www.resistenze.org
- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 19-12-22 - n. 851
22° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Messico
Partito Comunista del Messico (PCM) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
27-29/10/2022
22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
sul tema: "Solidarietà con Cuba e con tutti i popoli in lotta. Uniti siamo più forti nella lotta antimperialista, insieme ai movimenti sociali e popolari fronteggiamo il capitalismo e le sue politiche, la minaccia del fascismo e la guerra; in difesa della pace, dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori, della solidarietà e del socialismo".
* * *
Compagni,
Rivolgiamo il saluto fraterno del Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico ai partiti comunisti e operai riuniti in questo XXII Incontro Internazionale. Ringraziamo il Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba per gli sforzi dedicati all'organizzazione di questo incontro all'Avana, il terzo a svolgersi in America Latina dopo quelli di San Paolo del 2008 e di Guayaquil del 2014.
Da quasi un quarto di secolo, questo evento, l'Incontro Internazionale nato per iniziativa del Partito Comunista di Grecia, rappresenta una conquista collettiva per lo scambio di informazioni e opinioni e per la definizione di iniziative convergenti; in esso si manifestano anche divergenze che hanno basi ideologiche, poiché è evidente che non sono ancora stati compiuti passi atti a superare la crisi del movimento comunista internazionale, nella misura in cui non vengono affrontate con franchezza e sulle basi della teoria marxista-leninista le questioni cruciali - quali le cause del rovesciamento controrivoluzionario dell'URSS e del campo socialista, gli insegnamenti della costruzione del socialismo e le sue caratteristiche imprescindibili e gli sviluppi del capitalismo contemporaneo, cioè del sistema imperialista, così come la questione della strategia rivoluzionaria per la conquista del potere da parte della classe operaia.
Le nostre parole e le nostre azioni, fondate sui principi del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, ci portano innanzitutto, nell'ambito di questo Incontro Internazionale, a rinnovare la nostra solidarietà con la Rivoluzione Cubana e con le sue conquiste socialiste. Il blocco criminale imposto da USA e UE, così come l'azione controrivoluzionaria organizzata nel luglio dello scorso anno, fanno della solidarietà con il processo rivoluzionario cubano un compito permanente per i partiti comunisti - un compito nel quale il PCM è e continuerà a essere impegnato.
Desideriamo inoltre esprimere la nostra risoluta solidarietà ai partiti comunisti e operai che devono fronteggiare la persecuzione e la criminalizzazione, come nel caso dei comunisti del Kazakihstan, ma anche quelli dell'Unione Europea - dove in ossequio a una delirante teoria che unisce ideologi del capitale, forze reazionarie, eurocomunisti e trotzkisti, il comunismo viene equiparato al fascismo, e i partiti comunisti vengono relegati nell'illegalità o sottoposti a pressioni affinché modifichino il loro nome o i loro simboli. Ma anche in America Latina si verificano persecuzioni anticomuniste: è il caso degli attacchi, delle vessazioni, delle minacce e degli omicidi di militanti mai chiariti messi in atto dal governo del Venezuela ai danni del glorioso Partito Comunista del Venezuela. Le minacce del regime di Maduro-Cabello, le calunnie, le diffamazioni, la sporca campagna mediatica messa in atto dal governo contro il PCV sono inaccettabili. Esprimiamo inoltre la nostra condanna verso le ingerenze nelle attività interne di qualunque partito rivoluzionario. Esprimiamo la nostra solidarietà al PCV e, come facciamo sin dal 1999, la nostra solidarietà con il diritto del popolo venezuelano di scegliere il proprio cammino, senza ingerenze da parte dell'imperialismo - benché questo non significhi affatto firmare assegni in bianco al governo venezuelano.
Siamo solidali con i popoli della Palestina e di Haiti.
Condanniamo la tendenza guerrafondaia della NATO incarnata dalla dottrina militare approvata nel suo vertice di Madrid, così come il militarismo e l'aumento delle spese militari nei Paesi capitalisti. È senz'altro una vergogna che sedicenti comunisti partecipino a una coalizione con la socialdemocrazia e altre forze borghesi in Spagna, appoggiando attivamente la guerra imperialista. Condanniamo parimenti l'intervento dell'Organizzazione per il Trattato di Sicurezza Collettiva messo in atto in gennaio per schiacciare la rivolta operaia in Kazakhstan.
La lotta di classe si inasprisce e ciò si manifesta nel feroce conflitto tra i Paesi imperialisti.
