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22° IMCWP: Discorso di apertura del Partito Comunista di Cuba

Partito Comunista di Cuba (PCC) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27-29/10/2022

22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

sul tema: "Solidarietà con Cuba e con tutti i popoli in lotta. Uniti siamo più forti nella lotta antimperialista, insieme ai movimenti sociali e popolari fronteggiamo il capitalismo e le sue politiche, la minaccia del fascismo e la guerra; in difesa della pace, dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori, della solidarietà e del socialismo".

* * *

Discorso di Roberto Morales Ojeda, membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, all'apertura del 22° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai

Cari delegati e delegate,

Cuba rivoluzionaria e socialista, patria di José Martí e Fidel Castro, accoglie con affetto e spirito unitario i 142 delegati di 73 partiti di 57 Paesi di ogni parte del mondo che si danno appuntamento in questo XXII Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

Questo incontro ha luogo nel pieno di un contesto internazionale agitato, e caratterizzato inoltre dalle complessità specifiche di ciascuna nazione. Questa situazione ci lancia una sfida: stabilire una linea di azione collettiva che rafforzi l'unità, per affrontare le sfide che abbiamo di fronte nelle nostre lotte.

Che cosa unisce noi tutti - comunisti, socialisti, rivoluzionari e operai?

Ciò che ci unisce è l'anti-imperialismo, che riassume l'impegno comune a conquistare un mondo di pace e di maggiore giustizia sociale; a promuovere lo sviluppo e la prosperità di tutte le nazioni; a raggiungere il benessere e la felicità; e ad assicurare il rispetto per la preservazione dell'ambiente.

Ma queste nobili aspirazioni potrebbero trasformarsi in miraggi se non lavoreremo con impegno e unità.

Che cosa dobbiamo fare affinché le nostre nazioni, e il mondo in generale, siano un luogo più sicuro?

Le guerre imperialiste di conquista, capeggiate per anni dagli USA, il comportamento irresponsabile e l'espansionismo minaccioso della NATO, non sono oggi i soli elementi che minacciano la pace e lo sviluppo mondiale.

La proliferazione del fascismo, la xenofobia e i discorsi di odio sono flagelli che aggrediscono sempre più spesso le società e i territori.

Oltre che insicuro, il mondo è sempre più diseguale.

Come realizzare dunque l'ideale di giustizia sociale che ci anima?

In quest'epoca che ci è toccato in sorte di vivere, le istanze sociali prive di risposta si moltiplicano. Aumenta la povertà, aumentano le diseguaglianze, aumentano la disoccupazione e l'insicurezza alimentare. I problemi sanitari sono oggi più globali e più letali. In sostanza, le differenze, le ingiustizie sociali e la miseria si vanno globalizzando.

E come se queste minacce non fossero sufficienti, a essere minacciata è la stessa specie umana.

Sembrano parole di oggi, e non di trent'anni fa, quelle con cui il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz ci metteva in guardia sul fatto che la specie umana - e cito - «corre il rischio di scomparire a causa della rapida e progressiva liquidazione delle sue condizioni naturali di vita» (fine della citazione).

Come arrestare il deterioramento dell'ambiente?

Alcuni di questi interrogativi potrebbero avere innumerevoli risposte, ma ciò di cui siamo certi è che l'attuale ordine internazionale è insostenibile, e che dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi nella lotta per conquistarne uno nuovo.

Questo incontro è un'occasione utile per delineare le strategie e le azioni destinate a condurci lungo questo cammino - che peraltro, lo sappiamo bene, non sarà facile.

Oltre a tutte le minacce già menzionate, stiamo fronteggiando un impero che rinnova i suoi sforzi per mantenere e consolidare la sua egemonia.

La guerra che abbiamo di fronte non si combatte soltanto sui campi di battaglia. C'è un'altra guerra non meno ardua, complessa e rischiosa della guerra convenzionale, perché si sta combattendo sul piano delle idee e della coscienza dei popoli.

I missili di questa guerra distruggono le culture, cancellano le identità, sviliscono i valori umani e impongono a livello sociale modelli ideologici che rafforzano l'individualismo, l'egoismo, l'esclusione e la violenza.

Una guerra che si combatte su un terreno virtuale, in cui l'imperialismo detiene un controllo totale e decide perfino quando zittire le nostre voci in questi spazi, come ha recentemente fatto in modo del tutto arbitrario su Facebook ai danni di centinaia di utenti rivoluzionari.

Come fronteggiare tutto questo?

A voi pongo questi interrogativi, con l'obiettivo di contribuire ai dibattiti che ci attendono e alla definizione di linee di azione.

