www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 10-01-23 - n. 852

22° IMCWP: Contributo del Partito Comunista di Svezia

Partito Comunista di Svezia (SKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27-29/10/2022

22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

sul tema: "Solidarietà con Cuba e con tutti i popoli in lotta. Uniti siamo più forti nella lotta antimperialista, insieme ai movimenti sociali e popolari fronteggiamo il capitalismo e le sue politiche, la minaccia del fascismo e la guerra; in difesa della pace, dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori, della solidarietà e del socialismo".

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Cari compagni,

Il Partito Comunista di Svezia desidera ringraziare il Partito Comunista di Cuba per aver ospitato il 22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, e ringraziare inoltre il popolo cubano per l'ospitalità che ci ha dimostrato. Ribadiamo la nostra solidarietà con la lotta del popolo cubano e condanniamo il persistente blocco USA ai danni di Cuba - un blocco che costituisce essenzialmente una guerra economica mirante a distruggere gli straordinari successi della rivoluzione cubana, e a costringere il popolo cubano a piegarsi alle esigenze e allo sfruttamento dell'imperialismo USA. Chiediamo la fine immediata del blocco imperialista che da oltre sei decenni infligge al popolo di Cuba difficoltà e sofferenze incalcolabili.

Gli imperialisti non possono consentire in nessuna forma e in nessun luogo la liberazione dallo sfruttamento che il socialismo dona ai popoli. L'imperialismo, in quanto fase culminante del capitalismo, non ha da offrire ai popoli nient'altro che sfruttamento e conflitti in nome dei profitti borghesi. La natura di questo sistema che pone il profitto al disopra di ogni altra cosa è tale per cui qualunque pace è una pace temporanea, destinata a essere rimpiazzata dalle stragi della guerra imperialista quando non è più possibile accaparrarsi con altri mezzi mercati, risorse e vie di trasporto.

Questa è la natura innegabile dell'attuale guerra in Ucraina, dove il capitale ucraino ha scelto di schierarsi con il blocco imperialista occidentale di USA, UE e NATO a scapito del capitale russo. La guerra in Ucraina è una manifestazione dell'inasprirsi della competizione imperialista. Una delle conseguenze di questo è la richiesta di adesione alla NATO presentata dalla Svezia. La neutralità di facciata non costituisce più l'opzione più redditizia per il capitale monopolistico svedese. Non lasciatevi ingannare: la richiesta di adesione alla NATO presentata dalla Svezia non è dovuta a un inganno messo in atto dalla NATO ai danni dei politici svedesi. Il Partito Socialdemocratico Svedese ha agito come sempre per conto del capitale svedese quando ha spinto la Svezia sulla via dell'ingresso nella NATO, e così facendo sulla via di un'ulteriore escalation.

Malgrado due dei partiti parlamentari tradizionali si siano dichiarati contrari alla domanda di adesione alla NATO presentata dalla Svezia, questa questione si è rivelata irrilevante in occasione delle recenti elezioni. Per il Partito della Sinistra, opporsi all'ingresso della Svezia nella NATO avrebbe costituito un ostacolo al raggiungimento del suo principale obiettivo - entrare in un governo di coalizione insieme al Partito Socialdemocratico. Nella sua precedente incarnazione eurocomunista, il Partito della Sinistra aveva già abbandonato qualunque tendenza rivoluzionaria, e i principi che ha mantenuto, quali che siano, possono essere sacrificati se ostacolano il raggiungimento da parte del partito dell'agognato obiettivo di poter finalmente amministrare lo Stato capitalista dall'interno di un governo. Per il Partito della Sinistra, il fatto che questo significhi entrare in un governo insieme ai socialdemocratici da esso tanto criticati - quei socialdemocratici pronti ad adattarsi alle posizioni delle forze più reazionarie presenti nel parlamento svedese - costituisce un compromesso del tutto accettabile.

A tale scopo, il Partito della Sinistra ha perfino attenuato la sua retorica, che da lungo tempo costituisce l'elemento più radicale di questa formazione. Questo elemento ha costituito inoltre un aspetto determinante del ruolo del partito all'interno del capitalismo - quello di incanalare il radicalismo in direzioni che non minaccino l'ordine costituito, dipingendo con un tocco di rosso la democrazia parlamentare borghese.

Questo partito, il più progressista tra quelli presenti nel parlamento svedese, serve quindi indubbiamente il capitalismo secondo modalità che gli sono proprie e non nutre altra aspirazione che quelle di maneggiare il potere di governo nell'ambito della democrazia borghese, di amministrare il capitalismo e di mobilitare il consenso al servizio di tale fine.

Sempre riguardo all'avvicinamento della Svezia all'alleanza militare imperialista che è la NATO, va detto che l'opposizione organizzata all'interno della Svezia è stata debole - non soltanto in termini di dimensioni e frequenza delle proteste, ma anche in relazione alla loro natura. Soltanto il Partito Comunista di Svezia si è opposto all'ingresso nella NATO con argomenti che inquadrano la questione nel suo contesto imperialista. Per il resto le argomentazioni avanzate sono state di natura borghese - argomentazioni che alimentano l'illusione della pace senza lotta contro il sistema imperialista. Qui sta il problema dei cosiddetti progressisti, che ignorano o respingono le interpretazioni marxiste, e malgrado le loro buone intenzioni alimentano illusioni tra la popolazione riguardo alla natura del mondo e ai modi in cui si dovrebbero combattere le manifestazioni dell'imperialismo.

Non devono esservi dubbi sul fatto che i cosiddetti progressisti sono particolarmente utili alla borghesia, in quanto capaci più di chiunque altro di incanalare le pulsioni in direzioni che non minacciano la posizione della classe capitalista. Anche quando questi progressisti non sono dichiaratamente anti-comunisti, essi servono comunque lo Stato borghese, che lo vogliano o no.

La storia ha dimostrato in modo inequivocabile che le alleanze con i cosiddetti elementi progressisti della borghesia - i fronti popolari - non favoriscono un programma rivoluzionario, e che senza un programma rivoluzionario non vi è via d'uscita dallo sfruttamento capitalista dei popoli. La causa comune deve fondarsi sulle solide basi del marxismo-leninismo - una causa comune rivoluzionaria intesa a mettere fine all'attuale dominio di classe, sostituendolo con il potere proletario e con la costruzione del socialismo. Non possiamo fare causa comune con coloro che si pongono contro il nostro obiettivo principale; dobbiamo invece conquistare le masse e portarle dalla nostra parte, per realizzare i loro interessi. Questo è il nostro compito storico.


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