Noi comunisti abbiamo ben chiaro che non può esistere uno sviluppo pacifico del capitalismo nella sua fase imperialista, poiché inevitabili sono le rivalità tra i monopoli e gli Stati capitalisti, originate dalla competizione per mercati, manodopera, territori, risorse naturali ed energetiche, vie commerciali. Oggi uno degli scenari di questo conflitto è la lotta serrata tra USA e Cina, che si contendono il primo posto all'interno del sistema imperialista; una lotta che si manifesta in tensioni diplomatiche e commerciali, sanzioni, progetti di accordi inter-statali e crescenti esportazioni di capitali, ma anche in un'esplosiva accumulazione e in preparativi militari. Entrambi i Paesi capitalisti sono a capo di alleanze di Paesi capitalisti determinati a difendere gli interessi dei loro monopoli. Nella nostra analisi è irrilevante se un gruppo di Paesi capitalisti si dichiara difensore dei diritti umani, della democrazia e della libertà, e l'altro si dice fautore della multipolarità e di una nuova governance - poiché il succo della questione è il carattere di classe dell'uno e dell'altro blocco, e la conclusione è evidente: entrambi i gruppi di Paesi capitalisti difendono la continuità del capitalismo, dello sfruttamento, e vi è in modo quanto mai evidente uno scontro tra due sistemi di vita sociale, poiché ciò che avviene è proprio che all'interno dello stesso sistema imperialista e dei tentativi miranti a preservarlo vi è una lotta aperta tra un gruppo di Paesi capitalisti e un altro che tenta di spodestarlo.
E queste tensioni hanno causato lo scoppio di una guerra imperialista, il cui primo passo è stato l'inaccettabile intervento russo in Ucraina. Questa guerra imperialista minaccia di estendersi, di generalizzarsi, e nessuno dei due schieramenti in conflitto è nel giusto; per questo il Partito Comunista del Messico ritiene sempre valida la tesi di Lenin secondo cui non ci si deve schierare sotto una bandiera straniera, e si devono combattere entrambi i poli del sistema imperialista rimanendo sul cammino indipendente della lotta di classe, in modo tale da non essere strumentalizzati da questo o quel gruppo di Paesi imperialisti. Per questa ragione, insieme ad altri 43 partiti comunisti fratelli e 30 organizzazioni giovanili comuniste, abbiamo elaborato una posizione di base riguardo all'inizio di una guerra che non può che definirsi come imperialista: «L'interesse della classe operaia e dei settori populari impone a noi comunisti di rafforzare il criterio di classe nell'analisi degli eventi, allo scopo di definire il nostro percorso indipendente contro i monopoli e le classi borghesi, per il rovesciamento del capitalismo, per il rafforzamento della lotta di classe contro la guerra imperialista, per il socialismo oggi più che mai valido e necessario», come afferma con chiarezza la Dichiarazione comune.
Nella dinamica di questa guerra imperialista, a pagare i costi iniziali sono stati la classe operaia e i popoli di Russia e Ucraina; ma le conseguenze negative si sono estese alla classe operaia internazionale, con l'aumento dei costi dell'elettricità, del gas, degli alimentari e dei prodotti necessari per la vita dei lavoratori e delle loro famiglie. In Europa e in Asia si moltiplicano le manifestazioni di rivolta, e i proletari di Francia, Inghilterra, Grecia e Italia resistono all'attacco del capitale e alle conseguenze della guerra imperialista.
Una volta di più, un organismo come l'ONU dimostra il suo fallimento e la sua inutilità, in primo luogo perché i rapporti di forza su cui si fondava non esistono più, e oggi non è che lo strumento di uno dei due poli dell'imperialismo, come dimostrano le varie risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza - e non solo oggi, ma negli ultimi trent'anni.
La barbarie della guerra e dell'imperialismo rappresenta sempre una minaccia per la classe operaia di tutti i Paesi, l'espressione più evidente dei limiti storici del capitalismo e la dimostrazione dell'urgenza di processi rivoluzionari che sbaraglino questo decrepito modo di produzione, l'ultimo in cui esisteranno classi dominanti e classi sfruttate, per aprire la strada al socialismo-comunismo.
Ribadiamo che il nuovo modo di produzione, secondo l'esperienza della costruzione del socialismo nell'URSS durante il Novecento, ha alcune caratteristiche imprescindibili - come il potere operaio, la socializzazione dei mezzi di produzione, la pianificazione scientifica dell'economia e la lotta costante contro i rapporti mercantili finalizzata al predominio e all'instaurazione dei rapporti socialisti; per questo, i comunisti hanno il dovere di combattere la teoria opportunista del socialismo di mercato.
