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D. Koutsoumbas: La lotta dei popoli può porre fine alle cause e ai massacri della guerra

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/09/2022

Continua la 48° edizione della festa della Gioventù Comunista di Grecia (KNE), con un'ampia gamma di attività politiche e culturali. Sabato 17 settembre 2022, il segretario generale del Comitato Centrale del KKE, Dimitris Kousoumbas, ha tenuto un discorso nella sede dell'evento a Salonicco.

Nel discorso ha evidenziato l'identificazione strategica dei partiti che sostengono l'euro-atlantismo e le scelte del capitale e ha illustrato nei particolari la lotta del KKE e la sua proposta politica. Una parte importante del suo intervento è stata dedicata agli sviluppi internazionali e alla lettura che ne dà il KKE. Ne riportiamo qui un ampio stralcio:

"Come sapete, il nostro Partito, specie nel corso degli ultimi sei mesi, ha svolto un'attività importante contro la guerra imperialista, contro lo schieramento di truppe in territorio greco, contro l'invio di sistemi d'arma sui fronti di guerra e contro la trasformazione del nostro Paese in una base di guerra.
Per questa attività abbiamo tratto ispirazione da ciò che facemmo ventitre anni fa, qui a Salonicco, contro i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia.
Si tratta di azioni che colpiscono il sistema e i suoi rappresentanti - per questo i nostri militanti, gli iscritti al KKE e al KNE, vengono trascinati in tribunale.

Oggi come allora, il nostro Partito respinge ogni menzogna e denuncia le cause reali della guerra in Ucraina.
Questa guerra non si sta combattendo né per la «democrazia» né per la «libertà», come sostengono falsamente USA, NATO e UE. E non si sta combattendo nemmeno per le popolazioni a lungo martoriate del Donbas o in nome della «lotta contro il fascismo», come sostengono gli attuali vertici della Russia capitalista.

Dietro i falsi pretesti della «democrazia» o dell'«antifascismo» ci sono gli interessi della plutocrazia e dei suoi potenti monopoli, avidi di materie prime, energia, rotte di trasporto delle merci e quote di mercato.
Questa guerra, che ha causato la morte di migliaia di persone e ne ha trasformate milioni in profughi, è una guerra ingiusta, una guerra di ladri, che divora carne umana a beneficio dei profitti di questo o quel capitalista.

Noi non abbiamo dimenticato che il rovesciamento del socialismo e la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991 hanno dato origine ai fattori che oggi stanno portando alla strage dei popoli.
Nel momento stesso in cui tutto ciò che il popolo sovietico aveva conquistato nel corso di settant'anni di duro lavoro - e la stessa forza lavoro - si sono trasformati in oggetti di compravendita, si sono creati il contesto e le basi per l'intensificazione e l'inasprimento della competizione tra gli Stati capitalisti e le loro alleanze imperialiste.
NATO e UE hanno allungato i loro tentacoli su territori che il capitale russo considerava parte della sua sfera di influenza.

Per varie ragioni, l'Ucraina costituiva un ambito di duro scontro, dal momento che era ed è tuttora preziosa nei progetti di unificazione capitalista elaborati da tutte le parti coinvolte nel conflitto.
E così, popoli come i russi e gli ucraini, che al tempo del socialismo hanno prosperato insieme, oggi si uccidono a vicenda.
La guerra che si sta combattendo in Ucraina, vicino al nostro Paese e in particolare a Salonicco, non può lasciare indifferente nessuno di noi.

Per di più, questa guerra ha una peculiarità importante rispetto alle altre guerre e agli interventi imperialisti a cui abbiamo assistito negli ultimi trent'anni in Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria e vari Paesi africani e asiatici.
Questa guerra si sta combattendo nel territorio di un Paese che ospita strutture nucleari e centrali nucleari. Una catastrofe su larga scala potrebbe verificarsi anche senza che vengano utilizzati armamenti nucleari.

Questa guerra, inoltre, costituisce uno scontro generale che vede contrapporsi da un lato gli Stati Uniti e i loro alleati UE e NATO, e dall'altro la Cina e il blocco eurasiatico in via di formazione.
Parliamo cioè di un conflitto tra potenze nel moderno mondo imperialista, di uno scontro per la supremazia nel sistema capitalista globale.

Sinora, l'Ucraina ha fatto da cuscinetto per USA e NATO, mentre la Russia faceva da cuscinetto per la Cina.
I popoli di questi Paesi stanno già pagando con il proprio sangue lo scontro capitalista - ma non sono i soli.
Anche i popoli europei sono tra le vittime delle conseguenze economiche di questo colossale conflitto.
Come se non bastasse la cosiddetta «crescita verde», propagandata a beneficio degli interessi dei monopoli «verdi» e non allo scopo di tutelare l'ambiente, le conseguenze della guerra energetica hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi, l'inflazione e le bollette dell'elettricità e del gas che i settori popolari sono costretti a pagare.

In questo conflitto, l'UE non si sta affatto «sparando in un piede», come alcuni sostengono, a causa del suo allineamento agli USA e alle sue sanzioni contro la Russia.
L'UE ha svolto sin dall'inizio un ruolo attivo nella guerra in Ucraina.
Ha contribuito al rovesciamento incostituzionale del governo ucraino nel 2014, e ha perfino appoggiato forze fasciste affinché portassero a termine il «lavoro».
L'UE, che è una struttura al servizio di interessi antipopolari, è attivamente coinvolta nella guerra. Ritiene infatti di poter servire meglio in tal modo gli interessi dei propri monopoli che aspirano a penetrare nell'Eurasia allo scopo di accrescere i loro profitti e poter competere sia con la Cina sia con le potenze «alleate».