Compagne e compagni,

Teniamo questo evento a Cuba, l'isola ribelle e resistente contro l'impero nordamericano che molti dei presenti conoscono da anni. Un Paese che è stato duramente punito per aver difeso l'ideale socialista e il proprio impegno al fianco di tutte le cause giuste.

Abbiamo pagato un prezzo altissimo per aver osato fronteggiare con fermezza l'impero più grande della storia.

Sottoposti a un blocco e aggrediti sin dagli esordi stessi della Rivoluzione, negli ultimi sei anni abbiamo dovuto fronteggiare da parte degli Stati Uniti un'ostilità senza precedenti.

L'amministrazione di Donald Trump ha introdotto 243 provvedimenti aggiuntivi al blocco economico, finanziario e commerciale, una strategia che sin dal 1962 appare chiaramente delineata in documenti ufficiali del governo degli Stati Uniti, come lo storico memorandum del sottosegretario di Stato Lester Mallory, e che mira a soffocare la nostra economia e, in tal modo, a far implodere la nostra società.

Molti di questi provvedimenti sono stati messi in atto in modo opportunista e criminale durante la pandemia da Covid-19, e sono stati mantenuti in vigore dall'attuale presidente degli Stati Uniti. A Cuba è stato negato perfino l'ossigeno quando il suo popolo ne aveva più bisogno.

Malgrado ciò - e questo manifesta la forza della rivoluzione - siamo riusciti a tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus grazie a cinque vaccini nazionali e ai protocolli elaborati da scienziati e medici cubani.

Queste soluzioni si sono rivelate talmente efficaci che nelle ultime nove settimane nel Paese non si è registrato un solo decesso per Covid-19; i casi quotidiani superano di poco la decina e pochissimi pazienti sviluppano forme gravi o critiche della malattia. E tutto questo in un mondo che ancora oggi non riesce a mettere sotto controllo la pandemia.

Nel pieno di questo blocco impenetrabile, e quando la pandemia iniziava a infuriare, Cuba ha inviato 58 brigate di medici e personale sanitario in 42 Paesi e territori, anche europei, per contribuire a fronteggiarla.

Non contenti dei danni causati dalle loro politiche, e approfittando delle carenze e dei bisogni che tali politiche creano nella popolazione, gli Stati Uniti vanno tramando piani di destabilizzazione incentrati su metodi di guerra non convenzionali.

Tentano disperatamente di provocare la cosiddetta «esplosione sociale», un obiettivo che è loro sfuggito grazie alla fiducia che la stragrande maggioranza della popolazione continua a nutrire nella Rivoluzione e nel Socialismo.

Nessuno di questi piani ci allontanerà dal cammino stabilito per l'attualizzazione del modello economico-sociale e dell'ordinamento giuridico, il cui obiettivo è consolidarci come Stato Socialista di Diritto e Giustizia Sociale, come prescrive la Costituzione approvata dalla stragrande maggioranza del popolo nel 2019.

Nell'ambito di questo impegno, abbiamo da poco approvato un nuovo Codice delle Famiglie con un'affluenza superiore al 74% e il 66,8% di voti a favore. È questa la migliore dimostrazione della volontà del popolo di proseguire la costruzione di una società più giusta, inclusiva e solidale.

Malgrado ciò, il governo nordamericano e alcuni dei suoi mercenari hanno messo in atto una campagna che mira a bollarci come «Stato fallito».

Questa mostruosità è destinata a naufragare come tutte le altre aggressioni che abbiamo dovuto affrontare, di fronte all'indissolubile unità che lega il Partito, lo Stato, il Governo e il popolo.

È stato grazie al sistema socialista che abbiamo potuto fronteggiare tante sfide, nel cui ambito ha brillato il concetto di «resistenza creativa» promosso dal Primo Segretario compagno Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che ci esorta costantemente a fare affidamento sulle nostre forze.

Compagne e compagni,

Il Partito Comunista di Cuba è il fedele difensore e fautore dell'ideale di Martí, delle idee marxiste e leniniste e della loro specifica elaborazione nell'ambito del pensiero di Fidel. Mantiene la propria condizione di avanguardia della società, il che ci impone di renderlo ancor più rappresentativo del popolo, la cui composizione si fa sempre più eterogenea.

Il confronto costante con la base popolare costituisce per noi un modello e un metodo di lavoro fondamentale.

L'VIII Congresso del Partito, celebrato nell'aprile del 2021, oltre a portare a compimento il passaggio ordinato delle principali responsabilità dalla generazione storica alle nuove generazioni, ha approvato le idee, i concetti e le direttive che guidano i comunisti e i rivoluzionari cubani in questa fase.