Il progressismo non è un'alternativa al capitalismo, ma soltanto un modo diverso di gestirlo
È trascorso quasi un quarto di secolo da quando nel 1999 si sono inaugurati in Venezuela quelli che conosciamo come i processi progressisti, che hanno governato buona parte dei Paesi dell'America Latina e, dopo un momentaneo arretramento di fronte alle forze reazionarie, riprendono oggi energia in quello che viene definito nuovo ciclo progressista. Dopo un periodo così prolungato è inevitabile trarre delle conclusioni sul carattere di classe e sul percorso di questi processi. A nostro avviso, le aspettative iniziali di percorsi di rottura con il capitalismo sono state seppellite dai fatti, e questo a causa di una questione di fondo: la strategia anti-neoliberale non è una strategia anti-capitalista, e perciò tutto si riduce a forme di gestione del capitalismo, che è alla base dei problemi sociali e dell'infelicità delle classi sfruttate. Dibattere riguardo al fatto che una forma di gestione del capitalismo sia migliore di un'altra significa per i partiti comunisti e le forze rivoluzionarie imboccare un vicolo cieco. È demagogia definire queste forme di gestione del capitalismo «socialismo del XXI secolo» o «post-capitalismo»; sono più vicini alla verità coloro i quali le designano con espressioni come «capitalismo andino» o «capitalismo democratico». Quanto a noi, riteniamo che trovi conferma l'insegnamento tratto dall'esperienza del movimento comunista internazionale secondo cui non esiste una terza via tra capitalismo e socialismo, e l'unica alternativa storica è quella tra capitalismo e socialismo.
Il progressismo si è rivelato essere una nuova forma di controllo del predominio di classe da parte degli sfruttatori, attraverso i suoi meccanismi di contenimento e di smobilitazione, la sua demagogia populista e i suoi ritocchi alla lugubre facciata della dittatura di classe della borghesia.
Ma esaminiamo nel concreto un governo progressista, quello che è giunto al potere in Messico nel 2018, e le sue attività nel corso di quattro anni:
- Non è stata revocata alcuna delle privatizzazioni delle 1100 imprese del settore pubblico, e anzi i principali beneficiari di queste privatizzazioni, Carlos Slim (Carso-America Mobil) e Ricardo Salinas (TV-Azteca Electra), beneficiano di contratti e concessioni, e sono additati da Obrador come imprenditori-modello.
- Il TLCAN-NAFTA non è stato cancellato, bensì ratificato, questa volta con il nome di T-MEC, che nella sua cosiddetta versione «2.0» elimina gli spazi che consentivano il dumping commerciale verso la Cina a beneficio dell'industria automobilistica nordamericana. Il T-MEC o USMCA, concepito come area commerciale nordamericana che comprende USA, Canada e Messico, è un'alleanza economica finalizzata alla concorrenza con i capitali cinesi; come afferma Obrador, «L'integrazione economica, nel rispetto delle specifiche sovranità, è lo strumento migliore per fare fronte alla concorrenza derivante dalla crescita di altre regioni del mondo, e in particolare all'espansione produttiva e commerciale della Cina. Non dimentichiamo che mentre Canada, Stati Uniti e Messico rappresentano il 13% del mercato mondiale, la Cina ne domina il 14,4%. E questo squilibrio si è determinato in soli trent'anni, dal momento che nel 1990 la partecipazione della Cina era dell'1,7% e quella dell'America Settentrionale del 16%.
Se la tendenza dell'ultimo decennio dovesse proseguire, fra altri trent'anni, nel 2051, la Cina dominerebbe il 42% del mercato mondiale, mentre a noi - Stati Uniti, Messico e Canada - non rimarrebbe che il 12%; il che, oltre a costituire un'inaccettabile sperequazione sul terreno economico, manterrebbe viva la tentazione di porre fine a questo squilibrio ricorrendo all'uso della forza, il che rappresenterebbe un pericolo per tutti noi. Per questo la scelta migliore, la più conveniente, consiste nel rafforzare le nostre economie, nel rafforzarci sul piano commerciale nell'America del Nord e in tutto il continente»1.