La guerra consente ai governi antipopolari dell'UE - sia di destra sia di «sinistra» - di intensificare sia la cosiddetta transizione verde sia la militarizzazione, e tutti i meccanismi utilizzati contro il movimento operaio-popolare.
Ciò naturalmente non significa che i leader europei non si troveranno costretti in futuro a misurarsi con le pressioni energetiche esercitate sulle loro economie, nonché con la lotta dei lavoratori, che è inevitabilmente destinata a intensificarsi.

Sul governo di Nea Dimokratia, così come su SYRIZA, KINAL-PASOK e sulle forze che appoggiano la NATO, gravano enormi responsabilità in relazione al coinvolgimento del nostro Paese nella guerra e alla trasformazione della Grecia in una piattaforma di lancio imperialista, attuata mediante l'espansione e la proliferazione delle basi della morte, il dispiegamento di truppe e il finanziamento e il sostegno della guerra.
Questi sviluppi trasformano la popolazione in un bersaglio delle contromisure di guerra dello schieramento opposto.

Il nostro Paese deve immediatamente sganciarsi dai piani e dalle organizzazioni dell'imperialismo!
Tutte le basi straniere devono essere chiuse ora!
Tutte le forze armate al difuori dei confini devono essere rimpatriate!
L'imposizione di sanzioni contro la Russia, che scaricano nuovi fardelli economici sui popoli dell'Europa, deve cessare immediatamente!

La guerra in Ucraina proietta la sua ombra anche sulle relazioni greco-turche. I membri del governo sostengono che non dobbiamo accettare il «revisionismo» della Russia di Putin, perché esso rafforzerebbe il «revisionismo» di Erdoğan nei riguardi della Grecia e di Cipro.

Ma chi è stato a dare inizio al «revisionismo»?
Non sono stati forse coloro che hanno smantellato la Jugoslavia?
Non sono stati forse la NATO, l'UE e gli USA?
Non sono stati forse coloro che hanno distrutto la Libia?
Non sono stati forse coloro che hanno ripetutamente violato la legge internazionale in Afghanistan, Siria e in tanti altri angoli del mondo?
Non sono stati forse coloro che appoggiano la Turchia, la quale occupa tuttora il 40% di Cipro, si va dotando di armamenti moderni e sta sviluppando una propria industria bellica?
Non sono stati forse coloro che permettono alla Turchia di rivendicare «zone grigie» nell'Egeo, mettendo in discussione la sovranità delle isole greche e i diritti sovrani di Grecia e Cipro con la cosiddetta dottrina della «Patria Blu»?

Pochi giorni fa abbiamo ascoltato il primo ministro greco gettare ulteriore benzina sul fuoco, dichiarando che la «retorica neo-ottomana» dei vertici turchi è destinata a fallire!!!
E queste dichiarazioni sono state fatte mentre i caccia dell'«alleata» Turchia sorvolano le isole greche; mentre il nostro spazio aereo viene continuamente violato dai caccia «alleati» turchi; mentre i nostri «potenti alleati», che sono anche «alleati» della Turchia, fanno del loro meglio per mantenere la Turchia ben all'interno del «nido di calabroni» della NATO, e allontanarla dalle maligne influenze russe...

Questa NATO è un'«alleanza» ben strana!....
Un «alleato» minaccia un altro «alleato» ricordandogli che «potrebbe arrivare di notte all'improvviso» con le sue armi a imporre le sue rivendicazioni, che negli ultimi giorni hanno conosciuto una nuova escalation. Ora non ci si limita più a parlare di un'inaccettabile smilitarizzazione delle isole greche, ma la si mette in relazione con un'«invasione» e un'«occupazione», il che rende la situazione ancor più pericolosa...

Quale interesse hanno i popoli della Grecia, della Turchia e di altri Paesi a far parte di una simile «alleanza» in cui alcuni «alleati» si arricchiscono vendendo armi destinate a essere utilizzate da altri «alleati» per uccidersi a vicenda?
E questi «alleati» sono gli stessi che, insieme ad altri regimi reazionari - quali quelli di Israele e Arabia Saudita - sono stati presentati nel corso del tempo dai vari governi greci come una garanzia di sicurezza per il Paese e di pace per le popolazioni.
La realtà viene totalmente ribaltata.

Queste potenze acquistano e quindi controllano in vari modi moderni sistemi d'arma. Le cosiddette garanzie fornite da queste potenze non sono sufficienti a prevenire la catastrofe delle guerre che vengono provocate in questo sistema capitalista e trasformano i popoli in carne da cannone a beneficio dei profitti dei monopoli.

Non dobbiamo prestare fede ai governi borghesi, ai partiti euro-atlantisti e ai loro finti battibecchi, in cui alternano dichiarazioni quali «basta con le spacconate» ai reciproci abbracci in occasione dei vertici NATO e delle varie conferenze d'affari del mercato capitalista.

La soluzione per i popoli della Grecia, della Turchia e degli altri Paesi vicini sta nella lotta per lo sganciamento dagli interessi e dai piani delle classi borghesi e delle loro organizzazioni imperialiste.
La lotta dei popoli può porre fine alle cause e ai massacri della guerra».


















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