www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 19-12-22 - n. 851

22° IMCWP: Contributo del Partito Comunista di Turchia

Partito Comunista di Turchia (TKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27-29/10/2022

22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

sul tema: "Solidarietà con Cuba e con tutti i popoli in lotta. Uniti siamo più forti nella lotta antimperialista, insieme ai movimenti sociali e popolari fronteggiamo il capitalismo e le sue politiche, la minaccia del fascismo e la guerra; in difesa della pace, dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori, della solidarietà e del socialismo".

* * *

Discorso pronunciato da Kemal Okuyan, Segretario Generale del TKP

Cari compagni,

A nome del Partito Comunista di Turchia, vi esprimo i miei più sinceri sentimenti di fratellanza. Siamo venuti tutti all'Avana, consapevoli che questo incontro ha un significato molto speciale. Desidero ringraziare il Partito Comunista di Cuba, che ha compiuto un grande sforzo per conservare le conquiste della rivoluzione in condizioni estremamente difficili e che da quasi settant'anni mette al servizio dell'ideale del comunismo un'energia e un dinamismo senza pari.

Compagni,

Tre anni fa, alla chiusura del nostro incontro a Izmir, ho dichiarato che «i comunisti potrebbero dover affrontare in qualunque momento compiti e opportunità che saranno determinati da sviluppi estremamente diversi, nel contesto di un mondo caotico e pieno di incertezze», e ho sottolineato che ciò avrebbe creato sia grandi rischi sia opportunità.

Pochi mesi dopo quell'incontro ci siamo trovati di fronte la realtà del Covid-19. Naturalmente, la pandemia può essere vista come una catastrofe che minaccia l'umanità in quanto tale. Ma per i comunisti, il Covid-19 è anche la dimostrazione dell'impotenza del capitalismo, di come l'economia di mercato abbia sospinto l'umanità sull'orlo del baratro e della catastrofe, e di come i monopoli internazionali siano capaci di trasformare una pandemia in un'opportunità economica e politica per loro stessi.

Sebbene in ogni Paese vi siano state lotte per rivendicare i diritti delle classi lavoratrici, respingere gli attacchi del capitalismo o, come nel caso di Cuba, dare vita a una resistenza economica, politica e scientifica all'assedio imperialista durante la pandemia, va detto che purtroppo i comunisti non hanno saputo trasformare il socialismo in un'alternativa nel corso della pandemia.

Compagni,

La pandemia è finita, ma è in atto una crisi economica che investe il mondo intero; l'aumento del costo della vita è la prima priorità per miliardi di persone. I notiziari dibattono sulla possibilità o meno che sia imminente una guerra nucleare. I lavoratori sono disperati, i giovani privi di speranze.

Per contro, i comunisti hanno il dovere di costituire una soluzione e una speranza.

Non possiamo essere una soluzione e una speranza senza porre in primo piano l'obiettivo di rovesciare il capitalismo. Ovunque i comunisti lasciano un vuoto, la destra populista e i movimenti razzisti e perfino fascisti accorrono a colmarlo - traendo profitto dal pessimismo della società attraverso un falso radicalismo.

Compagni, le strategie difensive adottate dal movimento comunista per un periodo di tempo molto lungo sono completamente fallite di fronte al bivio che oggi l'umanità deve fronteggiare. Il fatto che in questo frangente i rapporti di forza siano chiaramente sfavorevoli alla classe operaia, al movimento rivoluzionario, non giustifica queste strategie - al contrario, le condanna senza appello. Oggi, per quanto il movimento comunista possa essere debole nei singoli Paesi, siamo obbligati a rendere attuale e realistica l'alternativa del socialismo.

È esattamente questo che il TKP sta tentando di fare in Turchia.

Il nostro è un Paese in cui colpi di Stato, islamismo politico, fascismo e militarismo sono alla ribalta da anni. Analizzando la situazione da questo punto di vista, si potrebbe ritenere che in Turchia vada innanzitutto costruita la democrazia. Ma la democrazia non può essere costruita in Turchia, un Paese dominato da una classe capitalista sviluppata e da potenti monopoli. Sappiamo bene che procrastinare il socialismo dichiarando «prima i diritti umani», «prima la democrazia» e via dicendo significa nei fatti arrendersi alla dittatura del capitale.

Non è questo ciò che stiamo facendo.

Per anni al movimento comunista del nostro Paese è stata tesa una trappola, che consisteva nell'affermare che per prima cosa occorreva sconfiggere il fascismo, o risolvere il problema curdo, o instaurare la democrazia. Oggi ci viene detto che «per prima cosa Erdoğan se ne deve andare».

Erdoğan se ne deve andare, certo. Il prima possibile. Ma tra coloro che dicono «per prima cosa Erdoğan se ne deve andare», quelli che strillano di più sono proprio i circoli liberali filo-NATO, filo-americani e filo-britannici. Aspirano a trarre vantaggio del sentimento anti-Erdoğan accumulatosi nella società turca per preservare il potere capitalista al cui servizio opera Erdoğan, restituendogli credibilità.

Compagni, il TKP valuta i rapporti di forza esistenti nel modo più realistico in rapporto alle sue iniziative e ai suoi preparativi. Ma costruiamo la nostra strategia in funzione dell'inasprimento della crisi di governance del capitalismo, che si fa sentire sempre più, mentre il caos di questa fase non fa che aumentare.

Per principio, il TKP non si unisce al frastuono creato dai molti movimenti politici apparentemente di sinistra che si contrappongono gli uni agli altri nel tentativo di avere un ruolo nell'ambito di soluzioni situate entro i limiti posti dall'ordine capitalista. Il nostro partito ha una lunga e preziosa esperienza nel contrasto delle influenze della sinistra riformista, che talvolta si presenta sotto le sembianze di nuova socialdemocrazia, talvolta si ammanta di accattivanti narrazioni liberali e talvolta si manifesta sotto forma di vuoto radicalismo quale quello a cui abbiamo assistito sovente nel passato.

Questa è una presa di posizione rivoluzionaria. Siamo consapevoli dei nostri limiti e dei nostri errori. Ma l'errore più grande consiste nel rimandare l'obiettivo del socialismo e della rivoluzione. La storia non ci perdonerà se ci lasceremo irretire da obiettivi o da organismi parlamentari indissolubilmente legati al capitalismo in una fase in cui il capitalismo è così scosso e insostenibile.

Quando agiamo mossi da questo coraggio, vediamo che facciamo dei progressi, diveniamo più convincenti e siamo molto più capaci di porre rimedio ai nostri errori e alle nostre debolezze in modo più rapido.

Se i comunisti hanno guidato le trasformazioni storiche del 1917, del 1945 o del 1959, non è stato perché i rapporti di forza fossero in loro favore, ma perché sono stati in grado di dare una risposta rivoluzionaria ai rapidi cambiamenti delle condizioni oggettive.

Oggi, nel 2022, nella capitale di Cuba socialista, che è il frutto di questa vigilanza rivoluzionaria, diamo vita a una nuova fase di rinascita del movimento comunista, in cui dibattere e cooperare in modo autentico, imparando gli uni dagli altri ed entusiasmandoci gli uni per le lotte degli altri.

I miei migliori auguri di successo a tutti voi, compagni...


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.