltre aiuti finanziari o dagli USA e da altri Paesi imperialisti, oppure dalla Cina. Si prevede che i candidati elettorali del regime Duterte manterranno relazioni amichevoli con il crescente egemonismo cinese, e continueranno ad accogliere volentieri le esportazioni di capitali cinesi per progetti locali di sviluppo capitalista. Gli avversari di Duterte, d'altro canto, otterranno verosimilmente il sostegno degli USA, del Giappone e di altri Paesi imperialisti, e a loro volta rafforzeranno i legami militari con gli Stati Uniti. Questo potrebbe perfino implicare un ruolo per le Filippine nel progetto di "accerchiamento" militare imperialista della Cina.
Il nostro partito si è sempre battuto contro la presenza militare USA e di altri Paesi imperialisti nel nostro Paese e nella nostra regione, ed è contrario a qualunque manovra imperialista mirante ad accerchiare militarmente la Cina, la Repubblica Popolare Democratica di Corea, la Federazione Russa o qualunque altro Paese che osa imboccare un cammino di sviluppo indipendente dai diktat degli Stati Uniti e di altri imperialisti. Per la stessa ragione, il nostro partito condanna con forza il blocco USA contro Cuba socialista e la Repubblica Bolivariana del Venezuela, e condanna inoltre la guerra per procura degli Stati Uniti contro la Siria, così come le sanzioni USA contro Nicaragua, Bolivia e Iran. Il nostro partito è da sempre solidale con la lotta del popolo palestinese per la sua libertà nazionale dall'occupazione sionista; con tutti i popoli in lotta contro le intimidazioni e le aggressioni imperialiste; con la lotta dei popoli di Cipro contro l'occupazione turca; e con la lotta della Repubblica Democratica Araba Saharawi contro l'occupazione marocchina.
Per quanto riguarda la regione dell'ASEAN, il nostro partito sostiene la lotta del popolo del Myanmar per la fine del regime militare istituito dal colpo di Stato del 1° febbraio di quest'anno, e per il ritorno a un governo civile guidato dalla Lega Nazionale per la Democrazia che ha vinto le elezioni tenutesi poco prima del golpe.
Al momento, le preoccupazioni più urgenti del nostro partito in relazione alla pace e alla sicurezza della nostra regione sono le seguenti:
L'ulteriore militarizzazione del Mar Cinese Meridionale, con una più forte presenza NATO determinata dall'arrivo di navi da guerra britanniche e tedesche destinate a partecipare ai pattugliamenti a guida USA destinati a inasprire le tensioni con la Cina;
L'intensificazione della corsa agli armamenti nella regione determinata dalla recente stipulazione dell'alleanza militare Australia-Gran Bretagna-USA (AUKUS), che rappresenta un'ulteriore minaccia alla pace nella nostra regione. L'acquisto da parte dell'Australia di sottomarini a propulsione nucleare con tecnologie britanniche dagli USA costituisce una violazione del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare sottoscritto sia dagli USA sia dalla Gran Bretagna. Ulteriori armi di questo tipo non potranno che stimolare ulteriori scontri e ulteriore instabilità, oltre a inghiottire enormi risorse che andrebbero piuttosto investite nella lotta alla pandemia;
La costruzione da parte della Cina di basi militari su isole artificiali che rientrano nelle zone economiche esclusive delle Filippine, del Vietnam e della Malaysia, così come l'insistere della Cina a favore di una "zona di identificazione di difesa" aerea e navale che obbligherebbe i velivoli e i natanti di passaggio a identificarsi all'interno di un'area molto vasta che non appartiene nemmeno al territorio cinese. Il nostro partito è contrario alla rivendicazione da parte della Cina della "Linea dei 9 Tratti", che racchiude quasi il 90% del Mar Cinese Meridionale e viola la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Legge del Mare (UNCLOS). L'area compresa nella "Linea dei 9 Tratti" include ampie porzioni delle zone economiche esclusive e delle piattaforme continentali estese di Filippine, Vietnam, Malaysia, Brunei e perfino Indonesia. In un vero affronto al mondo intero, e non soltanto ai suoi vicini dell'ASEAN, la Cina inserisce nell'area compresa nella "Linea dei 9 Tratti" perfino il mare aperto, che appartiene legalmente all'intera umanità - a tutte le nazioni, comprese quelle prive di sbocchi sul mare. È opportuno ricordare che la mappa cinese della "Linea dei 9 Tratti" è stata presentata alle Nazioni Unite soltanto nel maggio 2009, ben 27 anni dopo la sottoscrizione dell'UNCLOS nel 1982, accordo di cui la Cina stessa è tra i firmatari. La rivendicazione della Cina riguardo alla "Linea dei 9 Tratti" è già stata dichiarata non valida da un Tribunale Arbitrale Ad-hoc dell'UNCLOS all'Aia, con il pronunciamento arbitrale (verdetto) del 12 luglio 2016. Erigendo e mantenendo illegalmente basi militari su isole artificiali situate entro le acque territoriali di Paesi confinanti, la Cina ha iniziato a infliggere un'"era dell'umiliazione" ai suoi vicini.
L'affermazione della Cina riguardo al proprio "diritto" di attuare la riunificazione con Taiwan sotto il proprio controllo, anche mediante un'invasione con spargimenti di sangue. Considerato che le Filippine sono il Paese più vicino all'isola di Taiwan, qualunque guerra inflitta a quest'isola non potrebbe che avere gravi ripercussioni sul nostro Paese. Il nostro partito si oppone a tutte le manovre militari ed esercitazioni di guerra organizzate da QUALUNQUE forza nelle vicinanze dello Stretto di Taiwan, dal momento che qualsiasi incidente o errore di calcolo potrebbe innescare immediatamente un grande conflitto nella nostra regione.
Chiediamo alla Cina di mettere fine a tutte le minacce militari contro Taiwan e di abbandonare ogni rivendicazione al "diritto" di invadere Taiwan per riunificarla a forza con la Cina. Abbiamo sempre appoggiato gli appelli della Repubblica Democratica Popolare di Corea per una riunificazione pacifica e indipendente della penisola coreana, e non possiamo che sostenere, allo stesso modo, un appello a favore della riunificazione pacifica e indipendente di Taiwan con la Cina, attraverso negoziati pacifici e indipendenti.
In questa situazione, il rafforzamento della nostra lotta per il ritiro immediato di tutte le forze imperialiste dalla nostra regione si affianca alla nostra lotta contro l'egemonismo cinese. Il nostro slogan per un Mar Cinese Meridionale e un Sud-Est Asiatico Senza Armi Nucleari e Senza Forze Straniere rappresenta una presa di posizione equilibrata sia contro l'imperialismo, sia contro l'egemonismo. Esprimiamo la speranza che anche altri partiti comunisti e operai prestino la dovuta attenzione alle tensioni alimentate nel Mar Cinese Meridionale dalle azioni aggressive intraprese sia dall'imperialismo USA-NATO, sia dall'egemonismo cinese.
Infine, nel contesto attuale della pandemia, auguriamo a tutti i funzionari, i membri e i sostenitori di tutti i partiti rappresentati all'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai la migliore salute e il successo nei nostri sforzi comuni in difesa della pace e nella lotta contro l'imperialismo - per il disarmo, la libertà e il socialismo.
Viva l'internazionalismo proletario!
Viva l'unità del movimento comunista internazionale!
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