Siamo convinti che soltanto il socialismo possa garantire la sovranità e l'indipendenza nazionale. A tale fine lavoriamo attivamente alla ripresa dell'economia, al rafforzamento dell'ideologia, alla difesa della pace e dell'unità nazionale.

La difesa del Paese è parimenti un obiettivo della massima importanza. In occasione del I Congresso del Partito Comunista di Cuba, Fidel dichiarò - e cito: «Finché esisterà l'imperialismo, il Partito, lo Stato e il popolo dedicheranno il massimo impegno alle attività della difesa. La rivoluzione non abbasserà mai la guardia. La storia insegna in modo sin troppo chiaro che coloro i quali dimenticano questo principio non sopravvivono al loro errore» (fine della citazione).

Sul piano ideologico, costituiscono una priorità l'educazione, la storia, la cultura, la scienza e la preparazione politica del popolo, di fronte ai tentativi di colonizzazione culturale - e questo si traduce a sua volta in una forma di scontro diretto con l'imperialismo yankee.

In campo economico manteniamo l'impegno a stimolare lo sviluppo del Paese, pur nella complicata situazione a cui si è già fatto riferimento. L'impresa statale socialista riveste un ruolo da protagonista nella concezione del modello economico e sociale cubano, e si integra con le nuove forme di gestione economica.

Conquistare livelli più alti di benessere e felicità per il popolo e non rinunciare mai all'ideale di un socialismo prospero e sostenibile - questa è la meta da raggiungere.

Infine, ribadire l'unità, che è principio, forza e compito permanente del Partito, poiché senza di essa la Rivoluzione Cubana non sarebbe sopravvissuta a tanti anni di brutali aggressioni.

Cari delegati e delegate,

Cogliamo l'occasione per ringraziare i Partiti e i popoli qui rappresentati per la loro solidarietà verso Cuba, in paticolare nella lotta contro il blocco genocida statunitense che ci arreca tanti danni.

L'imperialismo ha paura dell'esempio ancora più fulgido che darebbe una Cuba senza blocco, e di ciò che esso rappresenterebbe per l'ideale socialista, e proprio per questa ragione si sforza di consolidarlo in ogni modo possibile.

Esprimiamo la nostra riconoscenza anche per tutte le dimostrazioni di sostegno e di affetto che ci sono state rivolte in occasione dei dolorosi eventi che abbiamo dovuto affrontare quest'anno, come l'incidente all'Hotel Saratoga, l'incendio alla Base delle grandi cisterne di Matanzas e il recente passaggio dell'uragano Ian.

Quest'ultimo evento ci ha costretti a rimandare il Primo Incontro delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e dei Movimenti di Sinistra, che siamo decisi a tenere con il massimo interesse. Siamo consapevoli che l'articolazione mediatica e il dibattito teorico sui problemi del mondo attuale e sui modelli e le forme con cui affrontarli costituiscono questioni della massima importanza.

Cari amici e amiche,

Avrete senz'altro notato nel corso di questo intervento una parola ricorrente: Unità.

Perché questa unità sia autentica e solida, resistente contro i tentativi dell'imperialismo di dividerci, dobbiamo consolidarla sulla base del rispetto delle caratteristiche storiche e delle peculiarità di ogni Paese e di ogni processo politico.

Rafforzare l'unità del movimento comunista e operaio internazionale è un obiettivo irrinunciabile di questo incontro, a maggior ragione quando l'imperialismo, in un rigurgito maccartista, si scaglia ferocemente contro tutto ciò che si definisce comunista, socialista o semplicemente progressista.

«Unità nella diversità»: questa l'esortazione rivolta qualche anno fa dal leader della Rivoluzione Cubana, Generale dell'Esercito Raúl Castro Ruz a tutte le nazioni dell'America Latina. Questa frase incarna un principio che trascende le frontiere e deve animarci tutti in ogni ambito.

Nostro compito è lavorare per l'unità degli operai, dei contadini, degli studenti, delle donne, dei giovani, degli indigeni e degli afrodiscendenti, per lottare e costruire un mondo migliore, che è possibile e necessario.

Con queste premesse auspichiamo che questo incontro sia utile nei suoi dibattiti e nelle sue elaborazioni, ma soprattutto che contribuisca alle lotte dei nostri Partiti e popoli.

Rinnoviamo il nostro benvenuto a tutti voi, nello spirito che difendiamo da anni:
Socialismo o Morte!
Patria o Morte!
Vinceremo!


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