- Viene messa in atto la politica anti-immigrazione concordata con le amministrazioni Trump-Pompeo e Biden-Harris, e in tal modo la Guardia Nazionale istituita da Obrador si trasforma in un'estensione della Border Patrol statunitense, mentre aumentano come mai prima d'ora le carcerazioni di migranti in territorio messicano, con una media di 985 arresti al giorno.
- Viene messa in atto una politica anti-operaia con l'accettazione, ai sensi delle clausole del T-MEC, dell'intrusione del Dipartimento di Stato USA, attuata attraverso lo stanziamento di 130 milioni di dollari, annunciato da Kamala Harris, finalizzati a comprare e controllare il movimento sindacale e dei lavoratori del Messico. Per di più, sotto il governo Obrador il tasso di sfruttamento si è intensificato, così come l'appropriazione da parte dei privati della ricchezza prodotta socialmente, e ciò ha fatto sì che il 10% della popolazione concentri nelle proprie mani il 72% della ricchezza, mentre l'impoverimento e la disoccupazione aumentano e il 60% della popolazione rimane in condizioni di povertà estrema. Durante la pandemia sono state concesse esenzioni milionarie ai monopoli, ma nulla a beneficio per la classe operaia - poiché è stato ritenuto prioritario garantire il funzionamento dell'insieme della macchina capitalista.
- È in corso un attacco contro i popoli indigeni, con l'esproprio di terre e territori, la distruzione di immense risorse naturali nel sud-est - flora, fauna e falde acquifere - a beneficio dei mega-progetti dei monopoli.
- Continua inoltre l'attacco alla gioventù lavoratrice, condotto attraverso la svalutazione della loro forza-lavoro, la precarizzazione dei loro rapporti lavorativi e la loro cessione sotto forma di manodopera gratuita ai monopoli, mentre le loro borse di studio vengono scaricate sulle spalle del bilancio pubblico.
- Prosegue l'attacco ai danni della scuola pubblica, dopo l'offensiva contro le scuole magistrali rurali e l'attacco omicida ai danni della Federazione degli Studenti Contadini Socialisti del Messico.
- È stata concessa l'impunità all'esercito così come ai governanti del passato, malgrado i loro crimini di lesa umanità. Proseguendo sulla linea dei governi neoliberali, il progressismo o socialdemocrazia ha imposto pochi giorni fa la militarizzazione del Paese, che rappresenta un grave arretramento, mentre si colpiscono con lo spionaggio e la persecuzione le organizzazioni di classe e popolari che non hanno smobilitato e non sono state neutralizzate, e si foraggiano i gruppi paramilitari contro-insurrezionali.
In base a questo riassunto, che potrebbe proseguire, traiamo la conclusione che il progressismo di Obrador è anti-operaio e anti-popolare. Ma è forse molto diversa la realtà di quanto avviene in Perù, in Cile, in Argentina e via dicendo?
Necessità e urgenza del socialismo-comunismo
La crisi economica di sovra-accumulazione, la barbarie e la decadenza della società capitalista, la distruzione della natura, la guerra imperialista - tutte queste realtà rendono quanto mai chiari i limiti del capitalismo e la necessità del suo rovesciamento.
I programmi che si prefiggono una fase intermedia lungo il cammino verso il socialismo non auspicano altro che un abbellimento del capitalismo, mentre le energie vanno concentrate in direzione di processi rivoluzionari miranti alla conquista del potere da parte della classe operaia.
L'amicizia e la fratellanza tra le nazioni, come ha già dimostrato l'esistenza dell'URSS un secolo fa, il potere operaio, la pianificazione, la socializzazione metteranno fine ai grandi problemi dell'umanità, all'infelicità, e daranno modo a una classe moderna, rivoluzionaria e non sfruttatrice di contribuire alla fine dello sfruttamento, alla trasformazione rivoluzionaria delle forze produttive per la soddisfazione dei bisogni sociali e la creazione di basi oggettive per l'emancipazione della donna, l'armonia con la natura e la fine dello sfruttamento. Per questo il PCM, insieme alla classe operaia, alla gioventù lavoratrice, ai migranti, ai popoli indigeni, ai contadini poveri, lotta per quello che è il solo obiettivo concreto e realistico - il socialismo-comunismo.
Abbasso la guerra imperialista, abbasso il marcio mondo del capitalismo!
Viva il marxismo-leninismo e l'internazionalismo proletario!
Note:
1) López Obrador, Andrés Manuel; discorso tenuto al IX Vertice dei Capi di Stato dell'America del Nord.
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.